6 minute read
PAOLO TAGLIAVENTO Da arbitro internazionale a vicepresidente della ternana
cazione al Mondiale. Questa esperienza internazionale non è stata semplicemente una partita di calcio. Due tifoserie, due popoli in cui c’è tutta una storia politica e di cultura dietro, vivono questa partita oltre l’evento sportivo, lo ricordano le guerre fatte. Una partita da brividi per atmosfera ed ambiente, si respirava la storia: c’erano 80.000 persone, i tifosi della Scozia con la maglia della loro nazionale e il tipico kilt. E poi ci sono stati i vari derby indimenticabili tra cui Roma e Lazio oppure Inter e Milan. Seguire il presidente Bandecchi è stata una scelta importante rispetto alle dinamiche della vita arbitrale. Le sfide mi sono sempre piaciute e ho deciso, a seguito di un progetto importante, di tentare questa PAOLO TAGLIAVENTO: nuova sfida e il pensiero di poterla vincere insieme alla mia città mi ha entusiasmato. Decisamente è stato DA ARBITRO INTERNAZIONALE A un bivio importante, ma ringrazio VICEPRESIDENTE DELLA TERNANA il presidente Bandecchi, che mi ha dato l'opportunità di scegliere la Ternana. Una volta parlato con lui non ho avuto più dubbi: ho capito quanto volesse metterci e quanto era importante il progetto e il pen Paolo Tagliavento, ex arbitro inter- per diventare arbitro. Ho giocato siero di poter crescere nella squanazionale, celebre per essere uno a pallone sin da piccolissimo, ini- dra della mia città, con la mia gendei migliori direttori di gara che il zialmente nella squadra del quar- te. corpo arbitrale italiano abbia avuto tiere. Avevo circa 8 anni. Quando in questi anni. Carriera da arbitro e la domenica entrava l’arbitro, era Lei ed il mister avete avuto più ocora la carica di vicepresidente della solito fare la cosiddetta ‘chiama’; è casioni d’incontro in campo così squadra della città in cui è nato e sempre stata una figura che mi ha come fuori. Che rapporto ha con cresciuto, la Ternana, fonte di sod- affascinato e a cui mi sono sentito lui? Quando arbitrava che ricordo disfazioni sportive, ma soprattutto vicino. All’età di diciassette anni ho ha del cristiano Lucarelli calciatosociali. Di questo, ma anche di tan- deciso di lasciare il calcio gioca- re? to altro si è parlato con Tagliavento. to per intraprendere tutta un’altra strada iscrivendomi al corso arbi- Diametralmente opposti. Nella par-
Il mondo del calcio è poliedrico, si tri. Ho cambiato divisa, ma non ho tite che arbitravo durante la carriesa; ricoprire ruoli, sviluppare stra- abbandonato la passione per que- ra, era un capitano di temperamentegie di gioco, studiare l’avversario sto mondo. to, con grande carattere e quello, per anticiparne le mosse. Nel suo tengo a sottolineare, non l’ha mai caso invece il ruolo che ricopre è Le partite da ricordare. Quali tra le modificato. Sicuramente abbiamo ben diverso, estraniandosi da tut- più belle arbitrate? avuto svariati contrasti nel terreno to e tutti per fungere da unum su- di gioco, dovuti più alla tensione per partes all’interno della partita. Ho arbitrato 221 partite in serie A emotiva e alla foga agonistica che
Advertisement
Come è nata l’idea della carriera e circa sessanta all’estero tra Eu- alle personalità contrastanti. Ora arbitrale, per arrivare poi ai massi- ropa League e Champions League, abbiamo gli stessi obiettivi, facmi livelli raggiunti? sceglierne qualcuna in particola- ciamo parte della stessa famiglia re è difficile. Se devo indicare una e abbiamo la stessa voglia di rag-
Ho cominciato un po’ come han- partita nello specifico, dico senza giungere successi. Se devo essere no iniziato tutti gli arbitri: sempli- dubbio uno Scozia-Inghilterra a sincero, era molto più difficile da cemente iscrivendomi al corso Glasgow, valevole per la qualifi- gestire caratterialmente nella veste di giocatore piuttosto che da allenatore.
Se si parla di Ternana dobbiamo sottolineare anche l’impegno del nostro presidente Bandecchi, con l’iniziativa “Terni col cuore”, che a partire dal primo lockdown ha dato tanta protezione, affidabilità, sicurezza a tutti gli abitanti di Terni.
Certo. Durante il primo lockdown, grazie ad un’idea del presidente Bandecchi, e grazie alla sua sensibilità verso chi ha sofferto di più, abbiamo espresso, con la nascita dell’associazione, tutto l’attaccamento per Terni e per gli abitanti della città. Abbiamo creato quest’associazione, che si chiama “Terni col cuore” che, con un fiume di iniziative, sta aiutando con grande continuità circa 190 famiglie al mese, alle quali abbiamo dato settimanalmente pacchi alimentari, spesso portati direttamente dai nostri calciatori alle residenze delle famiglie. Nel sociale vogliamo vincere il nostro campionato che è quello più importante. Abbiamo la fortuna di avere comunque un presidente che ci garantisce sia l’acquisto di giocatori di categoria sia la bontà di accontentare tutti i cittadini ternani. Molte sono state le iniziative nel sociale, ma la differenza tra noi e qualche altra società, anche più blasonata della nostra, è la continuità del progetto.
Un orgoglio da ternano: il nuovo stadio “Libero Liberati”. Un’eccellenza per la città di Terni e per l’intera nazione.
Quello dello stadio rappresenta un progetto che va al di là del tifoso. Dà lustro a tutta la città, non solo ai tifosi, per come lo abbiamo concepito: un volano per tutto ciò che sia la gestione della città. Un disegno di ampio respiro portato avanti negli ultimi mesi grazie alla ferma volontà del presidente Bandecchi. Il nuovo stadio non vivrà solo i novanta minuti dei nostri tifosi, ma ospiterà ristoranti, un centro commerciale, una clinica, una grandissima piazza, spazi dedicati ad un museo della Ternana calcio, spazi per manifestazioni e tutta una serie di attività che porteranno alla creazione di molti posti di lavoro. Penso che né Terni né l’Umbria possano perdere questa opportunità e non tenerla in considerazione. Si tornerà allo stadio e a vivere le emozioni delle Fere dal vivo, i tifosi non vedono l’ora, e saranno ancor più contenti di farlo in uno stadio nuovo. particolare. L’occhio è rivolto alla serie B. Siete già al lavoro per la prossima stagione?
Siamo sempre al lavoro per il domani in qualsiasi iniziativa che portiamo avanti. C’è da onorare il campionato, ma c’è ancora da lavorare per obiettivi molto importanti, che coroneranno questa stagione. La squadra continua a stare sul pezzo perché siamo dei professionisti ed è giusto garantire la regolarità del campionato continuando a dare il massimo fino alla fine. Un occhio al futuro certamente lo stiamo dando, soprattutto grazie all’impegno del nostro DS Luca Leone, ma la strada è ancora lunga e abbiamo la testa su questo campionato dato che dobbiamo raggiungere traguardi.
In onore alla sua carriera ai massimi livelli arbitrali, che consigli si sentirebbe di dare alle generazioni future che vorrebbero approcciarsi al mondo del calcio da arbitro?
Fare l’arbitro di calcio non è una cosa per tutti, devi avere peculiarità caratteriali particolari; arrivare in serie A e in serie B diventa anche un percorso di vita che ti forma e ti forgia. Credo fermamente che un ragazzo, attraverso lo sport, voglia migliorare primariamente se stesso e che, cercando di crescere ligio e rispettoso delle regole, non solo sportive, provi a progredire fino a divenire un uomo diverso. Dalle serie dilettantistiche si parte non tanto per arrivare a grandi livelli: ti forgia il carattere in maniera decisiva. Prendere decisioni lucide, quando si è molto giovani, è difficile. Solitamente un ragazzo di quindici anni nella vita quotidiana è abituato a subire le decisioni dei genitori; invece a quell’età, quando ti ritrovi ad essere tu a dover fare delle scelte è qualcosa che ti forma nel carattere.
Ringrazio il Vicepresidente Tagliavento e concludo menzionando le parole del Mister Lucarelli: “La verità è che il calcio è sì un gioco, ma non è uno sport come tutti gli altri, portando con sé un carico di emozioni incredibili”.