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Intervista con Nicolas Rousseau
Il successo è un marchio di famiglia
Abbiamo incontrato Nicolas Rousseau, CEO del Gruppo Rapido: l’azienda di famiglia non ha smesso di crescere e oggi, oltre a Rapido, controlla diversi marchi in vari siti produttivi, come Westfalia in Germania, Giottiline in Italia e Roadtrek in Canada
Acapo del Gruppo Rapido c’è un giovane manager che può già vantare una profonda conoscenza del mercato. Suo nonno ha avviato l’attività e Nicolas Rousseau rappresenta la terza generazione in questa azienda a conduzione familiare, una delle poche ancora saldamente nelle mani dei fondatori. Abbiamo parlato con lui dei diversi marchi che oggi fanno parte del Gruppo Rapido in Francia, Germania, Italia e anche in Nord America: è stato un periodo difficile, a causa della pandemia, ma ci sono ancora opportunità di crescita in tutti i mercati grazie, anche, a prodotti emergenti.
Può raccontarci di più su di lei e sulla sua esperienza nell’azienda di famiglia?
Nicolas Rousseau: Ho 34 anni e sono entrato nell’azienda di famiglia nel 2014 come sales manager per la Francia per il marchio Rapido. Prima di allora ho avuto una formazione in commercio internazionale e training nei settori automobilistico e aeronautico. Dopo la laurea ho impiegato 15 mesi per ottenere la licenza di pilota professionista e poi ho iniziato a lavorare come export sales manager nel settore aeronautico per circa 3 anni. Ho sentito che era importante fare esperienza professionale al di fuori dell’azienda di famiglia, anche se ho sempre voluto farne parte. Per me era importante costruire la mia personalità, incontrare altri professionisti e imparare alcune cose nuove.
Come ha deciso di entrare nell’azienda di famiglia?
Nicolas Rousseau: Mio padre ha una licenza di pilota di aerei e anch’io. Quando lavoravo a Parigi prendevo alcuni giorni di ferie per dedicarmi al volo, e volavo con lui per andare a Düsseldorf, alla fiera di Parma e alla fiera in Svezia. Volare e andare alle fiere con lui mi hanno fatto venire voglia di entrare nell’azienda di famiglia. Quando mio padre ha compiuto 60 anni, ha detto che avrei dovuto decidere se ero interessato o meno, e io ho detto “Ok, perché no?” Oggi essere al timone nel Gruppo Rapido non coincide solo con la mia passione per il prodotto, ma significa essere parte della storia della mia famiglia. Ed è fantastico lavorare con mio padre e condividere questa esperienza con lui e con il nostro team.
È raro che un’azienda sia ancora di proprietà della famiglia del fondatore; qual è il segreto?
Nicolas Rousseau: Penso che il segreto sia la nostra passione per il prodotto. Mio nonno era orfano ed è stato educato da un ebanista, è diventato uno scultore di grande talento ed è l’inventore della caravan pieghevole Rapido. Mio padre ha sviluppato molti prodotti, dal primo motorhome ai più recenti van. È l’uomo della crescita. Questa passione passa attraverso le generazioni ed è ciò che ci guida. Ci sono pochi lavori in cui puoi partecipare alla progettazione del prodotto, alla produzione, prendere parte alla sua distribuzione ed al marketing, ecc. Posso scegliere e dare il mio contributo in tutti questi campi.
Essere il figlio del proprietario, famoso e stimato imprenditore, è un vantaggio o uno svantaggio? Come convive con questa situazione?
Nicolas Rousseau: Penso che questa sia un’opportunità per lavorare con lui e trarre vantaggio dalla sua esperienza e conoscenza. Quando si lavora per un gruppo industriale, con tutte le responsabilità che questo implica, ci vuole del tempo per essere competenti in tutti i campi, dalla produzione alla finanza, alla gestione o anche alla costruzione di nuove fabbriche. Credo di essermi costruito delle solide basi per essere in grado di sviluppare al meglio questa attività imprenditoriale. Ovviamente questo è impegnativo, ma mio padre mi dà lo spazio di cui ho bisogno e le mie responsabilità sono cresciute passo dopo passo, ho iniziato sul campo come responsabile commerciale con i concessionari e questo mi ha aiutato molto nel gestire il gruppo oggi.
Come sono andati il Caravan Salon di Düsseldorf e il Salone del Camper per Rapido?
Nicolas Rousseau: Il Caravan Salon è stato per noi un tale successo che in realtà non ce lo aspettavamo. Le nostre vendite sono state molto migliori rispetto alla fiera dell’anno scorso. Penso che sia stata una combinazione dell’effetto dovuto alla pandemia, della comunicazione positiva che c’è stata intorno al nostro settore, dei nostri prodotti e, naturalmente, del fatto che alcuni altri produttori non erano presenti. Di questo hanno sicuramente beneficiato coloro che erano in fiera, il che ha permesso ai nostri dati di vendita di essere davvero buoni. Ci sono molti nuovi clienti, quindi ora la produzione dovrà seguire le domanda. Il Salone del Camper è andato più o meno come l’anno scorso. I rivenditori dicono che c’è stato molto interesse da parte di nuovi clienti e le vendite sono più o meno le stesse. Non c’è la spinta che vediamo nel mercato tedesco, che riporta cifre impressionanti. Non credo che il mercato italiano crescerà così tanto e nemmeno il mercato francese.
Come avete affrontato la crisi pandemica del Covid-19?
Nicolas Rousseau: La maggior parte delle nostre aziende si è fermata per tre o quattro settimane. Nello stabilimento di Mayenne, ad esempio, abbiamo dedicato le prime due settimane a preparare la ripartenza e organizzare gli acquisti e la logistica dei componenti, ma anche a creare un piano sanitario, a trovare le mascherine, a riorganizzare le linee di assemblaggio in modo che le persone non fossero troppo vicine l’una all’altra. Abbiamo fatto i nostri piani e li abbiamo discussi con i sindacati e anche con i governi locali. È stato un periodo molto difficile. Avevamo previsto cifre davvero negative e ora dobbiamo aumentare rapidamente la produzione. È stato un esercizio straordinario, perché abbiamo dovuto assumere di nuovo più lavoratori, formarli e gestire le catene di approvvigionamento. È stato un periodo difficile per i fornitori, anche se abbiamo chiuso solo per tre settimane. Alcune aziende, come quelle nel Regno Unito, hanno chiuso per due mesi, quindi ripartire per loro è stato ancora più difficile.
Qual è la situazione adesso per il Gruppo Rapido e come pensa che saranno i prossimi mesi in Francia e nel resto d’Europa?
Nicolas Rousseau: Il Gruppo Rapido oggi è molto sano. La produzione presso i nostri stabilimenti è quasi sold out. Abbiamo fino a un anno di ritardo per i modelli Westfalia, quindi la domanda è molto forte. Il Gruppo Rapido è cresciuto in Francia, ora il nostro obiettivo è far crescere le nostre esportazioni perché facciamo il 50% del nostro fatturato nei paesi di esportazione, quindi sicuramente vogliamo essere più “europei” e più presenti in Italia, Germania e Inghilterra attraverso i nostri
Nicolas Rousseau (a sinistra) durante l’intervista con il nostro Direttore
stabilimenti. Abbiamo anche alcuni piani di sviluppo per ingrandire le nostre fabbriche o per costruirne di nuove, in questi paesi; e, naturalmente, con Roadtrek (in Canada) vogliamo anche entrare nel segmento B-class in Nord America, quindi saremo piuttosto impegnati per i prossimi due o tre anni.
Come sta andando la vostra operazione in Nord America?
Nicolas Rousseau: Il primo anno è stato piuttosto impegnativo perché stavamo rilevando un’azienda che era fallita, quindi abbiamo dovuto ritrasferire tutto sotto lo stesso tetto e riassumere le persone, stabilizzare il team e formare i dipendenti, inoltre abbiamo avuto anche il problema Covid, quindi abbiamo dovuto far ripartire di nuovo l’azienda. Finora le vendite sono molto buone. La produzione è in aumento, la domanda è in aumento, quindi direi che il secondo anno sembra molto più sereno del primo.
Guardando avanti di cinque o dieci anni, quali saranno le tendenze del settore? Veicoli più piccoli? Van elettrici? Slide-out? Le caravan verranno ancora prodotte?
Nicolas Rousseau: Questa è una domanda molto difficile, poiché ogni due o tre anni la gamma cambia completamente. Penso che questo mercato abbia un grande futuro e continuerà a crescere. Penso che ci siano alcune tendenze che dimostrano che questo mercato evolverà. Vedo che i van e i pop-up roof continuano a crescere, ma sembra che cambierà la segmentazione nei semintegrali o nei motorhome. Probabilmente ci saranno più segmenti. L’elettrificazione dei veicoli è una cosa che dubito sarà applicabile negli RV perchè sono troppo pesanti; tuttavia, per i van questo potrebbe sicuramente accadere molto prima, ma bisogna considerare il costo
Nicolas e Pierre Rousseau del telaio, quindi dovremo vedere se ci sarà un mercato. Direi che il Covid è stato sicuramente un acceleratore verso trend come viaggiare “slow”, stare vicino alla natura, essere indipendenti e viaggiare con maggiore frequenza. Penso che queste tendenze continueranno. Dovremo produrre veicoli più simili a un’auto per quanto riguarda le caratteristiche di autonomia e qualità. Ci sono stati molti cambiamenti negli ultimi quattro o cinque anni e anche i nostri fornitori stanno sviluppando nuovi prodotti, quindi ci saranno nuovi materiali, nuovi componenti per produrre veicoli che corrisponderanno alle esigenze dei futuri clienti.
I campervan sono un fenomeno in crescita ormai da tempo. Che ruolo ha questa tipologia all’interno del vostro Gruppo?
Nicolas Rousseau: A Mayenne produciamo il marchio Campérêve che è il leader di mercato in Francia, si tratta per lo più di prodotti di fascia alta e il più delle volte utilizzati solo da due persone. Abbiamo poi Dreamer, l’entry level di fascia media che meglio corrisponde alle famiglie con bambini, persone più attive che necessitano di quattro posti letto. Pensiamo che sia importante differenziare un layout / prodotto fatto per le famiglie da quelli pensati solo per una coppia.
Come si sta preparando il Gruppo Rapido per il futuro? State ancora cercando nuove aziende da acquisire? Siete soddisfatti delle prestazioni dei vostri marchi?
Nicolas Rousseau: Sì, siamo soddisfatti delle prestazioni dei nostri marchi. Siamo uno dei pochi gruppi a crescere a questa velocità in Francia negli ultimi tempi e, ovviamente, siamo sempre attenti a ciò che sta accadendo sul mercato e potremmo essere interessati a nuove acquisizioni. Negli ultimi cinque anni abbiamo effettuato cinque acquisizioni, quindi al momento siamo impegnati a sviluppare queste società.
Siete ben integrati con Giottiline in Italia? Questa acquisizione è ora pienamente operativa? Quali sono le sinergie per Rapido? Implementerete una politica di modelli gemelli come altri gruppi europei?
Nicolas Rousseau: Il Gruppo Rapido non ha mai avuto un marchio entry level. Abbiamo sempre avuto marchi di medio o alto livello, quindi l’acquisizione di PLA e Giottiline ci ha permesso di proporre un’offerta per il mercato entry-level e anche di stabilire una posizione più forte nel mercato tedesco, perché PLA e Giottiline vendono 500 veicoli in quel mercato, quindi ora noi vendiamo dai 1.300 ai 1.400 veicoli nel mercato tedesco. C’è un forte know-how nell’industria italiana del caravanning, quindi abbiamo voluto stabilirci anche nel vostro Paese e acquisire alcuni prodotti da distribuire in altri mercati europei. Siamo decisamente contenti e abbiamo creato delle sinergie efficaci.
Il Gruppo Rapido:
Westfalia è un marchio che ha fatto la storia ed è stato una forza indomabile fino a che è arrivato nel Gruppo Rapido. Siete soddisfatti del suo posizionamento? È in linea con le vostre aspettative?
Nicolas Rousseau: È molto difficile spiegare la storia di Westfalia, una storia lunga 175 anni. Westfalia è probabilmente l’acquisizione di maggior successo di mio padre. È un marchio conosciuto in tutto il mondo e noi dobbiamo perseguire l’obiettivo, e la sfida, più grande: farlo rivivere. Westfalia ha due attività: è un converter OEM per Mercedes e Ford, e abbiamo realizzato 7.000 veicoli per loro; e poi produciamo anche i nostri prodotti. Abbiamo tre stabilimenti, due in Germania e uno in Francia. Oggi, i veicoli Westfalia totali, tra OEM e prodotti di nostra proprietà, rappresentano quasi 9.000 unità, quindi direi che è un grande successo. C’è ancora molto da fare e dobbiamo decisamente aumentare la nostra capacità produttiva. Questo è sicuramente un obiettivo, che deve concretizzarsi ora. Siamo contenti di quello che sta succedendo, ma dobbiamo fare ancora di più.
Siete interessati all’Asia? Come va Rapido in quel mercato?
Nicolas Rousseau: Sono stato alla fiera di Pechino, credo due anni fa, perché la nostra azienda italiana PLA e Giottiline vendono laggiù. C’è un mercato piuttosto interessante che sta crescendo, principalmente un mercato di caravan, penso, ma forse la cultura del caravanning in genere non si è ancora affermata e i campeggi non sono pronti. Ci vorrà del tempo perché i cinesi della classe media vedano il camper come un modo per trascorrere una vacanza o lo utilizzino come fanno gli europei. Ci sono ancora domande a cui dobbiamo rispondere. Penso che crescerà in futuro, ma non sappiamo quando.
Una tedesca dal cuore italiano
Grazie alle notevoli esperienze acquisite nel settore RV e alla sua perfetta conoscenza della lingua italiana oltre che di quella tedesca, Ute Hofmann è stata scelta come Managing Director di Laika con responsabilità nelle vendite, nel marketing, nell’assistenza e nel prodotto. Con lei abbiamo parlato del futuro dell’azienda e delle complessità legate all’emergenza Covid
Testo di Renato Antonini
Apartire dal 2007, Ute Hofmann ha lavorato in diverse società dell’Erwin Hymer Group e dallo scorso anno è stata richiamata in Laika, dove ha assunto il ruolo di Managing Director accanto ad André Miethe, proprio quando l’azienda è entrata nell’orbita del Gruppo Thor. Pur essendo tedesca, Ute Hofmann ha vissuto molto in Italia e può vantare una profonda conoscenza del settore a livello europeo. Dopo aver studiato Sociologia, Scienze della comunicazione e Psicologia pubblicitaria a Monaco, Bologna e Firenze, ha fatto il suo ingresso in Laika nel 2003 (quando ancora studiava all’Università), prima nel marketing, poi come Project Manager. Successivamente ha avuto diversi incarichi in Germania all’interno di Erwin Hymer Group, dove è entrata in contatto con un ambiente di lavoro dinamico e con una visione internazionale del mercato. Ci siamo confrontati con Ute Hofmann su vari temi, tra cui la mancata partecipazione dell’azienda alle fiere di settembre e le possibilità offerte da una moderna campagna di comunicazione digitale.
Lei è arrivata dalla Germania alcuni anni fa ed è rimasta in Italia diverso tempo, poi è tornata in Germania lavorando per varie società dell’Erwin Hymer Group. Ora eccola di nuovo in Italia: un’esperienza varia e costruttiva?
Ute Hofmann: All’inizio sono entrata quasi per sbaglio nel settore RV, cercavo un’azienda
per perfezionare il mio italiano e vedevo maggiori chances in un’azienda italiana con forti legami con la Germania, come era appunto Laika. Ho vissuto in Italia undici anni, prima per motivi di studio, poi per lavoro. Sono arrivata in Laika nel 2003, poi nel 2014 ho avuto un’offerta della casa madre per sviluppare i marchi in ascesa Carado e Sunlight, così sono tornata in Germania, per la precisione a Leutkirch in Baden-Württemberg. Successivamente sono passata alla sede di Erwin Hymer Group a Bad Waldsee, poi ho fatto anche due anni alla Movera occupandomi del segmento accessori. Infine, mi hanno richiamata in Italia nel 2019 e sono tornata in Laika. Ho fatto molte esperienze interessanti, ogni volta ho dovuto confrontarmi con un nuovo team e affrontare nuove sfide, trovare soluzioni in tempi rapidi. Ogni singolo percorso ha arricchito la mia formazione: ho lavorato nel marketing, nella vendita, nel customer service e nel mondo degli accessori... Se conduci un percorso vario, acquisisci una grande esperienza.
Come è cambiata Laika da quando lei l’ha lasciata nel 2014 a quando l’ha ripresa lo scorso anno?
Ute Hofmann: Per prima cosa sono cambiati la sede, lo stabilimento produttivo e gli uffici, e non è poco. Quando ho lasciato Laika nel 2014 il nuovo stabilimento era quasi ultimato, ma non ci eravamo ancora trasferiti. Prima lavoravamo in almeno cinque stabilimenti sparsi sul territorio, ora siamo in un unico grande stabilimento, moderno ed efficiente, oltre che molto elegante. Tornando in Laika dopo cinque anni, è stato bello trovare ancora i miei colleghi, però ho conosciuto anche nuove persone, perché il personale nel frattempo era raddoppiato, Laika è cresciuta tantissimo negli ultimi anni.
no che Laika debba presidiare solo la fascia alta del mercato, senza scendere sotto i 65.000 Euro...
Ute Hofmann: In passato Laika ha avuto modelli nella fascia medio-alta del mercato, pensiamo alla serie X di alcuni anni fa, prima proposta su base Ford, poi dal 2009 su chassis Fiat. Questa fascia di prezzo è stata successivamente abbandonata per un certo periodo, ma dal 2018 con la serie Kosmo abbiamo dato una risposta concreta a quei mercati che chiedevano prodotti dal prezzo non troppo alto. Ritengo che l’inserimento nella nostra gamma di un prodotto di fascia medio-alta sia stata una mossa azzeccata, perché ha permesso a molti clienti di accedere al marchio Laika, soprattutto su alcuni mercati. Ha portato dei vantaggi anche perché abbiamo potuto proporre alla rete vendita un allargamento del portfolio, senza che i concessionari si rivolgessero ad altri brand. Con la gamma Kosmo abbiamo avvicinato alcuni concessionari che non vendevano ancora Laika: è stato un punto di partenza per affiancare poi le altre gamme di livello più elevato. Il Kosmo ha aiutato molto la crescita di Laika. E’ certamente più apprezzato sui mercati esteri, mentre in Italia è ancora forte l’Ecovip. Però devo dire che anche sul mercato interno si affaccia una clientela nuova, giovane, che apprezza la gamma Kosmo.
Lo stabilimento Laika inaugurato cinque anni fa è stato un investimento notevole in termini di strutture, macchinari e risorse umane. Un investimento capitato nel momento sbagliato, tra crisi economica, cambio di proprietà ed emergenza Covid?
Ute Hofmann: Il nuovo stabilimento rappresenta il futuro dell’azienda, la situazione che avevamo in precedenza era inadatta ad una produzione efficiente e orientata alla crescita. Certo, i tempi non ci hanno aiutato, sul territorio ci sono state sfide da affrontare nella costruzione della struttura, e poi ha influito la crisi. Però, nonostante in Italia la crisi del settore RV si sia prolungata, il nuovo stabilimento ci ha permesso di entrare con decisione nei mercati esteri. Abbiamo intensificato l’azione in Francia, Germania e paesi nordici. Il nuovo stabilimento ci ha sicuramente aiutato, ha permesso di stabilizzarci in tutta Europa. Inoltre abbiamo recentemente portato nel nostro stabilimento l’intera produzione di Etrusco.
Quale è il ruolo di questo stabilimento all’interno dell’Erwin Hymer Group? Ci saranno cambiamenti in futuro?
Ute Hofmann: Nello stabilimento di San Casciano ci siamo specializzati nella costruzione di tutti i modelli Laika ed Etrusco. Anche per il gruppo questo stabilimento è strategico e può contare sul fatto che nella zona di San Casciano operano molti fornitori, ma c’è anche un ampio bacino di manodopera specializzata. All’inizio abbiamo costruito veicoli anche per altre società dell’Erwin Hymer Group, ma in futuro prevediamo di produrre solo modelli Laika ed Etrusco.
Negli ultimi tempi ci sono stati alcuni cambiamenti nei ruoli chiave di Laika: come è stato ridefinito il management?
Ute Hofmann: Attualmente io e Andrè Miethe, un collega della mia precedente esperienza in Laika, siamo i due Managing Director dell’azienda: lui è responsabile della parte Finance e Production, io mi occupo di Sales, Marketing, Customer Service e Product. Christian Striebel invece è il brand manager di Etrusco e lavora in un piccolo team distaccato in Germania. Dopo che Olaf Sacker è passato a Burstner, il nuovo Plant Manager è Domenico Sofrà, che viene da un’azienda che costruisce veicoli speciali e, oltre alla sua esperienza, ha il grande vantaggio di essere italo-tedesco. Per finire, abbiamo un nuovo Product Manager, Michel Vuillermoz. Siamo una bella squadra, c’è stato un rinnovamento in poco tempo, ma abbiamo tutti molta esperienza e questo ci aiuta a portare avanti nuovi progetti.
Laika ha seguito le direttive della casa madre in merito all’emergenza Covid: non ha partecipato al Caravan Salon di Düsseldorf e nemmeno al Salone del Camper di Parma, evitando quindi sia lo scenario internazionale, sia di giocare in casa nella fiera italiana. Ed ora non potrà partecipare al CMT di Stoccarda, visto che la manifestazione è stata annullata. Non sono troppe queste assenze?
Ute Hofmann: Prima abbiamo pensato solo al Caravan Salon di Düsseldorf, poi abbiamo deciso di non partecipare anche alle altre fiere europee perché la situazione mutava continuamente in peggio. Abbiamo deciso di non partecipare per tutelare sia i nostri dipendenti sia i nostri clienti. Non ci è sembrato giusto proporre un concetto di vacanza serena e libera in un contesto molto difficile, abbiamo preferito
iniziare una campagna di comunicazione per portare i clienti, in gruppi piccoli, nei nostri concessionari sparsi in Europa. Pensavamo di riprendere la partecipazione alle fiere con il CMT di Stoccarda, ma purtroppo l’evento è stato annullato, quindi non possiamo far altro che pensare al Caravan Salon 2021. Ci è dispiaciuto non presentare il nuovo Ecovip nelle fiere di settembre, però abbiamo fatto un ottimo lavoro con la campagna di comunicazione. E’ stato fondamentale programmare l’azione in anticipo: il gruppo marketing di Laika, insieme al gruppo marketing delle varie società EHG, ha creato una campagna su vari canali social per contattare i clienti, invitarli sul piazzale delle concessionarie per appuntamenti one-to-one. E’ sempre difficile percepire con esattezza i vantaggi di una campagna digitale rispetto ad una fiera, ma ciò che è stato fatto ha dato risultati sorprendenti. E’ stata una grande sfida, perché devo ammettere che in EHG non avevamo ancora un elevato grado di digitalizzazione: in breve tempo è stato fatto un enorme lavoro, che sta portando concreti risultati. Certo, non è come essere in fiera: i clienti non arrivano condensati in dieci giorni, i risultati si vedono in tempi più lunghi. Proseguiremo su questa strada anche nei prossimi mesi, cercheremo di mettere in atto operazioni che il settore automobilistico sperimentava già da tempo. In sostanza, l’emergenza Covid ha accelerato i tempi: il progetto di comunicazione era definito, però l’abbiamo dovuto mettere in atto in tempi brevi. Ciò non vuol dire che non torneremo alle fiere. Ci sarà un’azione congiunta tra fiere e attività social per essere ancora più vicini ai nostri clienti.
Oltre ad attuare campagne di comunicazione, come avete pensato di presentare il prodotto al cliente finale in un periodo, come quello attuale, che è carico di problemi ma mostra anche una certa euforia del mercato?
Ute Hofmann: Abbiamo cercato di massimizzare il più possibile la campionatura, ma non abbiamo potuto fare molto perché il lockdown ha ridotto la produzione. Abbiamo implementato un configuratore online, che il cliente finale trova sul nostro sito internet. Inoltre c’è un configuratore specifico per i nostri concessionari. E’ possibile vedere tutti i modelli, con tutte le finiture, le tonalità di legno e tessuto: ci si sente quasi dentro al veicolo. Purtroppo i clienti si dovranno abituare a tempi di consegna più lunghi, in tutto il settore RV. Noi ci stiamo attrezzando per aumentare la capacità produttiva, abbiamo assunto nuovo personale, lavoriamo su più turni anziché due. Però dobbiamo rispettare un protocollo di sicurezza per la situazione Covid, per mantenere il distanziamento e lavorare in sicurezza.
Anche per Laika l’utilizzo di piattaforme comuni a vari brand è una strada inevitabile? Non c’è il rischio di perdere l’identità Laika creando veicoli troppo simili ad altri modelli dell’Erwin Hymer Group?
Ute Hofmann: In certe fasce di prezzo e su alcuni mercati è sicuramente un’opportunità, una soluzione che porta vantaggi. Le piattaforme comuni vengono sviluppate in maniera congiunta da vari uffici tenici del gruppo, tra cui quello di Laika. Ma non è detto che sia un vantaggio per ogni tipo di veicolo: ad esempio il nuovo Ecovip è stato sviluppato interamente da Laika.
Quali cambiamenti ha portato l’ingresso nel gruppo Thor e quali porterà in futuro?
Ute Hofmann: L’aggregazione al gruppo Thor ha portato opportunità, stabilità e positività, sia in Erwin Hymer Group, sia in Laika. Abbiamo potuto constatare che i manager americani sono abituati a lavorare in gruppo, sanno ben gestire le varie strutture aziendali senza cambiare identità al brand: questo è un punto di forza di Thor e anche la nostra fortuna. E ritengo positivo il fatto che siamo stati acquistati da un gruppo di settore e non da un gruppo finanziario extra settore. Le sinergie maggiori ci saranno soprattutto a livello di Erwin Hymer Group in Europa, mentre con il gruppo Thor ci saranno sicuramente sinergie a livello di acquisti.
Italia, Germania e resto d’Europa: dove vuole impegnarsi maggiormente Laika nei prossimi anni?
Ute Hofmann: Stiamo crescendo molto in Francia, Spagna, Italia, Norvegia e Svezia, ma anche la Germania si sta sviluppando bene. Vediamo poi una positiva apertura dell’Europa dell’Est: Polonia, Repubblica Ceca, ma anche Romania e Ungheria, non sono più mercati satellite della Germania ma assumono una loro identità, sono ancora in fase di partenza ma potranno sicuramente crescere. Vedo una crescente strutturazione di questi mercati dell’Est Europa, sia dalle richieste dei clienti finali, sia dall’organizzazione dei concessionari, che è un elemento fondamentale per avere uno sviluppo stabile. Per quanto riguarda UK, il mercato si sta riprendendo, ma nessuno può sapere di preciso cosa succederà dopo l’1 gennaio, quando verranno applicate le nuove misure post-Brexit dell’Unione Europea e terminerà il periodo di transizione.
Mansardati, semintegrali, motorhome e camper van: tipologie diverse, scelte di mercato differenti, ma anche scelte costruttive strategiche. Dove punta Laika?
Ute Hofmann: Come sappiamo, il segmento che sta crescendo molto in Europa è quello del camper van: sia con Laika, sia con Etrusco abbiamo saputo prevedere in anticipo questo sviluppo, da un paio d’anni abbiamo validi prodotti in questo segmento di mercato. In primavera arriverà anche l’Ecovip camper van, che si affiancherà al Kosmo camper van. Vogliamo ovviamente partecipare a questo trend di mercato. Tanti nuovi clienti si avvicinano al mondo RV proprio con i camper van, perché si sentono più tranquilli con veicoli compatti e versatili. La fascia premium continuerà però a esistere e ci vedrà impegnati con decisione. Certo, le richieste di mansardati, con cui Laika ha avuto grande successo in passato, sono diminuite, purtroppo sembra che oggi il mansardato stia tramontando, soppiantato dal semintegrale dotato di letto basculante. Il mercato comunque sarà influenzato anche da nuove tassazioni introdotte in alcuni paesi per le emissioni di CO2: anche Laika dovrà fare delle proposte che tengano conto di questi cambiamenti. A livello produttivo, con la nostra gamma premium abbiamo deciso di fermarci poco prima della classe liner, perché i cosiddetti “liner” hanno esigenze produttive molto diverse. Noi ci sentiamo forti con Ecovip, un prodotto su cui puntiamo molto. Per quanto riguarda i camper van, cerchiamo di aumentare il nostro portfolio passo dopo passo.
Buon design e Italian Style: bastano a caratterizzare in maniera decisa Laika?
Ute Hofmann: Stiamo lavorando su un prodotto che farà un deciso passo avanti: lo si vedrà in primavera e sarà un prodotto d’eccellenza che farà valere tutti i nostri 50 anni di esperienza. Vogliamo realizzare un prodotto diverso, tecnologicamente avanzato e con un design italiano. Abbiamo anche iniziato a lavorare con una nota casa di design italiana, a breve sarà ufficializzata questa collaborazione.
Lo stabilimento Laika Caravans a San Casciano Val di Pesa (Fi)