La Manovella Web n. 1/22 - Gennaio

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GRANDI EVENTI INTERNAZIONALI

DIETRO LE QUINTE DI RÉTROMOBILE INTERVISTA A FRANÇOIS MELCION, PATRON DELLA RASSEGNA FRANCESE, CHE HA CREATO INSIEME MARC NICOLOSI A METÀ DEGLI ANNI SETTANTA.

di Laura Ferriccioli

François Melcion, parigino, classe 1952, una moglie italiana, Alessandra e una grandissima passione per le auto d’epoca, fin da bambino.

La sua prima auto storica François Melcion l’ha comprata a 15 anni e mezzo. Era una Citroen C4 del 1932 che è tuttora nella sua collezione, sezione “invendibili”. Che le auto d’epoca sarebbero state il suo destino non lo sapeva ancora ma gli fu chiaro qualche anno dopo, quando decise di lasciare gli studi di scienze politiche e aprire una boutique di accessori per vetture d’antan. E così, anziché per il governo è diventato ambasciatore di Rétromobile, il prestigioso salone annuale all’ombra della Torre Eiffel che ha organizzato per quarant’anni e di cui oggi è consulente dopo essersi ritirato dal lavoro quattro anni fa. Parigino, classe 1952, compie 70 anni questo mese e ricorda l’inizio a metà anni Settanta nella vecchia stazione di Place de la Bastille insieme al cofondatore Marc Nicolosi, scomparso nel 2019. Erano 4.000 m²: poi, in tre padiglioni, sono diventati gli attuali 75.000. Come sempre, anche quest’anno il Salone andrà in scena a febbraio, dal 2 al 6, con le sue proposte sensazionali. Come è nata la sua passione per le auto storiche, le è stata trasmessa dalla famiglia? “No, ma in un certo senso la mia famiglia in questo ha avuto un ruolo, dato che la Citroen C4 era stata comprata nuova dai vicini di casa dei miei nonni, nei pressi di Nantes. E così la vedevo sempre quando andavo d’estate da loro con i miei genitori, finché nel 1967 sono riuscito ad acquistarla con un mio amico inglese. Poi, finite le vacanze, lui è tornato in Inghilterra e ricordo che gli ho riscattato l’auto con una cifra minima: 300 franchi, più o meno 50 euro di oggi”. Sua moglie Alessandra è italiana. Qual è un’altra “italiana” che le ha dato il batticuore? Perché? “L’alfa Romeo 6C 1750 Zagato: un’auto straordinaria che ho avuto la possibilità di guidare e di possedere. L’ho davvero molto apprezzata”. E la francese che eleggerebbe “première dame” del secolo scorso, Citroën C4 a parte? “Le Bugatti Type 35 e 37. Con un esemplare di quest’ultimo modello ho fatto tra l’altro un paio di volte la 1000 Miglia, guidandolo da Parigi fino a Brescia e ritorno. In pratica, una 1000 Miglia moltiplicata per due”. Quale periodo storico le piace di più? “Dal 1924 al 1934. Soprattutto per l’ambiente delle corse, per il clima che si creava tra i piloti”.

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Fenomeno Restomod, anche elettrico. Cominceremo a trovarlo a Rétromobile? “Sì, senza dubbio. Non rispecchia il mio gusto ma è inevitabile ormai la presenza di vetture storiche restaurate con parti moderne e anche con motore elettrico”. Qual è la sua opinione in merito? “Per me personalmente senza rumore e odore di benzina un’auto d’epoca non è concepibile”. In Italia le Youngtimer stanno avendo la maggiore sulle anteguerra: com’è la situazione in Francia e che scenari prevede in futuro per le auto costruite entro gli anni Trenta? “Ci saranno sempre amatori e persone che si interessano a questo segmento. Anche giovani, nonostante la maggioranza sia per le Youngtimer”. Una visione ottimistica, la sua. Forse per il fatto che in Francia avete avuto molti pionieri dell’automobile esiste una maggiore sensibilità nei confronti delle ere più remote? “Le anteguerra qui non stanno scomparendo e in futuro andrà come ora per le vetture ante 1914, che hanno sempre degli amatori. È importante, però, che vi siano delle manifestazioni per questo tipo di auto. Da noi esiste il club Teuf Teuf, una realtà importante volta a promuovere e valorizzare le ancienne. E di fatto ogni anno alla Londra-Brighton il 60-70% di partecipanti è francese”. Come si riesce a creare la più raffinata fiera d’auto d’epoca del mondo e a mantenerne l’alto livello per quarant’anni? “Per me è sempre stata una passione. Sin dall’inizio, poi, io e il mio amico Marc Nicolosi abbiamo viaggiato con delle Bugatti in tutta Europa: quelle auto erano il nostro biglietto da visita. Eravamo di casa al Club Bugatti France, dove tra l’altro oggi si vedono molti giovani, perché i padri non esitano a passare il volante ai figli e alle figlie. Abbiamo creato una rete di contatti tra collezionisti e commercianti per far acquisire una credibilità al Salone e quindi farlo crescere. Anche gli espositori a Rétromobile sono di alto livello, e spesso fanno a gara per portare le vetture più straordinarie che hanno. Però in fiera c’è di tutto: dalle auto a 10.000 euro al manifesto, chiunque trova qualcosa di adatto ai propri gusti e alle proprie tasche. Io e il mio amico cofondatore di Rétromobile siamo anche andati da subito al concorso di eleganza di Pebble Beach, che frequento da trent’anni; in più di una occasione ho fatto parte della giuria, come anche di altri concorsi internazionali. In California ho avuto modo di entrare in contatto con i grandi collezionisti


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