5 minute read
Makers&Media Lab. Entrare in relazione tra fabbricazione
MAKERS&MEDIA LAB
Makers&Media Lab
Entrare in relazione tra fabbricazione digitale e nuove tecnologie
Stefano de Stefani
Presidente e responsabile ricerca e sviluppo di cooperativa sociale Il Raggio Verde e supervisore dell’équipe Makers&Media Lab, www.coopilraggioverde.it
Lo spazio ricopre un ruolo non solo rilevante, bensì fondante, negli apprendimenti, poiché implicato nelle rappresentazioni che sostengono l’elaborazione della conoscenza. Perkins (1993), nella sua definizione di “person-plus” attribuisce all’esperienza un significato specifico perché collocata in un ecosistema che la produce e la sostiene (Bonaiuti, 2013). L’identità dello spazio si radica nelle esperienze che vi producono i suoi abitanti che, al tempo stesso, non possono prescindere da esso, in una relazione di reciproco arricchimento. Tra i principi ispiratori di Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo vi è l’idea che lo spazio non sia semplicemente utilizzato, bensì vissuto, consentendo ai diversi soggetti di entrarvi in relazione attraverso esperienze significative. In tal senso gli ambienti del Makers&Media Lab sono stati progettati per accogliere attività di produzione digitale in un contesto attivante a partire dalle sollecitazioni di una community di makers coinvolta nell’analisi dei bisogni e nell’individuazione di dotazioni e soluzioni organizzative. A partire dai sopralluoghi nel cantiere, agli incontri di studio delle possibili iniziative che avrebbe potuto ospitare, il gruppo di lavoro ha preso confidenza con lo spazio vuoto, in divenire, prima fantasticandovi, poi dando forma alle idee nelle bozze proposte al Comune di Rovigo. La proposta di offrire alla comunità uno spazio destinato alla fabbricazione digitale e alla creatività multimediale aveva la necessità di convogliare in una sorta di “atto istitutivo”, di qui l’idea di realizzarne gli allestimenti attraverso una prima esperienza di workshop laboratoriale (worklab) di progettazione e autoproduzione degli arredi che hanno cominciato a riempire gli spazi in attesa della fornitura dei macchinari. Le sale sono state così misurate e abitate nella modalità provvisoria tipica dei cantieri per valutarne le potenzialità, arrivando a disegnare un allestimento modulare. Il bancone da lavoro in legno d’abete nasconde tre cubi che una volta estratti possono offrire più postazioni di lavoro contemporanee, senza impegnare in modo permanente l’area centrale del Makers Lab. Le attrezzature per la fabbricazione digitale sono al tempo stesso dotazione e suggestione, dichiarando immediatamente una vocazione a fare, sperimentare e apprendere
Fig. 1 L’evoluzione dello Spazio Makers Lab. MAKERS&MEDIA LAB
MAKERS&MEDIA LAB nell’esperienza. Per il Media Lab la linea di arredi in legno naturale è in continuità con il laboratorio confinante, con un’area riservata a studio di posa in cui spiccano le luci e le postazioni per la grafica e il montaggio. Dalla produzione del rendering, lo spazio virtuale diventa reale con assi e tavole di legno da tagliare, piallare, montare e verniciare, il silenzio diventa rumore di trapano, odore di vernice, calli nelle mani, in un atto cosmogonico che ridefinisce i volumi in uno spazio incarnato nelle esperienze di chi l’ha prodotto. L’idea ha trovato così concretezza in un processo partecipato che ha gettato le basi per le attività di quello che nel tempo ha cominciato a essere un luogo di crescita per nuove comunità urbane. I laboratori prendono vita e le attrezzature diventano il centro di un interesse rivolto all’imparare facendo, allo sperimentare che consente alle persone di acquisire e condividere competenze. Stampante 3D, laser cutter, vinyl cutter, tavoletta grafica, kit arduino, fotocamere, microfoni, postazione di montaggio, set luci, fotocamere e le altre dotazioni diventano mediatori di una curiosità e apertura al mondo che si traduce in conoscenza e relazioni. I laboratori occupano spazi dentro Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo ma entrano in dialogo con l’esterno, con la destinazione dei diversi apprendimenti acquisiti, delle esperienze che trasformano il segno, la materia e i futuri possibili. Le intenzioni, i percorsi e le storie si fondono in un racconto capace di assegnare loro una rilevanza riconoscibile nel prodotto, nell’oggetto trasformato. Le esperienze, per definizione, sono narrazioni che correlano aspettative e avvenimenti in una significazione emotiva oltre che cognitiva, centrali nell’attivazione di proposte educative, animative, formative e creative. Lo spazio e le attrezzature costituiscono i primi tasselli delle possibili storie che vi si potranno narrarvi, in modo da incardinarle in una cornice di senso (Bruner, 1992). Se lo spazio sostiene l’azione, perché percepito quale supporto concreto alla realizzazione dell’intenzione, esso assume una funzione attiva nel progetto di sviluppo, in cui pensiero e azione hanno luogo, appunto, nello spazio. Nelle immagini (Fig. 1 e 2) risulta pertanto evidente come lo spazio si animi progressivamente acquisendo un’identità sempre più definita, frutto della molteplicità di contributi apportati dai diversi soggetti che via via li abitano. Ciò che avviene e si manifesta è espressione di sé, della capacità prodotta dagli apprendimenti e dalla condivisione di competenze del gruppo, del potenziale, che si traduce in possibile, del desiderio che diventa produzione tangibile e significato rivelato. Per sé, per il gruppo, per lo spazio, per la comunità.
Il Makers&Media Lab, dunque, non è “altro” e “confinato”, bensì laboratorio di produzione di significati nell’ambito di una vicenda collettiva in cui diversi profili identitari trovano collocazione (Pollo, 2004). Spazi e dotazioni possono essere strumento di aggregazione in chiave digitale, avvicinamento ad una tecnologia, sperimentazione di un’idea innovativa, sviluppo di un prototipo o progettazione di un percorso creativo perché evocativi e capaci di innescare una curiosità e competenza latente che, qui, ha l’opportunità di crescere e misurarsi con il fare, in relazione. I laboratori di Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo, a loro volta, entrano in un circuito allargato, di ambito nazionale, confrontandosi in una comunità di pratiche in continua ricerca, capace di individuare orizzonti di innovazione comune con le community che li abitano. La prospettiva generativa, orientata al fare e alla sperimentazione di idee, investe gli spazi stessi, alimentandosi reciprocamente in una tensione trasformativa.
Fig. 2 L’evoluzione dello Spazio Media Lab.
Riferimenti bibliografici
Bonaiuti, G. (2013). Cognizione distribuita in Ambienti di apprendimento per la formazione continua. Bologna: Guaraldi. Bruner, J. (1992). La ricerca del Significato. Per una psicologia culturale. Torino: Bollati Boringhieri. Perkins, D. N. (1993). Person-plus: A distributed view of thinking and learning. Distributed cognitions: Psychological and educational considerations, pp. 88-110. Pollo, M. (2004). Il Gruppo come luogo di cambiamento della cultura. Animazione Sociale, 1, Gruppo Abele. MAKERS&MEDIA LAB