È di Rummo la
pasta premium più amata dagli italiani
Dalla City all’e-commerce di pasta all’italiana
Secondo un’indagine Swg, Rummo è la pasta pre mium più amata dagli italiani. L’azienda di Bene vento, secondo il sondaggio, viene apprezzata dai consumatori per il metodo “Lenta lavorazione”, un procedimento in sette fasi brevettato e approvato da Bureau Veritas. Rummo esporta in oltre 60 Paesi (Francia, Svizzera, Spagna, Stati Uniti e Canada in primis), ma i suoi stabilimenti produttivi sono tutti in Italia. Oggi l’impresa campana ha più di 150 di pendenti e un fatturato di 160 milioni di euro. Nel 2015 Rummo ha dovuto però affrontare una fase molto difficile, quando a causa dell’alluvione che colpì il Sannio il pastificio, allora ubicato nella zona Asi di Ponte Valentino, fini travolto da un’onda di fango alta più di otto metri.
Nel 2016 un ex manager della City ha dato vita a un business con sede a Londra che, dopo so li 4 anni, fattura più di 10 milio ni di sterline. Oggi la società ha Barilla come azionista di mag gioranza e cresce ancora grazie al boom del delivery. Il protagonista è Alessan dro Savelli, azionista e Ceo di Pasta Evangelists. “Il mio progetto era vendere pasta fresca e sughi all’italiana a Londra. Non esisteva un marchio premium, quindi potevo lanciarlo online. In quel periodo molte aziende stavano investendo nella vendita al consumatore finale tramite l’e-com merce. Volevo creare un marchio di qualità, che offrisse un prodotto freschissimo. Nell’estate 2017, dopo un anno di prove, in una settimana le vendite sono aumentate del 50%, passando da 100 a 151 porzioni di pasta a settimana”. A quei tempi, la pasta da asporto a Londra quasi non esi steva. Savelli è stato il primo nel Regno Unito.
La Molisana omaggiata con un francobollo per i suoi 110 anni di attività
La Molisana ha ricevuto dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo per i suoi 110 anni di attività. “Come Poste Italiane - ha sottolineato Fabio Gregori, Responsabile della Direzione Filatelia - siamo lieti di contribuire a rendere omaggio a un’altra delle tante eccellenze produttive del nostro Paese quale è La Molisana, azienda apprezzata e conosciuta in Italia e nel mondo. Il francobollo, emesso dal Mi nistero dello Sviluppo Economico, è un riconoscimento ai 110 anni di storia che que sta esperienza imprenditoriale a conduzione familiare ha saputo traguardare, trac ciando un percorso virtuoso e coniugando nei suoi prodotti qualità e tradizione”.
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Pasta e dintorni 6
Dopo il massimo storico del 2021, nel primo semestre 2022 mette a segno una nuova accelerazione
La ricca e variegata tradizione agroalimentare italiana ha portato alla formazione di realtà locali caratterizzate dalla presenza di molti prodotti tipici. Allo scopo di rappresentare tali realtà, la Dire zione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha identificato oltre 50 distretti agroalimentari: zone geo grafiche specializzate nella coltivazione e trasformazione di prodotti agricoli e alimentari, contrad distinte da una buona propensione all’export, distribuite lungo l’intera Penisola.
La Redazione
Nonostante il delicato contesto, tra co sti energetici in aumento, difficoltà nel reperimento di materie prime e problemi nella logistica, le esporta zioni dei distretti agroalimentari italiani hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti anche nel primo semestre 2022. Dopo il massimo storico del 2021 (22,6 miliardi di euro, +9,2% rispetto al 2020), i primi sei mesi del 2022 registrano un ul teriore balzo in avanti con quasi 12,5 miliardi di
euro di export, 1,6 miliardi in più nel confronto con il primo semestre 2021 (+15% tendenziale) e oltre 3 miliardi in più rispetto al primo semestre 2019. L’evoluzione dei distretti riflette quella dell’export agroalimentare italiano nel suo com plesso, che già l’anno scorso aveva superato i 50 miliardi di euro e che segna, nel primo semestre 2022, una crescita tendenziale del 18,9%. Il risul tato risente in parte della dinamica inflattiva: l’in dice dei prezzi praticati sul mercato estero dei pro
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Economia agroalimentare
di Carla Saruis e Rosa Maria Vitulano Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
dotti alimentari italiani è infatti aumentato, nel pri mo semestre 2022, del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, con punte del 22% per oli e gras si, mentre per i vini l’incremento è stato più con tenuto (+4,1%). Tutte le filiere hanno recuperato i livelli di export pre-pandemia, ma questo impor tante traguardo oggi deve fare i conti con nuove tensioni generate da un insieme di fattori di tipo congiunturale, geopolitico e speculativo, anche a causa dell’alto grado di dipendenza dall’estero dell’agroalimentare italiano per molti approvvi gionamenti essenziali. I distretti della pasta e dolci hanno guidato la cre scita nel primo semestre 2022 superando 1,9 mi liardi di euro di export (+23,4% tendenziale), solo in parte spiegata dalle dinamiche inflattive: l’in dice dei prezzi sui mercati esteri per la produzione di pasta e prodotti da forno è aumentato del 15,4% tendenziale nel primo semestre del 2022. Sul set tore hanno pesato i rincari energetici e dei costi
delle materie prime, in particolare dei cereali, spesso quotati in dollari, valuta che ha continuato a rafforzarsi nei confronti dell’euro. Si distingue, in particolare, il comparto pasta dell’Alimentare di Par ma, con un incremento di 119 milioni di euro rispetto al primo semestre 2022 (+27% tendenziale), ma tutti i di stretti registrano un rialzo a doppia cifra: i Dolci di Alba e Cuneo (+12,7%), i Dolci e pasta veronesi (+16,3%), la Pasta di Fara (+36,5%) e i comparti pasta dell’Alimentare na poletano (+47,4%), dell’Alimentare di Avellino (+23,4%) e dell’Olio e pasta del barese (+40,6%). Seguono, per contributo alla crescita, i distretti vi tivinicoli, che superano i 3,2 miliardi di euro di ex port in valori correnti (+12,6% tendenziale). Il di stretto più importante in termini di valori esportati, con oltre 1 miliardo di euro nei primi sei mesi del
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agroalimentare
Economia
Tutte le filiere hanno recuperato i livelli di export pre-pandemia
2022, è quello
ferrato, che ha messo a segno un progresso del 5,7% rispetto allo stesso semestre del 2021. Mostra un’ottima performance anche il distretto dei Vini del veronese (+11,6% tendenziale), ma il trend mi gliore è quello del Prosecco di Conegliano-Valdob biadene, con un progresso di oltre 120 milioni di euro nel trimestre (+32,6% tendenziale). La filiera dei distretti agricoli, dopo il buon risultato del 2021 (+9,4%), nel primo trimestre 2022 rallenta,
con un incremento tendenziale del 4,3%, ma pre senta dinamiche differenti nei 13 distretti che la compongono. Il maggiore aumento lo si deve al distretto dell’Ortofrutta del Barese, che passa dai 126 mi lioni di euro del primo seme stre del 2021 a 262 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. Segni negativi, invece, per l’Ortofrutta romagnola (-3,6% tendenziale), le Mele del Trentino (-28,6%) e la Nocciola e frutta piemontese (-28,5%). Rialzi diffusi per i distretti delle conserve: le Con serve di Nocera hanno segnato un +18,9% tenden ziale e incrementi a doppia cifra sono stati registrati per le Marmellate e succhi di frutta del Trentino-Al to Adige (+30,1%) e per i comparti conserve del l’Alimentare napoletano (+32,1%) e dell’Alimen tare di Parma (+25,8%). Unica eccezione l’Orto frutta e conserve del foggiano che, dopo la forte contrazione del 2021 (-46,1%), continua a perdere terreno sui mercati esteri (-6,4%). Luci e ombre tra i distretti delle carni e salumi: alla forte crescita dei Salumi del modenese (+22,8% tendenziale, che corrisponde a un progresso di 75 milioni di euro), si contrappone il calo delle Carni di Verona (-12,1%, 37 milioni di euro in meno).
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dei Vini di Langhe, Roero e Mon
Economia agroalimentare I distretti
superano
export Le esportazioni per filiera dei distretti agroalimentari monitorati da Intesa Sanpaol Export (milioni di euro)Peso %Differenza (milioni euro)Variazione % tendenziale 20211° sem 20222021 2021 vs. 2020 1° sem 2022 vs. 1° sem 2021 2021 vs. 2020 1° sem 2022 vs. 1° sem 2021
6.057 3.225 26,7% 675 361 12,5 12,6
3.729 2.032 16,4% 319 83 9,4 4,3
e dei dolci 3.717 1.938 16,4% 256 368 7,4 23,4 Filiera carne e dei salumi 2.266 1.147 10,0% 316 70 16,2 6,5 Filiera delle conserve 2.209 1.322 9,7%-86 234 -3,7 21,5 Filiera lattiero-casearia 2.037 1.161 9,0% 273 145 15,5 14,3 Filiera del caffè 1.123 645 5,0% 139 119 14,1 22,6 Filiera dell’olio di oliva 926 632 4,1% 19 160 2,0 33,9 Filiera del riso 515 340 2,3%-23 80 -4,2 30,8 Filiera dei prodotti ittici 96 51 0,4% 16 8 20,3 19,1 Totale complessivo22.675 12.491 100,0%1.904 1.627 9,2 15,0 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Tabella 1 �������������������������$� ���������������� ������������+������������� ������������$�))* �����������������$������� ��������������$������� ��������$��������������(�� �����������������������������$� ������������$��� ���������������� �������������������!��������� ���������&�������� �!����� �&"����� ��&����� ��"!���� ����" ���� ���������� ���&������ ���#&'���� ����&����� �&���!���� �������!��% �������!�!� �������!�!! Grafico 1 Le esportazioni per filiera dei distretti agroalimentari italiani monitorati da Intesa Sanpaolo (primo semestre, milioni di euro) Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
di pasta e dolci
quota 1,9 miliardi di euro di
Filiera dei vini
Filiera agricola
Filiera della pasta
Boom di vendite sui mercati esteri per i Salumi di Reggio Emilia, con 13,8 milioni di euro in più ri spetto al primo semestre 2021 (+49,9%). Anche tra i distretti del lattiero-caseario si osser vano performance altalenanti. Il primo distretto per valori esportati è il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale che, dopo l’eccellente ri sultato del 2021 (+15,4%), chiude il primo trimestre 2022 con una rialzo tenden ziale del 22,9%, oltre 105 mi lioni di euro in più rispetto al lo stesso periodo del 2021. Dinamica simile anche per la Mozzarella di Bufala Cam pana (+27,1%) e per il Lattiero-caseario Parmense (+16,1%). Flussi in contrazione, invece, per il Lat tiero-caseario di Reggio Emilia, che già aveva chiuso il 2021 in leggero calo (-3%) e nel primo semestre 2022 segna una diminuzione del 25,7%.
Anche il Lattiero-caseario sardo registra un fisio logico regresso (-5,5% tendenziale), dopo la no tevole crescita del 2021 (+26%). Forte accelerazione per i distretti dell’olio, che pe rò si accompagna a un incremento dei prezzi sui mercati esteri per l’industria nazionale di oli e grassi del 22% tendenziale. Il distretto dell’Olio toscano chiude il primo semestre 2022 con un +32,3% tendenziale, che si traduce in un progresso di quasi 110 milioni di euro. Molto positivi i risul tati anche dell’Olio umbro (+35,9% tendenziale) e del comparto olio dell’Olio e pasta del barese (+43,4%).
I due distretti del riso si muovono all’unisono: il Riso di Vercelli, che aveva chiuso il 2021 con un -4,5%, registra una crescita tendenziale del 23,5%; stessa dinamica per il Riso di Pavia (-4% e +39,7%). Nella filiera del caffè tutti i distretti pro seguono il trend positivo del 2021; si distinguono, in particolare, il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+22,2% tendenziale) e il Caffè di Trieste (+28,3%). Recupera i livelli pre-pande mia anche il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+19,1% tendenziale; +8,4% rispetto al primo semestre 2019). Nel complesso, sono in aumento le esportazioni dei distretti agroalimentari verso tutti i principali mercati di destinazione. Crescono i flussi verso la Germania, primo mercato di sbocco (+7,4% nel primo semestre 2022), grazie soprattutto al con tributo delle filiere di pasta e dolci, conserve e
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Economia agroalimentare
In espansione l’export delle Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia
olio, gli Stati Uniti (+14,7%), dove il dollaro forte ha sostenuto la crescita dei distretti del vino, dell’olio e di pasta e dolci, e la Francia (+16,7%), dove al successo della filiera della pasta e dolci si aggiungono quello del lattiero-caseario e dei vini. Riprendono a crescere anche le vendite sul mer cato britannico (+15,8% tendenziale, dopo il -9,6% del 2021), soprattutto di vini, conserve, pa sta e dolci (Tabella e Grafico 1).
La meccanica per l’industria agroalimentare in Emilia Romagna
In Emilia Romagna è presente una filiera agroa limentare molto strutturata. Vicino ai distretti del food si sono sviluppate aree ad alta specializzazio ne composte da imprese della meccanica che ri volgono la propria offerta al settore agroalimen tare. Nate per servire il mercato domestico, nel tempo hanno saputo crescere sui mercati esteri, conquistando significative quote di mercato. Spic
cano, in particolare le Macchine per l’imballaggio di Bologna, le Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia e la Food machinery di Parma. Il distretto delle Macchine per l’imballaggio di Bo logna ha contabilizzato flussi commerciali in usci ta per circa 1,2 miliardi di euro nel primo semestre 2022, confermando i livelli del primo semestre 2021 (+0,7% tendenziale). Spiccano i risultati ot tenuti in Francia e Spagna, rispettivamente terzo e quarto mercato di sbocco del distretto, mentre si registra un calo verso le prime due destinazioni commerciali: Stati Uniti e Germania. Le esporta zioni del distretto non hanno però ancora recupe rato i livelli pre-Covid (-4,3% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Rallenta il distretto della Food machinery di Par ma (-1,9% nel primo semestre 2022) dopo il lieve aumento del 2021 (+3,9%). In contrazione soprat tutto i flussi verso Stati Uniti e Cina. Anche questo distretto mostra ancora un gap rispetto ai livelli di export pre-pandemia (-3,2% rispetto al primo se mestre del 2019).
Diversa la situazione del distretto delle Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, che durante la pandemia ha segnato una riduzione di export contenuta, ampiamente colmata e superata nel 2021. La crescita prosegue anche nel primo seme stre 2022 (+7,1% tendenziale). Il buon andamento delle vendite in Germania, Spagna, Sudafrica e Stati Uniti riesce a compensare il calo verso la Francia, prima destinazione commerciale per il di stretto (Tabella e Grafico 2).
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Economia agroalimentare Le esportazioni dei distretti della filiera meccanica dell’agroalimentare dell’Emilia Romagna monitorati da Intesa Sanpaolo Export (milioni di euro)Differenza (milioni euro)Variazione % tendenziale 20211° sem 2022 2021 vs. 2020 1° sem 2022 vs. 1° sem 2021 2021 vs. 2020 1° sem 2022 vs. 1° sem 2021 Macchine per l’imballaggio di Bologna 2.527 1.190 161 8 6,8 0,7 Food machinery di Parma 1.265 638 47 -12 3,9 -1,9 Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena 573 339 90 22 18,7 7,1 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Tabella 2 �������$4����5����6���� 7�$$4���������+��-������������������� 7�$$4��������$�������2������1��������7����� �����������!�!� � (&$�� ("$&� ���$'� (�$# �$ $� ������!�!!����������!��% ������!�!!����������!�!�
Variazioni tendenziali delle esportazioni dei distretti della filiera meccanica dell'agroalimentare dell'Emilia Romagna monitorati da Intesa Sanpaolo
Carla Saruis, Rosa Maria Vitulano
Grafico 2
Come produrre pasta secca ad alta valenza dietetico-nutrizionale da frazioni di germe e crusca di grano duro deoleate
Il processo di macinazione ha come finalità la separazione dell’endosperma dalle parti tegu mentali e dal germe. A livello industriale la ma cinazione moderna è operata da molini auto matici a cilindri dotati di impianti di pre-pulitura e pulitura del grano (debranning - decorticazione premacinazione), nonché di macchine idonee a rompere la cariosside e a separare progressivamente gli sfari nati e i sottoprodotti. Le operazioni di macinazione prevedono diversi passaggi, in modo da assicurare che la maggior parte dell’endosperma sia convertito in farina o semola e che la maggior parte dei tegu menti/pericarpo sia separata e rimossa come sotto prodotto. Il sottoprodotto rappresentato da cruscami (crusca, cruschello, tritello, germe) ha un impatto no tevole considerando che costituisce circa il 20% della produzione ed è generalmente indirizzato all’indu
stria mangimistica, sebbene sia ricco di composti bio attivi ad alto valore aggiunto (fibra, arabinoxilani, po lifenoli, proteine, folati, minerali, vitamine).
Lo scarto come risorsa
La cariosside dei cereali è ricca di composti con importanti attività biologiche localizzati preva lentemente nei tegumenti esterni e nel germe (Ta bella), che in molti casi costituiscono scarti/sot toprodotti della macinazione. Diversi studi epi demiologici condotti su larga scala hanno dimo strato che le diete arricchite con cereali integrali migliorano la funzione metabolica e proteggono dallo sviluppo di malattie metaboliche, preve nendo o influenzando di fatto la progressione di malattie come l’obesità, il diabete e le patologie cardiovascolari.
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Tecniche di produzione
di Maria Cristina Messia1 e Marcello Greco Miani2
1 Professoressa ordinaria, Dipartimento Agricoltura, Ambiente, Alimenti, Università degli Studi del Molise
2 Responsabile Ricerca & Sviluppo, Casillo Next Gen Food
Considerare lo scarto una risorsa al pari di una materia prima è un pilastro dell’economia circo lare e tra le priorità del Green Deal; insieme alla ricerca di nuove opportunità per output con un va lore di mercato, alla promozione della circolarità delle risorse e al miglioramento dell’efficienza del ciclo produttivo rappresenta la condizione ba se per la sostenibilità ambientale delle produzioni. Infatti, recuperare e ridurre gli scarti e valorizzare i sottoprodotti significa non solo risparmiare sui costi di smaltimento e salvaguardare l’ambiente, ma anche garantire la sostenibilità del processo produttivo. Il completo riutilizzo sembra, pertan to, il futuro destino dei residui dei processi di tra sformazione dei prodotti agroalimentari.
Il processo innovativo
Lo sviluppo e la standardizzazione di un processo innovativo per il recupero e la valorizzazione degli scarti della macinazione del frumento duro sono sta
Tabella
Composti bioattivi nella cariosside di cereale Composto bioattivo Localizzazione nella cariosside Effetti biologici β -glucani (orzo e avena) Endosperma amilifero/ strato aleuronico Ipocolesterolemizzante/ ipoglicemico Tocoli (vitamina E) Tocoferoli - Tocotrienoli Germe/strato aleuronico Antiossidante/ ipocolesterolemizzante Folati Germe/strato aleuronico
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Tecniche di produzione
Prevenzione dei difetti del tubo neurale/riduzione delle malattie cardiovascolari e del cancro al colon Fos (frutto-oligosaccaridi) Granella a maturazione incompleta “milky stage” Prebiotico Fitosteroli Germe/strato aleuronicoIpocolesterolemizzante Polifenoli Pericarpo/strato aleuronico Antiossidante Fitati Pericarpo Preventivo nei confronti del cancro al colon retto Policosanoli Pericarpo Ipocolesterolemizzante Pentosani Arabinoxilani Pericarpo Ipocolesterolemizzante Lignani Pericarpo/strato aleuronico Riduzione di malattie cardiovascolari/riduzione del rischio di cancro Alchilresorcinoli Pericarpo Antiossidante/anticancerogeno
Fonte: Marconi e Messia, 2012
ti il fulcro delle attività condotte presso Casillo Next Gen Food di Corato (Ba). Il processo, per il quale l’azienda ha recentemente depositato domanda di brevetto, prevede, in linea generale, la separazione e il recupero di frazioni selezionate provenienti dal la decorticazione e molitura di grano duro, seguito dalla loro pellettizzazione ed essiccazione. Dal pel let essiccato sono stati ottenuti, dopo un processo di estrazione, olio (ricco in acidi grassi polinsaturi) e un panello disoleato ricco in proteine e fibra (20% e 35%, rispettivamente).
La classificazione ad aria
La classificazione ad aria del panello disoleato e micronizzato ha permesso l’ottenimento di frazio ni, grosse e fini, caratterizzate da quantitativi di proteine e fibra decisamente più alte di quelli ri scontrabili nella semola o semola integrale prove niente da macinazioni convenzionali (frazione grossa: proteine 17%, fibra 37%, arabinoxilani 22%; frazione fine: proteine 31%, fibra 35%, ara binoxilani 10%).
La valutazione della qualità delle proteine mira a determinare la capacità delle fonti proteiche ali mentari e delle diete di soddisfare il fabbisogno proteico e di aminoacidi essenziali, ovvero il fab bisogno metabolico di aminoacidi e azoto. L’ele vata qualità biologica delle proteine delle frazioni è stata attestata dall’analisi della composizione amminoacidica e dal calcolo di Indice chimico e
amminoacido limitante effettuato secondo le in dicazioni della FAO (2013). Gli ingredienti inno vativi scaturiti dalla classificazione ad aria, grazie alla preponderante presenza delle proteine del ger me, presentavano Indice chimico pari a 100, net tamente superiore a quello riscontrato nella semo la (44), la cui scarsa qualità proteica è da imputare al ridotto contenuto di lisina (amminoacido limi tante). Percentuali bilanciate di frazioni grossa e fine, utilizzate in combinazione con la semola, hanno portato a miscele che, sottoposte ad analisi mediante Alveografo di Chopin, Farinografo di Brabender e valutazione di Indice di glutine, glu tine umido e glutine secco, hanno dimostrato buo na/ottima attitudine alla trasformazione.
Produzione di pasta sostenibile ad alto valore dietetico-nutrizionale La semola di grano duro è considerata la materia prima ideale per produrre pasta secca, principal mente grazie alla quantità e qualità delle sue fra zioni proteiche che portano a un impasto in grado di resistere alle numerose sollecitazioni fisiche presenti durante la lavorazione. La combinazione di quantità e qualità proteica, inoltre, si traduce, dopo la cottura, in una rete proteica continua e coagulata che circonda i granuli di ami do portando a una pasta di buona qualità, cioè di elevata consistenza e priva di collo sità e nessuno o minimo am massamento. Nell’ambito della sperimentazione le miscele costituite da se mola e frazioni grosse e fini in diverse percentuali (semola e frazione fine nelle proporzioni 80/20 e 70/30; semola e frazione grossa nella proporzione 70/30; semola frazione grossa e fine nelle propor zioni 70/15/15) sono state utilizzate per la produ zione di pasta con migliorate caratteristiche diete tico-nutrizionali.
La pasta, formato spaghetti con diametro di circa 1,8 mm, trafilata al teflon, è stata prodotta seguen do il metodo AACC 66-41 (AACC, 2000) utiliz zando un impianto pilota sperimentale (Namad, Roma) composto da una pressa e da un essiccato io, in dotazione al Dipartimento Agricoltura Am biente e Alimenti dell’Università degli Studi del
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Tecniche di produzione
Considerare lo scarto come una risorsa è un pilastro dell’economia circolare
Folati, minerali e arabinoxilani potenziano il valore dietetico e nutrizionale della pasta
Molise. La pressa è dotata di un sistema di misce lazione ed estrusione sottovuoto e di un sistema di raffreddamento ad acqua del canale e della testa di estrusione per ridurre il ca lore e mantenere la tempera tura di estrusione costante e inferiore a 50° C. L’essicca toio è dotato di un gruppo di ventilazione che garantisce temperatura e ventilazione uniforme in tutte le parti dell’impianto, di un’unità di regolazione e controllo dell’umidità e di una unità di controllo interfacciata con un Pc dotato di soft ware dedicato. La miscela, impastata per 25 mi nuti, è stata estrusa in formato spaghetti ed essic cata a temperature massime di 80° C utilizzando curve di equilibrio temperatura/umidità. Pasta 100% semola e 100% semola integrale sono state preparate come controllo. Le paste prodotte sono mostrate nella Figura a fianco.
I requisiti della pasta “funzionale”
La pasta prodotta con miscele di semola e frazioni grosse e fini era caratterizzata da un contenuto pro teico tra il 16 e il 18%, più alto rispetto a quello ri scontrato nella pasta 100% semola (12,3%) e 100% semola integrale (13,1%), e da un Indice chimico
(IC) incrementato (IC = 60-68 vs. 44 e 51 rispet tivamente di pasta di semola e pasta di semola in tegrale), a conferma di un miglioramento del valore biologico della frazione proteica. Inoltre, il conte nuto proteico delle paste realizzate con tali miscele contribuiva per il 20% al valore energetico totale della pasta, parametro utile per ottenere il claim nu trizionale “ad alto contenuto di proteine” (Regola
Figura
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Tecniche
Pasta prodotta da miscele di semola e frazioni fine e grosse (FF20 = semola 80% + frazione fine 20%; FF30 = semola 70% + frazione fine 30%; FG30 = semola 70% + frazione grossa 30%; FF15FG15 = semola 70% + frazione fine 15% + frazione grossa 15%; INT = pasta 100% semola integrale; SEM = pasta 100% semola)
di produzione
mento CE 1924/2006) e i claim salutistici relativi alle proteine (Regolamento Ue 432/2012). Anche il contenuto in fibra costituiva requisito per il claim ad “alto contenuto di fibre” e per i claim salutistici relativi alla fibra di frumento, sempre secondo i re golamenti sopra citati. Non meno interessante ri sultava il contenuto di folati, minerali e arabinoxi lani riscontrato nelle paste prodotte, che contribui va a potenziarne il valore dietetico-nutrizionale. La qualità e le caratteristiche delle materie prime e le condizioni di lavorazione sono responsabili del comportamento in cottura e in sovracottura della
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
• AACC International, 2000. Approved Methods of the American Association of Cereal Chemists, 10th Edition, Methods, pp. 66-41.
• FAO/WHO, 2013. Dietary protein quality evaluation in human nutrition, FAO Food Nutrition Paper 92, pp. 1-66.
• ISO, 2016, International Standard ISO 7304-1:2016. Durum Wheat Semolina and Alimentary Pasta-Estimation of Cooking Quality of Alimentary Pasta by Sensory Analysis
• Marconi, E., Messia, M.C, 2012. Pasta Made from Nontraditional Raw Materials: Technological and Nutritional Aspects. Durum
pasta. Dalla valutazione della qualità di cottura (In ternational Standard ISO 7304-1, ISO 2016) e l’analisi della texture (TAXT2 Texture Analyser, Stable MicroSystems, En gland), è emersa una qualità sensoriale eccellente in ter mini di nervo, collosità e am massamento, e una consi stenza, flessibilità e forza ten sile, valutate con metodo strumentale, paragonabili a quelle della pasta di pura se mola. Le paste prodotte presentavano una buona consistenza ed elasticità e una ridotta collosità an che prolungando il tempo di cottura del 50% rispet to a quello ottimale valutato alla completa gelati nizzazione dell’amido.
Conclusioni
Il processo innovativo sviluppato per il recupero e la valorizzazione di scarti di lavorazione della ma cinazione del frumento duro ha portato all’otteni mento di ingredienti “funzionali” utili per integrare e migliorare, dal punto di vista dietetico-nutrizio nale, le formulazioni di alcuni prodotti alimentari, che soddisfano anche le esigenze di circolarità e miglioramento della sostenibilità dei processi tec nologici, alla base del Green Deal europeo. Le valutazioni effettuate hanno mostrato le ottime caratteristiche qualitative dei prodotti realizzati da miscele di semola con frazioni di germe e crusca deoleate che, migliorati anche in termini di qualità proteica, sono in grado di rispondere a quanto ri chiesto dai regolamenti comunitari per ottenere claim nutrizionali e salutistici relativi alle proteine e fibre di frumento, mantenendo inoltre elevata l’accettabilità sensoriale e la qualità in cottura.
Maria Cristina Messia, Marcello Greco Miani
Wheat Chemistry and Technology, 2nd Edition, 2012, pp. 201-211.
• Regolamento Europeo (EC) N. 1924/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 dicembre 2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari.
• Regolamento (Ue) N. 432/2012 della Commissione del 16 maggio 2012 relativo alla compilazione di un elenco di indicazioni sulla salute consentite sui prodotti alimentari diverse da quelle facenti riferimento alla riduzione dei rischi di malattia e allo sviluppo e alla salute dei bambini.
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Tecniche di produzione
Eccellente la qualità sensoriale in termini di nervo, collosità e ammassamento
Luigi De Lisio Dottore in Scienze delle Preparazioni Alimentari, già Tecnologo presso il Parco Scientifico e Tecnologico del Molise (PST)
La valutazione qualitativa dei parametri di collosità, consistenza e ammassamento
Per l’operazione di cottura della pasta e la sua successiva valutazione qualitativa è innanzitutto necessario stabilire un meto do standard. A tale scopo, è stato impie gato, con qualche modifica, il metodo usato presso il Parco Scientifico e Tecnologico del Molise, che per la valutazione qualitativa del prodotto prevede un panel di assaggiatori composto da almeno tre va lutatori, in modo da ridurre le variabili individuali. Poiché la valutazione è stata eseguita soltanto da chi scrive, nel presente lavoro è opportuno soffer marsi sulle differenze relative di punteggio e giu dizio riportati dai due metodi di cottura per ogni singola prova e non sui valori assoluti di punteggio. Ai fini della valutazione qualitativa si prendono in esame i seguenti tre parametri: collosità, consisten za (o nervo), ammassamento. La collosità rappre
senta lo stato di disgregazione superficiale della pa sta cotta e si valuta visualmente e manualmente. La consistenza (o nervo) è la resistenza che la pasta cotta oppone al taglio tra i denti e lo schiacciamento tra le dita. L’ammassamento è il grado di adesione dei fili di pasta cotta tra loro e si valuta visualmente e manualmente.
La cottura tradizionale Inizialmente si misura il diametro dello spaghetto mediante un calibro. Per l’operazione di cottura sono state utilizzate pasta e acqua di rubinetto nel rapporto 100 g di pasta/1.000 ml di acqua. Si ver sa il volume di acqua in una casseruola a fondo piatto in acciaio inox con coperchio e si porta a ebollizione. Si versa poi il quantitativo di pasta (il sale non si aggiunge mai), si rimescola dolce
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di
mente con una spatola di legno e ogni tanto si ri pete l’operazione di rimescolamento lasciando la pentola senza coperchio per tutta la fase di cot tura. La cottura si considera terminata quando scompare il nucleo centrale di amido (crudo) e lo si stabilisce schiacciando lo spaghetto tra due ve trini. Terminata la cottura, si rimescola (non si aggiunge acqua per il raffreddamento) e si scola la pasta per circa 30 secondi mediante scolapasta, raccogliendo l’acqua di cottura in un recipiente. Si versa la pasta in un piatto e dopo 6 minuti si valutano i parametri di collosità e consistenza, dopo 9 minuti l’ammassamento. Poiché è emerso che nella cottura a fuoco spento la scomparsa del nucleo centrale di amido crudo richiede molto tempo, le prove sono state condotte adottando co me tempi totali di cottura quelli indicati dal pro duttore, con alcune modifiche meglio illustrate nel proseguo del presente lavoro. Per quanto ri guarda il sedimento, l’acqua raccolta è stata tra
sferita in un beaker da 1.000 ml e lasciata sedi mentare per 50 minuti. Dopo l’eliminazione del surnatante limpido, la sospensione è stata trasfe rita in un cilindro graduato da 250 ml, lasciata depositare per altri 50 minuti e poi si è misurato il volume di sedimento in ml.
La cottura a fuoco spento Rispetto al metodo di cottura tradizionale è stata effettuata una cottura con fiamma (senza coper chio, poi con coperchio semi-coperto) e poi cottura a fuoco spento con coperchio. Al fine di attribuire il valore globale di cottura della pasta si assegnano ai tre parametri sopra indicati un giudizio e un pun teggio numerico in base alla scala riportata in Tabella 1. Il valore numerico totale, ottenuto dalla sommatoria dei tre valori parametrici, si moltiplica per 0,33. Il valore finale consente di stabilire la qualità di cottura del prodotto in base a quanto ri portato in Tabella 2.
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La sperimentazione con pasta lunga tipo spaghetti
I risultati rappresentano la media di due prove di cot tura per ogni campione di pasta. I campioni utilizzati per le prove sono costituiti da paste commerciali di semola di grano duro in commercio sul territorio na zionale. Occorre evidenziare che il tempo totale di cottura è stato prolungato di due minuti (invece di uno) rispetto a quanto indicato nella confezione, in modo da ottenere livelli di cottura ottimali, nonché simili al metodo convenzionale (Tabella 3)
A tale scopo, dopo aver tagliato la pasta, sono stati confrontati gli spessori degli strati centrali di amido crudo. Si è notato che la cottura a fuoco spento de termina un lieve miglioramento dei tre parametri considerati. A seguito della cottura con i due metodi, gli spaghetti presentano dimensioni diametrali ugua li. Non si registrano differenze nei sedimenti volu metrici. Sulla base dei risultati conseguiti nella Prova 1, si è ritenuto opportuno, per il formato spaghetti, eseguire i successivi test di cottura adottando come tempi quelli per una cottura “non al dente”, poiché consentono di evidenziare meglio le differenze nei valori di cottura ottenuti con i due metodi. Anche nella Prova 2 (Tabella 4) non si evidenziano variazioni nelle dimensioni dei diametri della pasta cotta con i due metodi. La pasta cotta a fuoco spento presenta un punteggio più alto per i parametri qua litativi, soprattutto collosità e ammassamento. Ciò
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Collosità superficiale Valore Totale 0 Molto elevata 20 Elevata 40 Scarsa 60 Quasi assente 80 Assente 100 Consistenza o nervo Valore Assente 0 Scarsa 20 Insufficiente 40 Sufficiente 60 Buona 80 Ottima 100 Ammassamento Valore Totale 0 Elevato 20 Medio 40 Quasi assente (scioltezza suff.) 60 Assente (scioltezza disc.) 80 Assente (scioltezza ottima) 100 Tabella 1
lascia supporre che la cottura a fuoco spento eserciti un’azione di “lavaggio” della superficie dello spa ghetto, per cui la quantità di sostanza organica (so prattutto amido) che si trasfe risce nell’acqua di cottura è maggiore rispetto a quella del la cottura tradizionale con fiamma; questo giustifiche rebbe i miglioramenti qualita tivi e il volume più elevato del sedimento rilevati nella cottu ra non convenzionale rispetto alla tradizionale (59 ml contro 55 ml).
Nella Prova 3 (Tabella 5) non si registrano variazio ni nelle dimensioni dei diametri dopo cottura. La pa sta cotta a fuoco spento ha riportato un giudizio mi gliore e un punteggio più alto per i parametri quali tativi considerati. Il miglioramento risulta più evi dente per il parametro ammassamento. Anche nella presente prova il volume del sedimento nella cottura non convenzionale è maggiore di quello misurato nella cottura tradizionale (65 ml contro 62 ml).
L’indagine condotta ha permesso di rilevare che, nel caso del formato spaghetto, la cottura a fuoco spento consente di migliorare la qualità di cottura della pa sta rispetto al metodo tradizionale. La possibilità di estendere lo studio con il supporto di strumenti di analisi strutturale e di determinazioni analitiche quali il TOM test, fornirebbe un quadro più completo in merito alle caratteristiche qualitative dei prodotti.
La prima sperimentazione con pasta corta Come noto, i tempi di cottura della pasta dipendono da vari fattori, tra cui il tipo di formato, le caratte ristiche intrinseche delle materie prime (soprattutto
quantità e qualità delle proteine, del glutine e del l’amido), le temperature e i cicli di essiccamento adottati. Con la cottura a fuoco spento sono state ef fettuate alcune prove preliminari utilizzando for mati di pasta corta rappresentativi di quattro diversi produttori. Dalle prove di cottura a fuoco spento è emerso che il metodo proposto dai social media, che prevede due minuti di cottura con fiamma seguiti dalla cottura a fuoco spento per un tempo comples sivo pari a quanto indicato in confezione più 1 mi nuto, non porta a una cottura adeguata. Infatti, ta gliando la pasta si può rilevare che lo spessore dello strato centrale di amido crudo è notevole. Durante la cottura della pasta secca avvengono con temporaneamente due fenomeni fondamentali che esercitano effetti opposti sulla qualità della pasta cotta. Nello specifico, la penetrazione dell’acqua bollente nel prodotto provoca la gelatinizzazione dell’amido, la modificazione delle proteine del glu
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Produttore “A” - Prova 1 (Diametro spaghetto crudo 2 mm) Cottura tradizionale Valore di Cottura Tempo di cottura “t” minuti (“al dente”, come riportato in confezione) Diametro spaghetto cotto 3 mm CollositàScarsa - 57 ConsistenzaBuona - 92 AmmassamentoQuasi assente - 62 Valore totale211÷3 = 70 - Buona Volume sedimento40 ml Cottura a fuoco spento Valore di Cottura Tempo di cottura “t+2” minuti (di cui 2 minuti con gas) Diametro spaghetto cotto 3 mm CollositàScarsa - 59 ConsistenzaBuona - 93 AmmassamentoQuasi assente - 63 Valore totale215÷3 = 72 - Buona Volume sedimento40 ml Tabella 3 Valore di cottura Giudizio sulla pasta 90-100 Ottima 70-80 Buona/Ottima 60-70 Discreta 50-60 Sufficiente 40-50 Mediocre 30-40 Insufficiente 0-30 Scadente Tabella 2 Con entrambi i metodi di cottura gli spaghetti presentano lo stesso diametro
tine e la denaturazione e coagulazione delle proteine solubili, con la formazione di un reticolo proteico che rinforza il reticolo del glutine. Tutti questi feno meni sono in competizione tra loro e incidono sia sulla diffusione dell’acqua all’interno del prodotto in fase di cottura, sia sui parametri qualitativi del prodotto cotto. Gli effetti di tali fenomeni sulla pasta cotta dipendono molto dalle caratteristiche qualita tive delle materie prime e dai processi di trasforma zione tecnologica adottati (Marti e Pagani, 2022). Questo spiega il motivo per cui emergono in modo più evidente i limiti del metodo di cottura non convenzionale ri spetto alla cottura tradizionale con fiamma, allorché viene applicato al formato pasta cor ta che presenta geometrie e rapporti superficie/vo lume diversi rispetto alla pasta lunga tipo spaghetti. Al riguardo, il metodo di cottura convenzionale, at traverso il movimento cinetico dell’acqua bollente, che permane a temperatura quasi costante per tutto il periodo di cottura, permette una migliore pene trazione del calore all’interno del prodotto e, al con tempo, esercita un’azione continua di rimescola mento della pasta e dell’acqua. Pertanto, per le pro ve che seguono (con formato “penne lisce”) si è reso necessario modificare il metodo di cottura non con venzionale proposto dai social media nel modo se guente: cottura con fiamma per 4 minuti e succes siva cottura senza fiamma con coperchio. Inoltre,
si è rilevato che i tempi complessivi per ottenere un’adeguata cottura variano, a parità di formato, in funzione delle caratteristiche del prodotto di par tenza. Nello specifico, i minuti complessivi neces sari per una cottura corretta sono risultati maggiori di 5-7 minuti rispetto a quanto indicato in confezio ne dal produttore. I tempi di cottura per il metodo a fiamma spenta sono stati scelti per ogni singolo produttore in modo da ottenere livelli di cottura con frontabili e simili alla corrispondente prova eseguita mediante cottura tradizionale. A tale scopo, dopo aver tagliato la pasta, sono stati confrontati gli spes sori degli strati centrali di amido crudo. Nel caso della pasta corta occorre prestare attenzione alle operazioni di rimescolamento per evitare fenomeni di adesività al recipiente di cottura e di ammassa mento tra i pezzi di pasta. Sulla base di tali risultati è stato scelto, per le successive prove, un formato di pasta corta di tre diversi produttori, per un con
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Produttore “A” - Prova 2 (Diametro spaghetto crudo 2 mm) Cottura tradizionale Valore di Cottura Tempo di cottura “u” minuti (2 minuti in più rispetto alla cottura “al dente” della Prova 1) Diametro spaghetto cotto 3 mm CollositàScarsa - 53 ConsistenzaBuona - 87 AmmassamentoMedio - 55 Valore totale 195÷3 = 65 - Discreta Volume sedimento55 ml Cottura a fuoco spento Valore di Cottura Tempo di cottura “u+2” minuti (di cui 2 minuti con gas) Diametro spaghetto cotto 3 mm CollositàScarsa - 56 ConsistenzaBuona - 88 AmmassamentoMedio - 58 Valore totale202÷3 = 67 - Discreta Volume sedimento59 ml Tabella 4 I campioni utilizzati per le prove sono paste commerciali di semola di grano duro
fronto delle caratteristiche qualitative delle paste preparate con i due metodi di cottura. I campioni utilizzati per le prove sono costituiti da paste com merciali di semola di grano duro in commercio sul territorio nazionale. I risultati di seguito riportati rappresentano la media di due cotture ripetute per ogni campione di pasta. Le prove 4 e 5 (Tabelle 6 - 7) hanno evidenziato che la cottura non convenzionale modificata comporta un peggioramento dei parametri collosità e ammas samento, mentre per la consistenza si rileva un lieve peggioramento nella prova 4 e un marginale miglio ramento nella prova 5, dovuto all’incremento dello spessore del formato a seguito della cottura. Inoltre, la pasta cotta in modo non convenzionale evidenzia un leggero incremento di spessore rispetto al con fronto. Tale effetto è anche la conseguenza della permanenza del prodotto nel recipiente di cottura, prolungata di 5 e 7 minuti rispetto al metodo con venzionale, durante la quale la temperatura dell’ac qua scende, rispettivamente, da 92 a 83° C circa e 80° C circa (la permanenza si è resa necessaria per consentire livelli di cottura simili). Siccome la mas sima gelatinizzazione dell’amido avviene tra 85 e 95° C, è importante che la temperatura di cottura non si allontani troppo da tale intervallo, al fine di non influire negativamente sull’andamento del pro cesso di cottura del prodotto. I volumi dei sedimenti
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Produttore “B” - Prova 3 (Diametro spaghetto crudo 2 mm) Cottura tradizionale Valore di Cottura Tempo di cottura “v” minuti (come riportato in confezione, cottura “non al dente”) Diametro spaghetto cotto 3 mm CollositàScarsa - 59 ConsistenzaBuona - 91 AmmassamentoQuasi assente - 63 Valore totale213÷3 = 71- Buona Volume sedimento62 ml Cottura a fuoco spento Valore di Cottura Tempo di cottura “v + 2” minuti (di cui 2 minuti con gas) Diametro spaghetto cotto 3 mm CollositàScarsa - 62 ConsistenzaBuona - 92 AmmassamentoQuasi assente - 72 Valore totale 226÷3 = 75 Buona/Ottima Volume sedimento65 ml Tabella 5
sono invece risultati simili. Tuttavia, per la pasta corta è importante prendere in considerazione gli aspetti qualitativi organolettici (colore, aspetto, sa pore); pertanto, in termini di valutazione qualitativa globale, le caratteristiche qualitative del prodotto sottoposto ai due metodi di cottura sono risultate quasi simili nella prova 4, mentre nella prova 5 è stato rilevato un lieve peggioramento qualitativo. Per la pasta del produttore “A” (prova 5) sono stati eseguiti altri test con cottura con gas per 5 minuti e coperchio semi-coperto, in modo da diminuire la dispersione di calore. In questo modo il tempo totale di cottura si è ridotto a 5 minuti in più rispetto a quanto indicato in confezione e sono diminuiti gli aspetti negativi di tipo organolettico. Nella prova 6 (Tabella 8) la cottura non convenzionale modificata ha comportato un peggioramento per i parametri collosità e ammassamento, mentre nel parametro consistenza è stato rilevato un lieve miglioramento dovuto in parte all’incremento dello spessore del formato a seguito della cottura. Dal punto di vista organolettico si nota una riduzione della compo nente gialla della pasta rispetto alla referenza cotta in modo convenzionale. Inoltre, si rileva un incre mento dello spessore e del volume del formato ri
spetto al confronto, che incide negativamente sul l’aspetto e sul sapore del prodotto. Tale effetto è an che una conseguenza della permanenza del prodotto nel recipiente di cottura, pro lungata di 7 minuti, durante la quale la temperatura dell’ac qua scende da 92° C circa a 75° C circa. Nel presente test l’allontanamento della tem peratura di cottura dall’inter vallo di massima gelatinizza zione dell’amido (85-95° C) è risultato maggiore rispetto alle prove precedenti, con relativi riflessi negativi sul processo di cottura. Anche in questa prova i volumi dei sedimenti sono simili. In sintesi, in questo test la cottura non con venzionale modificata ha comportato un peggiora mento qualitativo globale e il prodotto è risultato meno gradevole rispetto al confronto. Nella prova comparativa è stata utilizzata una pasta le cui carat teristiche strutturali richiedono tempi di cottura maggiori rispetto alle prove precedenti; da ulteriori
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Produttore “A” - prova 5 (penne lisce) Cottura tradizionale Valore di Cottura Tempo di cottura “x” minuti (come indicato in confezione) CollositàScarsa - 61 ConsistenzaBuona - 89 Ammassamento Medio/Quasi assente 59 Valore totale209÷3 = 70 - Buona Volume sedimento29 ml Cottura a fuoco spento Valore di Cottura Tempo di cottura “x + 7” minuti (di cui 4 minuti con gas) CollositàScarsa - 57 ConsistenzaBuona - 91 AmmassamentoMedio - 55 Valore totale 203÷3 = 68 - Discreta* Volume sedimento30 ml (*si veda giudizio qualitativo globale)
Produttore “C” - prova 4 (penne lisce) Cottura tradizionale Valore di Cottura Tempo di cottura “z” minuti (come indicato in confezione) CollositàScarsa - 57 ConsistenzaBuona - 86 AmmassamentoMedio - 55 Valore totale198÷3 = 66 - Discreta Volume sedimento26 ml Cottura a fuoco spento Valore di Cottura Tempo di cottura “z + 5” minuti (di cui 4 minuti con gas) CollositàScarsa - 56 ConsistenzaBuona - 84 AmmassamentoMedio - 54 Valore totale194÷3 = 65 - Discreta* Volume sedimento27 ml
La cottura a fuoco spento delle penne lisce può generare un calo della componente gialla
Tabella 7
Tabella 6
indagini è emerso che occorre prolungare la fase di cottura con gas a 6 minuti.
La seconda sperimentazione con pasta corta
Le prove della prima sperimentazione con la pasta corta sono state eseguite con il formato “penne li sce” che, per le caratteristiche della sua superficie, presenta più criticità in fase di cottura rispetto ai for mati rigati. Sono state quindi condotte altre prove di cottura con formati corti di tipo rigato, dove sono emerse minori criticità. Pertanto, utilizzando una cottura con gas per 4-6 minuti con pentola semi-co perta, è stato possibile ridurre i tempi della seconda fase di cottura e gli aspetti indesiderati, soprattutto a livello organolettico. L’indagine è stata poi estesa a formati di pasta corta (esclusi quelli piccoli), sia liscia sia rigata, di altri produttori nazionali, che hanno confermato l’applicabilità del metodo. Dalla sperimentazione è emerso un aspetto interessante: le paste corte analizzate si possono dividere in tre macrogruppi in relazione ai tempi minimi di cottura con gas richiesti, pari a 4, 5 e 6 minuti.
Conclusioni
Lo studio ha permesso di evidenziare che la cottura non convenzionale, secondo le modalità proposte dai social media, non consente sempre una cottura adeguata; tuttavia, l’applicazione di alcune modifi che permette di migliorare la qualità di cottura della pasta lunga rispetto al metodo di cottura tradizionale. Nel caso della pasta corta, le produzioni rispondono
Tabella 8
“B” - Prova 6 (penne lisce)
RIFERIMENTI
•
•
diversamente e si nota una variabilità, a parità di for mato, in funzione delle caratteristiche qualitative del prodotto di partenza. Per le tipologie di pasta corta occorrono modifiche più incisive nei tempi di cot tura in quanto la cottura non convenzionale a fuoco spento, nelle modalità proposte dai social media, non consente una cottura minima adeguata. Pertanto, è importante individuare i tempi ottimali delle due fasi di cottura in modo da limitare, in primo luogo, gli effetti negativi a livello organolettico. In definitiva, adottando tempi di cottura con gas di 4-6 minuti e tempi totali di cottura che variano da 3 a 5 minuti in più rispetto a quanto indicato in con fezione, è possibile ottenere paste con caratteristi che qualitative di cottura più simili a quelle realiz zate applicando il metodo tradizionale.
Luigi De Lisio luigidelisio@libero.it
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Marti A., Pagani M.A., Struttura e qualità della pasta di semola Pasta&Pastai, 188, maggio 2022.
Lineback D.R., Rasper V.P., Wheat Carbohydrates. Wheat Chemistry and Technology, Editor Pomeranz Y., 3rd edition, AACC, St. Paul, MN, USA, 1988.
Produttore
Cottura tradizionale Valore di Cottura Tempo di cottura “y” minuti (come indicato in confezione) CollositàScarsa - 67 ConsistenzaBuona - 93 AmmassamentoQuasi assente - 77 Valore totale 237÷3 = 79 Buona/Ottima Volume sedimento70 ml Cottura a fuoco spento Valore di Cottura Tempo di cottura “y + 7” minuti (di cui 4 minuti con gas) CollositàScarsa - 62 ConsistenzaBuona - 95 AmmassamentoQuasi assente 72 Valore totale229 ÷3 = 76 Buona* Volume sedimento69 ml (*si veda giudizio qualitativo globale)