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Vuoto, pieno, potenziale. L’identità visiva per Urban Digital Center – Innovation Lab come sistema aperto

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Prefazione

Prefazione

VUOTO, PIENO, POTENZIALE

Vuoto, pieno, potenziale

L’identità visiva per Urban Digital Center – Innovation Lab come sistema aperto

Laura Bortoloni

Design director di Ida Studio, www.idastudio.it

Il sistema d’identità visiva progettato per Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo riflette la volontà del luogo, uno spazio pubblico per l’innovazione, di essere contenitore di possibilità. Il sistema visuale è infatti un sistema di comunicazione “vuoto”, in cui la cornice che definisce lo spazio di progettazione rimarca l’idea di potenziale, di apertura e accoglienza, pluralità e disponibilità alla costruzione e creazione di contenuti, di “riempimenti” ogni volta nuova e diversi, espressi grazie a una ricombinazione di forme di base, significanti le anime progettuali dello spazio. La progettazione di un sistema di identità visiva dedicato a un progetto come Urban Digital Center - Innovation Lab può rivelarsi insidiosa nella misura in cui un progetto contenitore deve contemporaneamente avere una forza identificativa propria e la flessibilità di accogliere contenuti – voci, punti di vista, contributi – diversi, variegati e polifonici. Essere contenitore, senza essere “vuoto”. In questo sistema di identità il progetto ha lavorato sulla rappresentazione della città come spazio fisico, arrivando alla sintesi di scegliere uno spazio quadrato, intorno al quale disegnare un perimetro da marcare con il nome del progetto. Un perimetro variabile, un confine mobile, in traslazione e spostamento, in grado di delimitare il contenitore senza ingabbiare il contenuto. Le parole “Urban Digital Center - Innovation Lab Rovigo” corrono lungo i lati della forma geometrica, cambiando posizione, disegnando uno spazio che si percepisce solo attraverso il movimento e lo spostamento continui della linea di contorno. Non solo Urban Digital Center, ma anche Palestre Digitali, o Media Lab, o altre

declinazioni a venire. La flessibilità del sistema rende il logotipo rapidamente adattabile e declinabile nei vari spazi e sottoprogetti. Potremmo dire, in un certo senso, che il logo di Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo è vuoto. Meglio: è uno spazio aperto, pronto ad accogliere tutti i potenziali modi con cui un quadrato può essere disegnato. Quali possono essere i “riempimenti”, gli interni di questo contenitore? Risposta facile: qualsiasi cosa. Una parola, una fotografia, un simbolo, un frammento, una pennellata, una lettera, una cifra. Il progetto del sistema di identità visiva va certamente contestualizzato nella pratica di creare sistemi di identità come piattaforme di co-creazione, di partecipazione, di apertura. Sistemi nei quali da tempo il logo ha dismesso il ruolo di elemento centrale, monolitico e invariabile, per vestire i panni di uno tra i molteplici linguaggi, non solo visivi, che concorrono a creare sistemi duttili, trasformabili, flessibili. Sistemi in cui l’utente è chiamato in causa come co-attore, in cui il processo di costruzione delle immagini è rilevante tanto quanto il risultato. In cui è la variabilità l’elemento che diventa identitario, in cui, citando Giovanni Anceschi, il ruolo del designer ha smesso di essere di progettazione per diventare quello della regia (Chiappini, 2006). Come prima implementazione, si è scelto di dotare il sistema di un kit base di forme votato a Il logo di Urban Digital Center - Innovation Lab Rovigo. interpretare le cinque principali aree di interesse di Urban Digital Center - Innovation Lab: innovare, partecipare, vivere, visitare, abitare. A ogni ambito sono stati abbinati una forma basica e un colore, e la possibilità di rendere più o meno denso il riempimento replicando le forme con la creazione di pattern. Per “innovare”, cioè tutto quanto rimanda a processi di innovazione aperta, transizione digitale, industria 4.0, interpretazione di Open Data, nuove pratiche e tecnologie, un pattern di rettangoli verde; per “partecipare”, e quindi per tutti i processi di Open Government, di co-progettazione e co-design di prodotti e servizi pubblici e privati, un cerchio giallo; per “vivere”, con un richiamo alla città e alla qualità della vità in un contesto urbano, una partizione in triangoli azzurri, per “visitare”, quindi per le tematiche turistiche, culturali e di visitazione, frecce rosse; infine per “abitare”, includendo le pratiche di rigenerazione urbana e il sistema di relazioni e servizi al cittadino, una texture di exagoni di colore viola. Non è tanto la valenza simbolica dei singoli elementi grafici a essere significante, quanto la possibilità di usarli in modo variabile per comporre varianti e versioni di volta in volta differenti. Gli elementi grafici possono essere liberamente assemblati per la creazione di background più complessi utilizzabili sia come campiture su fondi monocromatici che su immagini fotografiche.

Dei sei codici identificati da Irene Van Nes (2012) come i minimi necessari per la costruzione di sistemi di identità flessibili, cioè typography, colour, logo, language, imagery e graphic elements, è in questo caso probabilmente la combinazione d’utilizzo di queste forme basiche contenute in una cornice tipografica a creare un impianto grafico identitario e riconoscibile, nel costruire quello che per la stessa autrice è un sistema dinamico container.

VUOTO, PIENO, POTENZIALE

VUOTO, PIENO, POTENZIALE

Spazio Agorà di Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo.

Identità grafica di progetto.

La scelta tipografica ha individuato in una Google Font la direzione di massima apertura verso un uso open della tipografia. A IBM Sans e IBM Mono si è deciso di affiancare il design di una variante custom stencil dell’IBM Plex Mono Bold, utile per scopi allestitivi, e ulteriormente esplicativa rispetto al concetto di apertura e permeabilità del sistema. Il concept del sistema è declinato quindi sia nelle applicazioni identitarie, di comunicazione e promozione, negli apparati di Information Design volti a restituire alla cittadinanza il valore degli Open Data espressi dal territorio. Soprattutto, trova espressione anche nelle applicazioni archigrafiche all’interno dell’edificio – il vecchio liceo classico cittadino – totalmente ristrutturato e ripensato nelle funzioni, con un lettering “passante” del logotipo, cornice e indicatore del sistema di wayfinding. Urban Digital Center – Innovation Lab è un progetto in cui il sistema di identità si lega a doppio filo agli spazi in cui il progetto nasce. Rifacendosi al modello di Carmi e Ubertis lo space design (Carmi, 2017) è a tutti gli effetti uno dei linguaggi con cui si declina la brand strategy, in un costante e continuo dialogo tra le varie componenti del sistema. Tutti gli elementi che per loro definizione sono simbolicamente narratori di questo spunto, e quindi tutti i varchi e gli ingressi, sono stati interpretati distribuendo Archigrafie Urban Digital Center – Innovation Lab Rovigo. una segnaletica passante, che segna perimetro e angoli dei vari punti di apertura. Al posto di un sistema più codificato, fatto di targhe e pannelli, sono le porte stesse, i passaggi, a diventare parlanti ed esplicare la funzione dello spazio. Trattamento analogo per l’insegna, che inquadra il varco di ingresso riportando su uno degli angoli la versione primaria del logotipo. Nell’agorà e nel corridoio di ingresso vengono dichiarati nuovamente i cinque ambiti di azione.

Il sistema di identità visiva per Urban Digital Center è stato progettato da Ida Studio (Art direction: Laura Bortoloni. Progettazione grafica: Daniele De Rosa. Impaginazione applicazioni: Silvia Compagnino). Il progetto di interior design è realizzato da Poplab. Realizzazione allestimento: Sartori Group. Fotografie: Andrea Verzola.

Riferimenti bibliografici

Carmi, E. (2017). Branding D. O. Progettare la marca. Una visione design oriented. Milano: Fausto Lupetti Editore. Chiappini, C. (2006). Intervista Giovanni Ancheschi, Hard, soft, smart: gli stili registici dell’identity design. Progetto grafico, 9, pp. 106-109. Van Nes, I. (2012). Flexible Identities. Amsterdam: BIS Publishers. VUOTO, PIENO, POTENZIALE

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