Fondamentale giugno 2021

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IL MICROSCOPIO

Cosa fanno i ricercatori raccogliendo e analizzando dati in modo oggettivo, rigoroso, verificabile e riproducibile. In oncologia, fare ricerca significa voler capire i meccanismi che portano una cellula normale a trasformarsi in una tumorale, utilzzando sempre nuovi approcci sperimentali (ricerca di base). Significa anche capire come contrastare l’insorgenza del cancro (prevenzione), identificare nuove modalità di diagnosi e approcci terapeutici (ricerca traslazionale e clinica) avendo come scopo ultimo la guarigione e la riduzione degli effetti collaterali dei trattamenti. Per diventare un ricercatore in oncologia occorre innanzitutto avere curiosità e creatività, rigorosamente disciplinate dallo studio; è quindi necessario aggiungere alla passione l’approfondimento e la perseveranza, accostandosi con grande umiltà al formidabile problema rappresentato dal cancro, ed essere molto pazienti nell’affrontare le difficoltà. È bene ricordare, citando Winston Churchill, che spesso Il successo si ottiene passando da una delusione a una sconfitta senza perdere l’entusiasmo. Occorre accettare le sfide, saper lavorare in team con altri ricercatori e confrontarsi con altri gruppi considerando che la ricerca è per definizione collaborativa e internazionale. Come si valutano poi i risultati di una determinata ricerca? Come si stabilisce che questa è “buona e uti-

le”? I risultati di ogni studio scientifico, per poter arrivare al letto del paziente, devono prima essere pubblicati su riviste specializzate, dopo un’accurata valutazione da parte di ricercatori competenti nel settore e privi di conflitti di interesse (tramite il processo noto come “peer review”). Tanto più importante e letta a livello mondiale è la rivista, tanto più rigorosa e selettiva è la valutazione. Un aspetto fondamentale è che i risultati di ogni pubblicazione devono essere riproducibili da chiunque voglia cimentarsi con lo stesso problema. Le pubblicazioni scientifiche di alto livello sono l’architrave su cui si fondano il progresso scientifico e le sue applicazioni nella vita quotidiana. In medicina gli articoli pubblicati nelle riviste più prestigiose sono, per esempio, la base sui cui si costruiscono le linee guida per un approccio razionale alle diverse malattie, si progettano nuovi studi clinici e si definiscono nuovi approcci terapeutici. Gli articoli pubblicati sono anche essenziali per la valutazione di nuovi progetti di ricerca, dove due sono gli elementi chiave considerati in fase di peer review: il valore intrinseco del progetto e la qualità del ricercatore che lo propone, desunta dalle sue pubblicazioni, che rappresentano una garanzia della fattibilità del progetto stesso. Come è facilmente comprensibile, ogni pubblicazione deriva da una mole di lavoro sperimentale in laboratorio e/o clinico a contatto con i pazienti e non può essere realizzata senza adeguati finanziamenti, che vanno debitamente indicati nell’articolo. Con orgoglio ricordiamo che i ricercatori sostenuti da AIRC hanno pubblicato nel solo 2020 oltre 2.200 articoli scientifici su riviste censite nel Web of Science, il maggiore database al mondo di pubblicazioni riconosciute come di valore.

Curiosità e creatività sono indispensabili per fare ricerca

Federico Caligaris Cappio Direttore scientifico AIRC

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all’inizio della pandemia di Covid-19 si parla molto di ricerca, spesso senza sapere cosa realmente significhi essere “ricercatore o ricercatrice”. Il termine definisce una persona che “fa ricerca”, cioè lavora allo scopo di estendere e approfondire le conoscenze, ponendosi delle domande e cercando le risposte attraverso il metodo scientifico. Ciò equivale a voler scoprire, interpretare, revisionare fatti, eventi, teorie, 30 | FONDAMENTALE | GIUGNO 2021


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