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Guido Ottolenghi Coordinatore Gruppo Tecnico Logistica

Guido Ottolenghi

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Guido Ottolenghi, 54 anni, è stato riconfermato alla guida del GrupGuido Ottolenghi, 54 anni, è stato riconfermato alla guida del Gruppo Tecnico di Confi ndustria Logistica, Trasporti ed Economia del Mare. Vanta una lunga esperienza manageriale nel settore e si dice, sostanzialmente, ottimista sulle prospettive di ripresa del comparto e più in generale del Paese. “Mi piace pensare che, nonostante tutte le diffi coltà, la nostra economia e quella mondiale recupereranno, e anche in fretta”, afferma fi ducioso.

Il lockdown e, in generale, l’emergenza hanno fatto capire a tutti il valore strategico della logistica...

In questi mesi l’imprenditore e il cittadino comune, che erano abituati a ricevere, spedire, ritirare e acquistare la merce senza farsi troppe domande, hanno avuto modo di comprendere quanto sia complesso il sistema logistico nel suo insieme. Un sistema che ha dato prova di straordinaria effi cienza in un contesto complicato. Non possiamo che prenderne atto con soddisfazione. Però, contemporaneamente, il settore ha sofferto e soffre ancora, in tutte le sue modalità di trasporto, da quello marittimo a quello stradale passando per quello aeroportuale”.

E per soccorrerlo, per aiutarlo, cosa è urgente fare?

Questi sono i momenti tipici in cui si scatena l’istinto all’assistenzialismo. Attenzione. Sostegni a pioggia con il rischio di bloccare le dinamiche competitive del settore diventano un rischio, peraltro piuttosto ricorrente nel nostro Paese. Occorre aiutare le imprese, agevolarle all’interno di un sistema di aiuti e di sostegno alla liquidità che premi però solo le aziende che al 31 dicembre 2019 erano in una situazione di effi cienza. Agire così a benefi cio anche di quelle che erano già in sofferenza può rappresentare un danno per l’intero sistema, non favorisce di certo la crescita. Altro

concetto di base: è fondamentale rendere più facile l’attività d’impresa, occorre riflettere con attenzione su quali sono le norme che complicano la vita degli imprenditori senza apportare alcun beneficio alla collettività.

Il sistema logistico paga a caro prezzo l’inadeguatezza infrastrutturale del nostro Paese. Si dice che la ripartenza non possa che passare da un grande piano di investimenti in grado di colmare questo deficit.

Il processo di modernizzazione era già in atto prima dell’emergenza e, a questo punto, nutro la speranza che i fatti di questi mesi contribuiscano a incentivarlo. È comunque un processo lungo che non può essere condizionato dalle emergenze, come invece talvolta accade. Oggi sull’onda emotiva magari si fa una galleria in più, si cambiano continuamente i progetti. Meglio guardare a piani di lungo periodo e attuarli.

Qual è l’elemento che, sul fronte delle abitudini e dei consumi, e quindi della logistica, in questi mesi ha segnato un punto di svolta?

Direi, senza dubbio, l’esplosione del commercio on-line. Il consumatore medio ha imparato in fretta una modalità, da molti ancora non praticata. Certamente ci sarà il ritorno all’acquisto in negozio, però l’abitudine dell’e-commerce è ormai acquisita.

Il futuro?

Non mi spaventa, sono tendenzialmente ottimista. Per il nostro comparto, per il Paese. Si dice, si legge: dobbiamo ripartire come fossimo nel dopoguerra. Ritengo che questa metafora non sia appropriata. Da una guerra un Paese esce materialmente distrutto, devastato. Così, per fortuna, non è. L’Italia è rimasta in piedi, non deve essere ricostruita. Di certo non potremo recuperare la ricchezza persa in questi mesi, ma penso che già entro la fine dell’anno torneremo su livelli non distanti da quelli precedenti l’inizio dell’emergenza. Ne sono sicuro sul fronte delle merci. Certamente la strada sarà più lunga per quanto riguarda il trasporto delle persone. Penso ai traghetti, alle navi da crociera. Lì indubbiamente ci vorrà più tempo.

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