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1944 LA NASCITA DEL CSI

IL PROPOSITO DI RICOSTITUIRE IL MOVIMENTO SPORTIVO CATTOLICO PRENDE FORMA NEL SETTEMBRE 1943, QUANDO, CADUTO MUSSOLINI E FIRMATO L’ARMISTIZIO DI CASSIBILE, APPARE CHIARO CHE PRESTO CI SARÀ DA RICOSTRUIRE L’ITALIA. A FARSI ALFIERE DEL PROGETTO È LUIGI GEDDA, PRESIDENTE DELLA GIOVENTÙ ITALIANA DI AZIONE CATTOLICA

La nuova Associazione viene fondata ufficialmente nel giugno 1944, all’indomani della liberazione di Roma. Il vecchio nome FASCI viene abbandonato, e non solo per l’assonanza con “fascismo”. Sono cambiati i tempi, l’intento non è riunire le società cattoliche per farne il contraltare dello sport “laico”, tenendole separate da questo. Si vuole piuttosto proporre il modello di uno sport cristianamente ispirato che “contagi” ed evangelizzi ogni settore dello sport nazionale. Il nome prescelto è Centro Sportivo Italiano.

Si comincia subito tra mille difficoltà: impianti distrutti, attrezzature mancanti, difficoltà di collegamenti. Le prime società sportive fioriscono a latere di uffici diocesani, parrocchie, oratori, collegi religiosi. La nuova Associazione elabora subito un proprio programma, confortata dalle note di indirizzo fornite da Pio XII in occasione della Pentecoste 1945.

Negli stessi anni nasce il nuovo CONI. Il Commissario governativo che dovrebbe scioglierlo, Giulio Onesti, decide e ottiene di tenerlo in vita, democratizzandone la struttura ma conservandogli il ruolo di Federazione delle Federazioni e motore dell’intero sport nazionale.

L’associazionismo sportivo cattolico si ritrova dunque nella stessa situazione di inizio secolo: fuori dal sistema sportivo ufficiale, anche se da questo riconosciuto. Il rapporto tra CSI e CONI è destinato ad incepparsi subito: quando il CONI chiede di essere per legge l’ente monopolista dello sport, al di fuori del quale non si può fare attività, il CSI ribatte con un suo progetto di legge, racchiuso nella “Carta dello sport”, che difende il diritto al libero associazionismo sportivo e lascia al CONI solo la disciplina delle attività olimpiche.

Studio per un progetto della "Carta dello sport italiano"

Dal primo congresso nazionale del CSI svoltosi a Roma nel novembre del 1946, emerge una proposta di "Carta dello sport italiano" suddivisa in tre distinti progetti di legge: il primo è relativo all’inquadramento del CONI; il secondo riguarda la disciplina delle attività sportive non olimpiche; il terzo disciplina le attività fisico-educative e ricreative. Nell’insieme si tratta di un’autentica proposta di sistemazione dell’intero assetto dello sport italiano.

Pentecoste 1945, 20 maggio

Il CSI, ai suoi albori, chiama a raccolta le forze sportive di Roma e diecimila atleti, campioni e dirigenti rispondono all’appello recandosi in Vaticano in udienza dal Santo Padre Pio XII, per ascoltare il discorso che venne accolto come il “Codice morale e spirituale dello sport”. Luigi Gedda lo definì prontamente come il “battesimo dello sport”, giacché «...la Suprema Autorità Spirituale non aveva mai prima d’ora tracciato un quadro dottrinario così completo e preciso attorno al significato che lo sport assume di fronte al pensiero cristiano».

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