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Presidente CNADaniele Vaccarino
Daniele Vaccarino Presidente CNA
Daniele Vaccarino, classe 1954, imprenditore metalmeccanico piemontese, è il presidente nazionale di CNA, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. È stato eletto per la prima volta alla presidenza nel dicembre 2013 e poi riconfermato nel 2017 per un altro quadriennio.
L’emergenza e il conseguente lockdown hanno messo a dura prova il comparto della logistica, che, tra le diffi coltà, ha retto. Ma a quale prezzo?
Il lockdown ha impattato enormemente sia sulle attività organizzative e gestionali delle merci, sia sull’attività dell’autotrasporto. Notevoli diffi coltà sono state registrate nella gestione dei magazzini in termini di disponibilità della merce, soprattutto quella proveniente dall’Asia. Container e altri tipi di cargo erano bloccati nei Paesi di provenienza e, successivamente, fermi nei porti e nei depositi aereoportuali. Conseguentemente è stato rallentato, se non interrotto, il fl usso di consegna della merce. Dai primi giorni del mese di marzo fi no alla fi ne del periodo del lockdown, le imprese di autotrasporto che lavoravano esclusivamente per le attività a cui era stato sospeso il ciclo produttivo, da cui dipende il 60% della merce trasportata su strada, hanno avuto i mezzi completamente fermi.
E le altre?
Le restanti, collegate a settori quali alimentari, farmaci o altri generi di prima necessità, hanno lavorato anche di più, ma con un peggiore risultato economico per la carenza dei viaggi di ritorno.
Più in generale, non è giunto il momento di riconoscere alla logistica un ruolo “strategico” per lo sviluppo del Paese?
È da tempo che sosteniamo il ruolo fondamentale dell’autotrasporto e della logistica. Il dramma di questa emergenza sanitaria lo ha reso eclatante: senza autotrasportatori non sarebbero arrivati medicinali, alimenti e altri generi necessari per la comunità e le attività produttive ancora in funzione.
Quali sono state, a suo giudizio, le misure più effi caci varate dal Governo a sostegno del comparto?
Più che parlare delle misure a favore parlerei prima di tutto di quelle che non hanno risolto, o addirittura hanno appesantito i problemi. In cima alla lista senz’altro c’è la drammatica carenza di liquidità, che non è stata risolta dai provvedimenti adottati. A ciò si aggiunge l’appesantimento degli oneri burocratici. Positivi, invece, il posticipo di imposte e contributi, il credito di imposta sulle locazioni e il contributo a fondo perduto, purché i tempi di erogazione vengano decisamente accelerati.
E ora cosa occorre fare per favorire la ripresa del comparto a favore dell’intero Paese?
Per rispondere a questa domanda non basterebbe l’intero spazio riservato all’intervista. In sintesi, possiamo rilevare che sono prioritari i grandi investimenti in infrastrutture e la messa in sicurezza di quelle esistenti. Sono indispensabili, inoltre, un drastico snellimento della burocrazia, una graduale riduzione della tassazione e sostegni mirati alle micro imprese dell’autotrasporto che garantiscono la funzionalità del nostro Paese.
Nello scenario post Covid-19, cosa dovrà cambiare per rendere competitivo il nostro sistema logistico?
È fondamentale che vengano superate le attuali diseconomie. Solo un sistema di gestione delle merci effi ciente e veloce, senza colli di bottiglia, potrà contribuire al ritorno alla normalità e a nuove opportunità per l’Italia.
Quali rischi e quali opportunità si prospettano in tempi così incerti?
Questo periodo di pandemia ha fatto emergere grandi criticità. Dalla fragilità del nostro sistema produttivo, che è signifi cativamente tributario di altri Paesi, alla insuffi ciente rete logistica non mancano i nodi cui mettere mano. Dobbiamo saper sfruttare al meglio le grandi potenzialità italiane, che sono nel Dna del Made in Italy, autentiche eccellenze mondiali.