4 minute read

1921 UN PERIODO DIFFICILE

GLI ANNI VENTI SI APRONO CON UN’ITALIA AGITATA DA CRISI ECONOMICA, SCIOPERI, SCONTRI DI PIAZZA, TIMORI DI RIVOLUZIONI “BOLSCEVICHE”. OLTRE CHE CON UNA “CRISI DI IDENTITÀ”, E CON I DIFFICILI RAPPORTI CON LA GIOVENTÙ DI AZIONE CATTOLICA, LA FASCI DEVE FARE I CONTI CON ALCUNE NOVITÀ DI NON POCO CONTO

Grazie anche al contributo dei soldati alleati dislocati sul fronte italiano, che hanno portato con sé i loro giochi sportivi, si è allargato il ventaglio degli sport praticati, delle Federazioni che li rappresentano (la Federazione Italiana Pallacanestro è fondata nel 1921), del numero dei praticanti: la cattolica FASCI non ha più la rilevanza, anche numerica, raggiunta prima della guerra. Ci sono poi le società operaie e i circoli socialisti, che anche stanno aprendo allo sport.

Per rompere l’isolamento la FASCI chiede di entrare a far parte del CONI, ma non c’è nulla da fare, anche per l’opposizione della Federginnastica. L’ostacolo insormontabile, però, arriva dall’orizzonte politico, con la nascita e l’ascesa al potere, nell’autunno del 1922, del Partito Nazionale Fascista, che mostra subito di non voler lasciare ad altri lo sport e l’edu-

cazione giovanile. Già nell’estate del 1922 arrivano alla presidenza della FASCI le denunce di violenze a danno delle società cattoliche. «...martedì sera, festa dell’Assunta, alle ore 19 circa, una squadra fascista... con la violenza abbatteva le porte della nostra valorosa e fiorente squadra ginnastica Fortior, gittava tutto il mobilio e arredamento nella pubblica via dandolo alle fiamme...» - (Il Presidente della Società sportiva Fortior di Montecassiano - Macerata).

La FASCI segue con attenzione disperata l’escalation del fascismo verso il monopolio dell’associazionismo giovanile, senza trovare appoggio nelle gerarchie ecclesiastiche. «Dal 1923 la storia della FASCI – scriverà 50 anni dopo Felice Fabrizio – diviene la storia di una élite dirigenziale che affronta una disperata lotta per la sopravvivenza con il coraggio e la spregiudicatezza di chi, isolato e inerme, non ha più nulla da perdere».

La Fulgar

1921 – Squadra ginnasticoescursionistica Fulgar degli orfani di guerra di Martina Franca (Taranto).

1923: NASCE "FORZA E GRAZIA", UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA FEMMINILE

Le donne furono ammesse alle Olimpiadi a partire dalla seconda edizione, nel 1900. In Italia la partecipazione femminile a concorsi ginnici federali avvenne abbastanza presto. La FASCI, invece, era e rimase un’organizzazione maschile inizialmente contraria del tutto allo sport femminile, poi aperta all’attività femminile solo se in un contesto separato per evitare ogni “promiscuità”.

La separazione tra organizzazioni maschili e femminili doveva essere totale “per necessità educative, e per necessità morali e religiose”. La scuola promiscua in Italia non prende nessuno sviluppo, tutti sentono che un metodo che volesse educare la gioventù dei due sessi senza tenere conto delle esigenze particolarissime di ciascuno farebbe molto danno e creerebbe spiacevoli sorprese. Perciò giustamente nell’Azione Cattolica a ciascuno è assegnato “il suo posto”.

Il posto per lo sport femminile si chiamava “Forza e Grazia”, Associazione fondata nel 1923 per iniziativa del Consiglio Superiore della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, come Associazione nazionale ginnico-sportiva femminile, con un proprio statuto e un proprio regolamento, fissandone la sede a Roma e il segretariato a Milano.

All’inizio di “Forza e Grazia” facevano parte unicamente sezioni ginnico-sportive la cui conduzione tecnica era affidata ad insegnanti diplomate nominate a seguito di concorso. Scopo delle sezioni era quello di preparare le allieve agli esami ginnico-sportivi di Stato che i programmi scolastici richiedevano a seguito della “Riforma Gentile”. Successivamente furono ammesse anche sezioni sportive sorte nei Circoli della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, ma «...non accettando tutti gli sport, ma solo quelli che non siano dannosi all’organismo fisico e morale della fanciulla, evitando tutto ciò che in ogni modo può aprire la via alla violenza, alla sfrontatezza, alla mondanità».

La creazione dell’Ente Nazionale Educazione Fisica

La creazione, nel 1923, dell’Ente Nazionale Educazione Fisica, un ente privato a cui il fascismo vuole affidare la cura dell’educazione fisica di tutta la gioventù italiana, sottraendola anche alla scuola, è subito denunciata dalla FASCI per quello che è: una manovra del Governo per imporre il monopolio del regime sull’educazione giovanile, schiacciando la libertà di associazionismo.

This article is from: