GIULIANA GEMELLI E FRANCESCO LANZA (A
CURA DI)
L’alterazione degli ambienti naturali rappresenta già quel primo step che può aver portato a mettere in moto processi che si sono rivelati dannosi per l’uomo, proprio attraverso quei meccanismi di zoonosi che resterebbero potenzialmente congelati o isolati se l’uomo non agisse con tanta violenza nei confronti dell’ambiente, sottomettendolo alla sua logica dell’ipercontrollo efficientista e di sfruttamento dissennato. Sempre in un’ottica di modificazione dell’ambiente naturale sappiamo anche che le manipolazioni virali fatte in laboratorio, come quello di Wuhan e il rilascio in natura di frammenti virali utilizzati per la manipolazione di piante nell’agricoltura industriale, per renderle per esempio resistenti all’aggressione di forme batteriche, o nella zootecnia, può consentire proprio ai virus a RNA, come il Sarscov2, di appropriarsi di questi frammenti virali intercettati negli ambienti controllati dall’uomo, con il rischio di indurre trasformazioni e ricombinazioni continue, che possono nel tempo rivelarsi pericolose per la nostra specie. La crisi del sistema sanitario Dopo aver fatto rilevare le cause esterne, che ruotano attorno a questo scenario complesso e globale, prima di analizzare la pericolosità del virus e dell’infezione Covid19, dobbiamo elencare le cause legate alla gestione della sanità pubblica. Dopo l’impatto del virus in Italia ci siamo resi conto di come la sanità pubblica abbia dovuto reggere tutto il peso dell’emergenza, nonostante le avvisaglie di una crisi arrivassero già da parecchio tempo, anche a causa di precedenti situazioni di emergenza sanitaria legate all’esplosione di cronicità o bolle infettive stagionali. Se osserviamo il problema con estrema onestà intellettuale dobbiamo dire che in Italia le politiche di bilancio e di tagli alla spesa sanitaria hanno indebolito le nostre prime linee difensive da tempo. In che modo? Si è messa progressivamente fuori gioco la figura del me122