Voci - Numero 1 Anno 1 - Amnesty International in Sicilia

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MONDO STORIA

L’INCOGNITA ISIS CHE COSA NON SI RIESCE O NON SI VUOLE CAPIRE (O SI OCCULTA) SULL’ISIS, SULLA SUA GUERRA, SUL SUO INCREDIBILE CALIFFATO L’ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham), spesso abbreviato in IS, è un “ordinamento giuridico islamista”, non riconosciuto ma resistente ed offensivo per forza propria, di cui i media e i commentatori presumono di sapere tutto (organizzazione, propositi, fini, tattiche, operazioni militari) mentre è più vero che − per motivi che qui si tenterà di mettere il luce − tanto se ne è turbati quanto invero se ne ignorano o se ne occultano le verità. Il giudizio che trova tutti concordi in Occidente è che si tratta di un’entità assimilabile a un demone inaspettato che ha fatto irruzione nella contemporaneità , a sfida di ogni idea di ragione e di civiltà: un fatto la cui evidenza risulta senza ombra di dubbio dalla rappresentazione terroristica che esso stesso di sé predilige trasmettere al mondo, con quei proclami enfatici e deliranti, con quegli scempi spettacolari di monumenti d’arte e simboli antichi

(accusati di blasfemia) della stessa storia musulmana e, soprattutto, con quelle esecuzioni di ostaggi innocenti, con quegli sgozzamenti ben più orripilanti in crudeltà di quel che, per l’esecuzione di una pena di morte, accadeva anche dalle nostre parti in tempi lontani non ancora adusi al rigore “gentile” e umanitario della ghigliottina. Il mondo cosiddetto civile (che sarebbe il nostro), con l’imprevista nascita dell’Isis e con la correlativa auto proclamazione di un Califfato (ben fuori dei tempi a noi familiari segnati dalla ragione laica e dal progresso) si è trovato a fronteggiare di colpo qualcosa di simile a una sorprendente regressione nelle più oscure caligini della convenzionale rappresentazione del Medioevo. Tanto che ancora si fatica a ritenere che l’evento sia davvero credibile e reale. Ma se ne conoscono con ampiezza, e impressionano, proprio gli sviluppi

organizzativi già assestatisi in efficienti e moderne forme statuali, e le abbondanti risorse economiche acquisite in gran parte tramite una forzosa appropriazione di riserve petrolifere, mentre la proclamazione di un Califfato (3 gennaio 2014) in tempi tanto lontani dall’egira e dall’età della successiva espansione imperiale dell’Islam, per un verso solleva una laica incredulità mista ad irrisione, per un altro verso inquieta come una malefica bizzarria di cui non è dato prevedere le future conseguenze. Intanto, tra le prime gravi conseguenze, si evidenzia, ben più che un semplice rafforzamento, l’organico assestamento del terrorismo in una ben definita dimensione territoriale protesa ad allargarsi ulteriormente con poteri che non avrebbero potuto costituirsi, né sopravvivere , senza fruire di una loro radicata

Foto - Can the US actually defeat ISIS? the limits of “limited war” - © Day Donaldson - https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/

Voci [ GENNAIO 2015 - N. 1 / A. 1 ] 24


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