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Leggere con i bambini
Momento magico, quello in cui il bambino si rende conto di saper leggere le parole stampate. Per un lungo periodo, Francie non aveva fatto altro che pronunciare le lettere ad una ad una, sillabando e poi riunendo i suoni fino a formare le parole. Un giorno, gettando uno sguardo sul libro, la parola “topo” le apparve intera e carica di significato. Guardò la parola e l’immagine di un topo grigio le traversò la mente. Lesse ancora e quando incontrò la parola “cavallo” sentì l’animale battere a terra con lo zoccolo e il sole luccicare sul suo pelo lucido. La parola “corsa” la colpì all’improvviso e si sentì un po’ affannata come se avesse appena finito di correre. Era caduto l’ostacolo fra il suono delle singole lettere e il senso della parola intera; un colpo d’occhio era sufficiente e la parola stampata acquistava un significato. Francie lesse rapidamente qualche pagina e fu sul punto di svenire per l’emozione. Aveva voglia di gridarlo a tutti: sapeva leggere! Sapeva leggere! A partire da quel giorno il mondo le appartenne attraverso la lettura. Non sarebbe mai più stata sola e non avrebbe mai sentito la mancanza di un’amica intima. I libri divennero i suoi amici. Ne aveva per tutti i momenti: le poesie erano dolci compagni; i libri di avventura erano i benvenuti quando era stufa di quiete. Adolescente, sarebbe venuto il turno delle storie d’amore e, se desiderava conoscere qualcuno, leggeva una biografia. Il giorno in cui si accorse di saper leggere si ripromise di leggere un libro al giorno per tutta la vita.
(Betty Smith, “Un albero cresce a Brooklyn”)
Uno sguardo dentro di noi
Provate a riflettere sul vostro rapporto con i libri… • Quando è iniziato? • I vostri genitori erano lettori? E i vostri nonni? • In casa vostra c’erano dei libri? • In quali stanze? • Quando eravate bambini, i vostri genitori o altre persone vi leggevano o raccontavano delle storie? • In quali momenti? • C’è un libro, una storia della vostra infanzia, che ricordate con affetto? • Che rapporto avete adesso con la lettura? • Siete dei lettori abituali o saltuari? • Quali generi letterari preferite? • Che cosa vorreste trasmettere ai vostri alunni riguardo alla lettura?
Forse tutti noi abbiamo un’idea troppo ristretta di questo termine e, quando lo usiamo, facciamo riferimento soltanto al processo di decodifica della parola scritta. In realtà non si inizia a leggere nel momento in cui si entra in contatto con il nostro primo libro. L’essere umano “legge” anche gli scambi comunicativi che compie con gli altri, le narrazioni, i racconti, i giochi, l’ambiente che lo circonda. Si può rintracciare infatti nel bambino, fin dalle prime settimane di vita, un’intelligenza di tipo sociale, per cui egli è immediatamente pronto ad interagire con il genitore. Hanno quindi inizio i dialoghi sociali, con scambi di sguardi, vocalizzazioni e turni alternati che vengono a delinearsi grazie a una innata motivazione al dialogo.
Che cosa significa leggere?
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Possiamo dire allora che il primo libro che il bambino incontra sia il volto della madre, dal quale appare particolarmente incuriosito sin dai primi giorni di vita. Un aspetto interessante è sicuramente la capacità innata che il bambino ha di “leggere” il volto materno e conseguentemente di imitarlo. Questa sintonizzazione rende possibile una connessione profonda e una condivisione degli stati affettivi interni.
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Il bambino impara quindi a leggere il volto della mamma proprio come se fosse il suo primo libro, comprendendone gli stati d’animo e facendo di esso un modello e una guida alle emozioni. A partire dagli otto mesi la comunicazione tra genitore e bambino riguarda anche oggetti esterni. Se il bambino entra in contatto con un libro in questo periodo, potrà iniziare un processo di familiarizzazione con questo oggetto, potrà categorizzarlo e comprenderne le particolarità e le caratteristiche.
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