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UNICUSANO PALLACANESTRO LIVORNO

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OROSCOPO

OROSCOPO

Con l’abbinamento “accademico” la B Femminile e C Gold inseguono un unico traguardo: ripercorrere le auree orme che hanno portato diversi scudetti giovanili. Storia moderna di una favola arrivata persino in Europa, giocando in Coppa Korac

Livorno è una delle culle dello Sport d’Italia. La città labronica si è distinta nella Scherma, con Aldo Montano suo rappresentante moderno di una scuola che, dalla fine dell’800, ha saputo portare in tutto il mondo la tradizione nazionale, con ori olimpici e allori, e medaglie internazionali con percentuali impossibili, da giustificare, senza la tenacia, l’impegno, l’umiltà, la grinta, la fame di vittorie.

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Ma Livorno è anche capace di ribollire nei palazzi dello sport e nelle palestre alla voce Pallacanestro. Due, addirittura, le società capaci di arrivare in Serie A1 maschile, e una delle due arrivò a circa 40 centesimi da uno scudetto, nel 1988-89, contro la grandissima Milano già passata da Dan Peterson a Franco Casalini. Quella è la Libertas, che ha avuto, sotto lo stesso cielo livornese, una spiccata rivalità con l’A.S.D. PL (Pallacanestro Livorno). proprio da alcuni giocatori e dirigenti andati via dalla futura vice-campionessa d’Italia Libertas.

Nel 1960 la partenza ufficiale del club bianco-azzurro, con il nome di Europa Nuova Pallacanestro Livorno, che vinse la Serie B nel 1955 ma venne inglobata e assorbita dalla Libertas nel 1959.

Dopo diversi anni, sotto la bandiera del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) l’idea di una nuova compagine societaria e agonistica, diversificata, ancora una volta, dall’altra metà del cielo cittadina. Tutto partì per merito della Compagnia Lavoratori Portuali e dal pensiero di Alfredo Damiani. A campionati riformati la PL è ammessa in Serie B nel 1865 e nel 1971 arriva il primo sponsor importante, Toncelli.

Nel 1978 rinascerà, infiammata, la rivalità con la antica Libertas, per la sconfitta, non pronosticata alla vigilia, che la squadra della stessa città subisce con la Rodrigo Chieti che allo spareggio per andare in Serie A con la PL avrà la meglio. E nascerà il detto non proprio fraterno: “squadra di preti venduti a Chieti”.

Questo duello continuo somiglia e in buona parte eguaglia quello in terra felsinea, tra le “V” nere e la Fortitudo!

Un secondo, grave episodio maturò nel 1984 quando Abdul Jeelani, per tirare un pallone contro i tifosi avversari, colpì, senza volerlo, una ragazzina; episodio dal quale scaturì una brutta rissa tra il popolare giocatore e qualche tifoso.

La tanto inseguita gloria sarebbe arrivata nel 1980, PL promossa in Serie A2, e di lì a 5 anni, con la vittoria del secondo campionato e l’arrivo in Serie A1!

l’altra metà del cielo ma la stessa, formidabile passione

Nell’anno in cui Milano portò via lo scudetto dall’altra parte della città, con una beffa clamorosa, per la Libertas, la PL retrocesse giù, in A2, nonostante fosse la stagione del battesimo europeo in Coppa Radivoje Korac, la Coppa Uefa del Basket (la terza competizione continentale, in sostanza), che in quegli anni aveva proposto finali punto a punto con le slave, il Real Madrid, la stessa Olimpia Milano, in un ultimo atto tutto italiano, il 21 marzo del 1985, vinse contro il Varese, in Belgio, risultato 91-78 per la compagine di Coach Peterson. Nel 1991 in città non si parlava d’altro: la ostacolata fusione della Libertas Livorno con il nuovo nome Libertas Pallacanestro Livorno. Ma la PL veniva da diverse giornate importanti e glorificate grazie all’attività giovanile

Tutto nacque nel 1980, quando l’Under 21 della PL vinse il titolo italiano di fronte a formazioni con ben altra tradizione nell’attività dei vivai, da Varese a Cantù, da Milano a Brindisi a Roma - che aveva la Vis Nova e la Stella Azzurra serbatoi del grande BancoRoma che avrebbe vinto (1983) lo scudetto in quel momento più meridionale della storia, tra gli uomini; e da quel tricolore arrivarono la Coppa Campioni e la Coppa InterContintentale, vinte entrambe, a Ginevra e Buenos Aires, contro il Barcellona più forte degli ultimi 40 anni. Allenatore di quel BancoRoma (Pallacanestro Virtus il nome d’origine) era il primo tecnico capace di vincere lo scudetto in tre città diverse: Valerio Bianchini, prima Campione d’Italia a Cantù, successivamente alla Città Eterna in quel di Pesaro, altra Libertas (Victoria, Libertas).

Nel 1983 la PL aveva conquistato lo scudetto della categoria Cadetti, nel 1985 lo stesso gruppo avrebbe vinto il titolo italiano Juniores. La società livornese tornò sul tetto d’Italia due volte con i Ragazzi nel 1988 e nel 1989. Nel decennio successivo la PL si tolse la grandissima soddisfazione di vincere lo scudetto anche con l’età più difficile, quella degli Allievi, di fronte ad avversari capaci di vivere con abitudine la poule finale per la più rilevante vittoria.

La prima squadra, impegnata a quel punto nelle kermesse regionali toscane, sale in Serie D nel 1993, arriva terza al primo anno, poi viene ripescata in C2. Nel 1998 il salto in C2 con la vittoria del campionato contro Firenze ai play-off, vinti per 2-0. In B2 la PL vince 21 partite sulle totali 26, in finale supera San Marino e torna in B d’Eccellenza (la antica B unica a 4 gironi). Ma non ci sono le energie economiche e, purtroppo, la società fallisce.

In tempi recenti – La PL è promossa in C Gold (la vecchia C1) nel 2016 e accarezza, mancandola per poco, la Serie B perdendo contro la Libertas Livorno (2017) e la Virtus Siena (2018). Il binomio con l’UniCusano potrebbe essere un viatico, uno stimolo, per riprovare a percorrere quei sentieri che hanno dato lustro anche con la prima formazione. Il presidente Manolo Burgalossi e il direttore generale, Roberto Creati, che è stato un impegnato e deciso giocatore, sanno bene quanto siano di grande importanza tutti i tasselli, in un mosaico fatto di gente innamorata di un pallone che entra dentro a un canestro. O di un gesto atletico teso a scongiurare di subirne.

L’attività giovanile è variegata e parla, oltre alla C Gold allenata da Andrea Da Prato, che è giunta ai play-off, e alla Serie B femminile, guidata da Luca Castiglione, dell’Under 20, dell’Under 18 d’Eccellenza e dell’Under 18 Silver; stesso discorso per i sedicenni, tanto nell’élite che nella categoria ‘sperimentale’. Diversi gli istruttori impegnati con l’Under 15 d’Eccellenza, con le Under 14 e 13. Una buona società non si può permettere il lusso di concentrare, come avviene per esempio nel Calcio, le forze economiche per la prima squadra. Una realtà crescente deve confrontarsi con la base, il vivaio, il serbatoio giusto, per mandare di sopra ragazze e ragazzi con quel grande seme imprescindibile. Si chiama motivazione. Non si ottiene al supermercato o dal benzinaio. È una cosa che nasce da dentro. Come l’amore per la palla a spicchi.

Buena suerte, UniCusano Livorno.

Massimiliano “Max” Cannalire

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