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Un’Assemblea nazionale all’insegna del servizio
from Stadium n. 9/2024
by Stadium
Dal 26 al 28 gennaio si è svolta a Roma l’Assemblea nazionale di metà mandato del CSI “Oltre il tempo presente”, che ha riunito più di 220 dirigenti di 90 Comitati accreditati
IL PRESIDENTE VITTORIO BOSIO: «ABBIAMO DA 80 ANNI UN RUOLO FONDAMENTALE»
di Alessio Franchina
Èrisultata particolarmente ricca di approfondimenti e di stimoli l’Assemblea nazionale del Centro Sportivo Italiano che si è tenuta a Roma tra venerdì 26 e domenica 28 gennaio 2024.
Definita correttamente “di metà mandato” come previsto dallo Statuto, è stata effettuata in realtà un po’ oltre la metà a causa delle tante difficoltà che il CSI, come d’altra parte tutte le Associazioni similari, ha dovuto affrontare dall’esplosione della pandemia in poi.
Per questo l’Assemblea, svoltasi finalmente “in presenza” e riservata ai dirigenti dell’Associazione, come ha precisato il Presidente nazionale Vittorio Bosio nella sua introduzione dei lavori, è risultata particolarmente importante e degna dell’avvio dell’80° compleanno del CSI.
Prendendo la parola dopo il via ai lavori dato da Michele Marchetti, Coordinatore Area Segreteria Generale e Welfare, il Presidente Bosio ha comunicato di non avere, volutamente, nel suo stile, preparato delle slide, per affidarsi invece alle «parole espresse con il cuore».
Ritornando alla fondazione del CSI, Bosio, dopo aver ricordato che il 5 gennaio si depose il seme dell’idea della rinascita di un’Associazione che proponesse sport educativo e formativo, con particolare attenzione ai giovani e alle persone fragili, nell’alveo della missione cristiana nella comunità italiana, ha affermato: «Dobbiamo essere grati a coloro che, guidati dal Presidente dell’Azione Cattolica, prof. Luigi Gedda, nel 1944, su esplicito mandato di Papa Pio XII, coltivarono l’idea dello sport cristianamente ispirato. Noi siamo chiamati ad essere degni di quei grandi dirigenti, che si sono poi succeduti nel corso degli anni e che hanno contribuito a fare del CSI la realtà che è oggi. Come allora e come sempre, dobbiamo pensare e amare i giovani per i quali proponiamo l’attività sportiva. Senza questo sincero sentimento di amore per la storia e la formazione dei giovani, non andremmo da nessuna parte. Nel corso dell’anno avremo modo di celebrare con diverse manifestazioni il nostro 80° compleanno, ma non dimentichiamo che ci dobbiamo preparare anche al Giubileo degli sportivi dell’anno prossimo». Ritornando su una sua proposta più volte avanzata, Bosio ha ricordato che sarebbe bello che, in occasione dell’arrivo a Roma di tanti dirigenti dell’Associazione, qualcuno dedicasse un po’ di tempo per passare nella sede nazionale, per un contatto diretto con il luogo dove si vivono le responsabilità di esprimere i percorsi associativi.
Ha poi aggiunto, riferendosi alla scelta di svolgere l’Assemblea a Roma: «In molti mi hanno chiesto di non abbandonare l’idea di vederci ad Assisi. E in effetti torneremo ad Assisi, magari con qualche aggiustamento nelle procedure di svolgimento e di organizzazione del Meeting umbro, perché abbiamo la responsabilità di valutare sempre con prudenza modalità, tempi e costi».
La relazione introduttiva del Presidente Bosio, che – come sua abitudine – ha parlato rivolgendosi direttamente ai presenti, senza limitarsi a leggere documenti già preparati, si è poi soffermata sul tema della Riforma dello Sport: «Una Riforma che avevamo chiesto anni fa e che ci eravamo illusi sarebbe stata migliorativa della situazione della gestione dello sport in Italia. Pensavamo che sarebbero state create le condizioni per fare finalmente la nostra attività in maniera serena, sostenibile da tutti: dalle realtà più grandi fino a quelle più piccole e periferiche. Quello che è stato deciso a livello di leggi, invece, è esattamente l’opposto: complicazioni, norme inapplicabili, rischio di spingere all’abbandono tutti quei dirigenti che non possono metterle in pratica. Posso assicurare di aver fatto e di voler fare tutto il possibile per evitare il peggio, anche se non posso essere troppo ottimista».
Un approfondimento particolare Bosio lo ha poi dedicato al resoconto economico delle risorse affidate al territorio, su tutti i livelli associativi, e predisposto per l’Assemblea. «Si tratta di un resoconto che deve essere letto come un doveroso “rendere conto”, perché è giusto che tutti possano valutare, sul concreto, quanto fatto, quanto avuto e quanto dato. Come si vede, abbiamo messo in campo tutte le risorse di cui disponevamo, senza risparmiarci. La creazione di Sport e Salute ha portato a dei cambiamenti radicali, che, anche questa volta, speravamo migliorativi e che invece ci hanno messo in difficoltà. Siamo diventati, più che mai, dei semplici passacarte, ma tenendoci al contempo la responsabilità generale della vita associativa. Così possiamo dire di aver retto pur avendo perso almeno il 25% delle risorse solitamente disponibili, mentre, di contro, le difficoltà e le richieste di aiuto sono aumentate. Ricordo che durante la pandemia ci siamo trovati impegnati ad aiutare perfino i Comitati più grandi e storicamente più solidi. Eppure non abbiamo mai smesso di ascoltare tutti e questo fatto è innegabile».
Successivamente il Presidente si è soffermato sulla necessità di modificare al più presto lo Statuto. «La formulazione attuale, particolarmente penalizzante per il numero importante (e determinante) di dirigenti che verrebbero messi fuori da ogni ruolo, è stata inserita da non molto nello Statuto CSI per obbligo, perché prevista da una Legge dello Stato. Poi lo Stato questa norma l’ha ritirata e possiamo tirare un sospiro di sollievo, perché sarebbe stata davvero catastrofica. Questo succede quando si scrivono norme spinti dall’ideologia invece che con la capacità di prevedere gli effetti concreti che quelle leggi possono poi avere sulla vita delle associazioni. Adesso – ha proseguito – dobbiamo prepararci al rinnovo dei quadri direttivi. Al di là della problematica del numero di mandati possibili, bisogna avere la lucidità di guardare al senso dell’essere dirigenti CSI. Se c’è una sincera disponibilità a servire i nostri ideali, allora tutto il resto viene di conseguenza. Ma è importante che ci si guardi dentro e ci si chieda, sinceramente, se abbiamo voglia di fare attività con il CSI perché amiamo l’Associazione e perché vogliamo bene ai ragazzi, ai giovani e agli adulti ai quali ci rivolgiamo. Senza questi sentimenti non siamo Centro Sportivo Italiano. Impegniamoci quindi a fare davvero e con continuità l’attività sportiva: dai tornei più piccoli fino alle manifestazioni nazionali, lungo un unico percorso che ci tiene uniti». Un approfondimento particolare Vittorio Bosio lo ha dedicato al rapporto con la Chiesa Cattolica: «Siamo ancora, purtroppo, senza Assistente Ecclesiastico, perché il successore dell’amico don Alessio Albertini, che tanto tempo ha condiviso con noi, non è ancora stato scelto. Ho chiesto, con il rispetto dovuto all’istituzione Chiesa, che deve affrontare problemi enormi tutti i giorni, che questa nomina avvenga il più presto possibile, perché l’attesa si sta facendo troppo lunga. Ho parlato di questo personalmente con il Presidente della CEI, card. Zuppi, che mi ha usato la cortesia di telefonarmi per rassicurarmi che una riflessione importante è in corso. Il cardinale ha colto l’occasione per chiedermi di portare a tutti voi e all’Associazione intera i saluti suoi, del Santo Padre e della Conferenza Episcopale Italiana. Aspettiamo, pertanto, con fiducia che la nomina avvenga il prima possibile». Questi e tanti altri, qui difficilmente riassumibili, i temi toccati nell’ampia relazione di Bosio. Che poi ha concluso con un messaggio molto chiaro: «Mi si chiede, da più parti, cosa intendo fare dopo, al termine di questo mandato. Cosa intendo fare io ve lo dirò domenica», ma esprimendosi con una modalità che faceva pensare ad una riflessione in corso sull’ipotesi di una rinnovata disponibilità a proseguire, nel caso in cui l’Associazione glielo avesse chiesto.
E così è stato. La domenica, prendendo anche atto di un documento con il quale espressamente gli si chiedeva la disponibilità a rimanere in campo per continuare il lavoro in atto, Vittorio Bosio ha sintetizzato: «Io ci sono. E, se potrò continuare a servire il CSI, ci sarò anche per il futuro», provocando una standing ovation con tutti i dirigenti dell’auditorium in piedi ad applaudirlo. Un segnale inequivocabile di stima e, al contempo, di grande e sincero affetto.
Dobbiamo essere grati a coloro che, guidati dal Presidente dell’Azione Cattolica, prof. Luigi Gedda, nel 1944, su esplicito mandato di Papa Pio XII, coltivarono l’idea dello sport cristianamente ispirato
Mozioni approvate dall’Assemblea nazionale
Mozione n. 1
Oltre il tempo presente
Si chiede al Consiglio nazionale di tenere conto delle esigenze emerse, con particolare attenzione agli investimenti di sviluppo indicati, tra cui: la promozione di una campagna per oratori e parrocchie che possa rilanciare il ruolo del Centro Sportivo Italiano nel servire alle giovani generazioni; la valorizzazione di una concreta condivisione delle buone pratiche fra le realtà associative; l’elaborazione di una proposta sportivo-aggregativa a favore delle grandi età; la definizione di una proposta sportivo-educativa indirizzata ai preadolescenti che possa essere valida in ambito scolastico e non solo; la proposta di scambi tra dirigenti con il desiderio di alimentare e diffondere la passione associativa e, nello stesso tempo, condividere i saperi e le professionalità utili per lo sviluppo, la crescita e l’evoluzione del Centro Sportivo Italiano; il consolidamento delle proposte sportivo-educative dell’Associazione, affinché siano davvero per tutti e tutte e per ogni fascia di età; il rilancio di una proposta organica di riorganizzazione delle strutture territoriali del Centro Sportivo Italiano, con adeguata vicinanza della Presidenza nazionale ai Comitati; la crescita delle relazioni istituzionali a tutti i livelli e con le altre associazioni e agenzie educative.
Mozione n. 2
Tavolo dei Comitati territoriali
La Riforma dello Sport e la modifica del sistema sportivo italiano rappresentano una costante di confronto associativo che impegna risorse e professionalità a vari livelli. Si è deciso quindi di stabilire un dialogo e di prevedere la convocazione con frequenza trimestrale, o quando necessario, di un tavolo dei Comitati territoriali, riuniti per consistenza e omogeneità numerica, così da poter trattare i temi necessari per la crescita e la condivisione del percorso associativo.
Mozione n. 3
Valorizzazione del volontariato sportivo internazionale
Considerata l’importanza che il CSI attribuisce ad un’attività formativa che vada anche al di fuori dell’ambito associativo, si è deciso di valorizzare e diffondere l’esperienza di “CSI per il Mondo” affinché diventi patrimonio di tutta l’Associazione, attraverso la testimonianza, agli appuntamenti nazionali, di persone che hanno vissuto l’esperienza di una missione di volontariato sportivo internazionale. Verranno messe in campo tutte le azioni necessarie per dare una configurazione giuridica (come soggetto di cooperazione internazionale) a “CSI per il Mondo”, dandogli dignità istituzionale e permettendogli di accedere a tutte le opportunità nell’ambito della cooperazione.