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1906 NASCE LA FASCI

SUL FINIRE DEL XIX SECOLO NELL’ITALIA UNITARIA CONVIVONO DUE FORME DI ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO: QUELLA “LAICA”, LIBERALE, CHE SI PROCLAMA “A-RELIGIOSA”, E QUELLA DI IMPRONTA CATTOLICA, EREDE DELLE ESPERIENZE LUDICHE E GINNICHE CONDOTTE NELLE SCUOLE, NEI COLLEGI E NEGLI ORATORI RELIGIOSI

Diverse sono le finalità fondamentali: l’associazionismo di stampo liberale vede nella ginnastica e nello sport uno strumento di pre-formazione ai compiti militari quello di ispirazione cattolica lo ritiene un mezzo per raggiungere finalità morali, educando i giovani, tenendoli lontani dalla strada e coltivando in loro valori cristiani. La differenza tra le due mission e l’ostracismo crescente decretato dallo sport laico a quello cattolico convincono quest’ultimo a costituirsi come realtà autonoma, configurando una propria rete associazionistica. La frattura si allarga allorché, nel 1905, in Vaticano si svolge un concorso nazionale delle società sportive cattoliche, ricevute in udienza da Pio X. L’adunanza romana spinge la Federazione Ginnastica su posizioni di maggiore intransigenza, impermeabili ad ogni tentativo di mediazione. Il 23 agosto 1906, ad Oropa, in provincia di Biella, un gruppo di 16 società sportive cattoliche fonda la FASCI, Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane, il cui organo informativo ufficiale è Stadium. Nei mesi successivi arrivano altre adesioni: nel dicembre 1907 le società affiliate sono 40, nel dicembre 1908 sono 103. È cominciata la corsa al sorpasso della Federazione Ginnastica che, pur essendo molto più antica, di società ne conta meno di 200. La crescita numerica è anche crescita organizzativa, che si esprime compiutamente nell’inequivocabile successo del Concorso Internazionale Cattolico di Ginnastica e Sport, organizzato a Roma dalla FASCI il 23-29 settembre 1908, con la partecipazione di società sportive giunte da tutta Europa e perfino dal Canada.

Il primo Congresso Ginnastico nazionale delle Associazioni Cattoliche Sportive Italiane

5-8 ottobre 1905 – Il primo Congresso Ginnastico nazionale delle Associazioni Cattoliche Sportive Italiane, indetto dal Consiglio Superiore della Gioventù Cattolica Italiana nel Cortile di San Damaso in Vaticano, alla presenza di SS. Pio X (dalla Domenica del Corriere n. 43 del 22 ottobre 1905).

Su Stadium il verbale della fondazione della FASCI

Due mesi dopo la riunione che portò 16 società sportive cattoliche a fondare la FASCI il 23 agosto 1906 ad Oropa, Stadium propose il verbale di quello storico evento, essenziale per comprenderne lo spirito. La Federazione veniva istituita come centro organizzativo dello sport cattolico e tuttavia indipendente dalla Gioventù Cattolica Italiana, che conservava però il diritto di nominare 9 dei 18 membri del Consiglio direttivo della neonata associazione. Le società fondatrici erano: Excelsior di Biella, Robur in Fide di Roma, Salus di Cambiano, San Filippo Neri di Albenga, Robur di Macerata, Enotria di Roma, Iuventus di Biella, Fides di Roma, Pro Carroccio di Legnanello, Virtus di Crusinallo, Vigor di Vercelli, Ricreatorio Jacobini di Roma, Excelsior di Torino, Fert di Faenza, Ricreatorio Cattolico di Velletri, Ricreatorio Trastevere di Roma.

Lettera autografa inviata da SS. Pio X alla FASCI

«Ai diletti figli della Federazione delle Società sportive cattoliche italiane, col voto che gli esercizi del corpo contribuiscano a mantener sempre operosi in tutti quelli dello spirito, e le gare ginnastiche siano di reciproco eccitamento per emulare le virtù dei migliori, impartiamo con effusione di cuore l’Apostolica Benedizione. Dal Vaticano li 8 ottobre 1907 - Pius PP.X»

1909: la Società sportiva Excelsior di Catania

La Società sportiva Excelsior di Catania. La stessa Società sportiva Excelsior di Catania in una curiosa esibizione.

23-28 settembre 1908: saggio di ginnastica

23-28 settembre 1908, saggio di ginnastica alla presenza di Pio X nel Concorso internazionale indetto dalla FASCI nel Cortile del Belvedere in Vaticano.

15-19 maggio 1908: le squadre partecipanti al Concorso ginnastico regionale siculo

A sinistra, al primo posto la Vigor di Messina, seguita dalla Fortitudo di Reggio e dalla Pro Zancla di Messina, alcuni mesi prima di essere distrutte dal terremoto.

LE NOSTRE SOCIETÀ COLPITE DAL TERREMOTO DEL 28 DICEMBRE 1908

(da Stadium n. 1, gennaio 1909)

Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 1908, un boato scuote la terra con violenza inaudita. Uno dei più tremendi terremoti della storia italiana si abbatte su Messina e Reggio Calabria; entrambe sono rase al suolo. Le vittime furono circa 80.000 soltanto a Messina su 150.000 abitanti del giorno prima. «La fierissima calamità, che ha straziato il cuore di ogni italiano, di ogni cristiano, di ogni essere civile nel mondo intiero, colpì, fra tante vittime, la bella gioventù di Sicilia e Calabria, ha martirizzato nella morte e tortura nella vita moltissimi, che, come federati, facevano e fanno parte della nostra diletta famiglia. Tanti, che, un mese fa, erano l'immagine della salute, del vigore, nella primavera della vita o nella maturità degli anni, giacciono ora, schiacciati cadaveri, con le carni lacere, le ossa infrante, nella immensa, disordinata, mostruosa tomba che si estende per miglia e miglia, intorno allo stretto di Messina. Quattro nostre fiorenti istituzioni: la Pro Zancla, la Vigor, la Cassibile Scoppa di Messina, la Fortitudo di Reggio, sono annientate; il terremoto le ha decimate, dimezzate, polverizzate nei loro valorosi ginnasti, nei loro istruttori, istitutori, patroni. Una ecatombe! Un sentimento solo domina la situazione: la nostra miseria, la nostra impotenza, la nostra nullità di fronte agli incommensurabili effetti della onnipotenza divina, agli imperscrutabili decreti della sua volontà. Ed abbiamo - unico mezzo e conforto sicuro - implorato pace e gioia celeste ai nostri martiri. Raccogliete, instancabilmente, soccorsi pei superstiti, ed inviateli con rapidità ed accortezza. Pregate, pregate per le nostre vittime; pregate anche per quelle della Società Operaia e della Garibaldi di Messina, sodalizi ginnastici anch'essi, che, se non facevano parte della nostra federazione, erano pur nostri ed amati fratelli».

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