Il Calciatore Maggio_Giugno_2020

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di Fabio Appetiti

Nico Stumpo, deputato alla camera di Articolo 1

Scelte giuste per far ripartire il calcio in sicurezza Ho conosciuto l’on Nico Stumpo lungo la fascia destra del Granillo di Reggio Calabria, tra dribbling improbabili, ma con la consapevolezza per entrambe del perché eravamo lì: “Contro la ‘ndrangheta e in nome della Legalità” e per lui, deputato calabrese di Cotronei, quella partita aveva ancora più valore. Ci siamo ritrovati poi spesso a parlare durante questa lunga quarantena di tutela della salute e amore per il calcio e mi sembrava la persona più giusta per raccontare questa ripartenza ormai prossima del campionato di Serie A. Merito anche di una politica che è “scesa in campo” a fianco del nostro mondo comprendendone il valore economico e sociale e del presidente della FIGC Gabriele Gravina che, coerentemente, ha perseguito l'obiettivo della ripartenza in sicurezza schivando molte cassandre. In bocca al lupo a tutti i calciatori che torneranno presto in campo e buona estate di calcio davanti la tv a tutti i tifosi. Nico Stumpo, deputato alla camera di Articolo 1. Siamo in piena fase 2, che Italia vede in questa graduale uscita dall’emergenza sanitaria? “Io quello che vedo e registro sono due sentimenti: quello dell’uscita dalla paura che purtroppo che ci accompagnerà per molto tempo e la voglia di riprendere e di vivere che fa parte del dna del nostro Paese che ha saputo sempre riemergere anche nei momenti peggiori e più difficili della nostra storia. In questo binomio dobbiamo ovviamente far prevalere il secondo sentimento, facendolo però con prudenza e responsabilità per arrivare ad una ripartenza completa di tutte le attività della nostra sfera sociale ed economica. Il 3 giugno è stato il giorno della riapertura dei collegamenti anche tra le regioni e quindi stiamo completando questa fase graduale di fuoriuscita dall’emergenza, ma non dobbiamo però mai dimenticare cosa è alle nostre spalle e non possiamo far finta che nulla sia successo. Possiamo tornare a far tutto, ma con responsabilità e rispetto del prossimo in tutte le nostre attività da quelle secondarie che fanno parte della nostra vita come l’aperitivo o lo sport, fino a quelle che sono le principali attività economiche, industriali e commerciali del paese necessarie alla ripartenza definitiva del nostro sistema produttivo”. Il Ministro della Salute Roberto Speranza è un suo collega di partito e si

è ritrovato a gestire una emergenza impensabile solo qualche mese, ma lo ha fatto con grande competenza. Quale è il suo giudizio? “È passato quasi un anno e ricordo benissimo quei giorni di agosto in cui eravamo in riunioni continue con lui a seguito della caduta del governo giallo-verde. Quando fu nominato Ministro della Salute fu un momento di grande emozione e orgoglio per tutti noi, essendo Speranza il Segretario del nostro partito, Articolo 1. Certo nessuno pensava che si trovasse a gestire da lì a pochi mesi una emergenza di una pandemia che ha stravolto la vita di tutti noi. E da quando è cominciata l’emergenza Roberto ha smesso i panni del politico per dedicarsi totalmente, anima e corpo, a questa emergenza. Ricordo che la prima riunione politica non legata alle sue responsabilità istituzionali, dopo quasi tre mesi, l’abbiamo fatta sabato 23 maggio. Non tocca a me dirlo, visto il rapporto umano e politico che mi lega a lui, ma mi sembra riconosciuto da tutti abbia gestito l’emergenza con grande autorevolezza contornandosi, come fanno i politici più bravi, di personalità molto competenti e indipendenti, da Ricciardi a Rezza a Ippolito direttore dello Spallanzani. Inoltre, secondo me, ha avuto soprattutto il grande merito di tenere unito il Paese rispetto anche ad alcune spinte alla frammentazione che venivano da alcune regioni talvolta con

fughe in avanti del tutto inappriopriate. Non ci sono venti Italie della sanità, come qualcuno ad un certo punto voleva far credere, ma una sola Italia e credo che finita l’emergenza dovremo avviare una riflessione anche su questo aspetto, visto che non si possono avere indirizzi diversi tra il Veneto e la Calabria o sanità di serie A e serie B. Roberto ha saputo tenere unite le istituzioni politiche, gli enti locali, le autorità medico e scientifiche, i cittadini. Non era facile, né scontato”. Nel decreto rilancio previsti 55 miliardi di aiuti: tra questi importanti provvedimenti per il mondo dello sport. L’emergenza Covid19 ha fatto scoprire quante persone lavorano in questo settore e quasi 150 mila persone hanno richiesto il bonus sport. “Io ho sempre pensato che il mondo dello sport non fosse la gallina delle uova d’oro per gli alti stipendi di pochi, ma fosse uno dei più importanti settori produttivi del paese con una fetta di Pil di tutto rispetto, capace di svolgere un ruolo sociale ed educativo di grande rilevanza su tutto il territorio del nostro paese da nord a sud, dal piccolo centro alla grande città. Spesso si confonde lo sport con i 4/5

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