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Riprogettare l’immagine: storia di un logo

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RIPROGETTARE L’IMMAGINE: STORIA DI UN LOGO

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Era l’estate del 1985 ed ero a cena in un’antica trattoria del centro di Modena con i vecchi amici e compagni di squadra della Panini Modena: Andrea Nannini, Antonio Barone, Paolo Montorsi, Mimmo Guidotti ed io, Rodolfo “Giobbe” Giovenzana. Quella sera volevo presentare un’idea che frullava nella mente mia e in quella di Andrea da tempo: far nascere a Modena una Scuola di Pallavolo.

Per dar ancora più valore all’idea, mi presentai con il logo che avevo disegnato la notte precedente e che avrebbe dovuto rappresentare la Scuola, lo appoggiai sul tavolo. Era un logo che doveva piacere ai bambini, semplice, ma allo stesso tempo gioioso, se si può utilizzare questo termine per un disegno, per un logo.

Tra un bicchiere di lambrusco e piatti di tortellini, affioravano alla mente i ricordi di tanti anni trascorsi insieme a schiacciare palloni in giro per il mondo. Ci raccontavamo quello che già conoscevamo, ma ci faceva piacere riascoltare i nostri racconti!

Intanto il disegno del logo appoggiato sul tavolo sembrava assorbisse i nostri discorsi, le nostre emozioni e d’un tratto quasi si anima, uno di noi lo prende in mano e dice: “MI PIACE!”, gli altri annuiscono e diventa così il LOGO della Scuola di Pallavolo Anderlini.

Ecco il racconto di Rodolfo Giovenzana, fondatore della Scuola di Pallavolo nel 1985, raccolto in occasione della pubblicazione del Bilancio di Sostenibilità 2018-2019. Già da prima della sua fondazione è stata riconosciuta l’importanza del brand.

L’idea dei brand come asset centrale da cui dipende il successo aziendale è profondamente radicata nella moderna cultura aziendale. Negli ultimi anni però, c’è stato un notevole aumento del numero di aziende che hanno cambiato il loro segno distintivo o la denominazione delle loro organizzazioni. Scegliere quindi di modificare il marchio storico ricominciando da zero e cercando apparentemente di costruire un nuovo simbolo da un giorno all’altro, pare essere in contrasto con gli assiomi fondamentali del marketing. Nel mondo degli affari di oggi, il rebranding può assumere molte forme e non deve essere limitato a circostanze in cui c’è stato solo un cambio di nome. Esso può essere definito come un cambiamento di marchio utile a stimolare un mutamento negli atteggiamenti, nelle percezioni e nei comportamenti dei consumatori con l’obiettivo finale di generare una crescita positiva del mercato.

Una caratteristica chiave del rebranding aziendale è che si tratta di un mezzo per comunicare agli stakeholder che qualcosa nell’organizzazione è cambiata. I principali driver che portano l’azienda ad adottare una strategie di rebranding, sono decisioni, eventi o processi che causano un cambiamento nella sua struttura, strategia o nelle sue prestazioni di entità sufficiente a suggerire che è necessaria una ridefinizione fondamentale dell’identità aziendale.

Il processo di rebranding si compone di quattro fasi: repositioning, renaming, redesign e relaunch.

Cosa vuole quindi trasmettere Anderlini con il nuovo brand: inclusività, forza e solidità. Lo fa

“Cosa vuole quindi trasmettere Anderlini con il nuovo brand: inclusività, forza e solidità.”

attraverso tre elementi: il nome, il carattere utilizzato e la linea del tempo.

ANDERLINI, non più Scuola di Pallavolo. Il mondo Anderlini negli anni si è evoluto, si è aperto a nuovi servizi, eventi, progetti, formazione, consulenza. La Scuola di Pallavolo è una parte del mondo Anderlini, ancora predominante, ma una parte. Inclusività

IL CARATTERE, chiaro, marcato, stampatello, non più una scritta a mano da scolaro, che si avvia ad affrontare il mondo. È come essere passati dall’infazia all’età adulta. L’adolescenza è stata affrontata evento dopo evento, logo dopo logo, attività dopo attività, brochure dopo brochure, con la tipicità dell’adolescenza: creativa, confusionaria, esplosiva.

LA LINEA DEL TEMPO, Anderlini dal 1985 poggia su una linea, che conserisce solidità. Con il nuovo brand la storia non si azzera, la storia di continua. Sono stati 36 anni utili ad arrivare dove si è oggi: lavoro, tradizione, territorio sono le parole chiave della storia di Anderlini. Una palestra lunga 36 anni, dal 1985 appunto.

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