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Riflettiamo insieme: emozioni e apprendimento

L’interconnessione tra sistemi emotivi e sistemi cognitivi è ormai nota da tempo e sappiamo che il benessere psicologico aiuta ad apprendere meglio. Ecco perché questa guida didattica dedica uno spazio così ampio a temi strettamente collegati con le esperienze di vita dei bambini e il vissuto emotivo a esse connesso. Apprendimento, sviluppo socio-affettivo, benessere psicologico marciano insieme, si intrecciano, si influenzano a vicenda, creando ostacoli, risorse, punti di forza e di debolezza. Ecco che le emozioni giocano un ruolo fondamentale nei processi cognitivi; l’attenzione, la memoria, la motivazione sono fortemente dipendenti dall’assetto psicologico della persona, da ciò che vive, dal contesto, dalle relazioni affettive e dalla sua capacità di entrare in contatto ed esprimere le proprie emozioni.

Ogni momento della nostra vita è connotato da emozioni più o meno intense; ce le sentiamo addosso, perché è proprio il corpo il veicolo più importante. Permettere alle emozioni di “entrare” in aula vuol dire dare accesso a ciò che già è presente, significa autorizzare l’ingresso a stati d’animo che, altrimenti, rimarrebbero nascosti, magari mascherati da atteggiamenti e comportamenti difensivi. Il gruppo classe può gradualmente assumere un duplice ruolo: veicolo di apprendimento e sostegno emotivo, attraverso la condivisione, il contenimento, la tolleranza alla frustrazione, la sana competizione che fa emergere il desiderio di migliorare, di crescere. Il gruppo consente lo scambio, l’osservazione delle differenze, la ricerca di soluzioni a situazioni problematiche. La costruzione del gruppo richiede tempo, affinché possa gradualmente costruirsi una storia comune, che crea quel senso di appartenenza che fa sentire sicuri di essere accolti.

Tutti noi abbiamo ricordi significativi del nostro percorso scolastico. Questi ricordi suscitano ancora emozioni, anche se è passato tanto tempo. L’insegnante burbero, quello noioso, quello che ci incantava con le sue spiegazioni, quello che ci capiva nei momenti di difficoltà, quello allegro e quello con l’umore a terra…

Le emozioni in classe

L’insegnante “coinvolto”

Ma chi ha lasciato più impronte dentro di noi? Sicuramente chi ha saputo mixare con cura competenze relazionali, conoscenze e didattica, chi ha dimostrato la capacità di saper trasmettere il proprio sapere con metodi efficaci, considerando che i protagonisti veri eravamo noi. Quali competenze per gli insegnanti? Saper guardare negli occhi i propri alunni, riuscire ad “ascoltarli” anche quando non parlano, individuare i momenti di difficoltà sul piano psicologico, trasmettere entusiasmo per la conoscenza, contagiare con l’entusiasmo stesso e valorizzare le risorse di ciascuno, dare valore positivo all’errore come fonte di apprendimento, offrire un modello valido di comportamento e altro ancora.

Tanta fatica?

Le competenze sono davvero tante, ma una cosa è certa: più l’insegnante è coinvolto emotivamente nel proprio lavoro, più si entusiasma insieme ai propri alunni e meno pesanti sono le ore di scuola, per lui stesso e per i bambini. È grazie all’impegno e al lavoro degli insegnanti che gli alunni scoprono il piacere di apprendere, di stare insieme, di condividere esperienze significative; è grazie a loro che essi diventano capaci di ascoltare e di ascoltarsi, di esprimere e regolare le emozioni. La stretta collaborazione con la famiglia e con i servizi del territorio è senz’altro garanzia di buona riuscita, ma i docenti fanno davvero tanto. È grazie alla scuola che tanti bambini si salvano.

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