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Sport e contratto di lavoro: cosa abbiamo a disposizione

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SPORT E CONTRATTO DI LAVORO: COSA ABBIAMO A DISPOSIZIONE

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Lo sport svolge un ruolo sociale fondamentale, in quanto rappresenta uno strumento di educazione e uno straordinario catalizzatore di valori universali positivi. Lo sport nella percezione diffusa può essere tante cose. Spesso lo si riconduce e lo si descrive come passione, competizione, benessere fisico, divertimento, disciplina, educazione, ma molto raramente viene considerato un lavoro.

Eppure il “mondo” dello sport è a pieno titolo un settore produttivo del nostro Paese, non solo per la grande quantità di capitali che fa muovere ma anche per i suoi livelli occupazionali. Il numero di “addetti” infatti supera il milione, ma se dovessimo sostituire la parola con lavoratori, scopriremmo che questi non arrivano neanche a 100.000 e che tutti gli altri vengono definiti “volontari”. In sostanza si deve convenire sul fatto che lo Sport non è più, come è stato nei decenni passati, solo un ambito tipico e limitato - per lo più agli interessati all’attività agonistica, professionistica e non - ma ha assunto un carattere sociale molto più vasto e pervasivo, con conseguenze importanti per tutta la vita economica e sociale del nostro paese.

Proprio a partire dalla consapevolezza che lo sport è anche e soprattutto opportunità di lavoro, dal 2015 le principali sigle sindacali e la Confederazione Italiana dello Sport- Confcommercio imprese per l’Italia (socio di Attività Sportive Confederate Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI) hanno stipulato il CCN Impianti e attività sportive profit e no profit, con l’obbiettivo di dare a tutti i lavoratori dello sport uno strumento utile e funzionale allo sviluppo ed al rafforzamento di attività associative e imprenditoriali virtuose, capaci di trainare una sana occupazione.

Anderlini, che da sempre si pone l’obiettivo di creare opportunità lavorative per i propri collaboratori, a partire dalla stagione sportiva 2020/2021 ha deciso di adottare per i propri dipendenti il CCNL degli impianti e delle attività sportive profit e no profit.

Il contratto degli impianti sportivi nel rispetto di quanto previsto dalla legge 23.3.81 n.91 si pone l’obiettivo, di rappresentare tutto il mondo dello sport non professionistico non più inteso in modo restrittivo come mera rappresentanza degli interessi delle imprese del comparto, ma come espressione della rappresentanza dei variegato ambito sportivo costituito dalla presenza del settore profit (con fine di lucro) e del no-profit (senza fini di lucro), che trova il naturale elemento di congiunzione nel nuovo organismo di rappresentanza datoriale costituito dalia Confederazione dello Sport. Tale formula associativa dà un effettivo valore aggiunto alla rappresentanza del settore perché ha l’obiettivo, nel suo essere complementare, di interpretare tutte le istanze del movimento sportivo in stretta sinergia con il CONI.

Risulta inoltre evidente che di fronte ad un tradizionale sistema di tutele e di diritti riscontrabile in un corpo contrattuale di normale applicazione nel mondo sportivo si innestano questioni, problematiche e soprattutto opportunità fino ad oggi non tenute in considerazione e che questa proposta contrattuale prova ad affrontare.

Difatti l’attrattività di un contratto e di conseguenza la sua applicabilità, è direttamente proporzionale alla capacità di intercettare i cosiddetti bisogni dei destinatari finali siano essi datori di lavoro che lavoratori ovvero di tutti gli stakeholders, per realizzare uno strumento realmente fruibile e in grado di rispondere alle reali esigenze operative di dare risposte dinamiche e perfettamente coerenti agli interessi delle Parti, attraverso un nuovo modello di relazioni sindacali.

Questa proposta contrattuale prova a rispondere alle reali peculiarità del mondo sportivo: il suo ordinamento (con tutte le sue peculiarità), le normative specifiche, le agevolazioni sportive, le leggi regionali dello sport, la stagionalità del settore per specifiche realtà, la particolare configurazione della classificazione del personale, il sistema nazionale di qualifiche dei tecnici sportivi SNAQ, la mappatura ISFOL dei profili professionali relativi al processo di attività sportive.

Il contratto Impianti in buona sostanza prova a regolamentare anche il sistema sportivo con una identificazione delle figure professionali connesse alle attività sportive, intese in senso tecnico, che

possano dare indicazioni applicative anche per la formazione, aggiornamento e certificazione dei tecnici che operano nel sistema sportivo italiano.

Si tratta di un complesso contrattuale “originale” che coglie l’opportunità di realizzare un sistema normativo duale che in modo armonico, ma al tempo stesso rispettoso delle specificità, dia risposte contrattuali economiche e normative al comparto sportivo profit e no-profit, che coniughi il sistema classificatorio nazionale inerente l’area sportiva, con particolare riferimento ai tecnici sportivi (SNAQ), definibili come operatori sportivi, con le altre figure funzionali all’ambito sportivo cioè di quei profili tipici del settore, ma anche riconducibili a matrici professionali più tradizionali.

Oltre alla particolare classificazione del personale tra i punti qualificanti il contratto in ambito di welfare vede l’assistenza sanitaria integrativa a far data dal 1° luglio 2016 mentre nell’ambito lavorativo offre una gestione più flessibile e dinamica del personale che ricomprende peculiarità professionali emergenti in relazione ai processi di trasformazione e innovazione tecnologica. Il contratto contempla inoltre l’istituzione dell’osservatorio nazionale e la costituzione dell’Ente Bilaterale di settore che svolge anche le funzioni previste in materia di apprendistato. Inoltre il contratto fissa in 40 ore settimanali la durata normale del lavoro distribuito su 5 o 6 giorni lavorativi con la possibilità di istituire la banca delle ore.

Il contratto scaduto nel 2018 è in fase di rinnovo e speriamo che anche l’attuale discussione sui decreti attuattivi della riforma dello sport porti ad ulteriore miglioramento delle condizioni di tutti i lavoratori.

Dall’altra parte per raggiungere l’obiettivo di una vera regolamentazione del lavoro sportivo, le forze in campo in questo momento sono molte e spesso contrapposte. È fondamentale da parte di tutte le forze in campo guardare con lungimiranza a un settore che potrebbe dare una spinta all’economia del Paese e dare opportunità occupazionali di qualità a molti giovani e meno giovani.

La società italiana dovrebbe, facendo tesoro delle direttive europee, del Libro Bianco ecc, chiedersi non solo cosa si può fare per il mondo sportivo, ma quanto il mondo sportivo può fare per la collettività se giustamente valorizzato. D’altro canto, quello dello sport è un mondo a parte che progressivamente sta tentando di uniformare i propri comportamenti a quelli del resto del mondo, chissà che non ne abbia anche qualche vantaggio.

“La società italiana dovrebbe, facendo tesoro delle direttive europee, del Libro Bianco, chiedersi non solo cosa si può fare per il mondo sportivo, ma quanto il mondo sportivo può fare per la collettività se giustamente valorizzato.”

Cristina Cavani NEWS

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