La_morte di Ivan Ilijc

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X. Ecco dunque come fui preso. Io ero quel che si dice innamorato. Non soltanto mi rappresentavo lei come il colmo della perfezione, ma in quel tempo del mio fidanzamento mi tenevo anch'io come il colmo della perfezione. Non v'è nessuno di così abbietto che, cercando, non trovi degli esseri in qualche cosa più abbietti di lui, e che quindi non possa trovar motivo d'insuperbire e d'essere contento di sè. Così fu per me: io non mi ammogliai per denaro, l'interesse non c'entrò per nulla, non feci come la maggior parte dei miei conoscenti, che sposavano per il denaro o per la posizione: io ero ricco, lei povera: e uno. Secondo, il motivo per cui m'inorgoglivo era che gli altri si ammogliavano con l'intenzione, già da prima, di seguitare a vivere in poligamia, come vivevano anteriormente al matrimonio: io invece avevo la ferma intenzione di vivere in monogamia dopo il matrimonio, e davanti a me stesso il mio orgoglio, per questo fatto, non aveva limiti. Sì, ero un orribile porco e m'immaginavo d'essere un angelo. Il tempo del mio fidanzamento non durò a lungo. Ora non posso ricordarmi senza vergogna di quel periodo di fidanzamento! Che ignominia! È sottinteso che l'amore è spirituale e non sensuale. Ma se l'amore è spirituale, un'affinità spirituale, allora quest'affinità spirituale dovrebbe esprimersi con le parole, coi discorsi, con le conversazioni. In quanto a noi non accadeva nulla di ciò. Il 145


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