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Assaer oporti Fulvio Cavalleri

Fulvio Cavalleri

Assaeroporti

Il settore del trasporto aereo è stato quello più colpito dalla crisi innescata dal Covid-19. Secondo i dati di Assaeroporti, il sistema aeroportuale nazionale ha perso in tre mesi 45 milioni di passeggeri rispetto al 2019: 12 milioni a marzo, 16 milioni ad aprile e 17 milioni a maggio. Il peggior calo di sempre. E la situazione non è stata migliore per l’air cargo, che comunque ha benefi ciato del trasporto di materiale sanitario. Nel solo mese di aprile il trasporto merci via aerea ha fatto registrare un calo di oltre il 50% mentre nei primi quattro mesi dell’anno il calo si è attestato al -22,9%. “La chiusura ha determinato una riduzione di tutte le attività, con una perdita economica stimata in un miliardo e 600 milioni di euro – ha affermato Fulvio Cavalleri, vice presidente vicario dell’associazione –. Su 10mila dipendenti del settore in Italia, il 97% è stato messo in cassa integrazione”.

A favore del settore aereo è stato previsto un fondo con una dotazione di 130 milioni di euro per il 2020 per i danni subiti dagli operatori nazionali. Cosa è stato fatto invece per gli operatori aeroportuali?

I provvedimenti fi nora adottati dal Governo per far fronte alla crisi derivata dall’emergenza sanitaria hanno completamente trascurato i gestori aeroportuali e siamo quindi preoccupati per un autunno che si avvicina a grandi passi. Vorrei però sottolineare che gli aeroporti sono luoghi sicuri dal punto di vista delle salute con tutte le misure che stiamo adottando, come la misurazione della temperatura, il transito nell’aerostazione con mascherina e guanti, percorsi differenti previsti per chi va e chi viene e una sanifi cazione interna uguale a quella degli ospedali.

Quali sono le misure che dovrebbero essere prese per favorire la ripresa del settore?

Innanzitutto, ci dovrebbe essere un’omogeneità di normative europee, sulla base di quanto previsto dell’Easa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea.

In secondo luogo, abbiamo chiesto un fondo che ristori delle spese sostenute in questo periodo di emergenza; servirebbero almeno 400 milioni a favore del settore per consentire di essere compensati dei danni subiti. Terzo, è necessario avere la possibilità di rimodulare i piani di investimenti, anche nel settore cargo, che erano stati previsti dai vari aeroporti. Questa frenata repentina dei fl ussi rischia infatti di mettere a repentaglio l’equilibrio economico fi nanziario delle società di gestione. Infi ne, io credo che dovrebbe essere stilato un piano nazionale dei trasporti; la logistica ha un valore sempre più importante e quindi è necessario che le varie forme di mobilità siano sempre più coordinate per poter facilitare anche lo sviluppo dell’air cargo che per noi è molto importante. Ricordiamo infatti che il cargo aereo sviluppa lo 0,4% delle merci in termini di quantità, ma il 25% in termini di valore.

Come vede lo sviluppo del cargo aereo dopo quest’emergenza?

Credo che ci sarà un cambiamento che non necessariamente sarà negativo e che dipenderà in larga misura dall’e-commerce. Quello degli acquisti on line è un settore che avrà uno sviluppo ancora maggiore: se prima in aereo viaggiavano solo merci di grande valore in un prossimo futuro saranno le merci di grandi volumi che consentiranno, attraverso l’e-commerce, di riempire questi grandi aerei full cargo per portare la merce il più rapidamente possibile in giro per il mondo. Credo quindi che proprio la modifi ca delle abitudini delle persone a servirsi sempre più dell’e-commerce favorirà una ripresa del cargo aereo.

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