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MercitaliaMarco Gosso
Marco Gosso
Mercitalia
Anche il Polo Mercitalia (Gruppo FS Italiane), con tutte le sue società, nel periodo della massima emergenza Covid-19 è stato in prima linea per far in modo che alcuni dei servizi essenziali non subissero interruzioni. “Lo abbiamo fatto con grande senso di responsabilità e attuando tutte le prescrizioni previste dalle disposizioni del Governo e del Gruppo FS, in modo che i nostri dipendenti potessero svolgere il loro lavoro con la massima sicurezza”, spiega Marco Gosso, amministratore delegato di Mercitalia Logistics, la holding merci del Gruppo FS Italiane.
Qual è stato, nel complesso, l’impatto legato al lockdown per Mercitalia?
Nella fase di emergenza Mercitalia ha trasportato tantissimi prodotti alimentari che poi sono fi niti sulle nostre tavole. Inoltre, abbiamo contribuito a fare in modo che il nostro Esercito e le nostre Forze dell’ordine potessero ricevere i materiali ed i mezzi di cui necessitavano per supportare al meglio i cittadini durante la fase emergenziale. Ovviamente questa fase ha avuto un impatto diverso sulle diverse attività che Mercitalia svolge. Alcune (poche) hanno avuto un incremento, la maggior parte, invece, ha registrato una forte fl essione. Inoltre, l’effettuazione delle attività durante la fase emergenziale ha comportato un incremento dei costi operativi che abbiamo dovuto sostenere e ciò ha avuto un impatto importante sulla nostra “bottom line”. Nel complesso, la contrazione dei volumi di attività che abbiamo registrato nei mesi “caldi” dell’emergenza Coronavirus è stata del -20% a marzo, del -35% ad aprile e del -10% a maggio. Inoltre, poiché circa il 50% del nostro volume d’affari deriva da attività internazionali, le ripercussioni che l’emergenza Coronavirus ha avuto sui volumi di attività che abbiamo svolto sono state anche mol
to condizionate dalle diverse tempistiche di diffusione dei contagi e dalle diverse modalità di contenimento adottate dai Paesi in cui operiamo.
Come stava andando il settore prima dell’emergenza Covid-19?
Il primo bimestre 2020 è andato in linea con le nostre attese. Alla fi ne del 2019 avevamo predisposto un budget per il 2020 che avrebbe dovuto condurci alla piena sostenibilità operativa. Nei primi due mesi dell’anno eravamo in linea con il budget sia in termini di volumi di attività svolta che di marginalità. Poi nei 10 giorni trascorsi tra l’11 marzo ed il 25 marzo è cambiato tutto. Le conseguenze per le nostre attività scaturite dalla messa in pratica in Italia dei DPCM 64 e 65 hanno letteralmente modifi cato le modalità e le regole con cui ci siamo trovati ad operare. Questo ci ha fatto deviare dal percorso che avevamo immaginato di percorre e che fi no a quel momento stavamo percorrendo.
Quali sono a suo avviso le misure più urgenti da prendere per favorire la ripresa del settore?
Innanzitutto, sarebbe importante che le misure contenute nel DL Rilancio diventassero strutturali, in modo da favorire e accompagnare la ripartenza delle attività nel prossimo futuro. Inoltre, sarebbe importante che il Governo sostenesse le imprese del settore trasporto merci e logistica con misure volte sia a proteggere la liquidità delle imprese, che rappresenta forse oggi la maggior criticità, sia a ridurre il cuneo fi scale gravante sul loro costo del lavoro. Per quanto riguarda la liquidità, sarebbe importante che venissero introdotte misure che consentano alle imprese di incassare una percentuale signifi cativa delle fatture non pagate dai propri committenti attraverso un’operazione di factoring effettuata su scala nazionale. Si creerebbero così le condizioni necessarie per evitare che il sistema logistico del nostro Paese “salti per aria”.
Nello scenario post-Covid quale sarà il ruolo del trasporto intermodale?
Ritengo che nei prossimi mesi le imprese cercheranno di accorciare progressivamente il raggio di azione delle loro supply-chain, facendo in modo che i modelli produttivo-distributivi che utilizzeranno in futuro saranno meno globali e più regionali. Inoltre, le politiche di governo dei sistemi di trasporto delle merci che verranno messe in atto dai principali Paesi europei (ma soprattutto dall’Italia, il Paese che - sotto questo aspetto - parte da più indietro di tutti) avranno, tra i principali obiettivi, quello di riequilibrare lo split modale, dando maggior rilevanza alla modalità ferroviaria per il trasporto delle merci sulle medie e lunghe distanze.
Ciò farà sì che il trasporto merci ferroviario, in generale, ed il TC, più in particolare, assumeranno un ruolo e una valenza sempre maggiori. Per operatori come il Polo Mercitalia, che da sempre cerca di offrire al mercato soluzioni integrate di trasporto merci e logistica che valorizzino la modalità ferroviaria, lo scenario descritto rappresenta -indubbiamente- una grande opportunità di sviluppo.
Ennio Cascetta
RAM
“Oserei defi nire la logistica e gli operatori del comparto gli ‘altri eroi nazionali’ della pandemia Covid-19 nel nostro Paese, immediatamente a ridosso del settore e del personale sanitario.
L’emergenza ha dimostrato che in Italia esiste un settore logistico che si mette in gioco e che è pronto a raccogliere le sfi de”. È quanto afferma Ennio Cascetta, amministratore unico di RAM – Logistica, Infrastrutture e Trasporti, società in house del ministero dei Trasporti, sottolineando i punti di forza della logistica e dei trasporti durante l’emergenza Covid-19.
Quali sono state invece le fragilità del settore?
Esiste una debolezza strutturale del mercato, caratterizzato da una sostanziale iper-frammentazione degli attori che non permette economie di scala e load factor suffi cienti a resistere a shock economici, comportando crisi di liquidità alle imprese. Inoltre, le merci italiane e per l’Italia, seconda manifattura d’Europa, le trasportano gli altri e i centri decisionali di settore sono in buona parte esteri. Contestualmente, non avendo un regime di servizi minimi essenziali per il comparto merci a livello nazionale, e nessun meccanismo di supporto economico e fi nanziario a ciò dedicato, direi che siamo stati fortunati a vedere recapitati i beni alimentari e farmaceutici nei supermercati e nelle farmacie.
Cosa potremmo fare per rendere i trasporti più resilienti?
L’aspetto chiave riguarda l’inclusione della resilienza quale strategia aggiuntiva per il sistema dei trasporti, in modo da poter affrontare sistematicamente qualsiasi tipologia di shock, infrastrutturale, informatico, sanitario o economico che sia. Pianifi care resiliente signifi ca defi nire
un livello di servizio minimo sulle infrastrutture del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT), in grado di realizzare una rete di infrastrutture e servizi di competenza nazionale che garantiscano i collegamenti fra le diverse aree del Paese e con l’estero, anche in presenza, o a seguito, di crisi purtroppo non escludibili nel futuro. Il rischio concreto, in periodi di crisi, è che i gestori infrastrutturali e i vettori lungo la rete SNIT non siano in grado di garantire servizi minimi a causa della non redditività degli stessi per cali di domanda.
Occorre quindi adottare un approccio teso a garantire un servizio minimo irrinunciabile per la mobilità delle merci che attivi interventi di sostegno economico laddove necessario, lasciando invece alle dinamiche di mercato la auto-regolazione del sistema in condizioni ordinarie.
Quali misure potrebbero essere adottate?
Si potrebbe istituire un meccanismo automatico di sovvenzioni a fondo perduto sul modello dei contratti di servizio per SIEG (Servizi di Interesse Economico Generale), in caso di accertata urgenza. Si eviterebbero in questo modo le nazionalizzazioni, mantenendo al tempo stesso la dimostrata efficienza del mercato e la garanzia di servizi strategici per il Paese.
Al contempo, penso che si potrebbero revisionare senza rivoluzionare alcuni meccanismi di finanziamento già ad oggi in vigore, come Marebonus, Ferrobonus, Sconto Traccia, incentivi per gli investimenti degli autotrasportatori etc. Rappresentano strumenti utili e apprezzati dagli operatori, finalizzati a sostenere investimenti per il rinnovo del parco mezzi e per l’intermodalità. Ma ritengo necessario, ancora di più in questo momento, puntare sulla semplificazione dei processi amministrativi di approvazione ed erogazione, consentendo alle amministrazioni di erogare su semplice richiesta autocertificata gli incentivi programmati, anticipando quindi almeno quota parte i contributi.
Nello scenario post Covid-19, quale potrebbe essere il ruolo della gomma?
La gomma è e resterà la modalità fondamentale di trasporto merci a medio e corto raggio a livello domestico ed europeo. Probabilmente, il ferro potrebbe guadagnare delle quote di mercato nelle relazioni Italia-Europa, senza tuttavia rivoluzionare il riparto modale con i nostri principali partner economici. Controbilanciato da un più che proporzionale aumento della logistica di corto raggio e della city logistics a fronte di un aumento preventivabile degli acquisti on-line dei cittadini.
Parimenti, il fattore umano è fondamentale per garantire competitività del settore, tenuto conto che l’innovazione non coinvolge solo i mezzi e le tecnologie in uso, ma anche i comportamenti degli operatori.