Eterno Auriga - Luglio 2021

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Bhagavatha Vahini

G

Capitoli 6 e 7

LA RINUNCIA DI VIDURA E IL SAGGIO CONSIGLIERE

IUNTO A PALAZZO, VIDURA chiese notizie circa la salute dei suoi parenti. Kuntidevi, la regina-madre, rivolgendogli uno sguardo amorevole, esclamò: “Finalmente possiamo rivederti, Vidura!” Di più non riuscì a dire. Dopo un po’ di tempo riprese a parlare: “Come hai potuto rimanere lontano così a lungo, trascurando proprio quei bambini che tu curasti con tanto amore, dimenticandoti di me e di tutti coloro che ti tenevano in sì grande considerazione? È per grazia tua se oggi i miei figli regnano. Dove sarebbero oggi se tu non li avessi salvati in tante situazioni critiche? Noi siamo stati i bersagli di innumerevoli disgrazie, ma la peggiore è stata la tua lontananza; essa ci ha pesato molto. Avevamo persino perso la speranza di rivederti. Oggi i nostri cuori sono tornati a vivere, e le speranze distrutte dalla disperazione stanno rinascendo. La nostra gioia ora è piena. Oh, che giorno felice!” Kunti si sedette asciugandosi le lacrime. Vidura le strinse le mani, ma non poté trattenere il pianto. Ricordava i vari episodi del passato riguardanti i Pandava e i Kaurava. Disse: “Madre Kuntidevi! Chi può vincere il fato? Ciò che deve accadere, accade. Il buono e il cattivo che gli uomini compiono dà come risultato il bene e il male. Come si può affermare che l’uomo sia libero, quando invece è legato a questa legge di causa ed effetto? Egli è una marionetta nelle sue mani: essa tira i fili ed egli si muove, gli piaccia o no. Tutto è Sua Volontà, Sua Grazia.” Mentre Vidura esponeva così le verità spirituali fondamentali che governano gli eventi umani, i fratelli Dharmaraja, Bhima, Nakula e Sahadeva gli erano seduti vicino, pieni di attenzione.

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Kunti infine alzò la testa e disse: “Grazie alle tue benedizioni, abbiamo vinto la guerra; ma non siamo stati in grado di salvare la vita dei figli di Draupadi e del figlio di Subhadra. La sfortuna ci ha colpito assai duramente. Naturalmente, come tu hai detto, nessuno può sfuggire al proprio destino. Dimentichiamoci, quindi, del passato; non c’è motivo di preoccuparsi di ciò che non può essere rimediato. Devo dire che ora la mia sete è stata molto alleviata perché ho potuto rivederti; dove sei stato tutto questo tempo? Raccontaci!” A questo punto, Vidura rispose di esser stato in pellegrinaggio in numerosi luoghi santi. I fratelli ascoltavano rapiti la sua storia, interrompendolo con le loro domande. Dharmaraja disse più volte che stava aspettando il giorno in cui anche lui avrebbe potuto fare le stesse sante esperienze. Egli congiungeva le mani in segno di rispetto ogni volta che veniva menzionato un santuario e, con gli occhi chiusi, immaginava di trovarsi là. Bhima lo interruppe, chiedendogli: “Sei andato nella città di Dvaraka? Per favore, raccontaci la tua esperienza.” Dharmaraja aggiunse: “Avrai certamente incontrato il Signore Krishna, non è vero? Raccontaci dettagliatamente tutto quello che è successo.” Anche Kuntidevi era desiderosa di udire il suo racconto, poiché disse: “Racconta, racconta! Ora mio figlio si trova laggiù. Lo avrai certamente incontrato. Come stanno tutti? Spero che gli anziani genitori, Nanda e Yashoda, stiano bene, e così pure Devaki e Vasudeva.” Una pioggia di domande cadde su Vidura, ancor prima che cominciasse a parlare. Vidura non era particolarmente propenso a rispondere. Parlava come se fosse ansioso

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