Assistenza Al Volo - trimestre 1 / 2021

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Assistenza Al Volo - ANNO XLVI - NUMERO 1/2021

Adda passà ‘a nuttata

Di Francesco Basile

“Guagliù stateme a ‘ssentì, questo è il bene [Disegnando alla lavagna un punto interrogativo]... e questo è il male [Disegnando un punto esclamativo]. Il bene è il dubbio, quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona, vuol dire che è democratico, che è tollerante, quando invece incontrate questi qui [Indicando il punto esclamativo], quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora stateve accorte, vi dovete mettere paura, perché ricordatevi quello che vi dico: la fede è violenza, la fede in qualsiasi cosa è sempre violenza. Gli uomini, invece, si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà, a secondo se preferiscono vivere abbracciati gli uni con gli altri, oppure preferiscono vivere da soli e non essere scocciati.” Il professor Bellavista, alias Luciano De Crescenzo, in un capolavoro letterario e cinematograf ico, aveva messo in guardia, in tempi non sospetti, sulla natura pericolosa di coloro che osteggiano un’incrollabile fede, i quali, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, hanno negli ultimi anni rigurgitato le loro deliranti tesi complottistiche a tal punto da riuscire ad ottenere tutta quella attenzione che tanto bramano, aiutati f inanche da una certa parte politica e dell’opinione pubblica che, f ino a qualche anno fa li avrebbe, a giusta ragione, zittiti con una pizza in faccia. E in un periodo storico come quello attuale, dove in ballo c’è la salute dell’intera umanità, l’inflessibilità dei negazionisti della pandemia o dei complottisti più in generale, sta avvelenando la nostra società. L’onestà intellettuale, che è la prerogativa fondamentale del dubbio, si sta velocemente estinguendo e la presunta tuttologia ci sta facendo precipitare nel caos più totale.

Nel nostro ambiente lavorativo, dove questo fenomeno è fortemente limitato o, spero, inesistente, il buon senso e la capacità di raziocinio hanno fatto sì che tutte le difese preventive, in primis i dispositivi di protezione individuale e gli accorgimenti sul distanziamento sociale, fossero assimilati in tempi ristretti e comunque visti come necessari. Questo ha prodotto nella nostra mente una nuova e strana reazione, inimmaginabile f ino a 10 mesi fa. Quella sensazione di inadeguatezza che si insinua nella nostra mente ogni volta che vediamo una foto, un video o anche un f ilm precedente all’emergenza sanitaria. La vicinanza a meno di un metro, le strette di mano o gli abbracci immortalati un anno fa ci sembrano così strane, inopportune. Ora potrebbe essere interessante come questo allontanamento sociale sia stato diversamente percepito in aree diverse. Tornando infatti alla teoria del Professor Bellavista, il popolo napoletano è un popolo d’amore, un popolo espansivo dove il contatto f isico con il prossimo era molto presente e il passaggio all’attualità è stato quantomeno traumatico. “Gli uomini” afferma il suo personaggio “si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà. Gli uomini d’amore dormono abbracciati e fanno il presepe. Gli uomini di libertà dormono da soli e fanno l’albero di Natale. I milanesi sono uomini di libertà, votati all’eff icienza e al pragmatismo. Infatti si lavano sotto la doccia. I napoletani sono uomini d’amore, non hanno bisogno di spazio, vivrebbero sempre abbracciati. E si fanno il bagno, perché il bagno è napoletano, è un incontro con i pensieri, un appuntamento con la fantasia.” Se f ino a qualche tempo fa in torre di 15


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