GIULIANA GEMELLI E FRANCESCO LANZA (A
CURA DI)
interrelazione. L’epigenetica, poi, ha messo in relazione le cellule del nostro corpo ed i nostri geni alle “informazioni” che loro arrivano dall’ambiente. E quali sono queste “informazioni” che ricevono le cellule? Le credenze, le intenzioni, le visualizzazioni, le emozioni, l’energia dell’ambiente in cui si vive, il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, le frequenze che ci circondano… Tutto è informazione, tanto da arrivare, nell’epigenetica, a studiare come noi potremmo “riprogrammare” le cellule del nostro corpo in base alle informazioni che gli diamo. Ma non solo abbiamo ancora, nella medicina tradizionale occidentale, la credenza che il corpo fisico sia indipendente dalla mente, dalle emozioni e dall’energia della persona, perché ci si basa a livello organico solo su ciò che si vede, anche la visione che abbiamo del mondo circostante è parcellizzata. Purtroppo siamo “ciechi” e “sordi” perché percepiamo la realtà attraverso i nostri cinque sensi, che sono limitati. La visione che abbiamo di noi stessi e di tutto ciò che esiste è separativa perché il nostro cervello elabora gli stimoli luminosi che gli arrivano facendoci “vedere” tutti i corpi separati gli uni dagli altri, ci fa “vedere” gli oggetti separati gli uni dagli altri, le piante, gli alberi, gli animali, tutto ciò che abbiamo davanti lo vediamo fisicamente staccato da ciò che ha intorno, perché percepiamo solo la parte materiale di ciò che esiste e questo ci dà la percezione di noi stessi di essere separati dagli altri e dall’ambiente. Alcuni fisici, medici e psicologi stanno portando nella scienza un nuovo paradigma multidisciplinare: il paradigma della “scienza nella coscienza”, elaborato dal fisico Amit Goswami, secondo il quale alla base di tutto l’essere non vi è la materia, ma la coscienza (Goswami 2007). 278