VINO
Miglioramento genetico al servizio dei viticoltori se ne discute ad Alba
ENERGIA
Le opportunità delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
VINO
Miglioramento genetico al servizio dei viticoltori se ne discute ad Alba
ENERGIA
Le opportunità delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
LATTE
Allevatori fiduciosi dopo l’accordo raggiunto in Lombardia
Dopo un anno mancano ancora azioni concrete per contenere la malattia
Cambiano sede gli uffici di zona di Confagricoltura a Saluzzo. Sono entrati, infatti, in piena operatività da qualche giorno i nuovi locali di via Torino 39, in un’area decisamente centrale della città, al piano terra del palazzo che ospita il mobilificio Calosso. Oltre 300 metri quadrati di spazi, moderni e funzionali, tra cui un’ampia sala riunioni, per rispondere sempre meglio alle crescenti esigenze delle aziende agricole del Saluzzese.
La scelta di trasferirci in nuovi locali è stata dettata principalmente dall’importante sviluppo che la nostra associazione ha avuto in questi anni, in termini di associati e pratiche svolte, motivo per cui si è reso necessario avere ambienti più ampi in cui accogliere l’utenza. I nuovi uffici, inoltre, sono facilmente accessibili e in una zona con buona possibilità di parcheggio. Siamo soddisfatti del lavoro svolto e invitiamo tutti gli associati a continuare a venirci a trovare nei seguenti giorni e orari: il lunedì, giovedì, venerdì e sabato (8.30/12.30) e il martedì e mercoledì (8.30/12.3014.00/17.00). Restano invariati i recapiti per contattarci (0175/217120 - saluzzo@confagricuneo.it)
Un doveroso e sentito ringraziamento, infine, va al presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, e ai consiglieri dell’Unione Provinciale Agricoltori che hanno riconosciuto le capacità e l’impegno profuso dai collaboratori che operano presso la sede di Saluzzo e credono fortemente nelle grandi potenzialità delle aziende del territorio.
Cari lettori, come potete notare sfogliando queste pagine, con il nuovo anno “L’Agricoltore cuneese, da sempre rivista ufficiale della Confagricoltura di Cuneo, ha cambiato formato per garantire sempre più spazio agli approfondimenti e ai contenuti di maggiore interesse per le aziende agricole del territorio. Sarà, inoltre, un giornale più attento all’ambiente, grazie all’utilizzo esclusivo di carta certificata FSC, proveniente da fonti gestite in maniera responsabile. Un piccolo, ma importante gesto per agire concretamente nell’ottica della sostenibilità.
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rinnovabile italiana dall’agricoltura
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946
Direttore responsabile: Paolo Ragazzo
Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171.601962 staff@autorivari.com
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Chiuso in redazione il 28/02/2023
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Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
Perplessità e dubbi sulla nuova Politica Agricola Comune non smettono di preoccupare la Confagricoltura di Cuneo che da mesi pone l’accento sull’inadeguatezza delle misure pensate dall’Unione Europea per sostenere la competitività del settore agricolo primario italiano. Ora che le nuove disposizioni sono entrate in vigore l’associazione intende rimarcare le criticità e soprattutto indirizzare le imprese a compiere le scelte più vantaggiose per la loro sostenibilità e per il loro sviluppo. Ecco perché giovedì 16 marzo, alle 14, al MAG - 40a Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, presso il Padiglione Agrimedia, avrà luogo il convegno dal titolo: “PAC del futuro o futuro senza PAC? Una Politica Agricola Comune a misura delle imprese cuneesi?” organizzato da Confagricoltura Cuneo. Un’occasione importante di confronto per capire in che modo gli obiettivi relativi alla sostenibilità ambientale ed ecologica previsti dalla Politica Agricola Comune, al suo debutto nel 2023, possano essere perseguiti dalle aziende agricole del territorio. Dopo gli interventi introduttivi di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, e di Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura, a prendere la parola sarà Vincenzo Lenucci, direttore Politiche di Sviluppo Economico delle Filiere Agroalimentari di Confagricoltura, che illustrerà ai presenti come cambiano dal 2023 gli interventi comunitari per le imprese agricole. A seguire, Gianfranco Latino, responsabile Settore produzioni agrarie e zootecniche della Regione Piemonte, entrerà nel merito degli interventi dello Sviluppo Rurale quali parte inte-
grante del Piano Strategico Nazionale, prima di lasciare spazio a Marco Bruna, responsabile CAA di Confagricoltura Cuneo, che parlerà di come variano i premi tra vecchia e nuova PAC, facendo l’esempio di un’azienda agricola cuneese. L’ingresso al seminario, rivolto alle aziende e ai professionisti del settore agricolo, è gratuito. Per informazioni contattare la segreteria organizzativa al numero 0171/692143 o all’indirizzo eventi@confagricuneo.it.
“La nuova Pac genererà una diminuzione del sostegno per alcune tipologie di aziende agricole e una riduzione sostanziale dei premi a superficie, andando ad incidere pesantemente sui bilanci delle nostre imprese. Pur condividendo i princi pi generali della nuova Politica Agricola, se si intendono raggiungere obiettivi così ambiziosi servono tempistiche più ampie e una maggiore dotazione dei premi per le aziende aderenti, in particolare per il territorio della provincia di Cuneo, caratterizzato da aziende con superfici non elevate ma dagli alti indici produttivi ed elevata meccanizzazione - commenta En rico Allasia -. È importante che gli agricoltori valutino con attenzione ogni tipo di sostegno per comprendere se conviene aderire in funzione
dei vincoli associati”. “Un quadro innovativo e complesso quello della nuova Pac entrata in vigore l’1 gennaio scorso. Di solito la Politica Agricola Comune ha durata settennale, ma il ‘terremoto Brexit’ e i tempi di approvazione del ‘quadro finanziario pluriennale’ del bilancio Ue hanno richiesto due anni di transizione – ha scritto Vincenzo Lenucci sull’ultimo numero di Mondo Agricolo - Di conseguenza, la nuova Pac ha visto la luce nel 2023 invece che nel 2021, e resterà in vigore fino al 2027. Stati e regioni hanno definito gli interventi della riforma condensandoli con propri piani strategici, compresa l’Italia che si è munita di un piano di quasi quattromila pagine, oggetto tutt’oggi di provvedimenti applicativi, purtroppo, ancora non del tutto completi. Non si tratta certo della riforma che Confagricoltura aveva auspicato: non va nella direzione di un potenziamento della produttività e della tutela del reddito delle imprese. Le forti perturbazioni prodotte da pandemia e guerra in Ucraina rappresentano una sfida che non è certo che obiettivi e strumenti della nuova Pac saranno in grado di affron-
Come scritto sui precedenti numeri de L’Agricoltore cuneese, la nuova Politica Agricola Comune (che rappresenta la più importante voce di spesa dell’Unione Europea) si distingue dalla precedente soprattutto per la drastica riduzione del contributo fisso e la contestuale introduzione di alcune variabili che hanno l’obiettivo di premiare economicamente le aziende maggiormente virtuose. Non convincono, tuttavia, alcune scelte di difficile interpretazione e l’approssimazione con la quale ad oggi, dopo oltre due mesi, le aziende si trovano ancora ad avere a che fare. Ne abbiamo parlato con Marco Bruna, Responsabile CAA di Confagricoltura Cuneo. Bruna, qual è il suo giudizio sulla nuova Politica Agricola Comune?
“Innanzitutto, occorre dire che purtroppo su molti temi c’è ancora parecchia confusione. Sugli ecoschemi relativi alla zootecnia, ad esempio, stiamo continuando a chiedere delucidazioni su alcuni punti senza ottenere risposte ufficiali. La nuova PAC non soddisfa del tutto sia dal punto di vista dei contenuti, ma anche sotto il profilo organizzativo perchè mancano parti operative sostanziali che rendono davvero
difficile spiegare e consigliare le aziende su come è meglio muoversi”.
Ecoschemi che hanno l’obiettivo di incentivare le aziende ad impegnarsi per la sostenibilità ambientale e che sono la principale novità della nuova PAC. Come li giudica?
“È giusto premiare le aziende che prestano attenzione, ma gli agricoltori devono avere ben chiare quelle che sono le ‘regole del gioco’, altrimenti come possono fare le loro valutazioni? Continueremo a cercare di far luce su alcuni aspetti, non secondari, che oggi non sono chiari”.
Un esempio?
“Sull’ecoschema 1 a oggi non è certa la valutazione su quanti €/UBA (Unità di Bestiame Adulto ndr) vengono corrisposti alle aziende che aderiscono al sistema di certificazione volontaria SQNBA impegnandosi al pascolamento dei capi. Il massimale è di 250 euro, ma potrebbero essere 230 o solamente 200. Capisce che non è proprio la stessa cosa…”
Un’altra novità importante riguarda l’obbligo, che tuttavia scatterà dal 2024, della rotazione annuale delle colture. Cosa ne pensa?
“Penso che le aziende italiane potrebbero anche valutare se, come si dice, il gioco vale la candela. Potrebbero ritenere che quanto corrisposto sia meno vantaggioso del poter avere libertà di coltura. Insomma, è una misura, una delle tante, che penalizza fortemente le aziende italiane”. Quali sono le altre?
“È del tutto evidente ad esempio che gli ecoschemi sulla zootecnia favoriscono le aziende che hanno centinaia di ettari di pascoli. Le aziende italiane hanno in media terreni per 15-16 ettari, mentre se andiamo in Francia e nel Nord Europa troviamo distese sterminate di pascoli. Capisce perché anche qui non sono stati tutelati gli interessi dei nostri agricoltori? Credo che una tiratina di orecchie a chi ha rappresentato il nostro paese in sede di redazione della nuova PAC andrebbe fatta”. Nella nuova PAC la condizionalità diventa “rafforzata” e vede l’aggiunta della condizionalità sociale. A cosa devono fare attenzione le aziende per non incappare nelle sanzioni?
“Questa è un’altra novità importante. Se, infatti, fino all’anno scorso si poteva essere sanzionati principalmente per il mancato rispetto di normative a tema ambientale, ora invece si potranno subire decurtazioni o la totale esclusione dal contributo anche in caso di mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e sulle condizioni di lavoro”.
Al netto delle novità, la nuova PAC è econo-
micamente più povera della precedente. Dunque le aziende, tutte, anche le più virtuose, avranno un contributo economico minore rispetto agli anni prima?
“Sì, se considera che il contributo fisso è sceso del 47%, anche considerando i “bonus”, è possibile affermare che, indicativamente, tutte le aziende avranno meno. Tuttavia ci sarà chi vedrà un segno meno più piccolo, come gli allevatori, e chi ne vedrà uno molto più grande, come ad esempio chi coltiva cereali”. Tra le tante cose negative, c’è una cosa che ritiene positiva della nuova PAC?
“Una c’è ed è la conferma del Premio Giovani poiché è naturalmente di fondamentale importanza incentivare economicamente i giovani imprenditori agricoli. Un aspetto positivo che tuttavia era abbastanza scontato venisse confermato”.
MERCOLEDÌ 22 MARZO, AD ALBA, UN CONVEGNO PER CAPIRE COME LA SCIENZA PUÒ AIUTARE IL COMPARTO
di Paolo Ragazzo
Inuovi studi e sperimentazioni sul miglioramento genetico possono migliorare la viticoltura della nostra regione? Se ne parlerà diffusamente mercoledì 22 marzo, alle 14,30, presso il palazzo di Banca d’Alba, nella capitale delle Langhe, in occasione del convegno “Miglioramento genetico di nuova generazione al servizio della viticoltura piemontese”, organizzato dalla Confagricoltura di Cuneo in collaborazione con Banca d’Alba. Un momento di approfondimento sulle nuove tecniche e possibilità che la ricerca mette a disposizione di chi opera tra i filari e deve fare i conti con avversità sempre più connesse al mutamento del clima. “Il cambiamento climatico è ogni giorno più evidente, servono quindi risposte concrete e praticabili per tutelare la nostra viticoltura – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –. In tema di biotecnologie molti Paesi del mondo hanno fatto passi da gigante, mentre l’Europa purtroppo resta ancora indietro; occorre recuperare terreno e rendersi conto che il progresso della scienza nell’ambito del miglioramento genetico può rappresentare una delle strade per affrontare le criticità più urgenti, come gli stress climatici e le risposte alle fisiopatie. L’utilizzo delle più recenti innovazioni, inoltre, sarebbe di aiuto per riuscire a rispettare gli obblighi del Green Deal europeo in tema di sostenibilità ambientale. Di questi temi però occorre discutere privi di chiusure preconcette ed evitando posi-
GIORGIO GAMBINO
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
zioni contrarie e priori. Solo così potremo guidare il comparto vitivinicolo e tutto il settore primario verso scelte consapevoli e utili a perseguire un reale sviluppo”.
Aggiunge Giorgio Gambino del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP) che modererà l’incontro: “L’incontro ha lo scopo di far conoscere e condividere con il territorio le attività in corso presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP) volte a fornire alla viticoltura piemontese soluzioni pratiche per gestire le emergenze fitosanitarie ed ambientali legate ai cambiamenti climatici. L’impiego di diverse tecniche innovative di miglioramento genetico sviluppate negli ultimi anni dal CNR-IPSP ha permesso di ottenere piante di vite potenzialmente migliorate per caratteri di interesse, come, ad esempio, maggiore tolleranza all’attacco di patogeni e/o allo stress idrico, lasciando immutati gli altri tratti, inclusi quelli legati ad aspetti qualitativi delle bacche. Questi nuovi approcci possono rappresentare quindi una valida alternativa ai tradizionali metodi di selezione, offrendo un supporto concreto per affrontare nell’immediato i problemi emergenti in campo vitivinicolo”.
Dopo i saluti istituzionali, il programma dell’incontro prevede l’intervento di Ser-
gio Lanteri, del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università degli Studi di Torino, sulle tecniche innovative di miglioramento genetico in piante agrarie; a seguire Irene Perrone, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP), affronterà il tema del Gene Editing per il miglioramento delle viti da vino evidenziando i risultati ottenuti e le potenzialità. Dopo di lei sarà la volta della sua collega Chiara Pagliarani con un approfondimento sulla generazione di nuovi genotipi di vite con maggiora tolleranza agli stress ambientali, un approccio di immediata applicazione. A concludere il pomeriggio di lavoro sarà Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo. Al termine è previsto un momento di confronto pubblico. L’evento è organizzato con il patrocinio del Collegio Interprovinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino e Valle d’Aosta e della Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta ed è valido per il rilascio dei crediti formativi. Per maggiori informazioni e prenotazioni contattare la Confagricoltura di Cuneo: 0171/692143 - eventi@confagricuneo.it.
MIGLIORAMENTOGENETICODINUOVAGENERAZIONE ALSERVIZIODELLAVITICOLTURAPIEMONTESE
Convegno
Palazzo Banca d’Alba, via Cavour 4, Alba (CN)
Mercoledì 22 marzo 2023
Modera l’incontro: Giorgio Gambino (CNR-IPSP)
14.30-14.40 APERTURA E SALUTI ISTITUZIONALI
14.40-14.50 INTRODUZIONE Enrico Allasia Presidente Confagricoltura Cuneo
14.50-15.10
TECNICHE INNOVATIVE DI MIGLIORAMENTO GENETICO
Sergio LanteriDipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università degli Studi di Torino
IN PIANTE AGRARIE
15.10-15.30 GENE EDITING PER IL MIGLIORAMENTO GENETICO DELLE VITI DA VINO: RISULTATI OTTENUTI E POTENZIALITÀ
15.30-15.50
Irene Perrone Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione
GENERAZIONE DI NUOVI GENOTIPI DI VITE CON MAGGIORE TOLLERANZA AGLI STRESS
AMBIENTALI:
Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP)
UN APPROCCIO DI IMMEDIATA APPLICAZIONE
Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP)
Chiara Pagliarani Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione
CONCLUSIONIAbellonio Cuneo
Si sperava fortemente in un inverno alla “vecchia maniera”, invece purtroppo è sotto gli occhi di tutti che in provincia di Cuneo il potenziale idrico stoccato sotto forma di neve sull’arco alpino, nonostante le recenti nevicate, resta scarso e i livelli di falda e di portata dei fiumi sono già eccezionalmente bassi. Secondo i dati di Arpa Piemonte, nel corso dell’anno 2022 sono state rilevanti le condizioni di siccità, prolungata e diffusa, che ha inciso in modo eccezionale sulle risorse naturali ed ambientali. Per quanto riguarda le precipitazioni in Piemonte, il deficit pluviometrico è stato del 41%, rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020 e l’anno solare 2022 è risultato il secondo più secco dopo il 2001. I dati sono confermati dal cielo perlopiù sereno delle ultime settimane che contribuisce ad aumentare le preoccupazioni di tutti gli operatori agricoli, al cui orizzonte intravedono un’altra annata probabilmente siccitosa.
Le anomalie climatiche mettono in difficoltà anche i consorzi irrigui, preoccupati di non riuscire a derivare l’acqua necessaria per portare a termine i raccolti, dovendo inoltre per obbligo rilasciare il
di Anna Pellegrinodeflusso ecologico vitale per il mantenimento dei fiumi.
“È necessario che la risorsa acqua sia riconosciuta come un bene pubblico, sia per uso potabile che irriguo e energetico, e che venga compreso che le opere utili alla sua salvaguardia ricadono a beneficio di tutti – spiega Isabella Moschetti, consigliera di Confagricoltura Cuneo
-. Resta dunque prioritaria l’esigenza di realizzare bacini di accumulo ad uso plurimo in modo da trattenere quella poca acqua che il cielo vorrà ancora darci per rilasciarla gradualmente nei momenti di scarsità, a servizio non solo dell’agricoltura, ma potabile, energetico, ambientale”.
La necessità di invasi e va-
sche di contenimento è da tempo una delle soluzioni maggiormente proposte ma i tempi di realizzazione sono molto lunghi. “Se scegliamo di affrontare il problema dell’emergenza idrica con gli strumenti e i modelli amministrativi attuali avremo soluzioni concrete in tempi non inferiori a dieci anni e questo ci preoccupa moltissimo. Per questo ritengo necessaria l’istituzione di un tavolo provinciale con tutti i soggetti della filiera per affrontare e cercare di pianificare la criticità – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Da un lato è prioritario velocizzare le pratiche burocratiche e investire tempo e risorse nella realizzazione di bacini artificiali finalizzati al contenimento delle acque. Fa riflettere, in ogni caso, l’ipo-
tesi futura che la mancanza di acqua nei nostri fiumi e di neve sui nostri monti potrebbe rendere inutili eventuali opere strutturali finalizzate al raccoglimento. Dall’altra le soluzioni concrete e immediate alla carenza idrica devono essere ricercate nell’agricoltura 4.0, nell’innovazione e nelle biotecnologie: piante più resistenti a stress idrico, droni, sensori, irrigatori di precisione sono gli strumenti a nostra disposizione per rispondere a questa emergenza, verso cui dovrebbero essere investite le risorse nazionali e comunitarie”.
“Oggi, a differenza del passato, siamo in possesso di mezzi tecnici che ci permettono notevoli risparmi - conclude Isabella Moschetti -. L’informatica entra in agricoltura con sistemi che danno indicazioni precise e mirate sull’effettiva necessità di intervenire con apporti irrigui. Vi è stato inoltre un naturale adattamento delle colture, grazie al contributo della ricerca che individua varietà resistenti allo stress idrico.
Con un uso più razionale dell’acqua, non solo agricolo, con investimenti in opere di captazione, gestione e distribuzione potremo far fronte ai cambiamenti climatici che sembrano portare ad annate sempre più siccitose”.
Il fiume Tanaro già in sofferenza a febbraio nei pressi di PiozzoCONFAGRICOLTURA HA ILLUSTRATO LE OPPORTUNITÀ RISERVATE DALLE CER E IL LORO FUNZIONAMENTO
“Siamo di fronte a quello che è un cambiamento epocale per tutta la nostra società: abbiamo visto cosa la dipendenza energetica dai Paesi stranieri ha significato per le nostre aziende a livello produttivo, è ora di cercare un modello economico più resiliente e sostenibile. La Comunità Energetica Rinnovabile è un’opportunità che il mondo agricolo deve cogliere: le nostre aziende hanno una potenzialità energetica che si può mettere a disposizione della comunità limitrofa. L’agricoltura, che attualmente copre l’8,5% dell’energia rinnovabile italiana, può dare un contributo importante alla nazione e alla sostenibilità del nostro pianeta”.
Questo il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, in apertura del convegno “La Comunità di Energia Rinnovabile C.E.R.: modello, finalità e benefici”, tenutosi presso la sede di Confagricoltura a Cuneo e in contemporanea in diretta streaming negli uffici Confagricoltura ad Alba e Savigliano. Diversi professionisti si sono succeduti per presentare le opportunità e i passi concreti che cittadini, aziende ed enti possono compiere per formare una Comunità di Energia Rinnovabile, creando una sinergia finalizzata a scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. In sintesi, una Comunità Energetica Rin-
novabile è un’associazione di cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di costruire impianti per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale, con vantaggi per l’ambiente e benefici economici e sociali
Gli interventi giuridici
“È il momento di fare qualcosa: i dibattiti hanno un valore enorme, ma sta passando un treno ed è ora di salire” ha introdotto il moderatore, avvocato PierMario Morra, chiamando ad intervenire l’avvocato David Colombini dello studio legale WSL che ha presentato nei dettagli che cos’è una comunità energetica e da chi è costituita, confermando la necessità di creare un’associazione tra chi consuma di più e produce di più, affrontando le esigenze in rete. L’avvocato ha inoltre evidenziato l’esigenza di mettere a fattor comune le diverse professionalità necessarie per la realizzazione della CER: partendo dalla progettazione tecnica e giuridica, alla realizzazione, la gestione e la replicazione. Una panoramica della normativa che coinvolge la Comunità Energetica è stata presentata dall’avvocato Andrea Perino, con un focus particolare sulla consultazione pubblica del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sullo schema di decreto per le comunità energetiche, chiusa ad inizio
dicembre 2022. Il documento individua criteri e modalità per la concessione di incentivi volti a promuovere la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili inseriti in comunità energetiche, oltre a sistemi di autoconsumo collettivo e individuale a distanza.
L’avvocato Federico Garrone di Asti e l’avvocato Ivan Libero Nocera dello studio legale WSL hanno analizzato gli aspetti giuridici della Comunità di Energia Rinnovabile, con l’individuazione dei membri costituenti e dei ruoli che possono assumere all’interno della CER tra consumatore, prosumer e produttore. Esternamente alla CER sono individuati anche i ruoli del produttore esterno e dei soggetti esterni che mettono a disposizione impianti o spazi propri. Un ulteriore ruolo da tenere in considerazione il fornitore di servizi di installazione e manutenzione degli impianti e della gestione e monitoraggi della CER. Per quanto riguarda la forma giuridica della CER, gli avvocati hanno spiegato che dev’essere un soggetto giuridico di tipo collettivo, dunque un ente partecipato, con o senza personalità giuridica e senza lo scopo di lucro quale scopo principale. Può essere in forma di associazione, di consorzio o società consortile, di cooperative, di fondazione di partecipazione.
Gli interventi tecnici e fiscali L’approfondimento sulla realizzazione degli impianti fotovoltaici, in particolare sull’individuazione delle aree idonee e i titoli autorizzativi, è stato affidato al geometra Marco Buttieri. Il geometra ha ricordato che le CER sono dedicate a diversi tipi di impianti di energia rinnovabile ma che quello fotovoltaico è tra i più veloci da costruire e immediato per quanto riguarda la produzione di energia
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RINNOVABILE AGRICOLA
8,5%
dell’energia rinnovabile italiana prodotta dall’agricoltura di Anna Pellegrinoelettrica, perfetto per un territorio come quello cuneese.
Luca Perrone di STP Progetti ha presentato gli step per realizzare e allacciare alla rete di distribuzione un impianto fotovoltaico.
A seguire, l’ingegnere Luca Rollino ha presentato un’analisi di fattibilità costi/benefici, nel concreto, con tariffe, incentivi e detrazioni, ipotizzando un caso studio di sette aziende agricole cuneesi con un consumo elettrico totale stimato di 100 MWh/anno e 600 metri quadri di superficie di impianto fotovoltaico installato. Dallo studio professionale associato Aragno - Squarotti, infine, la ragioniera Sara Aragno ha presentato i dettagli fiscali delle imprese agricole, in relazione alle Comunità Energetiche.
Gli uffici tecnici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione delle aziende interessate a ricevere maggiori informazioni.
“Per ridurre gli effetti della crisi energetica e del caro energia è indispensabile uno specifico sistema transitorio per una tassazione equa sulla produzione di biogas basato sul modello seguito negli ultimi anni” dichiara Confagricoltura, dopo la pubblicazione di fine gennaio del primo bando sul biometano per i nuovi impianti e per la riconversione di quelli a biogas. Il provvedimento è finanziato con 1,7 miliardi per lo sviluppo, entro il 2024, di una produzione di circa 2 miliardi di metri cubi l’anno. Altra importante novità in arrivo è l’approvazione del decreto FER2 sugli incentivi alle fonti rinnovabili innovative, tra cui biomasse e biogas. “Alla luce di questi due importanti appuntamenti per l’incremento dell’energia verde nel settore primario, supportiamo la posizione di Confagricoltura nazionale che, oltre a richiedere uno specifico sistema transitorio per un’equa tassazione del biogas, ha evidenziato la necessità di superare alcune difficoltà interpretative della regolamentazione attualmente fonte di problemi di applicazione nei territori” continua l’organizzazione. La seconda questione riguarda le modifiche che la Commissione UE ha richiesto alla bozza del decreto sul digestato equiparato. “La posizione dell’organo esecutivo europeo non è in linea con i due obiettivi del Green Deal sulla riduzione del 20% dell’uso di fertilizzanti e sul recupero del 50% dei nutrienti presenti nel suolo” denuncia Confagricoltura.
Questi obiettivi sono raggiungibili soltanto se, contestualmente, si promuove il recupero sostenibile della sostanza organica per valorizzare al meglio i nutrienti contenuti negli scarti delle produzioni agricole.
Alla fine del mese di gennaio scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto concernente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per le prestazioni stagionali e non stagionali nel territorio italiano per l’anno 2022.
Il cosiddetto Decreto Flussi prevede l’ammissione di cittadini non comunitari entro una quota massima di 82.705 unità, divisi tra lavoro non stagionale e autonomo e lavoro stagionale. Per quanto riguarda le attività stagionali, che interessano in particolare il settore agricolo e quello turistico-alberghiero,
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la quota prevista è di 44.000 unità, da ripartire tra le regioni e le province autonome a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ad oggi non si conosce ancora l’assegnazione provinciale per la provincia di Cuneo.
Come già avvenuto lo scorso anno, il decreto prevede il coinvolgimento diretto delle Associazioni di Categoria Agricole, tra cui Confagricoltura, nella redazione e trasmissione delle istanze, riservando loro una quota di 22.000 quote di nulla osta al lavoro stagionale presentate per conto dei datori di lavo-
ro. Inoltre, le associazioni datoriali non si limiteranno all’inoltro delle istanze, ma potranno procedere alla trasmissione della documentazione richiesta dallo Sportello Unico ad integrazione di quanto dichiarato e alla successiva stipula del contratto di soggiorno con l’attivazione della comunicazione obbligatoria di assunzione.
Click Day fissato per il prossimo 27 marzo
Il termine fissato per la presentazione delle domande, da effettuare tramite
Click Day, ad oggi è stato fissato per il 27 marzo prossimo, sebbene ci siano ancora numerose incertezze sulle modalità con le quali le associazioni dovrebbero procedere al calcolo della capacità economica di ogni azienda interessata ad assumere i nuovi lavoratori stagionali.
“A seguito dell’emanazione del decreto flussi abbiamo subito avviato un confronto con le istituzioni locali per analizzare e condividere le complesse modalità operative, con l’auspicio di poter affrontare le campagne del 2023 in modo meno difficoltoso ed evitare che si verifichino pesanti disagi per le aziende agricole, come avvenuto lo scorso anno - commenta Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Grazie all’interessamento della Prefettura sono giunti, proprio in questi giorni, alcuni chiarimenti importanti a livello nazionale circa la predisposizione delle domande”.
La Legge di Bilancio 2023 ha abolito l’utilizzo dei voucher per la retribuzione della manodopera stagionale del settore agricolo, introducendo una normativa transitoria sperimentale per il biennio 2023-2024, denominata “prestazioni agricole di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato”, che consente alle imprese agricole il ricorso a prestazioni di lavoro stagionali di durata non superiore a 45 giornate annue per ogni lavoratore. È una disciplina nata allo scopo di garantire la continuità produttiva delle aziende del settore e facilitare il reperimento della manodopera stagionale, favorendo forme semplificate di utilizzo delle prestazioni assicurando ai lavoratori le tutele previste dal rapporto di lavoro subordinato. Questo contratto è riservato ai pensionati (con esclusione delle pensioni quota 100 e altre forme di pensionamento precoce), nonché a studenti e percettori di ammortizzatori sociali (Naspi, Cig, CIGO, RDC) che non abbiano avuto un ordinario rapporto di lavoro subordinato in agricoltura nei tre anni precedenti all’instaurazione del nuovo rapporto. Tra le disposizioni introdotte, l’obbligo dell’inoltro della comunicazione al Centro per l’impiego competente prima dell’inizio della prestazione e la durata massima del contratto stagionale stabilita in 12 mesi.
“Restiamo in attesa di chiarimenti. La nota ministeriale non fornisce ad oggi indicazioni sufficienti per la corretta interpretazione e applicazione della nuova forma contrattuale. Ci sono aspetti che necessitano di spiegazioni più dettagliate, ad esempio, su calcolo dei contributi, elaborazione dei cedolini e compilazione Uniemens Posagri - dichiara Jessica Cerrato, responsabile Fiscale e Paghe di Confagricoltura Cuneo -. Continueremo a monitorare la situazione e a presentare le nostre istanze nelle sedi opportune affinché si trovino gli accorgimenti utili a migliorare uno strumento molto atteso dal settore”.
Schiacciate dall’andamento stagionale sfavorevole (caldo e siccità) del 2022 e dall’aumento vertiginoso dei costi di produzione, non compensati dalla discreta crescita delle quotazioni, le aziende maidicole della provincia di Cuneo hanno fatto registrare rese mediamente inferiori del 35% rispetto a quelle ordinarie. A livello regionale, negli ultimi dieci anni, secondo rilevazioni Istat, la produzione è calata del 32%, in linea con la diminuzione della superficie totale coltivata, calata del 33%, dai 194.807 ettari del 2012 ai 130.645 ettari del 2022. La provincia Granda conferma i numeri regionali con un calo, sempre nell’ultimo decennio, del 35% della superficie coltivata, dai 61.040 ettari del 2012 ai 39.510 del 2022 e di quasi il 30% della produzione. Nel Cuneese, secondo in Piemon-
39.510
Il mais è strategico per le produzioni cuneesi di qualità
CROLLO DELLE SUPERFICI DEL 35% IN PROVINCIA DI CUNEO NEGLI ULTIMI 10 ANNI
te soltanto a Torino, con una superficie coltivata di oltre 39.000 ettari di mais (sugli oltre 130mila regionali) e una produzione totale scesa del 9% tra il 2021 e il 2022, Confagricoltura Cuneo guarda con apprensione a questa tendenza e, per voce del presidente Enrico Allasia, chiede una maggiore attenzione al lavoro di tutta la filiera locale e un più ampio coinvolgimento dei maiscoltori, che contribuiscono fin dall’inizio alla nascita delle tante eccellenze gastronomiche del Cuneese. “Sul nostro territorio nascono prodotti DOP e DOCG che tutto il mondo ci invidia, si
ano essi formaggi o derivati dalla carne, che provengono dai nostri campi e dalle nostre stalle: per questo è necessario coinvolgere il maiscoltore nella filiera corta, rispettando e valorizzando il suo fondamentale apporto nella creazione dell’eccellenza – spiega Enrico Allasia -. È importante, quindi, da un lato puntare sulle biotecnologie, lavorando su ricerca e innovazione per combattere funghi e micotossine, ridurre gli stress abiotici sulle culture e abbattere i costi e, dall’altro, è imperativo che la Commissione europea e il Governo italiano si rendano
conto che la riforma della PAC non ha favorito negli ultimi anni la coltivazione dei seminativi, a causa dei costanti tagli e che sia posta maggiore attenzione a questa filiera, essenziale per la nascita di moltissimi prodotti di eccellenza”.
Calo di rese a livello nazionale
Anche i dati nazionali parlano di una grave diminuzione della produzione e delle superfici coltivate a mais. Le difficoltà del comparto italiano sono state certificate anche dal CREA – Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo, secondo cui la resa media di granella scesa a livello italiano dal già modesto valore del 2021 di 10,3t/ha a 8,3 t/ ha, dichiarando che l’import per la campagna 2022/2023 potrebbe di conseguenza aumentare a 7,6 milioni di tonnellate, per un valore superiore ai 2 miliardi di euro. Il calo di resa pesa sempre di più sulle aziende italiane e sull’Europa, tanto che si prevede che la situazione di dipendenza dall’import sarà presto una seria problematica per tutti i Paesi comunitari.
UNIVERSALE: PREVISTO
L’Assegno Unico Universale per i figli a carico nel 2023 è automatico per le domande accolte e in corso di validità. Il rinnovo, quindi, verrà effettuato d’ufficio dall’INPS. Bisogna, però, presentare il nuovo Isee 2023 ed eventualmente aggiornare i propri dati integrando la domanda presentata all’Inps, altrimenti l’assegno che si riceve potrebbe essere ridotto o cancellato. A partire da marzo 2023 non sarà più necessario presentare una domanda di rinnovo dell’Assegno Unico Universale: per chi già percepisce l’assegno, infatti, i dati saranno prelevati automaticamente dall’archivio Inps.
Per la quantificazione dell’AUU permane, per tutti i beneficiari interessati, l’obbligo di presentare il modello Isee a partire da gennaio 2023. Il termine ultimo della presentazione dell’Isee per ottenere gli arretrati dalla mensilità di marzo è il 30 giugno 2023. In assenza di un nuovo Isee, l’importo dell’Assegno unico sarà calcolato con riferimento agli importi minimi previsti. Il Caf Confagricoltura è a disposizione per il rinnovo del modello Isee.
I richiedenti dovranno comunicare eventuali variazioni delle informazioni precedentemente inserite nella domanda di Assegno Unico tra-
smessa all’INPS prima del 28 febbraio 2023 (ad esempio: nascita di figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, variazioni IBAN , maggiore età dei figli) integrando la domanda originale che si è presentata presso il patronato Enapa. Dovranno, invece, presentare una nuova domanda per l’Assegno Unico Universale coloro che non hanno mai usufruito dell’AUU e quanti avevano, prima del 28 febbraio 2023, trasmesso una domanda che non è stata accolta o che non è più attiva. Gli uffici del Patronato Enapa sono a disposizione.
Per la disoccupazione agricola, come ogni anno, ne avranno diritto i lavoratori agricoli dipendenti: operai o salariati agricoli con contratto a tempo determinato o indeterminato che lavorano solo per parte dell’anno. Per richiederla bisognerà essere in possesso dei seguenti requisiti:
1) iscrizione agli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti per il 2022, o contratto a tempo indeterminato per parte del 2022; 2) almeno due anni di anzianità contributiva nel settore dell’agricoltura; 3) almeno 102 giornate di lavoro effettivo nel biennio. Grazie alla disoccupazione agricola, entro il limite massimo di 365 giornate annue, vengono coperte un numero di giornate pari a quelle lavorate, da cui vanno detratte quelle di lavoro dipendente agricolo e non agricolo, quelle di lavoro in proprio, quelle indennizzate ad altro titolo (malattia, maternità infortunio, etc.) e quelle non indennizzabili (es: espatrio definitivo, etc.). L’indennità spetta nella misura del 40% della retribuzione di riferimento per gli operai agricoli a tempo determinato (con contributo di solidarietà del 9% applicabile per massimo di 150 giornate) e del 30% della retribuzione effettiva per operai agricoli a tempo indeterminato. In riferimento alla disoccupazione agricola 2023, pena la decadenza dal diritto, la domanda va presentata in via telematica entro il 31 marzo 2023.
Comunicazione annuale delle piante o prodotti vegetali entro il 30 aprile
Gli Operatori Professionali iscritti al Registro Ufficiale degli Operatori Professionali (RUOP) sono tenuti a effettuare la comunicazione annuale dei quantitativi prodotti e/o commercializzati e/o esportati e/o importati entro il 30 aprile di ogni anno solo on-line per i dati dell’anno precedente solo nel caso siano variati rispetto ai dati presentati precedentemente, come indicato nel Regolamento Europeo (UE) 2016/2031 art. 66 comma 5. Si specifica che i quantitativi possono essere indicativi del volume produttivo per ciascuna specie.
COME ADEMPIERE
OBBLIGHI DI FORMAZIONE PER DATORI E DIPENDENTI PER EVITARE LE SANZIONI
Il Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro D.lgs. 81/2008 è il principale riferimento legislativo in Italia sul tema della salute e sicurezza sul lavoro. Con lo scopo di tutelare la
salute e la sicurezza del lavoratore, il legislatore pone in capo al Datore di Lavoro una molteplicità di obblighi e prevede un modello collaborativo che coinvolge diverse figure responsabili della gestione della sicurezza all’interno dell’azienda. Il D. Lgs. 81/08 quindi individua varie figure chiave, tra cui:
• il Datore di Lavoro (DL), il Lavoratore, il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione (RSPP), l’addetto Primo Soccorso, l’addetto Antincendio e il Preposto. Ma cosa prescrive il D. Lgs. 81/2008? Uno degli obblighi del Datore di Lavoro
è quello di fornire a tutti i lavoratori un’adeguata formazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La formazione per i lavoratori, prevista dal D.lgs. 81/08 e sancita dall’Accordo Stato/ Regioni, comprende una formazione generale di 4 ore più una formazione specifica di 8 ore (rischio medio).
Si rammenta che i percorsi formativi devono essere somministrati al lavoratore prima ancora che
il dipendente inizi a svolgere le proprie mansioni all’interno dell’azienda, tuttavia è concesso un tempo di proroga nel caso non fosse possibile: il limite è fissato entro 60 giorni dall’avvenuta assunzione (come disposto dall’Accordo stato regione 21/12/2011).
Elenchiamo di seguito le figure che il Datore di Lavoro deve formare nell’ambito della sicurezza e che sono indispensabili per gestire in sicurezza le eventuali emergenze che potrebbero verificarsi nel contesto lavorativo:
• il Responsabile della Sicurezza, Prevenzione e Protezione (RSPP);
• l’Addetto Primo Soccorso;
• l’Addetto Antincendio;
• il Preposto (se presente, è colui che si trova in una posizione di rilievo rispetto ad altri lavoratori e svolge un ruolo fondamentale all’interno dell’azienda)
Il D. Lgs. 81/2008 prevede anche un periodico aggiornamento della formazione in materia di salute e sicurezza del lavoro; il tempo di validità del corso varia in funzione del tipo di formazione frequentata.
Quanto costa la NON formazione
Se il datore di lavoro trasgredisce all’obbligo di cui sopra, come riportato all’art. 55, comma 1, lettera c) del
D. Lgs. 81/08, può essere punito mediante arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.200 € a 5.200 €. Inoltre, come riportato al comma 6 bis, se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori gli importi citati sono raddoppiati, mentre se si riferisce a più di 10 lavoratori, gli importi sono triplicati.
Sanzioni sui pagamenti della nuova PAC 2023-2027, relativo al mancato rispetto della condizionalità sociale Inoltre, con il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 9 dicembre 2022, in applicazione a partire dal 1° gennaio 2023 della condizionalità sociale prevista all’arti-
colo 14 del regolamento (UE) 2021/2115, vengono introdotte nuove misure sanzionatorie se non si rispettano i requisiti relativi alle condizioni di lavoro e di impiego applicabili o gli obblighi del datore di lavoro derivanti dagli atti giuridici nell’ambito della salute e sicurezza (Direttiva 89/391/CEE). Le misure sanzionatorie saranno applicate sotto forma di riduzione dei pagamenti ai beneficiari della Politica Agricola Comune 2023-2027.
Da quanto esposto si evidenzia come i doveri in capo al titolare di un’azienda assumano una dimensione rilevante: per questo stiamo organizzando un programma di corsi sulla sicurezza sul lavoro e abilitazioni da svolgere nei prossimi mesi presso le nostre sedi, al fine di agevolare i nostri associati ad adempiere ai numerosi obblighi di legge in materia di sicurezza sul lavoro, senza incorrere nelle sanzioni.
Consigliamo a tutti i nostri associati di verificare le adempienze nell’ambito della formazione, sia come datori di lavoro sia nel confronto dei dipendenti, e di contattare i nostri uffici per aderire o ricevere ulteriori dettagli sui corsi di prima formazione e/o aggiornamento. Info: 0171/692143 – camacho@ confagricuneo.it.
Bando 2023/2024
Agea con le istruzioni operative n. 11 del 08/02/2023 ha emanato le disposizioni nazionali per l’apertura dei bandi di Ristrutturazione e Riconversione Vigneti 2023/2024. La Regione Piemonte ha già preso atto del testo e a breve verrà approvata la DGR dalla Giunta con il nuovo bando regionale, di seguito le principali novità: Interventi ammissibili
Superficie minima 0,3 ettari per vigneti ordinari e 0,1 ettari per vigneti ad alta valenza ambientale. Riconversione varietale/ristrutturazione mediante estirpo/reimpianto e/o reimpianto. Riconversione varietale mediante sovrainnesto. Modifiche alle strutture di sostegno Modalità di contributo
Il contributo può essere concesso a saldo delle opere oppure con pagamento in anticipo a condizione della presentazione di polizza fideiussoria e varia da 4.500
€ a 19 700 € /ettaro a seconda dell’intervento e tipologia di vigneto. Priorità fondi
Ai vigneti eroici/storici iscritti nell’elenco regionale viene destinato uno specifico fondo del 20% delle risorse annuali.
Scadenza:
31 marzo 2023
Verrà aperto il nuovo bando per la richiesta di assegnazioni di autorizzazioni al nuovo impianto di vigneti per l’anno 2023 con scadenza prevista per il 31 marzo. Rimane invariata la struttura del bando:
465 ettari disponibili Superficie minima garantita ad ogni richiedente 0,5
ettari Limite massimo richiesta per richiedente 20 ettari Assegnazione pro rata per richieste eccedenti i 0,5 ettari
In data 20/02/2023 la Regione Piemonte ha emanato il nuovo bando vigneti 2023 per l’assegnazione dell’idoneità ad Alta Langa DOCG. La programmazione triennale 2023-2025 prevede l’iscrizione di una superficie totale di 220 ettari, in particolare per l’annualità 2023 il bando si compone di 150 ettari e le domande potranno essere presentate fino al 21 marzo attraverso l’applicativo GRAPE.
Di seguito i criteri di priorità:
A) Spumantizzazione da almeno 3 anni consecutivi di Alta Langa Docg
B) Ritiro dei contrassegni Alta Langa Docg da almeno 3 anni consecutivi
C) Ritiro dei contrassegni Alta Langa Docg da almeno 2 anni consecutivi
D) Contratto di ritiro/vendita uve decennale con azienda con rivendicazione di uva Alta Langa Docg da almeno 3 campagne
E) Azienda con superfici vitate coltivate a biologico
F) Azienda con superfici vitate certificate SQNPI
G) Azienda con rappresentate legale under 40 Per maggiori informazioni contattare gli uffici tecnici di Confagricoltura Cuneo
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Psa al centro dei lavori della sezione Suinicola di Confagricoltiura
Cuneo indetta nei giorni scorsi alla presenza del presidente di sezione Roberto Barge, del presidente nazionale Rudy Milani
(collegato da remoto), del presidente e del direttore di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia e Roberto Abellonio. “Abbiamo preso atto - hanno evidenziato in coro - che, rispetto a quanto avviene per esempio in Lombardia, qui in Piemonte non si abbattono cinghiali. A questo punto proveremo a pensare ad iniziative concrete, anche per portare a conoscenza dell’opinione pubblica cosa vuol dire dover fronteggiare un problema che ogni mese arreca al comparto un danno di 20 milioni di euro per via della chiusura totale o parziale dei nostri prodotti da parte di molti mercati mondiali. Non possiamo più accettare l’immobilismo di una certa parte della politica e starcene con le mani
in mano ad aspettare che il problema arrivi anche in provincia di Cuneo, cercando poi i colpevoli”. Nel corso della sezione si è discusso anche di altri problemi che continuano ad affliggere il settore, a partire dalle aliquote di compensazione Iva, più penalizzanti rispetto alla precedente Finanziaria; delle novità entrate in vigore dallo scorso 18 febbraio riguardanti gli albi genetici dei suini, della nuova Pac e dei nuovi ecoschemi, temi troppo importanti per essere affrontati dalle aziende in assenza di una normativa precisa, che rende impossibile presentare le domande di accesso alla Pac a maggior ragione se queste
sono da predisporre nel breve tempo di due mesi.
Intanto continuano i ritrovamenti di nuove carcasse di cinghiali infetti al confine tra Piemonte e Liguria. Un fatto che non fa altro che accrescere la preoccupazione tra gli allevatori. Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, facendo fronte comune con il collega di Confagricoltura Liguria
Anche su richiesta di Confagricoltura Piemonte il bando Psr – operazione 5.1.1 sul miglioramento della biosicurezza negli allevamenti suinicoli è stato prorogato di due mesi. Gli allevatori con almeno 10 UBA hanno quindi tempo fino al 31 marzo prossimo per presentare domanda di contributo ai fini di effettuare interventi volti a contrastare la diffusione della Peste suina africana (Psa), evitando il più possibile il contatto con il virus. Per maggiori informazioni inquadra il Qr Code sotto.
Luca De Michelis, commenta: “Alla luce dei nuovi casi chiediamo che venga costituito e convocato al più presto un Tavolo permanente interregionale di confronto sull’argomento, che possa ricercare e concordare le iniziative di contrasto all’emergenza”.
Confagricoltura Piemonte e Liguria ribadiscono che la biosicurezza rappresenta un elemento fondamentale per il contenimento dell’epidemia, soprattutto al fine di prevenire l’ingresso delle infezioni negli allevamenti, ma che senza un intento e uno sforzo comune e coordinato di entrambe le Regioni non si possa arginare la diffusione del virus.
Ma non si tratta solo di
contenere i casi di Psa. I dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla presenza del cinghiale in Italia nel periodo 2015-2021 allarmano e non poco. I capi in Italia sono un milione e mezzo. Ingenti i danni all’agricoltura con una media annuale di oltre 7 milioni di euro. La stima complessiva è risultata di poco inferiore a 120 milioni di euro di danni per un totale di oltre 105mila casi. Il Piemonte (con l’Abruzzo) è la regione più colpita con danni pari a 17 milioni di euro/anno nel periodo considerato. Numeri che il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato: “È necessario un cambio di passo nella gestione di alcune specie di fauna selvatica. Un nuovo modello che tenga insieme gli interessi delle imprese agricole e la tutela ambientale oggi è possibile. Riteniamo siano necessari interventi più specifici su alcuni aspetti che interessano le aziende agricole: una migliore gestione del periodo di apertura della caccia, la previsione di un maggiore selezione di alcune specie, e un più efficace sistema di risarcimento dei danni”.
L’INTESA RAGGIUNTA NELLA VICINA REGIONE FISSA LA QUOTAZIONE ALLA STALLA A 57,5 C/L DA FEBBRAIO A GIUGNO. INTANTO TRA GLI ALLEVATORI PREOCCUPA LA SICCITÀ
Si è discusso della tenuta del prezzo e degli scenari futuri del comparto latte nel corso della recente sezione Latte di Confagricoltura Cuneo. L’incontro si è svolto a margine dell’intesa sul prezzo alla stalla siglata in Lombardia. L’accordo raggiunto tra gli allevatori che consegnano a Italatte ha una durata di 6 mesi (fino a giugno 2023) e si attesta su un valore medio di 57,91 c/l, in crescita di quasi un centesimo rispetto alla cifra che aveva caratterizzato il semestre precedente, cioè 57 centesimi. Soddisfazione per il risultato è stata espressa dal presidente di Confagricoltura Lombardia e della Li-
57,91c/l
bera Associazione Agricoltori Cremonesi Riccardo Crotti, e da Francesco Martinoni, a capo della Fnp Latte di Confagricoltura.
Accordo “soddisfacente”
Un prezzo definito da più parti come “ragionevole e soddisfacente”, raggiunto
durante una stagione difficile per via delle continue contrattazioni sul latte. Per la precisione, l’intesa fissa la quotazione alla stalla a 60 c/l a gennaio, e a 57,5 nei 5 mesi successivi. “L’intesa permette di dare un po’ di respiro alle aziende in un periodo ancora segnato dal livello molto elevato dei costi di produzione”, sottolinea Crotti. Giudizio positivo “per un accordo di medio periodo che dà stabilità al mercato” viene espresso anche da Martinoni: “Ciò permette alle aziende di lavorare con serenità e soprattutto di fare programmi su basi affidabili”. Dal canto suo, Maurizio Roldi, presidente della Federazione Latte di Confagricoltura Lombardia, evidenzia la positività di un punto d’incontro che rispetta i termini di scadenza della proroga precedente, “alzando un po’ l’asticella della remunerazione e quindi i margini delle imprese; in questo modo si pongono basi di un certo interesse per la trattativa che riguarderà il secondo semestre dell’anno e partirà da circa 58 c/l”.
prezzo medio del latte alla stalla in Lombardia fino a giugno 2023Ma come si guarda in Piemonte all’accordo lombardo? Tommaso Visca, presidente Confagricoltura Torino, commenta: “In questa prima parte dell’anno c’è un leggero calo nel mercato a livello di richiesta di prodotto, fattore determinato dalla stagionalità. Sappiamo infatti che nel periodo invernale si produce di più e si consumano meno prodotti freschi. Il calo è molto marcato su polvere di latte e burro, sui formaggi si sente meno. A mio avviso l’entità di questo ribasso è alla base anche dell’accordo lombardo”. Calo che si avverte molto in regione: “Oggi il prezzo del latte spot è di poco oltre i 50 c/l. La flessione di mercato c’è e bisogna tenerla pre-
sente anche per via del costante aumento dei prezzi delle materie prime: soia e mais, infatti, rispetto a pochi mesi fa costano il doppio, come gasolio ed elettricità. Questo per dire che anche chi riuscisse a farsi pagare il latte 60 c/l coprirebbe a malapena i costi. La remuneratività è lontana”.
“La Lombardia è sempre un riferimento per la stipula degli accordi - aggiunge Guido Oitana, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Piemonte -. Speriamo si possa arrivare anche da noi a quelle cifre. In questo momento viviamo una situazione di stallo: i prezzi del mangime, seppur in discesa, restano alti e sappiamo già che con la bella stagione dovremo affrontare il problema della siccità”. Dice la sua anche Enrico Racca, presidente sezione Lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo: “Nei mesi scorsi c’è stato un buon momento per il prezzo (salito fino a 59,5 c/l, ndr), ma ora è già
sceso di qualche centesimo. Occorrerebbe un valore stilato sulla base di una tabella qualità univoca e che tenesse conto dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che fortunatamente si sono assestati, pur rimanendo elevati”. Altro problema sarà la siccità: “Con l’arrivo della bella stagione e con l’assenza di acqua sarà a rischio l’autoproduzione dei mangimi da dare alle mandrie”. Problemi a cui si aggiunge anche l’incertezza delle norme della nuova Pac e il poco tempo dato per la loro applicazione, che influiscono negativamente su una corretta gestione aziendale.
Frisitali
Tornando alla sezione Latte, nel corso dell’incontro Fabio Curtò, consigliere di Frisitali, ha presentato al gruppo di lavoro la nuova associazione nazionale frisona italiana indipendente nata per volontà degli allevatori e grazie all’impegno di molte Unioni Agricoltori. Per maggiori informazioni è attivo il sito www.frisitali.it.
di Anna Pellegrino
Da qualche anno, il Tavolo Frutta riunisce Confagricoltura e le organizzazioni agricole di categoria, le organizzazioni di produttori, i Comuni ed enti locali per occuparsi, in sinergia, delle principali questioni di attualità del comparto. Tra questi ultimamente: il livello delle quotazioni, l’emergenza manodopera e il caro energia. A inizio febbraio, presso la sede dell’Asprofrut di Lagna-
sco, gli attori del Tavolo Frutta hanno incontrato i parlamentari della provincia di Cuneo: il Senatore Giorgio Maria Bergesio e le Onorevoli Monica Ciaburro e Chiara Gribaudo, l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa ed i Consiglieri regionali Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso. Al centro dell’appuntamento la preoccupante crisi e le problematiche del settore frutticolo.
“Prendiamo atto della disponibilità ad ascoltare e a farsi portavoce delle esigenze degli agricoltori da parte dei parlamentari cuneesi – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Si è deciso di collaborare su due fronti: da una parte l’impegno a portare ai tavoli istituzionali le questioni più urgenti, in particolare, la richiesta di sblocco per la concessione delle moratorie sui mutui, la
defiscalizzazione dei contributi e la sospensione della prima rata dei contributi agricoli. Dall’altra la disponibilità a lavorare su una programmazione a lungo termine per ‘rivedere il sistema frutta’ partendo da semplificazione dei flussi, rimborsi assicurativi, promozione, energie rinnovabili e acqua”. Il Tavolo Frutta ha invitato i Comuni del territorio a dare vita al Distretto del Cibo della Frutta: “Come
-15%
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Confagricoltura siamo stati tra i promotori della costituzione del Distretto che ha una finalità più ampia e trasversale rispetto al Tavolo Frutta: gli obiettivi sono gli stessi ma coinvolge amministrazioni locali, stakeholder e territorio – spiega Enrico Allasia -. È uno strumento di promozione del territorio che vuole porre l’attenzione sulla profonda crisi del settore primario, elemento economico e sociale di
rilevanza cruciale per tutta la comunità”. Lunedì 6 febbraio, presso la sala convegni dei Castelli Tapparelli d’Azeglio di Lagnasco, si è svolto l’incontro con i 41 Comuni che hanno preaderito alla fase progettuale del Distretto del Cibo della Frutta. Oltre a questi e Confagricoltura, ne faranno parte le altre associazioni di categoria, le Organizzazioni di Produttori frutticoli Asprofrut, Eden, Joinfruit, Jolly, Lagnasco Group, Ortofruit Italia, Rivoira e Solfrutta, la Fondazione Agrion e la Camera di Commercio. Il progetto di Distretto del Cibo della Frutta sarà ufficialmente sottoscritto in occasione della XXI edizione di Fruttinfiore, che si svolgerà a Lagnasco dal 31 marzo al 2 aprile.
“Apprendiamo dalla Regione Piemonte che sono finalmente in arrivo i ristori per le gelate del 7 e 8 aprile 2021, attesi da ormai quasi due anni, che potrebbero rappresentare una boccata d’ossigeno importante per la liquidità delle nostre aziende. Anche in Emilia-Romagna, dove personalmente mi sono recato nei giorni scorsi, la Regione ha sbloccato la situazione di empasse in cui si trovavano bloccate migliaia di imprese in attesa dei rimborsi. Tuttavia, preoccupazione e malcontento circolano, in generale, anche tra gli agricoltori del resto di Europa: alla fiera Fruit Logistica a Berlino il confronto con realtà produttive e buyer ha confermato che così non si può andare avanti!”. Michele Ponso, presidente della sezione frutta di Confagricoltura Cuneo e della FNP Frutticola di Confagricoltura, torna a rimarcare il difficile momento sostenuto dal comparto, tra aumento dei costi e consumi che non decollano, e la necessità di predisporre quanto prima misure adeguate a prestare soccorso, come sgravi contributivi e sospensione della prima rata dei contributi, e dare alle aziende una prospettiva di rilancio
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Ha sede in provincia di Cuneo, a Bene Vagienna, l’unica azienda agricola del Nord Italia vincitrice della VII edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, progetto ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che
punta a valorizzare, attraverso l’agricoltura, attività di welfare verde per offrire supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più fragili. Si tratta de “La fattoria di Bubi e Mimi” di frazione Pra, costruita sui principi dell’agroecologia ed ha trionfato grazie al progetto “Fili d’erba”, che coinvolgerà minori e giovani in situazione di svan-
taggio sociale nelle attività di coltivazione di erbe aromatiche e officinali finalizzate ad una linea di BiocosmETICA. Il premio, dal valore di 40.000 euro, è accompagnato da una borsa di studio per frequentare il Master di Agricoltura Sociale presso l’Università di Roma Tor Vergata. “La nostra realtà nasce dal bisogno sociale di bambini del nostro
territorio la cui vita dev’essere riannodata alla realtà: bimbi ai margini, il cui percorso di crescita è interrotto o impossibilitato da situazioni limite famigliari o ospedaliere - racconta Christian
Foti di “La fattoria di Bubi e Mimi” -. Attraverso la cura del verde, questi bambini migliorano la propria autostima e rafforzano le proprie capacità e autonomie. La vita in natura porta ad un
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Christian Foti riceve il riconoscimento a Romamiglioramento terapeutico permettendo ai ragazzi di sentirsi parte di qualcosa di concreto. All’ingresso della nostra fattoria, ci piace far notare questa citazione di Lev Tolstoj, appesa in bella mostra, che rappresenta lo spirito dei nostri progetti ‘Una delle prime condizioni di felicità è che il legame tra l’uomo e la natura non si rompa’”.
Il progetto premiato, denominato “Fili d’erba”, prevede interventi di aiuto tramite la cura e la gestione del verde, finalizzati all’inclusione
sociale di bambini in situazione di svantaggio. Per questa attività “La fattoria di Bubi e Mimi” coinvolgerà venticinque bambini e tre ospiti del Sistema di Accoglienza e Integrazione di Bene Vagienna. Dopo ottanta ore di formazione tecnico-pratica per la coltivazione delle piante aromatiche e officinali saranno
4.000 le piante e le erbe, a basso consumo d’acqua e dall’alto valore agro ecologico, piantumate e curate dai protagonisti del progetto. Le attività porteranno alla nascita di sei nuovi prodotti
di BiocosmETICA il cui 30% degli incassi di vendita sarà utilizzato per il proseguimento del progetto negli anni a venire e, in particolare, per sostenere il costo degli educatori che affiancano i giovani partecipanti.
“Il lavoro delle aziende agricole impegnate in progetti di agricoltura sociale è di gran pregio: la loro visione dell’agricoltura va ben oltre la coltivazione e la produzione, trasformandosi in un collegamento tra persone, processi sociali e culturali, portando benefici
all’intera collettività - dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Ci complimentiamo dunque con ‘La fattoria di Bubi e Mimi’ per questo prestigioso riconoscimento”. Una scelta imprenditoriale, quella di impegnarsi in progetti sociali all’interno di imprese agricole, che sa coniugare perfettamente i ritmi lenti della natura con il reinserimento lavorativo, restituendo dignità a migliaia di persone. Questo tipo di agricoltura è oggi ben consolidata sul territorio: sono più di 3.500
le aziende del settore che vi si dedicano con successo, occupando 38mila addetti, con un fatturato di 300 milioni. Secondo i dati Ismea 2020, in otto anni le aziende agricole che svolgono, oltre al regolare impegno legato alla coltivazione della terra e all’allevamento, attività sociali perfettamente integrate sono cresciute del 250%. L’agricoltura sociale è praticata dal 12,5% del totale delle imprese agricole; le attività più diffuse sono le fattorie didattiche e l’inserimento lavorativo di persone fragili.
INCONTRO A TORINO IN VISTA DELL’ELABORAZIONE DEL BILANCIO PER IL 2023 DELL’ENTE. CHIESTA ATTENZIONE
Nelle scorse settimane si è svolto l’incontro tra il presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia e i vertici di Confagricoltura in vista dell’elaborazione del bilancio per l’anno 2023 della Regione Piemonte. “Negli ultimi decenni le politiche europee hanno chiesto agli agricoltori di produrre sempre di meno: oggi invece è necessario tornare a produrre di più. Siamo il primo settore dell’economia del Paese e dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter lavorare grazie a politiche che incentivino la produzione, nel rispetto della salute del consumatore e dell’ambiente”. Lo afferma Enrico
Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte, sottolineando che l’agricoltura in questo momento si trova ad affrontare sfide molto serie per le quali servono strumenti nuovi e lungimiranza nella pianificazione delle prossime scelte colturali.
Il direttore di Confagricoltura Piemonte, Lella Bassignana, ha a sua volta rammentato quanto accaduto nel 2022, anno caratterizzato da un andamento metereologico con pochi riscontri nel passato, che ha sottoposto a un pesante stress tutte le coltivazioni, con ripercussioni sulle produzioni e le rese.
Un’importante convenzione è stata siglata tra Confagricoltura Cuneo e l’Università Telematica Internazionale “UNINETTUNO”, che propone un’ampia offerta formativa, a condizioni vantaggiose per i soci, con corsi di Laurea Triennali e di Laurea Magistrale nelle seguenti Facoltà: Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Beni Culturali, Psicologia e Scienze della Comunicazione.
È scomparso a Torino, all’età di 88 anni, Pietro Cordero di Montezemolo, a lungo presidente della Proprietà Fondiaria di Cuneo, il sindacato dei proprietari con beni rustici in affitto aderente alla Confagricoltura, i cui obiettivi così descriveva: “Il sindacato si propone di tutelare gli interessi dei fondi rustici, studiare i problemi che riguardano più da vicino la proprietà nella nostra provincia, trattare e stipulare contratti ed accordi di carattere sindacale e designare i propri rappresentanti in tutte quelle commissioni locali previste per legge”. Una famiglia antica, la sua, e di nobili origini, che affonda le radici nel XIII secolo. Laureato, fu dirigente Fiat fino al pensionamento. Ai suoi famigliari giungano le condoglianze da parte di tutta la Confagricoltura di Cuneo
A VALTER ROATTINO, IN PENSIONE DOPO 43 ANNI DI SERVIZIO, AFFIDATO RUOLO DI CONSULENTE DELL’ASSOCIAZIONE
di Francesca BragheroPassaggio di consegne nell’ufficio di zona di Mondovì di Confagricoltura Cuneo. Dopo oltre 40 anni di servizio presso l’associazione, Valter Roattino ha raggiunto l’età pensionabile e Valentina Sciandra è stata promossa a facente funzioni di segretario di zona. A Valter Roattino è stato affidato il ruolo di consulente per Confagricoltura Cuneo: “Dopo 43 anni di servizio, di cui 40 come segretario della zona di Mondovì, la Confagricoltura mi è rimasta dentro. Sono molto felice che mi sia stato proposto questo nuovo ruolo, che condurrò con
la massima attenzione e serietà e ringrazio sia i miei colleghi, sia il Consiglio dell’associazione, che attraverso questa proposta mi ha nuovamente accordato la propria fiducia. Spero di svolgere il mio compito nel miglior modo possibile e auguro al mio successore, Valentina Sciandra, di poter dare il meglio”, sottolinea Valter Roattino
“Ringrazio il presidente Enrico Allasia, il direttore Roberto Abellonio e l’intero Consiglio di Confagricoltura Cuneo per l’incarico che mi è stato assegnato e per la fiducia che mi è stata accordata – commenta Valentina Sciandra -. Sarà sicuramente per me gratificante
questo nuovo ruolo, che porterò avanti con il supporto di Valter Roattino e dei miei colleghi”.
Oltre all’ufficio di zona di Mondovì (viale Vittorio Veneto 17/F, Tel. 0174/42071, aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 12:30 e il martedì e mercoledì anche dalle 14 alle 17) la Confagricoltura di Cuneo è presente con uffici recapito a Morozzo (via Marconi 66, aperto il lunedì dalle 9 alle 12), Dogliani (via XXXI Luglio 22, Tel. 0173/721094, aperto il martedì e venerdì dalle 9 alle 12), Ceva (via Consolata 13, aperto il mercoledì dalle 9 alle 12) e Carrù (viale Vittorio Veneto 8, aperto il giovedì dalle 9 alle 12).
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L’AZIENDA GIACOMO GRIMALDI HA INIZIATO A VINIFICARE NEL 1996
“Sono in azienda da sempre, da quando, a 15 anni, ho iniziato ad aggirarmi tra i filari e le botti in cantina. È stato quindi naturale per me, terminati gli studi alla Scuola Enologica di Alba, fermarmi a lavorare qui, in un luogo che considero tra i più belli del mondo e che non cambierei per nessun altro”. Con queste poche parole Alberto Grimaldi, 22 anni, dichiara tutto il suo amore non solo per il lavoro di vitivinicoltore, ma anche per il luogo speciale in cui lo svolge ogni giorno: Barolo. Proprio nel celebre paese delle Langhe, a poche centinaia di metri dall’imponente castello comunale, ha sede infatti l’azienda
Giacomo Grimaldi, nata nel 1930 come azienda agricola e diventata nel 1996 azienda produttrice di vino grazie alla
volontà di Ferruccio, papà di Alberto, partito con appena un ettaro e mezzo di vigneto e le idee ben chiare su dove dirigersi.
Solitamente le nostre tipicità enogastronomiche prima conquistano i mercati vicini e poi si spingono all’estero, trainati dai valori del “Ma-
de in Italy”. Per i vini della azienda Grimaldi, invece, il percorso è stato inverso: “Fin da subito le poche bottiglie di Barolo le abbiamo vendute negli Stati Uniti e lì si è creata negli anni una solida rete di enoteche e ristoranti molto affezionati alla nostra piccola produzione – spiega Alber-
to Grimaldi –; solo successivamente, aumentando la superficie vitata e la tipologia di vini, abbiamo iniziato a sviluppare anche altri mercati internazionali (soprattutto Olanda e Nord-Europa) e, in ultimo, il mercato interno, che rappresenta però appena un 10% delle destinazioni delle nostre produzioni”.
Tra tutti i vini dell’azienda svetta il “re” Barolo proposto in quattro tipologie (classico, due cru e una riserva) che rappresentano circa il 50% delle 100mila bottiglie
prodotte annualmente dalla famiglia Grimaldi. A queste si aggiungono un Nebbiolo d’Alba (l’altro 25% della produzione), un Dolcetto, due tipi di Barbera e due bianchi, Arneis e Sauvignon. Tutti ottenuti da 18 ettari totali di vigneti, sparsi per i comuni di Barolo, Novello, Monforte e Vezza d’Alba; proprio quest’ultima località, nel Roero, ha recentemente attirato sempre più l’interesse dell’azienda che in località Valmaggiore ha acquistato gli ultimi tre ettari di terreni. “Abbiamo deciso di investire in questa zona vocata a Nebbiolo perché mio papà voleva un vino diverso, più morbido, meno da invecchiamento e qui abbiamo trovato le condizioni ottimali”, puntualizza Alberto.
Gli investimenti sono costanti non solo in vigna, dove il lavoro è attento e scrupoloso, ma anche nella sede, che è stata ampliata e rinnovata nel 2014 e dove al piano terra e nel sotterraneo trovano collocazione le vasche in acciaio, le barrique e le grandi
botti in rovere francese, oltre che tutta l’attrezzatura utile all’imbottigliamento e allo stoccaggio dei vini. Al primo piano ci sono, invece, la sala degustazione per accogliere clienti e turisti, gli uffici amministrativi e un terrazzo panoramico con vista mozzafiato sul castello.
In uno scenario da favola, immersi nei vigneti, quasi ci si dimentica che anche qui si fanno sentire gli effetti dei cambiamenti climatici, molto evidenti anche in questo anomalo mese di febbraio con la terra polverosa a causa di un apporto idrico che stenta ad arrivare, mettendo in serio allarme i produttori.
“Considerate le ultime annate particolarmente siccitose, l’idea di irrigare le vigne è forse la più spontanea, ma anche quella meno fattibile per tante ragioni, fra tutte la poca disponibilità di fonti di acqua a cui attingere e la vastità del territorio coinvolto – sottolinea Alberto Grimaldi -. Certo, servono comunque soluzioni alternative per difendersi da un clima caratterizzato da precipitazioni sempre più scarse, fenomeni estremi e temperature in costante rialzo. Lo scorso mese di agosto quando abbiamo iniziato a vendemmiare temevamo di non riuscire ad ottenere un buon raccolto, ma alla fine siamo riusciti a portare in cantina uve con meno resa, ma alta qualità. La nostra arma vincente. Siamo però molto preoccupati per la prossima annata se non dovessero cambiare le cose”. E di soluzioni concrete e percorribili occorre trovarne presto se non si
vuole che il vino, “locomotiva” dell’export tricolore con un valore in forte crescita prossimo a 8 miliardi di euro nel 2022 e una delle prime voci delle esportazioni cuneesi, sia costretto a ridimensionare i propri progetti di espansione con inevitabili ricadute di immagine su un territorio che, nel caso della provincia di Cuneo, dal riconoscimento Unesco in avanti si sta proponendo in tutto il suo splendore agli occhi del mondo.
DAL 16 AL 19 MARZO TORNA IL MAG
VETRINA PER LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
di Anna Pellegrino
Èin arrivo il MAG, Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola che inaugura la quarantesima edizione, un ingresso negli “anta” che segna la raggiunta maturità di uno dei più importanti eventi fieristici di settore del Nord-Ovest. L’appuntamento è da giovedì 16 a domenica 19 marzo presso l’Area fieristica di via Alba a Savigliano. Dopo l’inaugurazione prevista per giovedì 16 marzo alle ore 11, il MAG 2023 resterà visitabile fino a domenica 19 marzo tutti i giorni dalle ore 9 alle 19. L’ingresso è libero. L’evento è organizzato dalla Fondazione Ente Manifestazioni (di cui
è socio fondatore anche la Confagricoltura di Cuneo) con i patrocini della Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e della Camera di Commercio di Cuneo. Per avere aggiornamenti e maggiori informazioni sull’evento è possibile telefonare allo 0172/712536 o consultare i siti Internet www.fierameccanizzazioneagricola.it e www. entemanifestazioni.com.
I numeri del MAG
Lo scorso anno sono stati oltre 60.000 i visitatori del MAG e, anche quest’anno, ci si aspetta un’ottima affluenza. Ad accogliere gli ospiti ci sarà un’area espositiva di
50.000 mq con 850 stand e un importante aumento del numero di espositori in tema di efficienza energetica, energie rinnovabili e tecnologia applicata all’agricoltura del padiglione coperto Ecotech. Già nelle settimane precedenti all’evento, sarà possibile trovare il MAGazine, sostitutivo del catalogo della Fiera, che presenterà nel dettaglio tutti gli appuntamenti.
Il Concorso Novità
Tecniche
Arrivano dalla provincia di
Cuneo, ma anche da altre 5 province italiane le aziende che hanno ottenuto i riconoscimenti del Concorso Novità Tecniche 2023, sul palco del Teatro Milanollo di Savigliano, in una serata loro dedicata. Quest’anno il numero è aumentato rispetto ai 7 premi del 2022: sono stati infatti consegnati riconoscimenti per 7 Novità e 5 Menzioni a 12 diversi costruttori di macchine agricole individuate dalla Commissione tecnica del concorso.
A farla da padrone è la provincia Granda, con 6 aziende premiate: Agricold di Bolla Srl di Torre San Giorgio, Ambrogio Sas di Villanova Solaro, B.M.V. Srl di Alba, Boffa Costruzioni Meccaniche Sas Wgreen Tecnology di Diano d’Alba, Bravo Srl di Savigliano e Fissore Snc di Cavallermaggiore.
La mostra celebrativa
Per festeggiare il compleanno della Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola, la Fondazione Ente Manifestazioni di concerto
con il Comune di Savigliano organizza una mostra celebrativa della manifestazione dal titolo “Scatti di MAG”, che sarà allestita all’interno dell’Ala Polifunzionale che si affaccia su Piazza del Popolo, primissima location della Fiera.
La mostra vuole raccontare attraverso i ricordi e gli scatti fotografici delle prime edizioni, il come eravamo… per passare al come siamo attraverso la visione di un video che racconta le recenti trasformazioni della manifestazione.
Il percorso prosegue con uno sguardo verso il futuro, lasciando spazio ai lavori degli alunni della scuola primaria che hanno immaginato le nuove forme dei macchinari agricoli. L’inaugurazione sarà martedì 14 marzo alle ore 10 presso l’Ala Polifunzionale di piazza del Popolo a Savigliano. L’esposizione sarà visitabile fino al 2 aprile.
Rispetto al 2022, è stato previsto un potenziamento del programma di eventi convegnistici pensati per il pubblico della fiera nel padiglione Agrimedia, realizzato con il contributo della Fondazione CRC. Ad aprire gli incontri, giovedì 16 marzo, alle 14, sarà Confagricoltura Cuneo con un convegno dal titolo “PAC del futuro o futuro
senza PAC? Una Politica agricola comune a misura delle imprese agricole cuneesi” (ne parliamo a pag. 5 e 7 di questo numero dell’Agricoltore cuneese). Gli incontri si susseguiranno nelle giornate di venerdì 17 marzo e sabato 18 marzo, per poi concludersi con l’ultimo appuntamento nel pomeriggio di domenica 19 marzo. Per maggiori informazioni, visitare www.fierameccanizzazioneagricola.it
L’evento organizzato lo scorso anno da Confagricoltura a Saviglianoinvia un fax allo +39 0171.1832154 ; invia una e-mail a: staff@autorivari.com spedisci in busta chiusa a: Autorivari C.so IV Novembre, 8 - 12100 - CUNEO
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