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Visualizzazioni per esplorare, visualizzazioni per comprendere Strumenti visivi e ruolo sociale del progettista delle iniziative “Urban Dataviz Contest Rovigo” e “Urban Dataviz Hackathon Rovigo”
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE
Strumenti visivi e ruolo sociale del progettista delle iniziative “Urban Dataviz Contest Rovigo” e “Urban Dataviz Hackathon Rovigo”
Marco Tortoioli Ricci
Presidente AIAP, Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva, www.aiap.it
Laura Bortoloni
Vicepresidente AIAP, Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva, www.aiap.it
Le percezioni distorte sono un problema per la democrazia. La possibile partecipazione all’azione democratica collettiva che è presupposto di governi che dovrebbero alimentare la consapevolezza dei propri cittadini al fine di garantire e abilitare la partecipazione alla vita comune è spesso distorta, deviata e in qualche caso, strumentalizzata da percezioni alterate della realtà che si fondano su una non effettiva conoscenza dei dati che quella realtà definiscono. Possiamo vederne gli effetti con la diffusione e l’uso di quelle che ormai tutti riconosciamo come fake news, possibili solo perché si possono vendere falsità, distorsioni della realtà propagandate per orientare opinioni e creare ondate emotive che, lo abbiamo visto di recente, possono riempire piazze o far scoppiare conflitti.
La storia ci ha insegnato che spesso la nascita dei regimi è nata sulla diffusione e l’uso di falsità usate per favorire grandi movimenti di consenso utili all’ascesa di ristretti gruppi di persone candidate a conquistare posizioni dominanti. Ad esempio ricordare il Protocollo dei Savi di Sion, colossale falsità costruita per alimentare le politiche antisemite, prima della Russia di inizio ‘900 e felicemente accolta, dopo la Prima Guerra Mondiale, anche dal nascente regime nazista. Epoche diverse, diremo, nessuna possibilità di accesso alle informazioni, niente internet, impossibile che possa ripetersi niente di simile oggi. È assolutamente il contrario. Oggi paradossalmente viviamo sopraffatti dalla quantità di notizie e di dati, proprio per questo diventa sempre più difficile sapersi orientare, riconoscere il vero dal falso. Servono strumenti, soprattutto grafici, sinestetici e visuali che possano favorire una migliore consapevolezza nel pubblico, renderlo capace di scegliere e di agire, abilitarlo a una azione consapevole. Per questo motivo AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione visiva) ha colto l’occasione del progetto Urban Digital Center – Innovation Lab per sperimentare questi aspetti con l’ideazione e la promozione di un contest dedicato al design della comunicazione visiva del dato. Parliamo di quell’ambito specifico della progettazione dell’informazione in chiave visuale che prende oggi il nome di Information Design o Data Visualization o, quando applicato a istanze di tipo narrativo, qualitativo Visual Information Journalism. Un ambito del progetto della comunicazione che si è andato progressivamente affermando in anni recenti e che è diventato oggetto di strutturazione di corsi di studio dedicati, vista la sempre maggiore necessità di ricorrere a questo specifico modo informativo a compendio dell’informazione classica. Come mai? A che pro un Comune italiano, non sicuramente dei più grandi, sente la necessità di sviluppare e affiancare la propria attività di governo della città con uno strumento di comunicazione così specifico? Il motivo sta nella necessità di poter spiegare realtà complesse, ecosistemi sociali e urbani la cui possibile lettura non si fonda più sullo svolgimento di dati in forma lineare ma ha sempre più bisogno di sistemi di lettura di dati simultanei rappresentati visivamente. Oggi lo interpretiamo come necessità specifica su cui applicarci in qualità di ricercatori, formatori di una cultura diffusa, sperimentatori di canali e linguaggi, ma la necessità di rappresentazione e lettura visuale del dato non nasce certo oggi. Rivolgere il nostro sguardo al passato ci porta all’inurbamento nascente nelle grandi capitali europee conseguenza della rivoluzione industriale. Sono note le Carte Figurative de l’Armèe Française, di Charles Joseph Minard del 1812 per illustrare le perdite di Napoleone nella campagna di Russia. Di poco successive (1853-56) le rappresentazioni diagrammatiche di Florence Nightingale per rappresentare le perdite dell’esercito inglese nella guerra di Crimea. Indubbiamente più noto il pluricitato Jonn Snow e la sua mappa per lo studio della diffusione del colera nella città di Londra nel 1854. Lui, medico anestesiologo, già famoso per lo studio dei metodi di inalazione dell’etere, all’esplosione della malattia decide di collegare le morti per colera alla loro posizione sulla carta cittadina riuscendo a stabilire in questo modo la posizione del pozzo contaminato e quindi circoscrivere l’ulteriore diffusione dell’epidemia. Una informazione ottenibile solo visualmente.
Caso simile ma decisamente più immaginifico quello del medico e chirurgo Fritz Kahn (1888–1968), visionario antesignano dell’uso dell’infografica per la divulgazione scientifica che grazie alle mirabolanti rappresentazioni della meccanica del corpo umano, sperimentava modi alternativi per l’informazione scientifica complessa.
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE Otto e Marie Neurath, con il progetto Isotype, avviato nel 1920 e sviluppato fino alla fine degli anni ’50 e grazie al contributo dell’illustratore e grafico Gerd Arntz, progettano e rendono disponibile al pubblico il primo sistema di rappresentazione della composizione etnografica e economica di quella grande capitale europea che era Vienna all’inizio del ventesimo secolo. Farlo con le immagini permette di superare i limiti dell’analfabetismo e l’intenzione democratizzatrice del progetto Isotype è chiara, rendere disponibili a un pubblico, il più vasto possibile, informazioni complesse. D’altro canto per il sociologo e economista Neurath, studente e poi amico del teorico Max Weber, la dimensione politica del suo lavoro è elemento fondamentale. Ispirazione condivisa dalla moglie Marie che ne diffonderà i fondamenti fino a tutti gli anni ’60 spostando poi l’intero archivio a Londra dove è il fondo è disponibile ancora oggi.
Mirabili per sintesi grafica e visuale sono gli allegati al periodico Il Centro Sociale, progettati da Albe Steiner negli anni ’50 dedicati a spiegare a una nazione largamente analfabeta la struttura organizzativa delle istituzioni governative, nazionali e locali, appena formate. Per quanto riguarda più da vicino l’attività di promozione culturale che AIAP ha svolto negli anni occorre ricordare come la centralità del visivo e della progettazione grafica sia stata argomento fondativo della Carta del Progetto Grafico1 promossa dall’ associazione nel 1989 su iniziativa di Giovanni Anceschi e un gruppo di illustri estensori e sottoscritta da centinaia di progettisti dell’epoca. Auspici che, saltando ai giorni nostri, sono stati ripresi e diventati centro del progetto di curatela della mostra conclusa nel 2022 alla Triennale di Milano dal titolo Il Mestiere di Grafico—oggi. In sostanza il contest Urban Dataviz Rovigo arriva come giusta e meritevole occasione per coinvolgere direttamente la comunità del progetto della comunicazione visiva rispetto a un’assunzione di responsabilità collettiva circa le istanze che la dimensione politica e sociale della Data Visualization deve avere oggi e dovrà rivestire in futuro.
AIAP ha interpretato questa sfida costruendo il percorso Urban Dataviz Rovigo, durato quasi un anno, composto da una prima fase, dedicata al contest “Urban Dataviz Contest - Rovigo. Visualizzare i dati delle città”, e una seconda attività di hackathon “Urban Dataviz Hackathon - Rovigo”. Il percorso, realizzato con la collaborazione di Università Iuav di Venezia, ha perseguito un obiettivo di contaminazione tra le discipline della progettazione grafica e quelle dell’analisi e comprensione dei dati, esplorando le modalità con cui Information Design, Data Visualization e Open Data possano diventare strumenti di accesso alle informazioni relative alla dimensione della vita urbana e favorire processi di partecipazione e Open Innovation. I dati offerti dai Comuni di Rovigo, Adria e Villadose si sono presentati come caso esemplare per l’analisi di una serie di dinamiche comuni ai contesti urbani italiani, creando le condizioni per la costruzione di un modello di analisi.
L’analisi delle peculiarità demografiche, urbane ed economiche dei territori ha guidato il tavolo di lavoro in cui AIAP, Urban Digital Center – Innovation Lab
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Carta del Progetto Grafico, Tesi per un dibattito sul progetto della comunicazione. La Carta del Progetto Grafico è stata redatta da un comitato di redazione (Giovanni Anceschi, Giovanni Baule, Gianfranco Torri) espresso a sua volta da una commissione degli estensori (formata da Giovanni Anceschi, Giovanni Baule, Gelsomino D’Ambrosio, Pino Grimaldi, Giancarlo Iliprandi, Giovanni Lussu, Alberto Marangoni, Gianfranco Torri) costituitasi ad Aosta in occasione della Preassemblea nazionale AIAP del 24 giugno 1989. Si veda: https://aiap.it/storia/ (ultima consultazione aprile 2022).
e Università Iuav di Venezia hanno individuato tre tematiche esemplari sulle quali progettare il contest, per stimolare una lettura dei dati urbani guidata dagli SDGs - Sustainable Development Goals dell’Agenda ONU 2030.
Il primo filtro di lettura attraverso il quale osservare i dati espressi dal territorio, “La città e i suoi cittadini”, ha interessato la rappresentazione delle peculiarità demografiche tramite l’osservazione di una città che si sta trasformando, anche in riferimento all’accertato calo demografico e all’invecchiamento della popolazione. L’analisi della struttura del territorio nella sua articolazione per quartieri e frazioni ha suggerito riflessioni sulle relazioni tra centro, periferia, servizi. Il secondo filtro di analisi, “La città e il ciclo sostenibile dei rifiuti”, prende in esame la qualità della raccolta, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti come parametro del grado di evoluzione delle politiche di sostenibilità. La terza tematica, “La città e il verde urbano, ha riguardato infine lo studio della distribuzione e dell’estensione delle aree verdi a Rovigo, Adria e Villadose e ha fornito informazioni nell’interpretare la relazione tra cittadini e spazi verdi nella città, nei suoi quartieri e frazioni, anche in riferimento alle mancanze di aree verdi multifunzionali, evidenziate dalla recente pandemia. Il contest, lanciato l’8 aprile 2021, ha visto l’adesione di ventotto partecipanti, che hanno realizzato quattordici visualizzazioni, statiche e interattive. La giuria, presieduta da Gianni Sinni – socio senior AIAP, designer, professore Associato all’Università Iuav di Venezia, teorico, esperto di comunicazione visiva e social design – e composta da Francesco Musco, urbanista ed esperto di sostenibilità ambientale, Professore Ordinario di Pianificazione Urbanistica presso l’Università Iuav di Venezia, dove dirige il centro di ricerca EpiC Earth and Polis Research Center, Matteo Moretti, information designer e docente, Alice Corona, consulente e formatrice di data storytelling, Marco Tortoioli Ricci, Presidente AIAP, socio senior AIAP, designer, professore all’ISIA Urbino, Università di Perugia, Accademia di Belle Arti di Perugia, ha rilevato una buona qualità media degli elaborati ricevuti, che attestano non solo una diffusa abilità di restituzione visiva, ma anche una capacità di gestione di informazioni complesse. Il primo premio è stato assegnato a Tutti i colori dei rifiuti polesani di Nicola Guidoboni, Lorenzo Marchionni, Luca Landi, Tommaso Feliziani (Studio Nilo) (Fig. 1), per la capacità di individuare una soluzione in grado di coniugare la complessità anche tecnologica della strutturazione dei contenuti, con la chiarezza e comprensibilità delle informazioni collocate al servizio di una esplicazione con una struttura narrativa e argomentativa efficaci. È stata apprezzata l’abilità di costruire soluzioni formali e trasformazioni visive, orientate a una fluidità narrativa. È stata inoltre apprezzata la capacità di tradurre la visualizzazione con efficacia sia nella visualizzazione interattiva che nell’adattamento statico, centrando l’obiettivo del contest di realizzare delle visualizzazioni in grado di restituire informazioni complesse a un pubblico ampio ed eterogeneo. La giuria ha assegnato il secondo premio a La città e il ciclo sostenibile dei rifiuti, visualizzazione interattiva elaborata da Nicolò Ciaccia, Luca Cibotto, Daniele Gomiero (Fig. 2) per la chiarezza esplicativa, restituita anche grazie alla presenza sia di un’introduzione generale che di approfondimenti di dettaglio sui singoli contenuti, interrogabili grazie alla presenza di filtri. Il terzo premio è stato assegnato alla visualizzazione statica Di quanto spazio verde hai bisogno? elaborata da Matteo Palù (Fig. 3), per l’abilità di sfruttare la metafora visiva dell’albero come visualizzazione significante per sé, allo scopo di restituire quantità e qualità del verde urbano.
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE
Fig. 1 Primo premio, Tutti i colori dei rifiuti polesani. Autori: Nicola Guidoboni, Lorenzo Marchionni, Luca Landi, Tommaso Feliziani (studio Nilo).
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VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE
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Fig. 2 Secondo premio, La città e il ciclo sostenibile dei rifiuti. Autori: Nicolò Ciaccia, Luca Cibotto, Daniele Gomiero.
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Fig. 3 Terzo premio, Di quanto spazio verde hai bisogno? Autore: Matteo Palù.
Il percorso è proseguito con un hackathon che si è svolto il 13 novembre 2021. In otto ore i partecipanti, distribuiti su dieci gruppi di lavoro dalle competenze multidisciplinari, si sono cimentati con Open Data e design e hanno elaborato dieci proposte per restituire punti di vista, approfondimenti e informazioni sulla città per elaborare forme di comunicazione sui dati del territorio. Guidati da Alice Corona e Matteo Moretti nei ruoli di workshop leader, i partecipanti si sono confrontati con i circa cento dataset disponibili per rendere più comprensibili, accessibili e trasparenti le informazioni contenute nel patrimonio degli Open Data espressi dai comuni di Rovigo, Adria e Villadose.
Open Data esplorati non solo come filtro attraverso il quale guardare alla realtà, ma trattati nella loro accezione e ruolo di vero e proprio bene comune, se pubblicati in formato aperto e se restituiti alla cittadinanza attraverso soluzioni che li rendano tangibili, comprensibili e accessibili, scongiurando il rischio che rimangano informazione ad appannaggio di un pubblico di addetti ai lavori. I partecipanti all’hackathon hanno raccolto la responsabilità di immaginare gli strumenti, anche visivi, utili per questo obiettivo. Partecipazione aperta e categorie ampie, dagli studenti e giovani professionisti nelle discipline legate al design della comunicazione visiva, alla progettazione grafica, social design, interaction design, multimedia design, web design, informatica, giornalismo, data analysis, e un lavoro per gruppi multidisciplinari. Nell’arco della giornata, gli interventi di Luca De Pietro, Direttore Strategia ICT ed agenda digitale, Regione del Veneto, Luisa Cattozzo, Assessore all’Innovazione, Comune di Rovigo, Laura Bortoloni, Vicepresidente AIAP, Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva, Denis Maragno, Professore dell’Università Iuav di Venezia hanno contestualizzato i lavori di gruppo. La giornata si è chiusa con i saluti di Andrea Micheletti, Assessore del Comune di Adria, e una conversazione su progetto e pubblica utilità tra Gianni Sinni, professore Associato di Design della Comunicazione, e Francesco Musco, professore Ordinario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso l’Università Iuav di Venezia, moderati da Cinzia d’Emidio, prima dell’annuncio dei vincitori. La giuria, composta da Alice Corona, Matteo Moretti e Laura Bortoloni, ha valutato le proposte rilevando come tutti i gruppi abbiano cercato di lavorare contestualizzando le visualizzazioni in un pensiero strategico e propositivo. I parametri di valutazione sono stati originalità nell’uso dei dati, utilità per la comunità, coerenza formale con il tema trattato e il pubblico di riferimento, potenziale, scalabilità e sostenibilità futura. Il progetto Unirò, elaborato da Elena Giannini, Caterina Bernacchia, Linda Raffaeli, Chiara Carucci e Claudia Vagnoni (Fig. 6), vincitore del primo premio, ha immaginato uno strumento visivo per gli studenti universitari composto da cinque mappe relative a diverse aree tematiche (sedi, trasporti, supermercati, centri culturali, tempo libero) in grado di visualizzare i principali servizi di interesse per questo gruppo di riferimento, costituendo una guida della città a misura di studente, al fine di sviluppare il senso di appartenenza e partecipazione in relazione alla realtà che lo circonda. Inoltre il progetto ha messo in evidenza tanto i servizi ben strutturati quanto quelli che invece necessitano di essere migliorati, configurando anche la Pubblica Amministrazione come secondo utente del progetto stesso. La giuria ha attribuito il primo premio per l’ottimo mashup di dati e fonti che hanno reso il progetto chiaro, diretto, efficace e altamente scalabile, un vero bene comune a disposizione della comunità studentesca di Rovigo.
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE Il gruppo composto da Nicolò Ciaccia, Luca Cibotto e Daniele Gomiero ha elaborato Rovigo a KM 0 (Fig. 7), con l’obiettivo di far riscoprire agli abitanti di Rovigo le piccole realtà a km 0 promuovendo una mobilità sostenibile grazie a un sistema di manifesti e wayfinding per aiutare a raggiungere i negozi utilizzando mezzi pubblici o i propri passi, affiancati da un portale web dove consultare dati riguardanti l’inquinamento. Il progetto ha ottenuto il riconoscimento del secondo premio grazie a un sistema informativo distribuito e transmediale che supporta una popolazione ampia e non necessariamente alfabetizzata visivamente nel reperire informazioni sui negozi a km 0. Il sistema di visualizzazioni è risultato in linea con la visione e gli obiettivi iniziali rivelando una buona conoscenza delle dinamiche comunicative. Il progetto SILVIA: anagrafe del verde di Rovigo, elaborato da Nicola Guidoboni, Lorenzo Marchionni, Giacomo Flaim, Andrea Benedetti e Beatrice Gobbo (Fig. 8), ha immaginato la costruzione di un’anagrafe degli alberi urbani, pubblica, interattiva e partecipativa attraverso una piattaforma in grado di raccogliere gli Open Data delle aree verdi pubbliche, conteggiate per dimensione e tipologia, sia sfruttando i dati geografici esistenti, Fig. 4 Menzione, Le fonti d’acqua nel comune di Rovigo? Autori: Valerio Mattiacci, Federico Codognotto e Antonio Pezzella. che immaginato l’aggiunta nel tempo di un layer più approfondito, costruito attraverso il coinvolgimento del cittadino che potrà caricare nel sistema fotografie delle singole piante, contribuendo a crearne o arricchirne il profilo. Il progetto ha ipotizzato che il profilo di ogni albero documenti i relativi cicli stagionali e la sua storia; attraverso l’identificazione della specie e lo stato di salute sia possibile calcolare in forma automatica una stima del suo assorbimento di anidride carbonica, ozono, anidride solforosa e PM10. La giuria ha valutato il progetto come progetto di assoluto interesse che potrebbe aiutare a colmare il Fig. 5 Menzione, Pollimy. Autori:Francesca Pilon, Sveva gap non solo di Rovigo, ma di tutti quei comuni Stanghellini, Veronica Marabese, Gloria Colaianni. che ad oggi non dispongono di un’anagrafe del verde urban e ha attribuito il terzo premio. La giuria, oltre ai tre premi, ha deciso di attribuire anche due menzioni di merito. Il progetto Le fonti d’acqua nel comune di Rovigo?, elaborato da Valerio Mattiacci, Federico Codognotto e Antonio Pezzella (Fig. 4), partendo dall’analisi del numero di fontanelle pubbliche nel territorio di Rovigo, ha
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Fig. 6 Primo premio, Unirò. Autori: Elena Giannini, Caterina Bernacchia, Linda Raffaeli, Chiara Carucci e Claudia Vagnoni.
puntato l’attenzione sul potenziale di miglioramento della situazione. Al progetto è stato attribuita una menzione d’onore, per la chiara e immediata applicabilità con risvolti di attivismo e mobilitazione, che rientrano nella tematica della giornata dei dati come bene comune. Nel progetto Pollimy Francesca Pilon, Sveva Stanghellini, Veronica Marabese, Gloria Colaianni (Fig. 5) hanno messo in relazione il dataset legato ai livelli di concentrazione in aria di pollini allergenici presente sul portale Open Data della Regione del Veneto, con le classi di concentrazione di polline per famiglie di alberi messo a disposizione sul portale di ARPAV, immaginando un servizio in grado di informare sulla quantità e tipologia di polline prodotto quotidianamente dai diversi tipi di alberi presenti a Rovigo per agevolare la fruizione di parchi e viali alberati da parte della popolazione allergica, testando il potenziale Parco Langer scelto come primo esempio. Al progetto Pollimy, è stata attribuita una menzione d’onore, per la chiarezza ed efficacia nel trasformare i dati in bene comune per supportare un pubblico preciso.
VISUALIZZAZIONI PER ESPLORARE, VISUALIZZAZIONI PER COMPRENDERE
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