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Il calcio che unisce e fa sognare
from Stadium n. 10/2024
by Stadium
Conclusa l’undicesima edizione della Junior TIM Cup, il progetto sportivoeducativo promosso da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano. Il torneo oratoriale di calcio a 7 che quest’anno ha coinvolto oltre 6.500 ragazzi in partite, tour degli stadi ed incontri con i campioni
di Laura Politi
Ha spento 11 candeline e visto rafforzarsi dal lontano 2013 il rapporto tra il calcio dei grandi campioni, quello che si vede in TV e conquista riflettori e attenzioni, e il calcio di base, quello che si gioca con gli amici, al parco, sui campetti o dovunque ci sia un pallone. Nel caso in questione, lo sport di base di cui stiamo parlando è quello delle parrocchie e degli oratori, in modo particolare di quelle realtà localizzate nelle città d’Italia che hanno un Club a rappresentarle nella Serie A TIM.
Ad aver festeggiato gli 11 anni dalla sua nascita è la Junior TIM Cup, il torneo nazionale di calcio a 7 promosso da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano, e a prendere parte alla competizione sono appunto gli oratori delle città le cui squadre militano nel massimo campionato italiano. Ragazze e ragazzi con meno di 14 anni, provenienti da quegli stessi territori, prendono per mano la passione per il pallone che li accomuna e iniziano a tirare in porta. Chi ormai conosce la Junior TIM Cup sa che le reti messe a segno non sono però solo quelle in senso strettamente sportivo. Se è vero che le squadre di under 14 degli oratori si sfidano in una competizione che vede svilupparsi sul territorio le fasi provinciali e poi quelle regionali ed interregionali, una gara parallela è quella che si gioca per far scendere in campo una società più inclusiva. Obiettivo della Junior TIM Cup è infatti in primo luogo quello della trasmissione di valori, di educare attraverso lo sport, che è anche la mission del CSI. Seguendo questo principio, il tema portante dell’undicesima edizione è stato la lotta al razzismo. Nel 2024 infatti, così come nelle due precedenti edizioni, questo progetto sportivo educativo ha sposato la campagna di Lega Serie A “Keep Racism Out”, al fine di sensibilizzare sulla necessità di fermare la discriminazione, in qualsiasi forma questa appaia. E così sono state organizzate numerose attività che hanno coinvolto migliaia di ragazzi e ragazze nel corso della stagione sportiva, attraverso la realizzazione di materiali di sensibilizzazione, confronti e incontri di riflessione. A titolo esemplificativo, in occasione della fase finale del torneo a Roma, è stato registrato il decalogo “Keep Racism Out”, attraverso il quale i ragazzi degli oratori hanno preso anche quest’anno un impegno: l’impegno a rispettare l’altro, l’impegno a conoscere e aiutare il prossimo, l’impegno a far sentire la propria voce davanti alle offese e alle disuguaglianze. Emblematico della dedizione al tema è stato il percorso creato insieme ai Club della Serie A TIM. Sono stati 40 gli appuntamenti che hanno messo in relazione i calciatori in erba del CSI e i grandi campioni del mondo del calcio. La metà di questi incontri ha consentito ai bambini e ai ragazzi degli oratori e delle parrocchie di conoscere direttamente il “calcio della televisione”, quello sempre sembrato così lontano e divenuto d’improvviso accessibile. Grazie alla sinergia con Lega Serie A e alla disponibilità dei Club, i giovani calciatori sono entrati nelle sedi e nei centri di allenamento dei team del massimo campionato italiano, toccando con mano gli ambienti e conoscendo i professionisti del settore, tanto quelli del pallone quanto educatori, psicologi ed esperti.
A partire dal Mapei Football Center per l’incontro con l’U.S. Sassuolo Calcio, la stagione fuori dal campo di gioco è stata molto intensa per le squadre del Centro Sportivo Italiano. Dal mese di febbraio hanno infatti preso il via gli incontri targati appunto “Keep Racism Out”, con protagonisti i campioni del grande calcio. Sono stati proprio loro a costruire un dialogo con i ragazzi per raccontare la propria esperienza di vita e di sport, sottolineando come il rispetto debba essere il nocciolo intorno al quale costruire il rapporto con gli altri, e come l’ascolto, la comprensione e l’empatia costituiscano gli ingredienti chiave per non giudicare l’altro e accoglierlo nel proprio mondo. L’altro volto del percorso di collaborazione con i Club è quello che tocca gli stadi in cui si gioca la Serie A TIM. Se alcuni di questi impianti hanno anche ospitato gli incontri di sensibilizzazione sulle tematiche del razzismo e della discriminazione, tutti hanno aperto le proprie porte ai ragazzi e alle ragazze del progetto, che sono entrati negli stadi per assistere ai match della massima serie dai posti loro riservati e per vivere un’esperienza da ricordare grazie agli speciali tour delle strutture sportive. Diventa ogni anno più forte la sinergia tra il calcio delle parrocchie e quello di vertice, sempre con l’obiettivo di diffondere i valori della cooperazione, dell’accoglienza e del fairplay. Lo dimostrano le attività e gli eventi in cui vengono coinvolti i ragazzi della Junior TIM Cup, quest’anno ospiti anche al match finale della Primavera TIM Cup e all’ultima sfida per l’assegnazione del trofeo della eSerie A TIM. A chiudere il cerchio della stagione del 2024 è stata ancora una volta la città di Roma, per la precisione il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” e lo Stadio Olimpico. L’ultima edizione del progetto ha coinvolto ben 600 oratori, scesi in campo in 2.800 partite a partire dalle fasi territoriali. Parliamo di 6.500 ragazzi, che hanno dato il massimo per conquistare l’accesso alla fase finale negli impianti capitolini. Il 14 e il 15 maggio la Capitale ha infatti ospitato i team della Final Eight, le migliori 8 squadre del torneo oratoriale, arrivate in città per la sfida finale. La presentazione della fase conclusiva, tenutasi nel Centro “Giulio Onesti”, è stata anche l’ultimo appuntamento targato “Keep Racism Out”, in cui Antonio Sacco, psicologo del Genoa CFC, ha instaurato con i ragazzi presenti uno stimolante dialogo per spiegare e sviscerare i significati del razzismo e della discriminazione, analizzando la costruzione più o meno conscia dei pregiudizi e raccontando agli adulti di domani una storia di sport che tanto ha da insegnare sull’accoglienza, l’inclusione e il rispetto: quella di Luz Long e Jesse Owens, in grado di far emozionare e riflettere dai lontani Giochi Olimpici di Berlino del 1936. Insieme allo psicologo rossoblù, presenti nell’Aula Magna del “Giulio Onesti” Luigi Di Biagio e Dario Marcolin, Ambassador di Lega Serie A, oltre ai rappresentanti dei tre partner organizzatori e all’intervento predisposto da Mattia Peradotto, Coordinatore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Scoperti i due gironi della fase finale, le otto formazioni qualificate si sono date appuntamento il giorno successivo negli impianti dello stesso Centro “Giulio Onesti”.
L’ultima sfida della Junior TIM Cup è sempre ricca di emozioni e l’impegno e la felicità dei ragazzi presenti è sotto gli occhi di tutti. Solamente due squadre, però, possono staccare il biglietto per il match che assegna la coppa del torneo, e così è avvenuto anche per la stagione da poco conclusa. Quest’anno è toccato all’Oratorio Sant’Andrea Corsini e alla Parrocchia Santa Teresa di Gesù Bambino, che hanno vissuto l’emozione unica di giocare sul verde dello Stadio Olimpico. E così, prima della Finale di Coppa Italia Frecciarossa che ha incoronato i bianconeri, c’è stata un’altra coppa sollevata al cielo, nelle mani cariche di felicità dell’Oratorio Sant’Andrea Corsini.