4 minute read

Presidente ConfcommercioCarlo Sangalli

Carlo Sangalli

Presidente Confcommercio

Nato a Porlezza (Como), Nato a Porlezza (Como), Carlo Sangalli Carlo Sangalli è presidente di Confcommerè presidente di Confcommer- cio dal febbraio 2006 e nel marzo del 2015 è stato riconfermato per acclamazione. Tra le sue molte altre cariche anche quella di Presidente della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi e di Unioncamere.

In questi mesi, la valenza strategica del comparto si è palesata in maniera chiara sotto gli occhi dell’intero Paese. Qual è stato, nel complesso, l’impatto sul settore determinato dal lockdown?

Tutto il nostro comparto sta vivendo una crisi inedita di estrema gravità. Solo nei mesi di marzo e aprile la perdita di fatturato dell’autotrasporto è stata di quasi 2 miliardi e molte imprese sono rimaste senza liquidità. Per i porti si prevede, tra maggio e luglio, un crollo di circa la metà delle movimentazioni e dei container. I ricavi del settore traghetti si sono ridotti di 50 volte. È una situazione economicamente insopportabile. Le perdite complessive stimate per il 2020, per tutto il settore della logistica e dei trasporti, rischiano di arrivare fi no a 28 miliardi di euro. In questo contesto drammatico va comunque sottolineato come il comparto delle merci abbia continuato a lavorare, spesso anche in perdita, per assicurare gli approvvigionamenti di beni essenziali, garantendo così la normalità del Paese.

Nei vari provvedimenti adottati in questi mesi dal Governo sono state diverse le misure adottate a favore del comparto della logistica. Quali, ritiene, sono state più effi caci?

Nel quadro dei settori più colpiti dalla crisi, il passaggio più rilevante è stato l’inserimento di tutto il comparto dei trasporti, passeggeri e merci, tra i benefi ciari delle specifi che sospensioni di versamenti fi scali e contributivi. Positive, anche, le diverse deroghe e proroghe di termini, adottate in Italia e riconosciute in Europa, per garantire la continuità delle attività durante l’emergenza. E certamente positiva, nel settore marittimo, la di

sapplicazione della tassa di ancoraggio. Anche se, per la verità, si sarebbe dovuta prevedere per un periodo più ampio estendendola a tutte le altre tasse pagate nei porti nazionali da navi e imprese logistiche.

Le questioni aperte sono ancora molte. Quali, a suo giudizio, i provvedimenti più urgenti da adottare per favorire la ripresa del comparto a favore dell’intero Paese?

La priorità è garantire la liquidità necessaria alla vita delle imprese attraverso procedure più semplici e rapide per far arrivare subito alle imprese le risorse mobilitate tramite il sistema bancario. E questo vale anche per gli interventi a supporto dei lavoratori del settore: cassa integrazione e fondi di solidarietà.

Per l’autotrasporto serve un rispetto dei tempi di pagamento più puntuale, ma anche effi caci norme contro la concorrenza sleale e l’abrogazione – o quanto meno il sensibile alleggerimento – del calendario dei divieti di circolazione. Inoltre, occorre un approccio integrato per le politiche sui trasporti e sul turismo potenziando infrastrutture, accessibilità urbana e servizi di mobilità per rispondere alle esigenze del turismo e favorire una migliore fruizione del patrimonio storico, culturale e naturale del Paese.

Ma quello che preoccupa particolarmente è che ci sono comparti che sono stati completamente ignorati dalle misure governative…

A cosa si riferisce?

Mi riferisco all’economia del mare, ai collegamenti marittimi con le isole, che hanno particolarmente sofferto per il fermo della mobilità delle persone e del turismo. Così come anche il settore delle crociere che deve ripartire al più presto. Ricordo che la Blue economy – porti, logistica, settore marittimo – in Italia vale quasi 50 miliardi di euro, più del 3% del Pil, con 900mila occupati. La risorsa mare è un potente volano della ripresa, ma per sfruttarlo appieno occorre un grande e concreto progetto di rilancio, partendo proprio dalle fi liere dei trasporti e del turismo che hanno in Confcommercio la naturale casa comune.

Nello scenario post Covid-19, quale sarà il ruolo della logistica? Quali i cambiamenti a cui assisteremo nei prossimi mesi e anni a livello interno ed internazionale?

Durante l’emergenza, i trasporti e la logistica hanno confermato la propria valenza strategica, dimostrando che non ci può essere sviluppo senza mobilità e non ci può essere impresa senza accessibilità. Per questo l’Italia deve fare presto per riconquistare le condizioni di piena operatività ed effi cienza di queste fi liere. Con i nostri defi cit strutturali non possiamo permetterci di perdere altro terreno rispetto ai nostri concorrenti internazionali. È fondamentale che sia ripristinato pienamente il principio della libertà di circolazione in Europa, senza chiusure, divieti o discriminazioni. Da questo punto di vista sono fi ducioso che quanto accaduto in Italia e in Europa, nei periodi più critici dell’emergenza, abbia accresciuto nelle istituzioni, e tra i cittadini, la percezione del ruolo del sistema dei trasporti e della logistica.

This article is from: