4 minute read

Dall’Eurobarometro dati allarmanti per lo sport

Ormai quasi metà della popolazione europea non fa nessuna attività fisica

di Francesca Boldreghini

L'analisi pubblicata a cura della Commissione Europea il 19 settembre scorso, nell’ambito della valutazione sull’attività fisica in Europa e presentata nel corso del Forum Europeo dello Sport che si svolge ogni anno, mette in luce la progressiva disaffezione delle persone per la pratica sportiva, ma pone anche l’interrogativo: questi dati, che rappresentano il resoconto dell’analisi effettuata sugli ultimi quattro anni, quanto possono essere considerati affidabili alla luce di quanto avvenuto tra il 2020 e oggi? Risulta infatti – il dato è stato presentato in molte circostanze e più recentemente ad un convegno organizzato dal Policlinico di Pavia lo scorso 10 novembre – che la pandemia ha cambiato il mondo. Lo ha cambiato in modo evidente sul piano sanitario, con dati veramente spaventosi in termini di vite umane perse o comunque fortemente condizionate, e lo ha cambiato, in modo meno evidente ma non meno drammatico, sul piano sociale e dei costumi.

I giovani in particolare hanno perso due anni di relazioni, di frequenza della scuola, di attività sportive.

Gli effetti sono stati evidenziati da moltissimi studi, ultimo in ordine di tempo, per la nostra breve analisi, a Pavia, quando ancora una volta è stato messo in luce che è in forte aumento il gravissimo problema dell’obesità giovanile.

Ricordiamo che il sondaggio Eurobarometro è stato svolto su incarico della Commissione europea da Kantar Public nei 28 Stati membri tra il 2 e l’11 dicembre 2017. Al sondaggio –svolto con molta professionalità – hanno preso parte circa 28 mila intervistati di varie nazionalità e di gruppi sociali diversi. L’indagine segue sondaggi fra loro comparabili svolti nel 2002, nel 2009 e nel 2013 e rappresenta un contributo per fornire dati a sostegno dello sviluppo di politiche per promuovere lo sport e l’attività fisica.

La lettura dei dati emersi con la presentazione dell’Eurobarometro raccontano che il livello di partecipazione alle attività sportive è sostanzialmente invariato anche se – e questo è un dato allarmante – continua la salita del numero di persone che dichiarano la loro totale assenza di impegno fisico. Siamo ormai a quasi il 50 per cento della comunità a livello europeo, con un continuo aumento dal 2009 ad oggi. Negli ultimi quattro anni, in particolare, la percentuale è passata dal 42 al 46 per cento.

In controtendenza solo sei Nazioni. Si tratta di: Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Cipro, Bulgaria e Malta.

Gli sforzi della comunità europea per diffondere maggiormente l’attività fisica sembrano al momento non dare i risultati sperati, anche se è plausibile pensare che questi sforzi non possono avere effetti positivi in breve tempo. Ci vorranno anni. Eppure questa considerazione non basta a rendere meno pessimisti poiché la mancanza di attività sportiva provoca effetti estremamente negativi nella società, tanto più in anni in cui tutto sembra spingere le persone all’individualismo, alla chiusura rispetto alle relazioni con gli altri. Non solo il Covid, ma anche i nuovi costumi, con in testa la tendenza ad usare compulsivamente i telefoni cellulari con i quali è possibile passare giornate, settimane, mesi, senza alzare mai lo sguardo verso l’altro, verso gli altri. Senza mai sentirsi comunità. Questa analisi spinge perciò a ritenere importante lo sforzo europeo e a sostenere l’impegno, fra gli altri, del commissario per l’Istruzione, la gioventù, la cultura e lo sport, Tibor Navracsics il quale, analizzando i dati Eurobarometro, ha affermato: «Le nuove cifre mostrano quanto sia di vitale importanza continuare i nostri sforzi per promuovere l’attività fisica e stili di vita sani. Incoraggio vivamente tutti gli attori, dalle autorità pubbliche alle organizzazioni sportive, a intensificare i loro sforzi e lavorare insieme».

Alcuni dati specifici: l’Eurobarometro mostra che la maggior parte dell’attività fisica si svolge in contesti informali, come parchi e all’aperto (40%) o a casa (32%) o durante gli spostamenti casa-lavoro, scuola o negozi. Tuttavia, il 15% degli europei non cammina per 10 minuti consecutivi in un periodo settimanale e il 12% si siede per più di 8,5 ore al giorno. Sono numeri che fanno pensare e che dovrebbero spaventare. Oltre alla politica e alle istituzioni civili e sportive, un ruolo importante lo possono svolgere anche altri: i datori di lavoro, ad esempio, possono aiutare a correggere i comportamenti oziosi sul posto di lavoro e anche le città e le autorità locali possono rivestire un ruolo importante nell’aiutare i cittadini ad essere fisicamente più attivi nella loro quotidianità.

Ma perché la gente, quella poca che lo fa, svolge attività sportiva? Le principali motivazioni – spiega Eurobarometro – sono: il miglioramento della salute (54%) e della forma fisica (47%). La mancanza di tempo (40%) è la barriera principale. Indubbiamente c’è molto da fare. E non c’è tempo da perdere.

This article is from: