IX. — Ma sappiate — cominciò egli, richiudendo nella sua sacca il the e lo zucchero — che la potenza delle donne, per la quale il mondo intero soffre, proviene tutta da ciò. — Come? la potenza delle donne? — diss'io. — I diritti, la maggior parte dei diritti sono dal lato degli uomini. — Ma è così, è proprio così — m'interruppe egli. — È proprio quello che voglio dirvi e che spiega lo straordinario fenomeno, cioè che da una parte sia perfettamente giusto il dire che la donna è spinta al più basso gradino dell'umiliazione e che dall'altra parte essa è onnipotente. Accade proprio come per gli ebrei: essi con la loro potenza finanziaria si vendicano della loro umiliazione, come le donne. «Ah! voi volete che noi siamo soltanto trafficanti? va bene. Noi, trafficanti, vi detteremo la legge», dicono gli ebrei. «Ah! voi volete che noi siamo soltanto istrumenti di sensualità? va bene: noi, come istrumenti di sensualità, vi sottometteremo», dicono le donne. La mancanza dei diritti per la donna non consiste nella privazione del voto o nell'inibizione di amministrare la giustizia – l'occuparsi di queste cose non costituisce diritti – ma consiste in ciò che nelle relazioni sessuali essa deve essere l'eguale dell'uomo, avere il diritto di approfittare dell'uomo, di respingerlo, secondo il suo desiderio, secondo il suo desiderio scegliere l'uomo e non essere scelta. Voi dite che ciò è sconveniente. Va bene! Allora neppur l'uomo deve avere questo diritto. 142