Il Calciatore Maggio_Giugno_2020

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femminile

di Pino Lazzaro

Mi ritorni in mente…

VISIONI MONDIALI /6: Elena Linari (Atletico Madrid) Sesta e ultima puntata di questa nostra rubrica che è sempre partita sì con uno sguardo all’indietro, a quelle giornate francesi del Mondiale d’inizio della scorsa estate, al ricordo/ricordi maggiormente impressi nel cuore e nella mente delle ospiti di turno, ma che ha cercato poi di concentrarsi sul presente/futuro, a quelle che – per forza di cose e per fortuna – non possono essere che nuove responsabilità (e con ancora maggiori consapevolezze). Rubrica dunque che chiudiamo con Elena Linari, giocatrice dell’Atletico Madrid, in una Liga che ha già decretato lo stop al campionato, assegnando lo scudetto al Barcellona, avanti di 9 punti proprio sull’Atletico, al momento della fermata per coronavirus. Lo stesso Barcellona che sarà/dovrebbe essere il loro prossimo avversario in Champions League (quarti di finale), sempre aspettando quelle che saranno le decisioni dell’Uefa. L’abbiamo sentita ancora in isolamento, Elena, in quel di Madrid. In cassa integrazione – qualcosa dunque in ogni caso arriva – e impegnata a tenersi comunque attiva, seguendo le indicazioni della società e pure del proprio preparatore atletico e sfruttando nel condominio dove vive, un piccolo cortile che le permette comunque di non perdere troppa confidenza col pallone. Con dei vicini di casa poi che in pratica l’hanno adottata e che la fanno così sentire, pur lontana dalla sua Firenze, comunque in famiglia. Concentrata nel voler ancor più migliorare il proprio spagnolo e nel continuare a studiare, per non perdere di vista un altro suo obiettivo: la laurea in Scienze Motorie. Come dire insomma, sue parole, che pur in isolamento sono comunque “giornate pienissime”. Elena, quale la prima immagine/ricordo/sensazione ti viene subito alla mente ripensando a quel periodo del Mondiale di Francia? “Quando ripenso al Mondiale, a quell’atmosfera, quel che rivedo subito sono i tunnel degli stadi, quelli

che portavano al campo. Mi vedo allora per esempio con a fianco le calciatrici dell’Australia, le gambe che mi tremavano, i brividi addosso dappertutto, brividi che ho anche adesso che son qui che ne parlo. Loro, forti e pure… grosse e lì a dirmi ma come poi

farò con queste qui. E poi fuori, tutta quella gente che era lì per noi, come realizzare un sogno, tutte quelle persone per vedere una nostra partita, di calcio femminile! Ricordo che ho pensato così, di colpo, a mia nonna, alla mia ragazza, di sicuro lì sui divani a guardare, come sempre ho fatto pure io quando guardo in tv una partita. Ricordo benissimo il verde di quel campo e il giallo del sole, dal tunnel si vedevano proprio i raggi, questo ho dentro”. Ancora riandando indietro, difficile poi calarsi sulle solite cose di tutti i giorni? “D’accordo, tornare intanto a casa è stato pure un po’ un peccato, pensa ce l’avessimo fatta ad andare ancora avanti; però nessun rammarico, nessun rimpianto. Siamo comunque riuscite a fare un po’ sognare l’Italia e in ogni caso per me è stato bello tornare a casa, già prima del Mondiale c’ero stata poco, il

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