Quaderno di Strade Aperte n.11

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Quaderno di

Piazze, Trivi e Quadrivi

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PER AMORE DEL MIO POPOLO Marisa Diana

Parlare di mio fratello a tanta gente per me non è facile, per motivi facilmente intuibili. Quello che per gli altri era don Giuseppe Diana per me erra Pè, non c’era neanche bisogno di finire la parola per dire Peppe. Per lui io non ero Marisa, la “ninnella”. Potete immaginare lo sforzo grande che mi costa parlare di mio fratello per i ricordi sempre chiari, nitidi che mi vengono alla mente e che mi si fanno presenti. Rievocare mio fratello, il suo impegno, la sua attività, la sua azione per il cambiamento mi provoca molte emozioni. Qualcuno crederà che io stia a rievocare la memoria di un morto, le azioni di una persona lontana che, quasi vent’anni fa, è stata assassinata da alcuni camorristi. Chi pensa così, si sbaglia di grosso. Mio fratello per me, e credo per tutti i familiari, gli amici veri, gli scout, per tutti quelli che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, è una presenza viva ed attuale. Vi sembrerà strano, ma nessuno di noi parla di Peppe come di una persona che non c’è più. Peppe era un uomo di fede ed un sacerdote normale. Un parroco con tutte le responsabilità che l’esercizio di questa incombenza richiede. Quelli che hanno avuto modo di conoscerlo e di lavorarci insieme ne hanno potuto apprezzare l’0attivismo, la generosità e, soprattutto, il coraggio. Vorrei però chiarire a scanso di equivoci, che non stiamo qui parlando del coraggio dell’eroe che decide di immolarsi per gli altri. No !. Parliamo del coraggio della normalità nel quotidiano, di cui c’è tanto bisogno per vivere e continuare la battaglia e la lotta per il riscatto del nostro territorio e del popolo che, oramai, anche i media nazionali chiamano “casalesi”, con un significato negativo. Casalese, cittadina abitante di Casal di Principe sono anch’io, come mio fratello e come gli altri abitanti onesti che non hanno niente a che vedere con la matrice camorristica.

Marisa Diana vice-presidente Coord.Campano

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Siamo incompatibili !. Una minoranza criminale e camorristica non può decidere il futuro e il destino di un intero popolo, non possiamo permetterlo per amore dei nostri figli. “Per amore del mio popolo” … come ha sostenuto mio fratello. Peppe è diventato per me, il metro di misura di una chiesa che adesso pare risollevarsi. Per tanto tempo la nostra non è stata una Chiesa profetica, impegnata a fianco degli emarginati, degli ultimi, delle vittime dell’ingiustizia, della camorra, dei poteri forti. Per troppo tempo la chiesa, dentro la quale siamo nati e rimaniamo, è stata più

Piazze, Trivi e Quadrivi

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