HUB Style vol.04_2021

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G R E E N T I P S

P IÙ

E CO - CONSA PEVOL EZZA

(P ER

TUTTI)

La pandemia ha sensibilizzato in modo decisivo i consumatori sull’impatto ambientale delle proprie scelte di acquisto. Ogni piccola azione è fondamentale per il bene collettivo di Manuela Barbieri GUCCI PUBBLICA IL SUO PRIMO I M PA C T R E P O RT

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ucci ha raggiunto e superato con un anticipo di quattro anni - gli obiettivi di miglioramento della propria impronta ambientale fissati per il 2025, grazie a una riduzione del - 44% dell’impatto totale e del - 47% delle emissioni di gas serra (valori misurati facendo riferimento al 2015). Un trend positivo che testimonia un percorso di diminuzione continua, anno dopo anno, a partire dal 2015. Nel 2020, la maison ha registrato, rispetto al 2019, una riduzione del -17% delle emissioni di gas serra e del -9% dell’impatto ambientale totale. I risultati sono stati resi noti nel primo Impact Report (consultabile su equilibrium.gucci. com/impactreport) che riassume gli impegni, i progressi e le azioni intraprese da Gucci per generare un cambiamento positivo sia per le persone che per il pianeta.

T H I N K G L O B A L LY, A C T L O C A L LY

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ave The Duck - 100% animal free - supporta InVento Innovation Lab e il progetto B Corp School. Attraverso questa iniziativa, studenti e docenti delle scuole superiori hanno ideato 50 B Startup, guidati da un obiettivo comune: creare progetti che rispondano alle sfide ambientali globali e ai bisogni dei territori specifici, secondo la logica “think globally, act locally”. In questo contesto, Save The Duck, con il suo modello di business, ha assunto il ruolo di guida e mentore esperto sull’imprenditorialità sostenibile.

Fonte: Reebok

Q U A N TO S O N O E CO L E C I T TÀ P I Ù FA M O S E D E L L A M O D A? IN ITALIA Genova è la città più eco-friendly d’Italia per ciò che riguarda lo spreco tessile. Infatti, sebbene il capoluogo ligure produca 5.816 tonnellate di rifiuti tessili ogni anno, la maggior parte di questi (circa 5.679) vengono riciclati. I milanesi, ottavi in classifica, si rivelano i cittadini italiani più eco-consapevoli: cercano su Google termini relativi all’ecosostenibilità, tra cui “vestiti a noleggio”, ‘vestiti riciclati’, “vestiti di seconda mano”, circa 3.708 volte ogni 100.000 persone. Bari - terza in classifica – spende ogni anno la quantità minore di soldi in vestiti nuovi (666 milioni €). La capitale si classifica invece ultima tra le 10 città italiane più sostenibili, registrando il numero più alto di rifiuti tessili in Italia (36.740 tonnellate, tra cui 639 gettate in discarica).

IN EUROPA Nel 2018, l’UE ha prodotto circa 2,35 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, con un impatto ambientale disastroso. In Europa, Copenhagen si classifica prima tra le 20 città più ecosostenibili per la moda, con lo 0% dei rifiuti tessili gettati in discarica e circa 4.420 ricerche mensili di termini relativi all’ecosostenibilità. Anversa si posiziona al secondo posto, riciclando una media di 17.553 tonnellate di rifiuti tessili ogni anno (circa il 97,36%). Dublino è in terza posizione grazie al fatto che i rifiuti prodotti in questa città vengono automaticamente convertiti in riscaldamento, elettricità o benzina. Questo processo è chiamato recupero energetico.

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