Voci - Numero 1 Anno 1 - Amnesty International in Sicilia

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BIBLIOTECA LIBRI

“IL CONFINE SMINATO” In un’Italia in cui secondo il rapporto Freedom of the Press, dell’istituto di ricerca statunitense Freedom House e secondo il rapporto di Reporters sans frontières, la stampa è solo “parzialmente libera”, a causa di pesanti influenze della politica e dell’economia, alcuni giornalisti riescono ancora a distinguersi per il rigore e la passione con cui affrontano argomenti importanti e crudeli come le guerre.

meritavano di essere raccontate. Il confine sminato conduce il lettore nei teatri di guerra di Siria, Iraq, Afghanistan, Libia, Sud Sudan, Bosnia ed Erzegovina attraverso la storia vera di Davide Campisi, un militare italiano addetto allo sminamento, ovvero alla bonifica del terreno dalle mine antiuomo, messe al bando da 138 Paesi dal Trattato di Ottawa, del 1997, ma ancora largamente utilizzate in tutto il mondo.

Tra questi sicuramente Tamara Ferrari, giornalista di Vanity Fair, inviata di guerra in Siria, Sud Sudan, Iraq, Bosnia, Afganistan, Libia, Angola. Tamara ha raccontato come giornalista guerre che hanno provocato, negli ultimi anni, quasi 3 milioni di morti, e un numero spaventoso di feriti, rifugiati, persone la cui vita è rimasta segnata per sempre. Proprio per quest’impegno, unito alla capacità di affrontare temi quali la tortura, la violenza, la migrazione dei popoli in fuga dalla guerra, nel 2014 Ferrari ha vinto il premio Arte Pentafoglio ed il premio Giornalisti del Mediterraneo.

Il libro segue il maresciallo Campisi e la sua storia, e contemporaneamente narra la storia delle vittime silenziose delle guerre, delle pulizie etniche, delle stragi di civili, dei campi di rifugiati che hanno caratterizzato le guerre della fine del XX ed inizio del XXI secolo.

La guerra è la vera protagonista del suo libro “Il confine sminato”, pubblicato dalle Edizioni Spartaco, che è stato presentato a Palermo il 30 ottobre presso la Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità di Libera, in un evento organizzato da Amnesty International Sicilia – Centro di Documentazione Peter Benenson e Arcigay Palermo. Un volume che raccoglie alcune storie che la giornalista non ha potuto raccontare nei sui reportage, ma che

Sono le storie di Homa e Makema, due bimbe consumate da stenti e malaria in un campo di rifugiati in Sudan. Di Midia,scappata dalla Siria. Di Zuhur, padre di una studentessa saltata in aria su un pullman finito nel mirino dei terroristi. Di Mariam e dei suoi fratelli e sorelle, che volevano giocare con un oggetto dai colori vivaci: una mina farfalla. Di Ahmet e dei cinque ragazzi della sua famiglia, arruolati in fazioni

contrapposte. Un libro corale secondo cui “Sulla linea spessa del dolore, là dove è passato il vento della follia umana, svanisce il confine che distingue razze, culture, religioni.” Un libro agile, veloce, che narra lo strazio della guerra senza indugiare in facili pietismi, ma che colpisce il lettore più di un saggio freddo e distaccato, un “lavoro che non parla semplicemente di scontri armati, né dei motivi geopolitici che stanno alla base di ogni conflitto e neppure delle operazioni dei militari italiani in missione all’estero, ma un libro sulle conseguenze, sui drammi che colpiscono chi la guerra la subisce, donne e uomini semplici che spesso non riescono nemmeno a darsi una giustificazione per quello che sta accadendo, e bambini la cui unica colpa è essere nati nel posto sbagliato”.

Daniela Tomasino - Formatrice e Progettista - Consigliera nazionale di Arcigay - Attivista di Amnesty International

Foto - P005192 - © Department of Foreign Affairs and Trade, Australian Government - https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/

Voci [ GENNAIO 2015 - N. 1 / A. 1 ] 28


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