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Thomas Baumgartner Anita

Thomas Baumgartner

Anita

L’impatto legato al lockdown per il settore è stato negativo e non ha risparmiato nessuno. Lo vivono oggi sulla propria pelle non solo le imprese che hanno chiuso per due mesi, ma anche quelle che sono rimaste aperte. Non solo le piccole imprese, ma anche quelle più grandi.

Chi durante il lockdown è rimasto operativo lo ha fatto dimenandosi tra le mille diffi coltà imposte dalle misure anti-Covid, dentro e fuori dall’Italia, al punto che sarebbe stato anche più economico, in alcuni casi, chiudere l’azienda.

Un conto salato per le nostre imprese: cali di fatturato di almeno il 50%, che arrivano quasi al 100% per quelle specializzate nell’automotive, diffi coltà a incassare le fatture, costi fi ssi incomprimibili, extra costi per i ritorni a vuoto, per l’attuazione dei Protocolli di sicurezza sul lavoro e per le lunghe attese alle frontiere.

Tra i provvedimenti adottati dal Governo a favore delle imprese, i più effi caci sono stati sicuramente il contributo per la perdita di fatturato e la misura Irap di giugno previste nel Decreto Rilancio, perché attutiscono la sofferenza di liquidità delle Pmi. Lamentiamo però, nei provvedimenti del Governo, la sostanziale assenza di misure per le imprese di autotrasporto più grandi e di interventi specifi ci per il settore. Due grossi errori, forse dettati da una sottovalutazione dei danni subiti dalle imprese dell’autotrasporto merci e della logistica che, vorrei ricordare, hanno mantenuto in vita l’intero sistema economico e credo che il Governo non debba dimenticarsene.

Per favorire una ripresa del settore pensiamo a un ristoro delle perdite economiche di più ampia portata, all’abolizione dell’Imu sugli immobili industriali e di logistica. Ma anche a misure strutturali, come il taglio del cuneo fi scale e la decontribuzione degli oneri sociali per i conducenti nei trasporti internazionali, che diano la possibilità alle

nostre imprese di recuperare le quote di mercato perse in questi anni a favore dei vettori dell’Est, che godono di un costo del lavoro molto inferiore.

Vorremmo anche misure per aumentare la produttività. Tra queste un’azione decisa per la cessazione dei numerosi divieti che il Tirolo ha imposto sul traffi co stradale di merci al Brennero, provocando un aumento dei costi per le nostre imprese e una minore competitività dei prodotti italiani. Venute meno queste limitazioni, l’export italiano verso i mercati europei ne trarrà un enorme benefi cio.

Andrebbe eliminato anche il calendario italiano sui divieti di circolazione per i mezzi pesanti, magari sostituito da altre misure che permettano di soddisfare le esigenze di sicurezza stradale, possibilmente in un quadro armonizzato a livello europeo.

Altri vincoli dovrebbero essere rimossi per rendere possibile in Italia la circolazione di sistemi innovativi come il Progetto 18, con complessi veicolari più lunghi, o l’Ecocombi, che permette di trasportare su 2 mezzi la merce di 3. Misure che consentirebbero più effi cienza, minore congestione stradale e un più contenuto impatto ambientale.

Il Governo deve iniziare a considerare la mobilità delle merci una priorità al pari di quella dei passeggeri.

Le scelte del Governo saranno dirimenti sul futuro che ci attende.

L’autotrasporto merci e la logistica hanno dimostrato durante la pandemia quanto siano indispensabili al Paese e sarebbe sciocco non investire sulla loro competitività, su cui fa perno il successo dell’industria manifatturiera italiana.

Certo è che una forte incertezza grava sul futuro e sono convinto che si debba lavorare per creare un sistema di mobilità delle merci il più possibile resiliente ai mutamenti di scenario imprevisti. In futuro, la fi liera logistica potrebbe cambiare sulla scorta di nuovi assetti nelle relazioni geo-economiche tra i Paesi e delle catene di approvvigionamento, anche per effetto di fenomeni di re-shoring, di nuovi modelli di consumo.

La sforzo comune, tra parti economiche e sociali e istituzioni, dovrà essere quello di fare scelte strategiche per il Paese, agendo costantemente nell’ottica di rendere più grandi e più forti le imprese italiane di autotrasporto e logistica.

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