Sanitas La Rivista 3/20 - Più trasparenza, per favore

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DOSSIER PIÙ TRASPARENZA

Missione sostenibilità Le nostre abitudini alimentari influiscono in misura considerevole sul nostro pianeta. Ma spesso non viene specificato apertamente quali alimenti pesano particolarmente sull’ambiente. Due giovani del Canton Vaud hanno pertanto sviluppato un eco-score con cui si valuta l’impatto ambientale degli alimenti. Testo Julie Freudiger

Illustrazione Franziska Neugebauer

I

l merluzzo che viene pescato nel Nordeuropa ma lavorato in Asia torna in Europa come piatto tipico di questa regione settentrionale. Oppure i pomodori dall’Italia, trasformati in sugo in Cina per poi essere riproposti come prodotto italiano. «Non sono casi isolati», spiega Charlotte de La Baume, diplomata presso la Scuola alberghiera di Losanna. E chi meglio di lei può saperlo? Insieme a Mathias Faigaux ha infatti fondato Beelong, un’azienda che ha lo scopo di sostenere gastronomi e responsabili degli acquisti

AB C D E F G

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Contenuto: quinoa bianco Imballaggio: carta non certificata e non riciclata Prodotto surgelato: no Produzione: Svizzera Trasporto: su rotaie

RIVISTA SANITAS 3 / 2020

ad acquistare in modo più consapevole prodotti e, nel migliore dei casi, a optare per un’alternativa più ecologica. Considerate le cifre, il tempo stringe. In Svizzera, con quasi il 30%, l’alimentazione ha il maggior impatto ambientale, ancor più dell’abitazione e della mobilità, come comunica l’Ufficio federale dell’ambiente. Circa un terzo dell’inquinamento dovuto all’alimentazione è riconducibile all’industria gastronomica e alimentare. Charlotte de La Baume ne è convinta: la chiave per un futuro più sostenibile è la trasparenza. Chi conosce l’impatto ambientale di un prodotto può decidere in modo più consapevole. «Non si tratta di rinunciare, bensì di scegliere l’alternativa migliore.» L’indicatore Beelong Durante gli studi, Charlotte de la Baume si è resa conto della scarsa coscienza ecologica del settore gastronomico e alimentare: le nozioni sulla sostenibilità ci sono, ma mancano i mezzi per metterle in pratica. Ecco perché nel 2008, sostenuta sul piano scientifico, ha sviluppato insieme a Mathias Faigaux l’indicatore Beelong. Analogamente all’etichetta energetica sugli elettrodomestici, l’indicatore valuta l’impatto ambientale di un prodotto dalla A alla G e lo rende subito visibile. La valutazione dell’eco-score non si limita alle emissioni di gas a effetto serra, bensì si fonda sui cinque parametri quali la provenienza dell’alimento, la stagione, le indicazioni sul prodotto, l’impatto sul clima e l’elaborazione dei prodotti. Attraverso un impegnativo lavoro di ricerca il team Beelong, oramai composto da sei membri, raccoglie tutte le informazioni necessarie. Se manca un’indicazione si mette direttamente in contatto con l’azienda in questione. «Se non riceviamo informazioni su un determinato parametro, cosa che succede spesso, diamo il voto peggiore a questo punto», spiega de La Baume. Lo scopo è incoraggiare i produttori a essere più trasparenti.


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