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MATTIA STANTE Il più giovane Team Manager d’Italia
Il più giovane team manager d’Italia: Mattia Stante
sione per il gioco più bello del mondo e per il Milan. La sorte ha voluto (ero un ragazzino) che la struttura balneare frequentata dalla mia famiglia a Fossacesia sulla Costa dei Trabocchi avesse tra i suoi ospiti uno dei più grandi protagonisti del calcio italiano e internazionale, vincitore di innumerevoli trofei: Ariedo Braida, allora direttore sportivo dell’Ac Milan, che amichevolmente e generosamente (mi ha accreditato tantissime volte allo stadio, dove ho vissuto il dietro le quinte delle partite e dei ritiri in Italia e in Europa del Milan) mi raccontava, con dovizia di particolari, il suo mondo. “L’intelletto di un uomo è come polvere da sparo, non può incendiarsi da solo. Il fuoco deve venire dall’esterno”, per citare Mark Twain. Per me questa esperienza è stato il ‘fuoco esterno’ che, unito ai miei desideri, ha indirizzato il mio percorso di studi; infatti, dopo la laurea magistrale in economia, esponendo la tesi sul bilancio economico dell’Ac Milan, ho conseguito il master in Project management presso l’Università Niccolò Cusano e quindi il corso da Team Manager presso il centro tecnico federale di Coverciano.
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La soddisfazione più grande?
Per noi questo è stato un anno di grande impegno anche in relazione alla pandemia in atto. È una grande soddisfazione, oltre naturalmente alla promozione, che noi tutti si sia riusciti, fino alla vittoria aritmetica del campionato, a non aver nessun positivo al Covid all’interno di tutto il gruppo squadra.
Il rapporto con il Presidente?
Sono molto grato al Presidente Bandecchi, al suo forte, contagioso entusiasmo e al Vice Presidente Tagliavento, per avermi voluto dare questa possibilità. Ho sempre cercato di ripagare la loro fiducia con grande impegno e passione avvertendo nel vivo quotidiano un bello spirito di squadra.
Una passione chiamata calcio. Mattia Stante, giovane originario di Chieti, consegue con il massimo dei voti nel 2016 la laurea magistrale in Scienze economiche presso l’università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, focalizzando la sua tesi sull’analisi di bilancio triennale dell’Ac Milan Spa. Nel luglio 2017 amplia il proprio curriculum con il master universitario in Project management presso l’università Niccolò Cusano di Roma, proprietaria della Ternana Calcio, della quale, nel Luglio 2019, entra a far parte come Team Manager, dimostrandosi da subito una vera e propria risorsa per la società rossoverde. L’abbiamo intervistato per scoprire quali siano le funzioni e i segreti del team management.
Come è nata la possibilità di diventare team manager?
Nasce sicuramente dalla mia pas-
Raccontaci un po’ quali mansioni svolgi da team manager.
In primo luogo, sempre in relazione continua con il direttore sportivo Leone e Mr. Lucarelli, mi occupo della programmazione settimanale degli allenamenti e di soddisfare le esigenze che la macchina orga-
nizzativa richiede, sia per quanto riguarda lo staff, sia per quanto riguarda i calciatori. Inoltre ho in carico l’organizzazione e gestione del budget trasferte, il monitoraggio e l’attuazione delle procedure anti Covid secondo protocollo federale, antidoping, ecc... Durante gli allenamenti sono a supporto di tutte le necessità contingenti. Infine, come noto, il mio ruolo prevede, durante la gara, il rapporto con la terna arbitrale, redazione distinta, sostituzione calciatori.
Il rapporto con il Mister ed il suo staff?
Con Mr Lucarelli e con tutti i membri del suo staff c’è stato sin da subito grande empatia e unità di intenti. Io credo che una cosa che ha successo, ha successo anche perché vengono curati i dettagli e questo è uno spirito che ci accomuna.
Parlaci di qualche esperienza particolare che hai vissuto da quando sei un membro della società della Unicusano Ternana.
Sicuramente quando, insieme a tutti i calciatori, abbiamo organizzato la consegna dei pacchi alimentari alle famiglie meno fortunate della città di Terni durante il lockdown. È stata un’esperienza coinvolgente che non dimenticherò e che ha sicuramente contribuito a dare sostanza a tutto il gruppo.
In conclusione, cosa dichiari riguardo alla stagione vissuta?
Verrebbe da dire istintivamente ed in effetti lo è: stagione da incorniciare. L’unico rammarico è quello di non aver avuto la tifoseria presente allo stadio e mi auguro dal profondo del cuore che questo possa avvenire il prossimo anno. Colgo infine l’occasione per ringraziare tutti i membri della ‘squadra invisibile’, dai fisioterapisti ai magazzinieri senza tralasciare i giardinieri per aver contribuito ai successi di questo anno.
Federico Casadei
Spandi e Spendi, Onore a Defendi
Il capitano della Ternana: “Studio inglese per la B. Questo gruppo è una famiglia”
Ringraziando il collega Max Cannalire per il titolo d’apertura, cominciamo spiegando chi sia Marino Defendi. 35 anni, passato per l’Atalanta e il Bari, è il capitano della Ternana dei record. Umile e sorridente, si presenta con una battuta: “Mi sento più rilassato, ma non per la promozione. Semplicemente perché ho due giorni di riposo”. Con un sorriso comincia l’intervista, seppure a distanza.
Quindi puoi approfittarne per studiare la Serie B?
Al momento sto studiando inglese. Il tempo libero lo tengo occupato imparando la lingua, anche perché non si sa mai in futuro. Sto studiando anche per la Serie B, voglio mettermi alla prova con mondi diversi e ho sempre voglia di imparare.
Salirai comunque in Serie B da capitano della Ternana dei record.
Non ti nascondo che fa piacere, anche perché è stata un’annata che potrebbe essere irripetibile. A inizio stagione non ci saremmo mai immaginati una cosa del genere, forse perché siamo stati una squadra che ha sempre pensato partita dopo partita. L’obiettivo è sempre stato questo, la partita della domenica. Questo ha aiutato molto.
In questo immagino ci sia gran merito di mister Lucarelli.
Ha inciso tantissimo, come del resto ogni componente dello staff. Tutti, anche chi ha giocato meno o anche chi non ha mai giocato, hanno dato un contributo importante. Siamo stati tutti uniti. Ti faccio un esempio: la società ha organizzato un grande piano per i controlli anti Covid-19. Un grande lavoro che ha coinvolto noi, i nostri familiari e le persone a noi vicine. Non ho sentito nessun altro fare quello che ha fatto il presidente Stefano Bandecchi, che si è reso disponibile a 360 gradi. Mi dispiace che sia stato fatto al Bari, anche perché non nascondo il mio passato. Però è stato bello anche quello, perché ho mischiato varie emozioni. Ero convinto che questa partita l’avremmo portata a casa, anche quando a un minuto dalla fine stavamo sotto di un gol.
Anche grazie al piede di Carlo Mammarella…
Appena ho visto la palla tra i suoi piedi sapevo che mi sarebbe arrivata. Grande merito anche di Alexis Ferrante per il blocco che ha permesso di liberarmi.
Indubbiamente, in tutto questo, il tuo contributo è stato decisivo. In particolare penso che il tuo gol all’ultimo minuto contro il Bari abbia chiuso il campionato.
È stata una delle emozioni più belle che abbia provato nella mia carriera.
Da queste parole si capisce quanto siate più di una squadra! È così?
Siamo un gruppo, una famiglia. Non siamo tutti uguali, è vero, ma il mister ha fatto un grande lavoro per gestire circa 30 giocatori. Stiamo bene insieme perché ognuno conosce i pregi e i difetti dell’altro, quindi ci supportiamo sempre a vicenda. Ci spalleggiamo l’un con l’altro.
Tra l’altro avete portato un grande entusiasmo in città!
Eh sì, ma è mancato il pubblico allo stadio. È la cosa che ci è mancata di più quest’anno. Sarebbe stata una grande cosa per la città di Terni, però siamo contenti di aver portato felicità ai ternani in questo periodo così complicato.
La stessa felicità che avevi tu quando hai alzato la coppa dei primi in classifica?
È il premio di tutti, degli ultimi anni che ho passato qua. Ho sempre giocato per vincere e per regalare gioie ai nostri tifosi. Ci siamo riusciti.