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Maurizio Longo TrasportoUnito
Durante il lockdown chi ha operato nel corto raggio ha avuto proDurante il lockdown chi ha operato nel corto raggio ha avuto pro- blemi a soddisfare la domanda di trasporto. Chi invece era impegnato nelle lunghe percorrenze ha sofferto in maniera molto forte. Da parte loro infatti non c’era la possibilità di fare le triangolazioni, di bilanciare i carichi. Alcune aziende sono state costrette ai viaggi a vuoto che sono aumentati più del doppio con inevitabili ricadute sul fronte fi nanziario. Nonostante tutto c’è chi ha continuato a operare per dare risposte ai clienti, per onorare contratti e impegni assunti, per mantenere in piedi il sistema dei trasporti. Altri invece hanno interrotto l’attività. E adesso con il sistema di erogazione dei contributi a fondo perduto, così come previsto dal Decreto Rilancio, si è palesata una contraddizione di fondo. Vanno a chi ha subito un calo del fatturato di almeno un terzo. Attenzione, però. Ci sono imprese che hanno lavorato magari confermando i fatturati dello stesso periodo dell’anno precedente ma dopo aver sostenuto ben altri costi. Per fortuna che in soccorso è arrivato il calo del prezzo dei carburanti, davvero l’unica nota positiva di questo periodo.
Sul fronte delle misure di sostegno, occorre intervenire sull’attuale strutturazione degli incentivi a favore dell’intermodalità. Per il Ferrobonus il criterio di assegnazione dei contributi non può essere quello basato sugli anni precedenti, visto che in questo periodo il trasferimento delle merci via treno è stato inferiore, inevitabilmente. Così facendo, molte imprese rischiano di non poterne benefi ciare. Per il Marebonus, il 95% dell’erogato deve essere destinato agli autotrasportatori e non agli armatori. E comunque, al di là di ogni provvedimento governativo, le aziende ripartono se riparte il sistema-Paese nel suo complesso. Oggi l’offerta di lavoro supera la domanda, questo è il primo problema.
Oltre alla questione dei tempi di pagamento, sul tappeto c’è una
serie di problemi di carattere normativo legati alla relazione con la committenza. Per esempio, occorre defi nire i tempi di attesa di carico e scarico. Poi potenziare i rapporti contrattuali in forma scritta come gli accordi di settore con il coinvolgimento del Ministero che ora non è previsto, penso per esempio al caso del trasporto dei container. Non parliamo quindi semplicemente di tariffe ma anche di condizioni di lavoro. E non dimentichiamo il problema dei conducenti che scarseggiano e i ritardi per le revisioni.
Una nostra proposta: accorciare i tempi per il rimborso delle accise, passando da un sistema trimestrale a bimestrale. Sarebbe un aiuto alle imprese. E ancora: chiediamo l’abbattimento dei contributi a carico delle aziende di autotrasporto che operano almeno 100 giorni all’estero. La novità era stata introdotta a livello sperimentale nel 2016-2018: quella norma va ripristinata. Un’altra misura utile sarebbe il riconoscimento di un abbattimento degli oneri nel caso in cui l’impresa di autotrasporto riuscisse a non licenziare dipendenti fi no al 31 dicembre 2021.
Questi mesi diffi cili hanno palesato la necessità che il sistema dell’autotrasporto in generale vada ripensato partendo dai modelli organizzativi attraverso l’introduzione di nuove disposizioni di legge. Le imprese non sono tutte uguali. Un conto sono quelle medio-grandi, un altro le mono-veicolari. Le une e le altre, necessariamente, hanno bisogno di strumenti di sostegno diversi, non è più possibile immaginare di stare tutti dentro le stesse normative.