Periodico di informazione bimestrale luglio-agosto 2022
Anno XII - N° 4 2022 € 5,00
Alessandro Marinella
“MADE IN ITALY NEL MONDO”
Nicole Orlando
“LA RAGAZZA CHE NON MOLLA MAI”
Alessandro Miceli
“LO CHEF DEGLI NFT”
Patrizio Oliva
“IMPARARE DALLE SCONFITTE”
LA RESILIENZA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI
Nonostante le speranze riposte nella fine della guerra in Ucraina siano state frustrate, gli imprenditori italiani dimostrano ancora una volta una grande capacità di resilienza e di adattamento alle nuovamente mutate condizioni economiche in senso sfavorevole. Su questo numero di Beesness potrete leggere due interessanti pezzi. Si tratta di un’intervista a Alessandro Marinella, figlio di Maurizio e che rappresenta la quarta generazione della casa di moda napoletana, sinonimo nel mondo di cravatta. I plus di questo brand sono da ricondurre a un’eleganza e a una creatività esclusive, Made in Naples. L’altro articolo descrive l’attività dell’azienda Carmimari con Francesco Rossi come CEO - che fa della produzione di corpetti per schermitori il suo core business. A Milano, è stata recentemente inaugurata la Carmimari House, che offre diversi prodotti dell’universo della scherma. Italia all’avanguardia e apripista anche nel settore della ristorazione. Infatti, lo Chef Alessandro Miceli è il primo che ha portato nel mondo della ristorazione un’esperienza con gli NFT - Non Fungible Token - attraverso il progetto Dine & Design, presentato allo scorso Salone del Mobile di Milano all’interno della rassegna Hybrid Regeneration,
/ Editoriale
luglio\ agosto 2022
promossa dall’Architetto Simone Micheli. Nella sezione dedicata allo sport, vi suggeriamo di leggere l’intervista a Nicole Orlando, una giovane affetta dalla sindrome di down, che ha fatto della sua forza mentale e interiore il suo punto di forza. Il suo motto “mai dire non ce la faccio” è anche quello di Patrizio Oliva, ex pugile passato dai fasti della gloria - come uno dei migliori boxeur della storia del pugilato - a persona che si adopera per gli altri. Ultimamante, ha portato aiuti umanitari alla popolazione ucraina. La parte inerente all’ospitalità presenta alcune idee per trascorrere rilassanti vacanze, in località sia marine sia montane. Concludiamo con le ormai consuete sezioni dedicate ai libri, al retail e al franchising. In questo ultmo caso, vi segnaliamo la nomina di Dario Baroni come nuovo Presidente di Assofranchising. Vi auguriamo di trascorrere delle vacanze all’insegna del relax e vi aspettiamo con un nuovo numero di Beesness, ricco di novità e di curiosita dal mondo dell’imprenditoria.
Giovanni Bonani Direttore Responsabile
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Anno XII - N° 4 2022 € 5,00
Registrazione Tribunale di Milano n°551 del 18.11.2011 Grafica Periodico di informazione bimestrale luglio-agosto 2022
Roses & Pepper | www.rosesandpepper.it Stampa New Press Edizioni S.R.L - Via Della Traversa, 22 - 22074 - Lomazzo (CO) Servizio abbonamenti abbonamenti@beesness.it
Alessandro Marinella
“MADE IN ITALY NEL MONDO”
Nicole Orlando
Direttore Responsabile
“LA RAGAZZA CHE NON MOLLA MAI”
Alessandro Miceli
“LO CHEF DEGLI NFT”
Patrizio Oliva
“IMPARARE DALLE SCONFITTE”
Giovanni Bonani Direttore Editoriale
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Laura Lamarra Redazione Giovanni Bonani, Marcella Ciappi, Laura Lamarra, Christian Gaston Illan, Laura Bonani, Giuseppe Bonani, Carla Cavicchini,
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Patrizia Saolini, Alessia Portelli Contributors: Elena Pravato, Fabrizio Valente, Furio Reggente, Marco Chingheri, Giorgio Nadali, Manuela Reggente, Clarissa Vatti
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I DATI DELL’ABBONATO
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Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Ragione Sociale ______________________________________ Brand ________________________________________________
Giorgio Nadali
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Giovanni Bonani
Codice Fiscale ___________________________________________ P. IVA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Indirizzo _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Città __________________ CAP __________ Prov. __________ Telefono ______________ Email ______________________ _ Modalità di pagamento: Bonifico Bancario: CODICE IBAN n. IT26U0200801661000105229053 intestato a Beesness di Giovanni Bonani Inviare una copia via e-mail a abbonamenti@beesness.it D ata _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ FI R M A _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Garanzia di riservatezza. Ai fini della legge 675/96 e successive modifiche, l’editore garantisce la massima riser vatezza dei dati forniti, utilizzati esclusivamente per l’ordinaria gestione commerciale, e l’invio di materiale informativo inerente la propria attività editoriale. L’editore si impegna a non cederli a terzi e a provvedere alla cancellazione o alla rettifica, qualora l’interessato ne faccia esplicita richiesta scrivendo a Beesness di Giovanni Bonani, via Soperga 13, 20127 Milano. Con la firma del coupon si autorizza l’utilizzo dei dati. *Abbonamenti attivi solo per l’Italia.
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Laura Lamarra
Patrizia Saolini
Marcella Ciappi
Christian Gaston Illan
Informativa ai sensi dell’Art. 13 D.lgs. 196/2003 L’editore non si assume alcuna responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli, dei testi redazionali e pubblicitari pubblicati. L’editore inoltre non è nelle condizioni di verificare preventivamente alla pubblicazione i dati forniti dalle imprese e dai soggetti intervistati e non è quindi responsabile dei dati pubblicati relativi a prospettive di guadagni ed in particolare ai volumi di ricavi, di costi e conseguentemente di redditività delle iniziative imprenditoriali presentate la cui responsabilità resta a carico esclusivamente delle imprese dichiaranti o degli intervistati. L’editore declina ogni responsabilità derivante da eventuali refusi tipografici o da materiale utilizzato nelle pubblicità degli inserzionisti. La ristampa o la pubblicazione dei contenuti devono essere autorizzati dall’editore. La riproduzione della stessa, anche mediante supporti elettronici, deve essere autorizzata. A garanzia di riservatezza, l’editore Beesness di Giovanni Bonani, nel rispetto del Codice Privacy Dlgs 196/03, garantisce la massima cura dei dati forniti o in suo possesso, che non verranno comunicati a terzi, né verranno utilizzati per comunicazioni commerciali e fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato, di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7. Beesness è un marchio registrato.
/ INDICE
luglio\ agosto 2022
Le Soste 2022 Presentazione nuovo volume alla Stampa .................................. 28
Si dice schifezza ma si legge prelibatezza
Come la storia ha trasformato gli scarti in virtù gastronomiche ................................................................ 30
Sartieri 1931 si presenta Atelier del vino in Oltrepò Pavese ............................................... 32
32
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Oltre la scherma: nuovo flagship store a Milano ......................... 14
Marinella L’emblema dell’eleganza maschile .............................................. 16
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Caviro: terza edizione del bilancio RI-GENERAZIONI. Uniti dal fil vert della sostenibilità ......... 36
Firstglass, un nuovo modo di degustare il vino Un unico calice in bottiglia .......................................................... 40
Chef Alessandro Miceli
Da Bella Restaurant & Lounge Dubai, all’Hybrid Restaurant di Milano ............................................... 42
42 Sostenibilità e Metaverso DIS presenta la prima sneaker acquistabile in NFT .................. 18
Siro Badon Intervista al Presidente di MICAM Milano .............................. 20
App Zara Smart & Responsible Experience ................................................ 22
Caffè Triennale si rinnova Nuovo spazio di incontro ............................................................. 46
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Quando anche i nostri nonni mangiavano (e conoscevano) le erbe ................................................................. 24
Brazil Investment Forum Experience
Transizione energetica e opportunità per le imprese italiane in Brasile ................................................. 48 5
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Semplicemente Patrizio Oliva ..................................................... 50
Cos’è il successo per lei? Tradurre un sogno in realtà ........................................................ 66
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Per vincere ci vuole testa Nicole Orlando ed il sogno di gareggiare a Parigi ....................... 52
Vacanze in Italia all’insegna della natura .................................. 72
Niccolò Meoni
72
Musculos y Chiapas ..................................................................... 54
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L’Opera presentata da Vittorio Sgarbi ........................................ 56
Alberto Bartalini “Solo il disordine creativo può essere rimesso in ordine” .............. 58
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Best Brands
Libro Uno delle Marche .............................................................. 74
La Seconda Legge dei Pop Brand
Per le marche, l’unica storia che conta oggi è quella che la gente racconta ....................................................... 75
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Eletto nuovo Presidente Assofranchising ..................................... 78
Da smart working a smart dressing Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo ......................... 80
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Confimprese-EY
Prepararsi oggi per i mestieri del futuro ...................................... 60
I consumi ad oggi e previsioni sui saldi ........................................ 82
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Come far crescere la tua azienda ................................................. 64 6
Doppio Malto .............................................................................. 84 Mercatino .................................................................................... 85
18 / 20 . SEPTEMBER 2022 SS 2023 COLLECTIONS FIERAMILANO-RHO, MILAN
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/News
WAGAMAMA RIPARTE DAL QUARTIERE BICOCCA A MILANO Wagamama ha inaugurato un nuovo ristorante all’interno del Bicocca Village. C’è aria di ripartenza in città e wagamama amplia la propria offerta nel capoluogo lombardo con un nuovo e atteso spazio in cui l’eccellenza della cucina pan-asiatica incontra la semplicità, la convivialità e la condivisione in un ambiente dal design accogliente, fatto di legni, marmi e luci avvolgenti, in un intreccio di colori caldi e confortevoli. Wagamama apre così la settima sede italiana, la terza a Milano dopo quelle in Via S. Pietro all’Orto e nello Shopping District di CityLife: un nuovo locale con uno spazio interno per 168 coperti e ben 20 dipendenti impiegati. Ad ospitarlo la Food Court del Bicocca Village, un vero “Entertainment Center” con tante occasioni di shopping, divertimento e soprattutto ristorazione che accoglierà il brand nell’area esterna di fronte all’ingresso del centro commerciale. Il locale offre un menù di oltre 50 piatti - tra i quali anche proposte vegane e versioni mini per i bambini - che coniugano i profumi e i sapori speziati della cucina orientale con l’attenzione alla nutrizione naturale, perfettamente tradotta nell’iconico motto del brand “diffondere positività dal cibo all’anima”.
12OZ: VENTESIMA APERTURA PER LA CATENA DELLE BEVANDE TO GO 12oz, retail format specializzato nelle bevande lunghe calde e fredde caffeine based concepite principalmente per il consumo in movimento, apre un nuovo punto vendita nel capoluogo lombardo, dove la storia del brand è iniziata nel 2015. Il nuovo locale è collocato in un angolo iconico della città, storico punto di aggregazione anche serale e ritrovo per i giovani, tra Molino delle Armi e Porta Ticinese, a due passi dalle Colonne di San Lorenzo e poco lontano dai Navigli. L’orario di apertura fino alle ore 23 prolunga l’offerta caratteristica del brand (colazione, pranzo e gli spuntini di metà mattina e pomeriggio) con un nuovo momento di consumo, con le sue bevande energizzanti, tonificanti e alternative ai soft drink per permettere ai giovani di caricare le energie preparandosi a vivere le serate. Il movimento è un asset fondamentale del brand. Grazie al servizio di tutti i prodotti in modalità “to go”, 12oz riesce ad accompagnare il cliente in tutti i momenti della sua giornata e gli dà la possibilità di scegliere dove e come consumarli: all’interno dello store per ricaricare le batterie o lungo la strada verso il lavoro o l’università, ma anche negli spostamenti in città. Con questa apertura 12oz arriva a quota 20 locali, di cui 16 a gestione diretta, e prosegue nell’ambizioso piano di sviluppo che prevede di arrivare entro il 2027 a quota 700 a livello internazionale.
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1895 COFFEE DESIGNERS BY LAVAZZA PORTA A IDENTITÀ GOLOSE “IL GUSTO DELL'ESPERIENZA” 1895 Coffee Designers by Lavazza è torna a Identità Golose presentando un nuovo approccio al mondo del caffè d’eccellenza in cui il momento della degustazione degli Specialty Coffee non solo coinvolge tutti e cinque i sensi, ma viene ulteriormente sublimato da ricordi, emozioni e suggestioni che ruotano intorno alla tazzina. “Il Gusto dell’Esperienza” è l’innovativo concept, sviluppato in collaborazione con il Prof. Nicola Perullo, docente di Filosofia del Cibo ed Estetica del Gusto all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha animato lo Spazio 1895 durante la diciassettesima edizione del Congresso gastronomico. Fulcro dello spazio espositivo riservato all’esclusivo brand di Specialty Coffee by Lavazza è stata la 1895 BOX EXPERIENCE dove, sotto la guida di un Coffelier 1895 e con la partecipazione straordinaria del Prof. Perullo, si sono potute degustare le 4 referenze della collezione proposte con altrettante differenti tecniche di estrazione: 15 Degrees South (Chemex), Cocoa Reloaded (Moka), Avanguardia II (Espresso) e Calima (Cold Brew). Identità Golose è stata inoltre l’occasione per mostrare al pubblico, all’interno dello Spazio 1895, Faemina, l’ultima arrivata in casa Faema (Gruppo Cimbali), che si aggiunge al portfolio delle macchine espresso 1895. Il modello è stato pensato per quei contesti di nicchia, come ad esempio boutique, concept store e bistrot, e per quegli ambienti esclusivi che desiderano arricchire l’esperienza dei loro clienti con il rito del caffè espresso al pari di una vera Emotional Experience.
GIACOBAZZI VINI RENDE OMAGGIO A GILLES VILLENEUVE MUSEO CANTINA GIACOBAZZI NONANTOLA (MO) Sono passati 40 anni, ma il mito di Gilles Villenueve, l’aviatore, non muore mai e il ricordo della sua scomparsa, avvenuta l’8 maggio del 1982, riempie ancora tutti di emozione. Per rendere omaggio al grande pilota, i comuni di Maranello e Nonantola, grazie al contributo della Fondazione di Modena e al sostegno del Comune di Modena, promuovono un grande ciclo di eventi intitolato “OMAGGIO A GILLES VILLENEUVE, ICONA SENZA TEMPO”, che fino al 31 luglio 2022 proporrà mostre, presentazioni di filmati, libri, menu a tema, performance artistiche e installazioni. All’interno di questo ciclo, una ricca ed unica al mondo esposizione di auto, cimeli di valore affettivo inestimabile, immagini sulla carriera e la vita del pilota, saranno visibile all’interno dell'imperdibile mostra “GILLES 40, SULLE ALI DEL VENTO” che Giacobazzi Vini, sponsor dal 1977 al 1982 del pilota canadese, ha il piacere di ospitare presso il museo della Cantina Giacobazzi, in via Provinciale Ovest 55 a Nonantola. La famiglia Giacobazzi possiede infatti la più ampia collezione al mondo di preziosi e rari oggetti appartenuti a Villenueve. Saranno esposte carrozzerie di Ferrari 126C2, T3, T5, e poi l’unico esemplare al mondo della monoposto 312 T4 guidata dall’aviatore, i guanti indossati nel circuito di Zolder, il contagiri della Ferrari 126 C2 che era montato sulla rossa di Villeneuve in quel tragico 8 maggio di 40 anni fa, e molto altro. La mostra progettata da Matteo Brusa e Vision Up, è stata realizzata anche grazie al contributo di ACI, main sponsor dell’evento, e col supporto di Bper Banca e di B.I.G. Ciaccio Arte sarà visibile fino al 31 luglio.
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LA BIBLIOTECA PIÚ GRANDE DEL MONDO È AL CENTRO PORTE DI TORINO Nel quartiere Barriera di Milano prende vita un intervento di riqualificazione urbana a colpi di street art e realtà aumentata, ispirato alla figura e agli scritti del Sommo Poeta, grazie al progetto culturale “La più grande biblioteca del mondo”, promosso da Centro Commerciale Porte di Torino di Nhood, società di consulenza e servizi immobiliari a 360 gradi specializzata in progetti di riqualifica urbana, in collaborazione con MAU-Museo di Arte Urbana, Bepart Società Cooperativa Impresa Sociale, MAUA-Museo di Arte Urbana Aumentata e l’Agenzia 10EVENTI di Torino. Un omaggio alla grande tradizione libraria ed editoriale di Torino e a Dante Alighieri di cui nel 2021 sono ricorsi i 700 anni dalla sua scomparsa. L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Circoscrizione 6, Accademia Albertina di Belle Arti, Salone Off del Libro. Le copertine di questi libri prenderanno letteralmente vita, grazie alle sei installazioni in realtà aumentata realizzate dagli studenti delle scuole del territorio, durante i laboratori creativi di sceneggiatura, recitazione e riprese video, curati dalla Cooperativa impresa sociale Bepart. Inquadrandole con lo smartphone - utilizzando la app Bepart, scaricabile gratuitamente da Play Store e iOS - il pubblico vedrà comparire delle animazioni, ovvero dei brevi videoclip ispirati alle trame e ai personaggi di alcuni dei più grandi classici della letteratura, con cui gli studenti si sono confrontati durante i workshop alla scoperta di una nuova tecnologia digitale. La mostra sarà visitabile tutti i giorni con ingresso gratuito presso il Centro Commerciale Porte di Torino in corso Romania 460.
IL FENOMENO VIRALE DA OLTRE 22 MILIARDI DI VIEWS SUI SOCIAL CONTINUA AD APPASSIONARE MILIONI DI FAN IN TUTTO IL MONDO Con 740 milioni di views su Tik Tok e 10 milioni al giorno su YouTube, gli Orbeez sono diventati un fenomeno virale globale, raggiungendo nel 2022 oltre 22 miliardi di views complessive sui social. Ma cosa sono e qual è il segreto del loro successo? Gli Orbeez sono delle piccole sfere colorate a base d’acqua che sorprendono grazie alla loro versatilità, perché possono essere utilizzate in infiniti modi diversi, per divertirsi in appassionanti challenge sui social e sfide tra amici, dare vita a originali creazioni Art&Craft oppure per vivere un’esperienza sensoriale a cui è difficile resistere. Oltre ai tubi colorati, contenenti centinaia di Orbeez in vari colori, sono in arrivo in Italia tanti nuovi kit e playset lanciati dall’azienda produttrice Spin Master: i nuovi Multipack 2.000 Orbeez contengono 5 confezioni da 400 palline ciascuna, nei colori blu, verde, giallo, rosso e viola. Mentre stanno arrivando nei negozi anche gli Orbeez Glow in the dark che si illuminano al buio e quelli Shimmer con effetto glitterato. E, per un’esperienza ancora più sorprendente, con il kit Color Meez 1.000 Orbeez, gli Orbeez trasparenti possono essere colorati: basta inserirli nell’acqua all’interno del tubo insieme a uno o più coloranti e scuotere con energia fino a quando non prenderanno il colore desiderato. Una facile e spassosa nuova modalità di gioco pronta ad essere sperimentata nei prossimi video da milioni di views! 10
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MINTO SUSHI SCEGLIE LE CARD IN LEGNO DI PARTITALIA Il legno, materiale biodegradabile e riciclabile, diventa protagonista di card e smart card sostenibili e dal design unico. Partitalia Srl, azienda italiana del settore ICT dal 2001 che produce e commercializza smart card, tag, lettori RFID e soluzione IoT in tutta Europa, arricchisce la sua proposta commerciale con le card in legno, per venire incontro alle imprese, sempre più numerose, che si impegnano attivamente per la salvaguardia dell’ambiente attraverso azioni concrete. Come Minto Sushi Gourmet, esclusivo sushi restaurant & delivery di Merano (Bolzano), che lo scorso dicembre ha rinnovato l’offerta di gift card scegliendo proprio le card in legno di Partitalia. Disponibili in acero, ciliegio, tiglio, oltre che in bambù, le card in legno di Partitalia sono utilizzabili nel mondo loyalty, per realizzare fidelity e gift card diffuse nel settore Retail, nella GDO e nella ristorazione. Nelle carte, inoltre, è possibile integrare la tecnologia RFID, utile per il controllo accessi negli hotel e nel settore Hospitality. Grazie alle importanti caratteristiche meccaniche del legno, le card e smart card ottenute da questo materiale offrono un’elevata resistenza e durata, mantenendo dimensioni e spessore standard. Un altro passo in avanti nel lavoro del team R&S di Partitalia, impegnato da anni nella ricerca di materiali alternativi, per portare sul mercato prodotti dalle eccellenti performance tecniche nel rispetto del Pianeta.
REPLAY APRE UN NUOVO MONOMARCA A CATANIA REPLAY, brand veneto conosciuto e affermato in tutto il mondo, nell’ambito del suo piano di espansione globale non trascura il mercato domestico ed annuncia un’importante apertura a Catania, presso il centro commerciale Centro Sicilia sito a Misterbianco (Catania). Il nuovo store, il cui concept parla di autenticità si estende su ben 170 metri quadrati nella galleria commerciale dedicata ai brand premium. Lo store, che proporrà abbigliamento e accessori uomo, donna e bambino, è caratterizzato dal pannello luminoso verde naturale che riporta il logo del brand, ormai caratteristica di tutte le nuove aperture, e ha un sapore industriale elegantemente accennato attraverso l’impiego dei materiali caratteristici di questo stile. L’utilizzo delle varie essenze dei legni e dei metalli è semplice e mai scontato, volendo essere allo stesso tempo accogliente e riconoscibile.
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/News
UYN E BUGATTI SVELANO LA NUOVA COLLEZIONE DI ABBIGLIAMENTO E SCARPE Al UYN Store di KaDeWe (Berlino), è stata ufficialmente presentata la linea UYN for BUGATTI. La collezione di abbigliamento e scarpe ad alte performance è il primo frutto della partnership tra i due brand che rappresentano l’eccellenza nei rispettivi settori dell’abbigliamento funzionale e dell’automotive. Nella prestigiosa location di KaDeWe, l’iconico centro commerciale di Berlino (Germania), UYN - Unleash Your Nature e BUGATTI hanno ufficialmente tolto i veli alla prima collezione di abbigliamento e scarpe “UYN for BUGATTI”, nata dall’esclusiva partnership tra i due brand. Come BUGATTI è simbolo di eccellenza assoluta nel campo dell’automotive, UYN rappresenta il vertice della tecnologia nell’abbigliamento sportivo. Campioni olimpici e ultra atleti di ogni disciplina, dallo sci al ciclismo, affidano le loro prestazioni ai prodotti del brand Italiano. Grazie alla loro straordinaria esperienza, i tecnici di UYN sono riusciti a tradurre i valori di bellezza e performance estremi propri delle hyper car Bugatti in una linea di altissima qualità, realmente moderna e innovativa. La collezione “UYN for BUGATTI” si propone di ridefinire il rapporto dell’uomo con il suo abbigliamento nella vita di tutti i giorni attraverso capi senza tempo, che uniscono uno stile dinamico a performance superiori in termini di libertà di movimento, traspirazione, vestibilità e termoregolazione.
VENICE HOSPITALITY CHALLENGE 2022 AL SALONE NAUTICO VENEZIA Al Salone Nautico Venezia vicino al sommergibile Enrico Dandolo in Arsenale, è stata presentata la Venice Hospitality Challenge 2022. La regata, riservata su invito dello Yacht Club Venezia ai soli maxi yacht, si disputerà sabato 15 ottobre. La competizione velica, che giunge alla nona edizione da sempre con il sostegno e la partecipazione dell’alta hotellerie veneziana, vedrà skipper di fama internazionale contendersi l’ambito “cappello del Doge” che sarà realizzato per l’occasione dalla storica vetreria muranese CAM. Confermata anche quest’anno la partecipazione dei più importanti Hotel 5 stelle lusso veneziani che credono in questo evento: Hotel Excelsior, JW Mariott, Ca’ di Dio VRetreats, Londra Palace, Hotel Danieli, Bauer Palazzo, St. Regis, The Gritti Palace, SINA Centurion Palace, Palazzina Grassi, Ca’ Sagredo Hotel, Hotel Cipriani, Hilton Molino Stucky nonché Raffaele Alajmo, vanto della ristorazione italiana nel mondo. Lo scorso anno si è aggiudicata la vittoria Maxi Jena – Sina Centurion Palace condotta dallo skipper sloveno Milos Radonjic. Al secondo posto, sempre in Classe 1, Way of Life – The Gritti Palace skipper Gasper Vincec e al terzo Arca SGR – Ca’ Sagredo con Furio Benussi al timone. In sintonia con la sostenibilità, tema centrale del Salone di quest’anno, la Venice Hospitality Challenge da due anni ha aderito ad un preciso impegno ambientale, fornendo agli equipaggi indumenti realizzati da Mureadritta ottenuti dal riciclaggio delle bottiglie di plastica: un progetto perfettamente in linea con quanto l’Amministrazione Comunale si sta prefiggendo per Venezia che per sua naturale vocazione deve essere un esempio di eco-sostenibilità. L’evento è patrocinato dal Comune di Venezia e beneficia del sostegno dei main partner Vela S.p.A., Salone Nautico e degli sponsor Generali Italia, Bisol1542, Acqua Dolomia, Energia Pura, MureaDritta e Vetreria CAM. Sustainibility partner dell’evento One Ocean Foundation. Media Partner: Barche, Excellence Magazine, Venezia made in Veneto, Venezia Unica, Lagunamare, Wonder World e Wonder Cortina. Si ringraziano per la collaborazione Marina Santelena, CMV Panfido, Assonautica, Venezia Le città in festa, VYP Venice Yacht Pier, Portodimare, Alilaguna, Venezia Unica e Ve.La. 12
/Fashion
CARMIMARI Oltre la scherma: nuovo flagship store a Milano
A cura della Redazione
Il marchio Italiano Carmimari - parte del gruppo FPG - ha inaugurato il nuovo flagship store a Milano in via Adda 11, segnando l’inizio di un nuovo capitolo per gli inventori del fioretto elettrico. Il flagship store - denominato Carmimari House - ha l’obbiettivo di creare un ambiente nuovo e moderno dedicato agli schermidori ma soprattutto rivolto a interlocutori fuori dal mondo della scherma, interessati a scoprire le opportunità che possono nascere da uno sport così distintivo e di Elite. Con oltre 150 ospiti, la partecipazione di marchi premium affermati internazionalmente e schermidori di fama internazionale, l’inaugurazione ha celebrato un nuovo inizio, un nuovo modo di mostrare le potenzialità della scherma al di fuori dei limiti dettati dalle stesse strutture che servono per praticarla. Marche premium come Tuttotondo, Fiol Prosecco, Quoise Eyewear e altri ancora,
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hanno contribuito alla progettazione del negozio ideando 5 spazi con un layout minimal, moderno ed elegante su cui esporre i propri prodotti, portando un valore aggiunto al concept allestitivo di Carmimari House. La serata ha permesso agli inventori del fioretto elettrico di raccontare un nuovo modo di parlare di scherma, mostrando attraverso le vetrine e gli spazi all’interno del negozio, i vantaggi nel collegare l'immagine della scherma con prodotti e marchi del made in Italy che operano nell'eccellenza, dalla moda, al design; dalla cosmesi alla tecnologia e la mobilità. “Carmimari House è solo l’inizio per il Futuro della Scherma” dice Francesco Rossi, CEO di Carmimari, “L’obbiettivo finale è quello di creare un nuovo modo di far conoscere il mondo della scherma, portando chiunque visiti il nostro negozio a vivere un’esperienza unica del suo genere. Carmimari House sarà un’estensione dell’impegno preso da Carmimari nel creare un ambiente che possa rappresentare la vera bellezza della Scherma.”
luglio\ agosto 2022 Andrea Russo e Elisa Vardaro
Carmimari nasce con l’invenzione del Fioretto Elettrico dell’Ingegner Sergio Carmina, che dopo la vittoria del concorso indetto dalla Federation International d’Escrime (FIE), decide di dar vita a Carmimari con l’amico e futuro socio, Marini. Nel 1952 l’azienda vince quindi il bando della FIE per l’invenzione del fioretto elettrico, e nel 1955 il sistema di segnalazione viene definitivamente adottato in tutto il mondo. Carmimari ha cercato innovazione nella Scherma sin dalla fondazione introducendo non solo il sistema di fioretto, ma anche i rulli da scherma e apparecchi di segnalazione utilizzati anche durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Durante lo sviluppo e la produzione di queste invenzioni che rivoluzionarono il mondo della scherma, Carmimari ha iniziato anche a produrre equipaggiamento di alta qualità, vestendo schermidori di fama mondiale ed esportando l’eccellenza Italiana in oltre 25 paesi nel mondo. L’Azienda è parte del gruppo FPG (Fencing Professionals Group), che ha la propria mission nel portare la Scherma ai livelli di sport quali il Tennis, il Golf, l’Equitazione. Atleti Carmimari e ONTC
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MARINELLA L’emblema dell’eleganza maschile
Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Maria Giulia Linfante
Marinella nel mondo: quando è nato questo sogno? La storia del marchio E. Marinella risale al 1914, quando Eugenio Marinella decise di inaugurare un negozio in Piazza Vittoria, sull’elegante Riviera di Chiaia a Napoli, luogo dove i rappresentanti dell’alta società amavano fare le loro lunghe passeggiate davanti al mare. Eugenio Marinella era consapevole che all’epoca la moda maschile guardava soprattutto a quella inglese, e trasformò il suo negozio di 20mq in un piccolo angolo d’Inghilterra, recandosi periodicamente a Londra ad incontrare i fornitori. Iniziò ad importare brand come Acquascutum, Briggs, i profumi di Penalygons e Floris. Acquistò due laboratori per la realizzazione di camicie e cravatte. Sarti esperti, fatti venire in
un primo momento da Parigi, realizzavano a mano e su misura camicie e cravatte. I prodotti inglesi scelti erano conditi con un pizzico di creatività napoletana. Il piccolo negozio fu inaugurato dalla scrittrice e giornalista Matilde Serao che nella sua rubrica Api, Mosconi e Vespe lo definì “una farmacia di paese”, per il modo in cui i clienti amavano fermarsi a socializzare, chiacchierare e discutere di tutto, dalla politica, alla cosa pubblica. Ben presto il marchio E. Marinella si afferma come simbolo di eleganza maschile. Uno stile molto ricercato e classico. Quali pensa possano essere ad oggi i must have? Viviamo sempre di più in un mondo dove le giornate sono frenetiche, si va sempre di fretta, di solito si esce di mattina e si esce la sera nello stesso modo. Si può dare un tocco di classe e diversificare il proprio stile bisogna puntare sugli accessori, tipo un orologio che possa rappresentare la propria persona, una cravatta di un colore diverso, rispetto al classico blu, dei gemelli, i polsini o il colletto della camicia, una pochette da taschino e tanti altri particolari, questi sono i must have che definiscono uno stile ricercato e classico però d’eccellenza.
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luglio\ agosto 2022 Made in Italy, quale sarà il futuro dell'artigianato di alto livello in Italia e nel mondo? Purtroppo i giovani d’oggi sono sempre più restii ad intraprendere percorsi di artigianato, sicuramente il Made in Italy è un’eccellenza che va avanti da tanti tanti anni, che portiamo avanti fieri nel mondo. Il Made in Italy è molto legato all’artigianato che risulta essere il nostro vantaggio rispetto a tutti gli altri paesi nel mondo che magari sono sicuramente più organizzati ma che non hanno quello stile classico Italiano del Made in Italy, però a mio avviso non scomparirà del tutto ma si ridurrà drasticamente ma sarà sicuramente un elemento che distinguerà prodotti di lusso aumentando il valore degli stessi. Cosa contraddistingue un prodotto di eccellenza? Un prodot to d’eccellenza si contraddistingue dalla cura dei dettagli dalla storia che vi è dietro, mentre prima un prodotto d’eccellenza era realizzato con dei materiali più pregiati, oggi il materiale non è l’unico elemento ma la storia del prodotto stesso, come è stato realizzato l'esclusività, tutti questi elementi creano qualcosa di unico e l’unicità ad oggi è sempre più premiata. Q uali proget ti riser va il futuro di Marinella? Vo g l i a m o d i s t a c c a r c i s e m p r e p i ù dall’industrializzazione e rafforzare il concetto di artigianalità, non solo sulla cravatta ma puntiamo al total look come camicie, abiti e tutti una serie di elementi che possono essere riconoscibili come artigianato nel mondo. Inoltre abbiamo uno sguardo fisso sulla sostenibilità, argomento molto discusso in questo p er io do ma m olto imp or t ante p er E.Marinella. Ultima domanda di rito: i primi tre brani della sua lista di Spotify. Oh my god - Adele O forse sei tu - Elisa Shivers - Ed Sheeran
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/Fashion DIS ha da sempre innovato il settore della calzatura da uomo, e continua a farlo con grande successo, al MICAM ha presentato “Terra” la prima sneaker biodegradabile acquistabile in NFT. Collegandosi al sito terra.designitalianshoes.com era possibile preordinare la versione fisica della sneaker e ricevere una edizione limitata e numerata del NFT da collezione. In fase di preordine si poteva inserire il proprio Wallet Ethereum oppure decidere di ricevere l’NFT su un wallet esclusivo. L’NFT “non fungible token” in edizione limitata di “Terra” rappresenta la prova digitale dell’acquisto della Sneakers, grazie alla Blockchain questa prova è registrata in modo sicuro e solo chi lo possiede potrà scambiarlo e venderlo attraverso i principali Marketplace tra cui OpenSea. Sostenibilità: la sneaker “Terra” è realizzat a a filiera corta, grazie alla collaborazione di aziende e fornitori di semilavorati che si trovano in un raggio di appena 10 Km fra le province di Macerata e Fermo, per una produzione 100% made in Italy. Realizzata in pellame di vitello metal free certificato, suola in latte naturale di Hevea e sottopiede in fibra di mais. Tutti i componenti interni della calzatura sono certificati biodegradabili, e l’incollaggio è eseguito ad acqua. Tutto questo permette alla scarpa di biodegradarsi già all’80% dopo 180 giorni una volta smaltita in condizioni biologiche ambientali ideali. Saranno prodotte solo le effettive scarpe ordinate, evit ando sprechi e sovr approduzioni ed un risparmio del 30% di CO2. DIS inoltre ha scelto di presentare la sua collezione di sneakers esclusivamente in 3D, risparmiando sui costi di realizzazione di campioni fisici. Disegnato il modello è infatti possibile realizzare infinite varianti di materiale/colore dell’articolo, visto l’alto livello di fotorealismo raggiunto oggi da questa tecnologia. Tutto questo è stato possibile grazie alla piattaforma sviluppata da Future Fashion.
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SOSTENIBILITÀ E METAVERSO DIS presenta la prima sneaker acquistabile in NFT
A cura di Laura Bonani
luglio\ agosto 2022 Il cliente poteva vivere un'esperienza d'acquisto coinvolgente, grazie al 3D viewer integr ato sulla pagina web era infatti possibile apprezzare tutti i dettagli della calzatura, zoomando su di essi o ruotando la calzatura a 480 gradi, infine con l'AR (Realtà Aumentata) era possibile visualizzare la calzatura nello spazio circostante. Durante i giorni della manifestazione si trovava allestita al padiglione 1 presso lo stand K31 del brand DIS una postazione per il “Virtual Try On” (indossato virtuale), dove si poteva indossare virtualmente ai piedi le calzature grazie alla realtà aumentata prima di acquistarle. Andare oltre il nostro mondo fisico con il metaverso (meta in greco). Ma oltre cosa? Oltre gli schermi, grazie a lla re a lt à a u m e nt at a , e nt r a n d o e muovendoci fisicamente in ambienti vir tuali at tr aver so un avat ar, nella re alt à v ir t u al e. Ecco q uin di ch e il mondo reale si unisce al quello virtuale per un'esperienza di acquisto sempre più Phygital, dove non si acquista il bene solo per sé stessi ma anche per il proprio Avatar digitale. Si ap re og gi un nu ovo c apitolo di shopping Virtuale, ma molto reale, dove al centro c’è la proprietà digitale del
bene. DIS ha implementato sui propri pro dot ti la te cnologia NF T, gr azie alla collaborazione con Apio, azienda specializzata in implementazione di blockchain per imprese. L'adozione di queste nuove tecnologie rende l’industria della moda più sostenibile, in linea con l’ideologia del brand DIS, per la salvaguardia del futuro del nostro pianeta. Oggi DIS ha
un catalogo virtuale di 60 milioni di calzature fruibili digitalmente grazie al configuratore 3D, realizzabili su ordinazione in soli 10 giorni grazie alla digitalizzazione di tutta la filiera produttiva. Oltre 35 punti vendita nel mondo hanno scelto DIS, riducendo l ’inve n d uto, d a n d o più s e r v izio a l cliente con la p er sonaliz z azione e riducendo le emissioni di CO2.
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/Fashion
SIRO BADON Intervista al Presidente di MICAM Milano
A cura di Giovanni Bonani
SIRO BADON Padovano di nascita, nel 1976 entra nell’azienda di famiglia, il calzaturificio De Robert srl di Saonara, collaborando con il padre, fondatore del marchio nel 1955 e con il fratello Roberto, impegnandosi nel settore della produzione. In seguito, si è occupato della gestione amministrativa della società, di cui diventa Presidente nel 1986. Dagli anni ’90 si concentra sull’attività commerciale e di sviluppo, portando l’azienda all’inserimento nei mercati del Nord Europa ed in Asia. Sono anni in cui l’azienda sigla accordi commerciali con importanti partner per la distribuzione in Giappone, Korea, Hong Kong e Taiwan. Grazie al raggiungimento di questi obiettivi, che consolidano la De Robert sul piano internazionale, nel 2010 Siro Badon riceve il premio “Marco Polo” da Unioncamere del Veneto, quale riconoscimento all’importante internazionalizzazione realizzata da una PMI.
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Dopo la pandemia la guerra: sembra non esserci fine al terribile momento che stiamo attraversando. Il comparto del calzaturificio come sta reagendo? Il progressivo recupero che stava riportando le aziende del settore ai livelli pre-pandemici (quasi due imprese su tre hanno chiuso il 2021 con fatturato ancora inferiore a quello 2019) ha dovuto però fare i conti, da fine febbraio, con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, e con il conseguente crollo, a partire da marzo, dei flussi a loro diretti (-52% in valore nel bimestre marzo-aprile le vendite ai due mercati). Particolarmente colpiti, ovviamente, i distretti calzaturieri tradizionalmente esposti in queste aree (in primis quelli marchigiani e romagnoli), che hanno registrato l’annullamento delle spedizioni di merce in consegna e degli ordinativi in portafoglio. Agli eventi bellici si sommano poi il problema dell’impennata dei costi energetici e l’assenza di riduzioni significative nei prezzi delle materie prime, da molti mesi su livelli decisamente elevati, oltre al timore di una recrudescenza delle varianti del virus. La situazione è dunque davvero complessa. Che problemi stanno riscontrando le aziende e che strategie devono adottare per superare questo delicato momento? Il conflitto impone a diverse aziende calzaturiere, il cui fatturato dipende da questi mercati, la necessità di diversificare. Oggi, infatti con le nuove sanzioni che colpiscono il sistema bancario, concludere le vendite è diventato estremamente complesso e
luglio\ agosto 2022 trovare altri mercati richiede tempo e risorse da investire, proprio nel momento in cui queste ultime vengono meno perché gli ordini non si finalizzano. Dal punto di vista politico lo spazio di manovra del nostro Governo è piuttosto limitato. Gran par te delle risorse in questo momento vengono utilizzate per attutire le conseguenze del rialzo dei prezzi dell’energia e per sostenere i redditi. È arrivato altresì il momento di puntare su digitalizzazione e sostenibilità, due asset su cui sta Assocalzaturifici sta spingendo da tempo.
manifatturiera e pianificare un progressivo, generale taglio del costo del lavoro. Solo così si liberano le risorse e gli imprenditori possono tornare ad essere competitivi sui mercati internazionali ed investire a tutti i livelli in comunicazione, innovazione di prodotto e di processo. Analogamente la misura favorirebbe il potere d’acquisto delle famiglie italiane e rilancerebbe i consumi. Non ci servono soldi “a pioggia” per tamponare le emergenze: serve quindi una nuova politica industriale con cui valorizzare le nostre eccellenze, sia a livello di marchio sia a livello di filiera produttiva.
Come Associazione, che misure avete varato e che aiuti offrirete? Dal punto di vista della diversificazione dei mercati, stiamo sviluppando nuovi progetti in collaborazione con le altre associazioni di Confindustria Moda e con ICE. Lavoriamo dovunque per accompagnare le nostre aziende sui mercati internazionali, dall’Asia agli Stati uniti, nelle principali rassegne fieristiche. Inoltre monitoriamo costantemente il mercato russo e ucraino che sono ancora sbocchi importanti per molte imprese associate che producono collezioni studiate per aderire ai gusti dei consumatori di quell’area geografica. Dal punto di vista politico, Assocalzaturifici ha presidiato tutti i tavoli istituzionali per spiegare come la pandemia prima, il conflitto in corso, la crisi energetica e la carenza delle materie prime stiano mettendo in ginocchio alcuni importanti distretti calzaturieri. Abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con Sistema Moda Italia e le Organizzazioni Sindacali e lo abbiamo presentato al Ministero del Lavoro. Nel documento c’è la richiesta dell’approvazione della cassa integrazione straordinaria senza oneri addizionali per le imprese penalizzate dalla crisi ucraina che hanno visto ridursi ordini e attività produttiva. Inoltre abbiamo ribadito al Mise, la necessità di sospendere tutte le scadenze delle rate di mutui, finanziamenti e linee di credito attive e di allocare meglio i fondi di sostegno per le imprese danneggiate direttamente dal conflitto. Ritengo comunque che sia necessario ridare centralità all’industria
Il MI C AM di set tembre potrebb e essere l’occasione per uscire da questa situazione? MICAM è ormai da anni l’appuntamento irrinunciabile per il comparto calzaturiero italiano ed internazionale. Grazie alla sua offerta merceologica e formativa rappresenta una occasione concreta per fare business e toccare con mano, in anticipo, i trend del settore, oltre al meglio del made in Italy calzaturiero. Ci può dare qualche anticipazione sul prossimo MICAM? MIC AM a set tembre presenterà il meglio delle collezioni primavera / estate 2023. Tornerà MICAM X con numerose presentazioni, workshop, allestimenti dedicati e altre iniziative all’insegna dell’innovazione. Il tutto declinato in quattro filoni: Trends &
Materials, Sustainability, Art Fashion & Heritage e the Future of Retail. Al tema della sostenibilità dedichiamo l’area MICAM SUSTAINABILITY LAB powered by VCS che vedrà protagonista un progetto di grande prospettiva come la prima certificazione di sostenibilità specializzata per il settore calzaturiero. VCS, Verified and Certified Steps, è un marchio registrato concesso alle imprese che intraprendono un percorso di valutazione, misurazione e, soprattutto, miglioramento delle performance riguardo ai principali aspetti della sostenibilità aziendale secondo gli standard riconosciuti a livello internazionale. Ritengo abbia un grandissimo valore in un mercato che guarda sempre di più a beni sostenibili prodotti da aziende sostenibili. Il valore del progetto VCS ci viene confermato dall’interesse di tante aziende importanti, anche dei grandi gruppi della moda. Infine ulteriormente potenziata l’area Emerging Designers: 12 giovani volti dello stile, ambasciatori di innovazione e creatività sono stati selezionati tra i tanti talenti iscritti al contest da MICAM e da una giuria di esperti nel settore moda e comunicazione esporranno le loro creazioni in questo spazio dedicato ai fenomeni emergenti. Non mancherà poi MICAM Tales Square l’area dedicata alla campagna di comunicazione ispirata alle fiabe, diventata un happening per i visitatori che vogliono vivere la fiera da protagonisti.
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/Fashion
APP ZARA Smart & Responsible Experience
Rubrica a cura di Fabrizio Valente, fondatore e amministratore Kiki Lab - Ebeltoft Italy
Un’app potenziata con nuovi servizi per rendere le visite nei negozi più rapide, semplici e rassicuranti in era Covid, garantire infatti una shopping experience semplice e veloce è una sfida importante per i Retailer, dal momento che molti clienti desiderano trascorrere poco tempo in negozio. Il leader globale del fast fashion Zara del Gruppo Inditex sta andando in questa direzione, continuando a innovare e facilitando l’esperienza multi-canale dei propri clienti. Nel settembre 2020 ha aggiunto alla sua app una nuova funzionalità, chiamata “In-Store Mode”, in 25 negozi di 8 città spagnole.
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Smart Experience L’app ha diverse funzionalità interessanti. Innanzitutto, i clienti possono verificare l’assortimento disponibile in ogni negozio, prenotare online e ritirare il proprio ordine nel negozio più comodo entro 30 minuti, evitando di fare code. È inoltre possibile geo-localizzare i prodotti all’interno del negozio, tramite una mappa che guida il cliente al piano e all’area di esposizione e anche prenotare il camerino evitando le frequenti code presenti nei negozi Zara. L’app
suggerisce infine proposte di outfit e acquisti complementari a quelli cercati dal cliente. Responsible Experience Questa nuova funzionalità è inoltre coerente con l’ambizioso piano di Zara per la sostenibilità ambientale: al momento dell’acquisto viene automaticamente creato sullo smartphone un QR code che genera in cassa uno scontrino digitale salvato nell’app, evitando così la stampa dello scontrino cartaceo.
luglio\ agosto 2022 Omni Experience Ormai l’intreccio fra fisico e digitale è una realtà consolidata nell’esperienza dei clienti e il lancio della funzionalità ‘in-store’ dell’app di Zara risponde in modo intelligente alle aspettative di un’app utile anche in negozio. Sfida: riuscire a mantenere le promesse e a gestire in modo efficiente i vari servizi: geolocalizzazioni dei prodotti accurate, tempi di preparazione degli ordini rispettati, gestione adeguata di eventuali situazioni critiche create da clienti in coda che si vedono ‘sorpassare’ da quelli prenotati per il camerino.
INNOVA RETAIL AWARD & KI-BEST 2022 Evento Phygital Milano | Enterprise Hotel + Live streaming 20 ottobre 2022, ore 10:00 – 17:00 KI-BEST 2022 Introduzione e moderazione Armando Garosci, Direttore Largo Consumo Casi e chiavi di successo nel Retail in Italia e nel mondo Fabrizio Valente, Founder & CEO Kiki Lab (Gruppo Promotica) SPEAKER Alex Genov, Head of Custom. Experience Research Zappos Ling Lei, CEO Ochama (JD Group) Lorenzo Comaschi, Dir Comm. Miele Claudio Agazzi, Founder and Managing Director RetailTune Diego Toscani, CEO Promotica Aesop, PostePay (in attesa di conferma) INNOVA RETAIL AWARD 2022 Premiazione 7 categorie: Retailer Food, Retailer Non Food, Retailer Servizi, Retailer Horeca, Start-Up Tech, People, Sostenibilità. Retailer e start-up presenteranno i propri progetti vincitori prima della premiazione. Partner: RetailTune Convegno a pagamento, inviti disponibili per top manager retail e IdM. Per informazioni e iscrizioni contattare: kiki@kikilab.it - 030221681
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A cura di Marco Chingari
Quando anche i nostri nonni mangiavano (e conoscevano) le erbe
NON SOLO VEGAN
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Una volta si sarebbe chiamata “moda” adesso si dice must, (dal verbo “to must” dovere in inglese, ergo si DEVE fare), del momento: essere vegetariani se non vegani o, addirittura fruttariani. Tut te queste categorie di filosofia gastronomica, di scelta di vita (ci dicono), hanno quindi, dichiaratamente, in odio la carne e i suoi derivati. Tante le motivazioni: la deforestazione, specie dell’Amazzonia, (e la causa pare sia la ricerca dei terreni per gli allevamenti), l’inquinamento atmosferico (molto gettonata la teoria dell’aggravamento del buco dell’ozono per colpa delle “puzzette” degli animali – ma degli uomini no?-) nonché la scelta etica (non mangiamo cadaveri ed amiamo gli animali), insomma un numero sempre più crescente di persone, molte
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giovani se non giovanissime, ha deciso di nutrirsi in prevalenza di frutta e verdura se non di erbe, e far impazzire, di conseguenza, macellai e produttori di carne ed allevatori. Tralasciando la facile polemica sullo spostamento di interessi commerciali e dei relativi costi dall’allevamento alla coltivazione, specie se si parla di soia che praticamente distrugge il terreno seminato rendendolo sterile per anni ed anni, e l’aumento esponenziale del prezzo della quinoa molto di moda negli ambienti veg ed ecologisti, (una pianta della famiglia delle Chenopidacee cugina dello spinacio e della barbabietola di forma simile al cuscus se lavorata) che di fatto ha rovinato economicamente le classi più povere in Bolivia e non solo, vorremo andare ad analizzare se questa tendenza “erbivora” sia davvero un nuovissimo trend
luglio\ agosto 2022
rivoluzionario oppure sia, come di solito accade, un semplice revival di gusti antichi ed in parte assopiti per poi ergersi baldanzosi in nuova veste. Ebbene, cari amici vegt, veg o frut, non abbiatela a male, ma siete moderni come il Colosseo. Infatti tra i primogeniti vegetariani sicuramente Plutarco che criticava chi uccideva i poveri animali indifesi per la gioia del proprio stomaco, Pitagora, che vietava ai suoi studenti di cibarsi di carne, ed anche il magnifico Leonardo da Vinci, che denominava “cannibali” tutti coloro che si cibavano di proteine animali, per finire addirittura ad Hitler (e chi lo avrebbe mai detto?) che dopo il suicidio della nipote ammise più volte di non riuscire più a cibarsi di carne.
Per quanto riguarda poi la scelta salutista del mangiar verde pensate che gli antichi romani, dalla dieta non propriamente “salutista” (a circa trent’anni erano già obesi e malati) avevano in odio i cristiani, tra le altre cose, proprio perché tendevano ad essere vegetariani e quindi di aspetto più magro e sano. E finiamo anche col dire che, pensate, durate la prima guerra mondiale mentre alle nostre truppe venivano propinati come rancio gallette di riso, carne inscatolata pane raffermo e barrette di cioccolato, alle truppe austroungariche venivano serviti zuppa di ortaggi, carne bollita e mele. Risultato: noi con lo scorbuto e malattie invalidanti dopo mesi di codesta cura ed il nemico mangiacrauti no. Ma arriviamo ai nostri nonni o ancora meglio alle nostre nonne, veri depositi di saggezza e tradizione popolare.
Cominciamo col dire che, per tanto tempo nel passato, l’essere vegetariano non era una scelta salutista ma un effetto, ed anche devastante, della carestia: le famiglie contadine in particolare facevano delle erbe pratica virtù per saziare l’appetito specie dopo i lavori pesantissimi nei campi ed anche per depurare e curare il corpo e debellare le malattie. Ma che virtù magiche! Dai campi e dai prati venivano colte primizie vegetali in forma di foglie, radici, steli ed anche fiori edibili che, accuratamente cucinati in varie ricette frutto dell’ingegno geniale dovuto alla necessità, hanno deliziato palati e stomaci per secoli. Adesso purtroppo le vecchie nonne e la loro antica sapienza stanno man mano scomparendo, lasciando vedovi di memoria e conoscenza le giovane generazioni. Ergo nessun giovin virgulto di oggi è a conoscenza, per esempio, dell’uso alimentare
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dell’ortica, pianta dal pericoloso ed urticante tocco ma ottima in cucina da bollire (con il calore perde ogni causticità) per preparare poi, mischiata alla ricotta, ravioli favolosi o meravigliose frittate o minestre. Stessa fine da far fare alla Piantaggine, erba da aggiungere ad insalate o minestre ma dall’uso esterno come cicatrizzante per le ferite ed antidiarroica se consumata sotto forma di infuso. Ed ancora la Portulaca o Porcellana, piantina assai infestante di aspetto semigrasso dalle eccezionali proprietà farmaceutiche (eccezionalmente piena di Omega 3 grasso essenziale polinsaturo regolatore della pressione sanguigna e profilattico di disturbi cardiovascolari, per non parlare del
E cosa dire dell’Aglio Orsino, cosi chiamato perché la tradizione lo destinava come primo cibo assaggiato dagli orsi dopo il letargo, dal caratteristico sapore deciso tra aglio e cipolla con il quale si compongono eccezionali pesti? Un’avvertenza però: le erbe sono simili se non più pericolose dei funghi e bisogna conoscerle bene: nel caso dell’aglio orsino infatti c’è chi l’ha scambiato con le foglie del Mughetto (che però hanno uno stelo unico per tre foglie) mortali all’assaggio. Finiamo sicuramente questa incredibile carrellata di informazioni erboristiche e fitoterapiche con la regina delle erbe: la cicoria. Si fa presto a dire Cicoria: antichissima stirpe di erbe selvatiche (ne parlava già
contenuto, elevato, di vitamina C polifenoli ed antiossidanti). Il gusto? Croccante, fresco, ottima per zuppe, frittate ed anche risotti e pastasciutte da abbinare con altre erbe, quali per esempio i bruscandoli, i giovani germogli del Luppolo Selvatico, buoni quasi come gli asparagi selvatici ed anche i Carletti, detti anche Stridoli o Schioppettini o anche Sciopeti (in funzione del caratteristico rumore che fanno i fiori quando si schiacciano,) ovvero le cime più tenere della Silene Vulgaris, dal sapore simile al pisello fresco ma più delicato nonché la Pimpinella (Major e Minor) dal gusto di cetriolo talmente famose tanto da far dire al popolo che “l’insalata non è bella se non c’è la Pimpinella”.
Plinio il Vecchio nei suoi scritti descrivendola come erba di origini egizie essendo anche presente nel Papiro di Ebers) ce ne sono di vario genere, come per esempio la Cicoria propriamente detta, il Cicorione o Cicoria Catalogna (dal quale si ricavano le gettonatissime puntarelle, specie a Roma) il Piattello (più ligneo al dente ma pieno di Sali minerali), insomma il limite è il cielo. Ma la regina, almeno secondo il nostro umilissimo parere, è e rimane il Tarassaco. Questa meravigliosa e portentosa erba, conosciuta comunemente come Dente di Leone (per la forma frastagliata delle foglie che ricordano, appunto, la dentatura del temibile felino) ma anche come Dente di cane, Soffione (l'infruttescenza), Nonnino,
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Cicoria Selvatica, Cicoria Asinina, Grugno di Porco, Ingrassaporci, Brusaoci, Insalata di Porci, Pisciacane, Lappa, Missinina, Piscialletto, Girasole dei Prati, Erba del Porco o anche con lo storpiamento del nome in Tarassàco. Quindi, dobbiamo supporre da questi nomen omen vari ed assoluti e non solo, che il Tarassaco ha proprietà diuretiche, depura il fegato dalle tossine, migliora la circolazione del sangue, combatte il diabete, il colesterolo, la formazione dei calcoli mentre il succo della pianta fresca pare curi anche le efelidi e faccia bene alla pelle. Ma non dimentichiamoci i svariati e molteplici usi gastronomici: del Tarassaco praticamente non si butta nulla. A cominciare dai fiori gialli che quando sono chiusi si possono mettere sott’aceto come i capperi mentre quando sono aperti sono eccezionali nelle insalate o si possono mettere sotto zucchero creando il miele di Tarassaco ad andare alle foglie buone sia da cuocere con aglio olio e peperoncino che anche fresche in insalata (magari condite con aglio, olio, aceto ed acciughe sott’olio) a finire addirittura alle radici le quali, pulite ben bene da terriccio ed impurità si possono bollire e servire con olio e limone. Pensate che durante la seconda guerra mondiale, stante la carenza eccezionale di materie prime, le suddette radici si essiccavano per poi tostarle per ottenere una polvere atta a sostituire la polvere del caffè: la cosiddetta “cicoria” da moka. Abbiamo dunque conosciuto solo alcune delle erbe più famose e colte in primavera e non solo, ma ce ne sarebbero tante e ancora tante da riempire non un mero articolo ma, come peraltro è stato già pregevolmente fatto, un’intera biblioteca sull’argomento. È incredibile quindi avventurarsi nel mondo magico delle erbe, per non parlare dell’incredibile piacere gastronomico nel cucinarle od assaggiarle. Chiediamo dunque, senza remore alcune, alle nonne, ai nonni o ai vecchi zii sopravvissuti, o magari anche alle anziane mamme di bucolica origine i loro segreti e le loro conoscenze in materia di erbe selvatiche: ne guadagneremo in salute e col gusto e saremo anche, tremendamente, incredibilmente, sicuramente tanto must e… alla moda!
Chroma for Munich by Studio Animal | photo Jose Evia
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EXPERIENCE
/Food
LE SOSTE 2022
Roberto Calugi
Presentazione nuovo volume alla Stampa
Claudio Sadler e Mario Cucci
A cura della Redazione
A Palazzo Reale, si è tenuta la Conferenza Stampa per la presentazione del volume Le Soste 2022, l'edizione annuale che riunisce e racconta con parole e immagini la selezione dei migliori ristoranti di cucina italiana nel nostro Paese e in Europa. Tra i relatori che sono saliti sul prestigioso palco della conferenza stampa, moderati da Rober to Perrone, si segnalano: Claudio Sadler (Presidente Le Soste) con un intervento sull’Associazione, Roberto
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Petra Cucci
luglio\ agosto 2022 Calugi (Direttore generale FIPE) che ha parlato della ristorazione italiana tra le difficoltà post covid e le sfide per il futuro, Mario Cucci (Editore Multiverso) con l’intervento “La Guida nei numeri e i Premi Le Soste”, Davide Oldani (Chef del ristorante D’O) è intervenuto sulla formazione all’interno del settore dell’alta ristorazione, Giuseppe Vaccarini (Presidente ASPI) con “Il lavoro ASPI verso la ristorazione”, Elio Ghisalberti (giornalista) con il suo contributo “Una storia lunga Quarant’anni” e Petra Cucci (Multiverso) con un intervento sui dati dei social e del sito. Claudio Sadler si è dichiarato entusiasta di poter celebrare i Quarant’anni de Le Soste come Presidente dell’Associazione e ha ricordato come l’identità della cucina italiana sia nata proprio tra le personalità che hanno contribuito alla fondazione de Le Soste sviluppando i concetti di cucina regionale, del territorio e della sostenibilità. L’intervento di Calugi ha fatto luce su tutti quelli che sono i punti di forza e le problematiche dell’alta ristorazione, sottolineando quanto questa sia uno dei motori del turismo in entrata in Italia. Davide Oldani ha evidenziato come la formazione sia la base per la costruzione di un futuro per l’alta ristorazione. La presenza di due classi dell’Istituto Don Gnocchi ha concesso anche di segnare come ormai non esista più il concetto di “cucina” e di “sala”, ma uno unico che contribuisce al buon funzionamento dell’azienda ristorante. Le Soste 2022 cont a un tot ale di 102 insegne, con ben 14 nuovi Soci: La Madernassa (Guarene, Cuneo), Il Cantinone (Madesimo, Sondrio), Lido 84 (Gardone Riviera, Brescia), Ristorante Andrea Aprea (Milano), Umberto De Martino (San Paolo d’Argon, Bergamo), 12 Apostoli (Verona), Piastrino (Pennabilli, Rimini), Enoteca Pinchiorri (Firenze), Il Piccolo Principe (Viareggio, Lucca), Aminta (Genazzano, Roma), Le Colline Ciociare (Acuto, Frosinone), Pipero (Roma), Shalai (Linguarossa, Catania) e Signum (Malfa Salina, Messina).
La tradizione dei premi Un punto fermo dell'annuario Le Soste è rappresentato dai Premi, sette in quest 'ultima edizione, conferiti in collaborazione tra l'Associazione e Aziende e Associazioni partner per valorizzare personalità o realtà imprenditoriali che si sono distinte nel panorama food&wine di eccellenza. • Premio Franco Ziliani – Le Soste all’Innovazione a Riccardo Camanini; • Premio Allianz/Le Soste alla Formazione a Davide Oldani; • Premio Best Wine Estates of Italy a Tenuta Scrafana; • Premio Franco Colombani a Valentina Bertini; • Premio Le Soste Ospitalità di Sala a Alberto Santini; • Premio Experience Pommery alla migliore selezione di Champagne a Ristorante La Madia; • Premio Le Soste per la Tutela del Patrimonio del Gusto a Gaetano e Alessandra Martini. Un momento gourmet di assolut a raffinatezza ha scandito la fine dei lavori con la degustazione dei prodotti offerti dagli sponsor, tra cui: i salumi di Marco d’Oggiono, storico partner che da anni sostiene Le Soste; i vini di Prime Alture, l’acqua di Plose, le raffinate bollicine di Terroirs et Vignerons de Champagne e le ciliegie di RistoGala. Il volume è stato realizzato grazie al contributo di: Allianz S.p.A. - Anselmi s.r.l. Società Agricola – Aspi - Associazione Ristoratori Albergatori & Co. Golfisti - Azienda Agrimontana S.p.A. - Ca' del Bosco srl Società Agricola - Cantina Ferrari - Ferrari f.lli Lunelli S.p.A. - Circuito Multiservice srl - Fondazione Azione contro la Fame Italia Onlus - Fonte Plose S.p.A. Gruppo Intesa Sanpaolo - Guido Berlucchi & C. S.p.A. - Marco d'Oggiono Prosciutti Molino Dalla Giovanna G.R.V. - Prime Alture Società Agricola srl - Ristogala srl - Royale srl - Santa Margherita S.p.A. - Surgiva F.lli Lunelli S.p.A. - Terroirs et Vignerons de Champagne CD - The Fork - Vranken Pommery Italia S.p.A.
IDENTIKIT DEL VOLUME Sfogliando le 276 pagine interne de Le Soste 2022 si assapora la descrizione dei ristoranti soci con schede dettagliate e immagini dei piatti e dei protagonisti. Una sintesi di quell'esperienza unica di convivialità che gli ospiti dell'Associazione ricercano e amano dal lontano 1982, anno di fondazione Le Soste. Da allora, nonos t ante i ritmi impressionanti con cui evolve l'universo della ristorazione di fascia alta, i criteri di selezione meticolosa delle materie prime, padronanza delle tecniche, servizio di sala inappuntabile, offerta di vini nobili e rari e accoglienza premurosa si rinnovano inalterati di anno in anno. Il decalogo cartaceo della ristorazione di eccellenza con la più alta diffusione sul territorio conferma nel 2022 la duplice edizione linguistica, italiana e inglese, a rimarcare l'apprezzamento, in Italia così come all'estero, di un modello di ospitalità ed enogastronomia che intreccia sempre più artigianalità e arte e si fa volano di promozione internazionale del made in Italy. Le Soste 2022 è ora disponibile presso tutti i ristoranti associati e su lesoste.it
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SI DICE SCHIFEZZA MA SI LEGGE PRELIBATEZZA Come la storia ha trasformato gli scarti in virtù gastronomiche
A cura di Marco Chingari
Ogni popolo, si sa, ha delle tradizioni culinarie o dei cibi che, agli stranieri o non piacciono o muovono un vero e proprio disgusto. È il caso, per esempio, delle uova centenarie cinesi dal sapore assolutamente deciso dato che vengono macerate per mesi sotto la calce viva e sanno, decisamente, di zolfo. O del Duran, frutto assai voluminoso ed anche costoso che, maturo, sa di formaggio andato a male e di mango e desta orrore agli stranieri stante l’odore putrescente quasi cadaverico che emana. Allo stesso tempo però, almeno fino a qualche tempo fa, anche gli stessi cinesi orripilavano di fronte ai nostri formaggi (prodotti che non esistono in Oriente) putrescenti, primo fra tutti il Gorgonzola od il Roquerfort, dal gusto e dal forte profumo che risultava assolutamente vomitevole non solo per i figli della Cina ma per tutti gli orientali in genere. Non parliamo poi dello squalo putrefatto islandese denominato Hakarl: una prelibatezza solo per i forti palati, credo fatto di duralluminio, dei popoli nordici. Per noi una vera schifezza. Ma se di schifezze vogliamo parlare l’Italia può davvero fare scuola. Cominciamo subito quindi a descrivere, come peraltro già abbiamo fatto in qualche articolo, del famigerato “quinto quarto” ovvero le famose “frattaglie”, cioè gli organi interni dell’animale (reni, cuore, polmone, stomaco ed intestino) nonché code e musi in quantità. Quindi si passa, parlando della Città Eterna, dalla coda alla vaccinara romana (la coda della manza preparata ad arte con sedano, salsa di pomodoro pinoli uvetta e polvere di cacao amaro) ai rigatoni
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con Pajata (primo tratto dell’intestino tenue del vitellino appena nato pieno ancora del chimo digestivo pieno di caglio e buono come un formaggio fresco) alla Coratella con i carciofi ( gli organi interni dell’agnellino da latte cucinati con strutto e olio e carciofi croccanti ) alla testina d’abbacchio (agnellino) con patate nonché la trippa (parte interna dello stomaco bovino pulita e sbiancata con processo chimico e prebollitura, la bianca, o solo prebollita, la scura) con salsa di pomodoro, mentuccia romana e pecorino. Ma non solo Roma la fa da padrona con gli scarti, sì, ma strepitosi in cucina. La trippa, per esempio, è presente in tutta Italia, cucinata con i fagioli al nord ma anche a Firenze, mentre la Pajata romana diventa lo “stigghiolo siciliano” o nel sud in generale, cioè le budelline chiuse e cucinate alla brace. E come non parlare del famosissimo panino con la “Meusa” cioè la milza del maiale prima bollita e poi cucinata con lo strutto servita con succo di limone, sale e pecorino dentro un capace panino di forma rotonda nella Vucciria, lo storico mercato nel centro di Palermo? Una squisitezza, per stomaci forti ma, diciamolo, una vera leccornia anch’essa cucinata con una frattaglia (leggi scarto), la milza del maiale, appunto. La Campania risponde alla Sicilia con “O Pere e O Musso”, altro tipico street food italiano derivante dal piede e dal muso del maiale, precedentemente bollito e servito a pezzetti con aggiunta di olio, limone e sale. Altro cibo povero sì ma gustoso se non propriamente indicato a chi soffre di ipercolesterolemia.
luglio\ agosto 2022 E dal maiale, in tema di festa prenatalizia, come non parlare del sanguinaccio, incredibile e buonissimo piatto sia salato che dolce, preparato con il sangue del suino appena sacrificato per l’abbondanza e la sopravvivenza delle famiglie antiche? Piatto strepitoso che però oggigiorno oramai è quasi scomparso. Arriviamo dunque, e senza indugi, a quello che al giorno d’oggi, peraltro in nuovo spolvero, viene denominato il sushi dei poveri: le lumache. Oddio tanto dei poveri magari anche no stante il prezzo raggiunto ultimamente dei graziosi gasteropodi però, di fatto, nella tradizione italiana, oltre che francese, le lumache la fanno da padrone. Incominciamo a dire che in Sicilia le consumano, con sommo sprezzo del pericolo, anche crude. Ma anche, e soprattutto, cucinate con aglio tantissimo prezzemolo ed olio Evo in teglia, i cosiddetti babbaluci (dall’arabo Babuch, lumaca) piatto finissimo di tradizione palermitana. Ma anche a Roma, nella tradizionale festa di San Giovanni il 24 giugno, le lumache cucinate con olio aglio e pomodoro servivano, oltre che a deliziare i palati dei cittadini capitolini, anche a scacciare sfortune ed avversità (simboleggiate appunto dalle corna dei simpatici animaletti) nella notte definita delle streghe, il 24 giugno appunto. La tradizione vuole infatti che le streghe di tutta Italia venissero chiamate a raccolta nei prati del Laterano a Roma dai fantasmi di Erodiade e Salomè, dannate per aver contribuito alla morte di San Giovanni Battista, per poi proseguire per Benevento (la città delle streghe per antonomasia) catturando le anime nel loro percorso. Quale migliore esorcismo allora nel mangiare le lumache condite con l’aglio, noto ingrediente anti streghe ed anti vampiri? Inoltre, ed è moda recente, anche il caviale bianco, ovvero le uova delle lumache, sta andando sempre più in voga nelle cucine titolate di tutta Italia. Vogliamo poi parlare della carne di cavallo adorata in ogni dove nel nostro paese in special modo in Sardegna e Lombardia? Ebbene per i cinesi, pensate, risulta essere semplicemente disgustosa.
Mancano all’appello solo gli insetti. O meglio non mancano affatto. Andando a spulciare memorie e menù di antichissimo conio, i nostri antenati, gli antichi romani, si deliziavano mangiando insetti, a detta di Plinio il Vecchio, e più precisamente una larva dotata di corazza denominata Cossus che veniva servita “in delicatissimi piatti”. Per non parlare poi di Aristotele ghiottissimo di cicale. Egli amava cibarsene al meglio quando si trovavano allo stato di crisalide prima dell’ultima muta, dichiarando che “i maschi sono i migliori da mangiare. Invece dopo l’accoppiamento le più̀ buone sono le femmine, tutte piene di bianche uova come sono”. Ma oggi? Beh anche oggi, e finiamo in bellezza, qualcuno si nutre in Italia di insetti, o meglio non solo delle larve della mosca casearia (Piophila casei) ma assolutamente del formaggio pecorino infestato dai ditteri su citati e reso cremoso dall’azione digestiva dei cuccioli delle mosche. Il formaggio in questione si chiama “Casu Frazigu” o meglio conosciuto come “Casu Martzu”, ovvero formaggio “fradicio” o “marcio” brulicante di allegri vermetti ma cremoso e di decisissimo sapore, da gustare preferibilmente con il pane carasau sardo o, addirittura, per i più indomiti, per condire gli spaghetti. Purtroppo è un formaggio oggigiorno vietato per legge dalla solita Europa che pare essere feroce nemica delle nostre tradizioni culinarie e non solo, con la scusa
dell’infrazione di basilari regole igienico – profilattiche stante la natura a dir poco “particolare” di un formaggio infestato dai vermi. La qual cosa però stride molto con la sopravvivenza media del popolo sardo, che vanta un numero di centenari, insieme al Giappone, che sfida qualsiasi popolazione, in special modo quelle mitteleuropee, per numero e stato di salute. Dati che, evidentemente, sono sfuggiti al legislatore europeo. Speriamo quindi che nel futuro non vengano proibiti altri piatti od ingredienti tanto cari alla tradizione dei nostri nonni, che oltre a portare gioia al palato trasmettono anche conoscenza e cultura del e nel nostro passato, una tradizione assente nella vita e nel vissuto dei nostri giovani sempre più legati ad un presente insipido e privo di conoscenza. Ed un presente senza un passato è un povero spettro che crede di vivere ma non si accorge che è già morto...
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A cura della Redazione
Atelier del vino in Oltrepò Pavese
SARTIERI 1931 SI PRESENTA
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Una nuovissima realtà vitivinicola nata su un importante passato. Sartieri 1931 è pronta a essere testimone della varietà enologica dell’Oltrepò Pavese grazie alle diverse etichette e alla futura apertura di un wine bistrot nel quale fare degustare i vini abbinati alle tipiche bontà gastronomiche del territorio.
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Alla fine del 2020, in Oltrepò Pavese, è nata Sartieri 1931, una nuova realtà vinicola con oltre 100 anni di esperienza. No, nessun errore poiché la storia è lunga e ha radici che partono dagli inizi del 1900 grazie all’impegno di due famiglie omonime di Borgoratto Mormorolo, i Saviotti. La data 1931 è particolarmente significativa per l’azienda, essendo l’anno di nascita di Vitale Perucchini, zio dell’attuale titolare Enrica Saviotti, tornato in Oltrepò Pavese negli anni 2000 dopo un lungo periodo passato a Milano e non solo, anni nei quali ha sviluppato una dirompente capacità imprenditoriale, poi concretizzata nella nuova azienda di cui purtroppo, causa la
luglio\ agosto 2022 prematura scomparsa, non può vedere il successo. Nell’arco di un secolo l’esperienza di Vitale unita a quella dei Saviotti ha portato a un concetto basilare di produzione enologica, riassunto nel claim “Atelier del vino in Oltrepò Pavese”. Un messaggio chiaro e d’impatto, volto a legare la produzione del vino al concetto chiave dell’artigianalità. L’obiettivo è quello di avere un’attenzione al dettaglio, una cura speciale e caratteristiche uniche per ogni bottiglia. I vini Per far fronte a questo progetto, Sartieri 1931 presenta una gamma di 9 etichette. Vini nati da vinificazioni in purezza, testimoni dell’eccellenza del terroir nel quale sono coltivate le vigne di famiglia, tutte localizzate nel cuore dell’Oltrepò Pavese: a Borgoratto Mormorolo, in località Cà del Sarto. Vanto dell’azienda e orgoglio dato dalla lunga tradizione della spumantizzazione del territorio, sono i 2 Spumanti Metodo Classico prodotti da uve pinot nero al 100%: “Première”, dal nome della sarta di haute couture, e “Allure”, un Rosé di assoluto fascino. È interessante scoprire come l’azienda vinicola abbia dato ai suoi vini proprio i nomi che prendono spunto dalla sartoria, partendo dal ricordo di un’emblematica donna di famiglia, l’abilissima sar ta Zia Zelinda, identificata nella Bonarda
Famiglia Saviotti
chiamata “Dama Célinde”. A seguire si trovano riportati in etichetta i nomi “Zefir” e “Madagascar”, un tessuto fresco ed estivo il primo, proprio com’è il Riesling Renano, e una seta grezza con rimandi esotici il secondo, caratteristiche riscontrabili nelle uve di Cabernet Sauvignon. A queste etichette si aggiungono “Caban”, la giacca dal fascino senza tempo che riflette l’armonia del Pinot Grigio, “Suit”, il formale completo giacca e pantalone, ottimo interprete per la Croatina, “Figurino”, il disegno dell’abito che concretizza su carta l’idea creativa, perfetto per i grappoli di
Merlot e “Tuxedo”, la giacca da uomo per eccellenza, elegantissima e attillata, da indossare rigorosamente dopo le ore 18, assoluta testimone per il Barbera, vino di punta dell’azienda e disponibile in due versioni, Gold e Red. Benvenuti al wine bistrot Spinta da un’innata vena imprenditoriale, la famiglia Saviotti ha in progetto di aprire anche un wine bistrot nella sede di Casteggio, per dare l’opportunità agli ospiti dell’Oltrepò di scoprire il territorio attraverso diversi percorsi di visita e degustazioni, partendo proprio dai vini Sartieri 1931 abbinati ai sapori locali e della tradizione. Infatti, sarà possibile prenotare - dal sito o tramite contatto diretto con l’enoteca - differenti tipologie di degustazioni e aperitivi, sempre accompagnati da una selezione gastronomica affiancata ai vini scelti. Disponibile anche l’opzione del voucher regalo per offrire un’esperienza unica e originale ad amici e parenti. A proposito di regali, l’attenzione ai dettagli dei vini Sartieri 1931 si esprimerà pure nella possibilità di personalizzare il cofanetto da una bottiglia. Dall’e-commerce è possibile acquistare i vini, i cofanetti regalo e in futuro le degustazioni presso l’enoteca.
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attenta e scrupolosa (è lei a custodire simbolicamente le vigne in attesa del ritorno dei due protagonisti), dotata del prezioso dono della sartoria. Da questa appassionata dedizione della ‘donna di casa’, una volta rientrati in Oltrepò, Ernesto e Paolino, finalmente assieme, prendono spunto per dar vita a quello che si può definire un ‘vino su misura’. Nasce Sartieri 1931 Tra gli anni ’70 e gli anni ’80 l'azienda degli amici Saviotti si evolve e, in aggiunta, si festeggia il matrimonio tra Mario ed Enrica, i rispettivi figli di Ernesto e Paolino. La I numeri di Sartieri 1931 L’Azienda Agricola Sartieri 1931 può contare su 40 ettari di proprietà, di cui 20 vitati, nel comune di Borgoratto Mormorolo. Le vigne sono state impiantate in periodi diversi, dal 1978 al 2018. I vitigni presenti sono: Barbera, Cabernet Sauvignon, Croatina, Merlot, Pinot Grigio, Pinot Nero, Riesling Renano. Le bottiglie prodotte sono circa 30.000 all’anno, con una potenzialità di 100.000, destinate per circa il 30% all’estero, con priorità ai mercati anglosassoni in Europa e Nord America, per poi rivolgersi a Russia, Giappone e Cina. La storia di Sartieri 1931 Come av viene per le grandi realtà vitivinicole, anche la storia di Sartieri 1931 parte da lontano, precisamente negli anni ’20 del secolo scorso, quando Ernesto e Paolino Saviotti, amici da sempre, decidono di unire le loro forze e i loro vigneti – già presenti sul territorio dalla fine del 1800 - per dar vita a un’azienda pronta ad aumentare la produzione e ad allargare il commercio anche al di fuori delle smeraldine colline dell’Oltrepò Pavese. Tra una vendemmia e l’altra però, a un certo punto, gli echi delle battaglie della seconda guerra mondiale si fanno sentire, costringendo Ernesto e Paolino a lasciare la terra che tanto amano. A casa, solo zia Zelinda, la sorella di Ernesto, una donna
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luglio\ agosto 2022 svolta decisiva avviene negli anni 2000 quando torna in Oltrepò Pavese Vitale Perucchini, zio di Enrica. La mente imprenditoriale di Vitale, già uomo di successo, assieme all’intraprendenza della nipote, traccia le linee di un importante progetto di ricostruzione dell’azienda, proiettandola verso il futuro. Il successo attuale di Sartieri non può più essere visto da Vitale, ma la data 1931, anno di nascita di questo grande uomo, al fianco del nome aziendale, rende omaggio alla sua abilità e al suo impegno. Oggi Enrica, Mario e il loro figlio Valerio sono i testimoni di un marchio che porta con sé i preziosi valori di un tempo.
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CAVIRO: TERZA EDIZIONE DEL BILANCIO RI-GENERAZIONI. Uniti dal fil vert della sostenibilità A cura della Redazione
“RI-GENERAZIONI. Uniti dal fil vert della sostenibilità” è il titolo dell’evento del Gruppo CAVIRO, tenutosi alla Fabbrica del Vapore di Milano, per la presentazione della Terza Edizione del Bilancio di Sostenibilità del Gruppo. L’evento, moderato da Federico Taddia, ha visto la partecipazione di più voci, esperienze, e generazioni: tra gli ospiti, l’Europarlamentare Elisabetta Gualmini, il Professor Attilio Scienza, il direttore scientifico di LifeGate Simone Molteni, il fondatore di ZeroCO2 Andrea Pesce, e la direttrice editoriale di Innesti, Martina Liverani. Un dialogo aperto su come diverse realtà operano e comunicano per lasciare alle generazioni a venire un pianeta migliore e su come la responsabilità, soprattutto per le aziende, debba essere la guida principale nelle azioni quotidianamente intraprese. che è ormai una Best Practice per il settore, in Italia e all’estero. “Sostenibilità è responsabilità. È occuparsi di lasciare le cose in ordine per chi viene dopo. Vogliamo comunicare in trasparenza il nostro modo di essere cooperativa e condividere con le persone, gli enti e le istituzioni che vengono in contatto con noi la volontà di creare Valore dove sembra non esserci”. L’evento si è aperto così, con le parole del Presidente del Gruppo CAVIRO, Carlo Dalmonte, che ha sottolineato l’importanza di cooperare per un obiettivo comune.
Con 12.000 soci, 27 cantine in 7 regioni d’Italia – dal Veneto alla Sicilia –, 35.200 ettari vitati e ben 660 mila tonnellate di uva prodotta (quasi il 10% di quella dell’intero territorio nazionale), il Gruppo CAVIRO rappresenta la più grande cantina vitivinicola d’Italia, un’azienda cooperativa che, in oltre 50 anni, è diventata una grande realtà, mantenendo al contempo le proprie radici agricole.
Il racconto è proseguito sul Bilancio di Sostenibilità del Gruppo, giunto alla sua terza edizione e quest’anno certificato, che racchiude in sé tutto l’impegno e i risultati raggiunti da CAVIRO,
I 390 milioni di ricavi nel 2021, un approccio che unisce visione strategica, innovazione e vicinanza al territorio, sono le basi che permettono al Gruppo di operare delle scelte, e seguire
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luglio\ agosto 2022 il fil vert della sostenibilità perseguendo strade, spesso pionieristiche, che pongono al centro il rispetto per le persone e per l’ambiente. Un impegno che ha portato a diversi riconoscimenti nazionali e internazionali come il Premio Impresa Ambiente, il più alto riconoscimento italiano destinato alle imprese che nella gestione della propria attività danno un contributo innovativo in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, la menzione di Index Future tra le 44 imprese italiane che meglio illustrano la propria governance o il recente European Award for Cooperative Innovation per la categoria “Bioeconomia e Circolarità”, che riconosce a CAVIRO lo status di cooperativa tra le più innovative a livello europeo. L’adozione di modelli di produzione sostenibili e circolari, l’attenzione per gli stakeholders, la promozione della sicurezza e del benessere di dipendenti e consumatori, il supporto al territorio anche dal punto di vista economico con un’attenzione particolare alle realtà locali: tutti temi fondamentali per il Gruppo faetino che, in linea con gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile del pianeta, attraverso iniziative e progetti tangibili e di ampio respiro esercita un’azione concreta su ben 7 dei Sustainable Development Goals (SDGs).
Le sustainability manager del Gruppo CAVIRO - un team di sole donne già alla guida di altri settori di CAVIRO, costituito da Sara Pascucci, Head of Communication Gruppo CAVIRO, Silvia Buzzi, Health Safety and Environment Manager CAVIRO Extra ed Elisa Massimiani, Financial Planning & Analysis Manager Gruppo CAVIRO - hanno raccontato i diversi aspetti in cui il Gruppo opera la sostenibilità. Sostenibilità dal punto di vista sociale Con 27 certificazioni ottenute (tra cui SA8000, Standard Equalitas, Sostenibilità biometano e bioetanolo), e la creazione di una cultura della sostenibilità diffusa tra tutti gli stakeholder con diversi progetti: dalle etichette ai canali di comunicazione (sito, social network, e-magazine Innesti). Sostenibilità sociale anche per l’attenzione verso i soci, con la garanzia di condizioni migliori di quelle sul libero mercato, e verso i dipendenti, con ad esempio le oltre 17.000 ore di formazione erogate nel 2021. Vicinanza anche alle realtà del territorio con donazioni e sponsorizzazioni in diversi ambiti: sport, ambiente, territorio, sanità, scuola e cultura (ben 65 enti beneficiari per 140 mila euro, il 78% dei quali in EmiliaRomagna). Sostenibilità dal punto di vista ambientale Cercare nuove soluzioni sostenibili, porre attenzione all’impatto ambientale che la sua attività ha sul territorio e l’opportunità
di creare valore anche dagli scarti sta alla base di ogni scelta intrapresa. Il risultato del suo impegno nell’attività di recupero e valorizzazione pressoché totale degli scarti di filiera è la produzione di energia elettrica, termica, di biocarburanti e di fertilizzanti naturali. C AV I R O p u ò v a n t a r e i l 10 0 % dell’autosufficienza elettrica di tutti i siti del Gruppo, con 88,6 milioni kWh di energia elettrica e ben 103 milioni di kWh di energia termica autoprodotte da fonti non fossili, ed una riduzione del 23% del prelievo di acqua da falda per ogni litro di vino lavorato grazie all’implementazione di tecnologie all’avanguardia che potabilizzano le acque di processo. Trasformare i derivati della filiera in prodotti ad alto valore aggiunto (alcol, acido tartarico, polifenoli, enocianina ecc.) è la mission della controllata del Gruppo, Caviro Extra; nel 2020/21 sono ben 600.000 le tonnellate di scarti agroalimentari valorizzati e 50.0 0 0 le tonnellate di fertilizzanti naturali (ammendanti) prodotte. Secondo l’ultimo Bilancio, inoltre, l’utilizzo dell’energia e dei biocarburanti prodotti da CAVIRO utilizzando risorse rinnovabili ha evitato l’emissione nell’atmosfera di oltre 100.000 tonnellate di CO2 di origine fossile; il prossimo e ambizioso obiettivo che ora si presenta al Gruppo è definire una strategia di azione per diventare al più presto Azienda Carbon Neutral.
SimonPietro Felice, Direttore Generale del Gruppo CAVIRO, commenta: “In CAVIRO la sostenibilità si esprime in ogni passaggio della filiera: dal vigneto all’imbottigliamento, dagli scarti alla loro trasformazione in prodotti nobili, perché “dell’uva non si butta via niente”. Abbiamo strutturato un modello di economia circolare che oggi è tra le più importanti case history a livello europeo. Decine di milioni di euro sono stati investiti, altri sono in budget per azioni atte a preservare il valore delle risorse naturali, operare il riciclo e la rigenerazione dei prodotti e dei materiali, che ci permettono di ridurre alla fonte l’impiego di materie prime ed energia.”
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Sostenibilità dal punto di vista economico Non vi può essere sostenibilità sociale e ambientale, senza quella economica: alla base ci deve essere la solidità dei bilanci, sia dal punto di vista della redditività che da quello finanziario. La forza di CAVIRO come cooperativa agricola risiede nella capacità di presidiare una filiera integrata di produzione, dal vigneto al processo di imbottigliamento, posizionandosi come primo produttore italiano di vino da tavola grazie al marchio Tavernello e raggiungendo una posizione di leadership nel settore enologico, anche grazie a un portafoglio di marchi premium che sono considerati le migliori espressioni del territorio italiano sui mercati mondiali. L’Italia costituisce il principale mercato di riferimento (70% della composizione dei ricavi per l’anno fiscale 2020/21) e il Gruppo è primo nel settore vino a livello nazionale per quota di mercato a volume e valore. CAVIRO, inoltre, rappresenta un punto di riferimento anche sui mercati esteri, con più di 80 paesi nel portafoglio clienti (Regno Unito, Stati Uniti e Germania in primis, seguiti da Canada, Svizzera, Francia, Giappone, Cina e Russia) e segnando a livello complessivo un +17% nel ‘20/21. Nel fiscal chiuso al 31 agosto 2021, il
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valore economico generato dal Gruppo è stato di 396 milioni di Euro, con un incremento di 28,8 milioni di euro (pari al+8%) rispetto all’esercizio precedente. Il 93,5% è stato distribuito agli stakeholders, principalmente soci (22%), altri fornitori di beni e servizi e lavoratori (a cui è andato un 7,4%), mentre il 6,5% dell’importo è stato reinvestito internamente. Nella Capogruppo si è invece rilevato un valore aggiunto di 228,8 milioni di euro, con un incremento di 6,6 milioni di euro (+3%) rispetto all’esercizio precedente. Il 97,2% è stato distribuito agli stakeholders, principalmente soci (32,5%), altri fornitori di beni e servizi e lavoratori (7,6%), mentre il 2,8% dell’importo, pari a 6,5 milioni di euro, è stato reinvestito all’interno dell’Azienda. Guardando alla composizione dei ricavi, è il vino a incidere maggiormente, con una quota pari al 65%; l’area distilleria che produce alcol, mosti e acido tartarico si attesta al 20%, mentre la quota relativa al campo energia e ambiente registra il 15%. A conclusione dell’evento CAVIRO, cantina sostenibile che aderisce allo standard Equalitas, ha brindato a un cammino di valorizzazione da percorrere insieme, generando e ri-generando quello che la terra ci offre, senza dimenticare le nostre radici.
Il Gruppo CAVIRO racconta e promuove la sostenibilità anche attraverso Innesti, il progetto editoriale digitale, fruibile al sito www.innesti.com, che raccoglie voci e stimoli per raccont are un futuro sostenibile, con l’obiettivo di diffondere la cultura della consapevolezza e della responsabilità. Nel corso dell’evento è stato inoltre presentato il book celebrativo di Innesti che, grazie alla collaborazione con ZeroCO2, Società Benefit italiana che si occupa di sostenibilità ecosistemica attraverso progetti di riforestazione ad alto impatto sociale, porta avanti un’opera di riforestazione per ogni singola copia cartacea del Book Best of realizzato. È stato anticipato infine il titolo del nuovo numero, in uscita a giugno: Connessioni. Il t ito l o d e ll e di ve r s e us cite dell’e-magazine è racchiuso sempre in un’unica parola, che spesso ha un significato ampio e si presta a diverse interpretazioni. Questo con l’obiettivo di aprire il dialogo, ospitare diversi punti di vista e portare contaminazioni insolite. A partire da una parola si innescano dunque moltissime strade che poi si ritrovano tutte sul magazine.
CREATORI OSTINATI DI SERENITÀ Siamo un’agenzia di marketing e comunicazione a servizio completo con 70 collaboratori, oltre 20 anni d’esperienza e ancora tanto entusiasmo per il progetto più importante: il prossimo. Siamo organizzati in 5 Unit specializzate per coprire ogni richiesta del mercato. Siamo attenti alle persone e alle loro esigenze. E siamo pronti a lavorare al vostro fianco, per costruire valore e serenità.
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FIRSTGLASS, UN NUOVO MODO DI DEGUSTARE IL VINO Un unico calice in bottiglia A cura della Redazione
Un unico calice di vino avvolto da un’elegante bottiglia. Nasce FirstGlass, il nuovo modo di degustare, in un mercato, quello del packaging monodose, che cresce al ritmo di +12% all’anno in Italia e secondo le stime raggiungerà il valore di 47 miliardi di dollari su base mondiale entro il 2025. La startup che vuole rivoluzionare il settore più tradizionale del Made in Italy si è presentata alla Milano Design Week all’interno del Parco Sempione dove si è potuto conoscere il team tutto al femminile di FirstGlass e degustare i primi calici pret à porter. In un momento storico in cui il food&beverage in monoporzione sta conquistando nuovi mercati, FirstGlass lancia l’ecommerce del calice pret à porter, online a partire dal 7 giugno, con spedizioni in tutta Europa e a breve nei principali mercati mondiali del vino. In estate, invece, è prevista l’apertura del primo flagship store a Firenze, nel cuore di una delle più rinomate destinazioni di wine tourism. Seguiranno aperture nelle principali città d’Italia – entro l’anno – per poi approdare nelle capitali europee nel giro di due anni.
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Alla base del progetto l’idea di rivoluzionare, con leggerezza ed eleganza, uno dei settori più tradizionali del Made in Italy. Se l’industria del vino continua a registrare una forte espansione a livello mondiale – parliamo di un fatturato annuo di 364 miliardi di dollari, che si stima possa raggiungere i 445 miliardi nel 2027 – la narrazione che vi ruota intorno tende a ripetere le stesse dinamiche, allontanando nuovi potenziali appassionati. A partire dai giovani o dai meno esperti. A trasformare l’intuizione in un’impresa in grado di guadagnarsi la fiducia di investitori e partner, un team tutto al femminile, formato da tre giovani donne accomunate da esperienze formative e professionali internazionali, spirito imprenditoriale e – naturalmente – curiosità e passione per il vino: le founder Silvia Tettamanti, amministratore delegato di origini lombarde con trascorsi a Londra, Lugano e Dubai, e Giulia Bacci, designer rientrata dalla West Coast degli Stati Uniti, con la collaborazione di Francesca Vigo, tecnologa del vino - in qualità di consulente - con profonde radici nel terroir toscano ed esperienze in
luglio\ agosto 2022 luoghi simbolo del bere di qualità, tra cui Bordeaux e Australia. “Dopo anni vissuti all’estero – dichiarano - ci siamo ritrovate a Firenze per esaltare le nostre origini Italiane e portare nel mondo l’essenza del nostro essere: storia, tradizione, passione, ma anche coraggio, lungimiranza ed innovazione. Grazie a un concept innovativo, FirstGlass diventerà il brand di riferimento globale per il vino al calice, rivoluzionando le abitudini di consumazione. Abbiamo stimato che il vino venduto in monoporzione rappresenterà 4,6 miliardi di dollari l’anno: vogliamo raggiungere l’1% di questo valore, ossia 46 milioni di dollari di fatturato annuo”. Sono già numerosi i partner che hanno mostrato interesse nell’impresa, tra cantine, hotel di lusso, brand di moda e design: il target, infatti, è interessante sia in chiave turismo, che per l’organizzazione di eventi e degustazioni in luoghi e modalità diverse. Il formato in monodose, inoltre, si presta a diventare un potente strumento di marketing per i produttori di vino. Gli obiettivi sono ambiziosi e la road map è già scritta: dopo il primo flagship store fiorentino, FirstGlass approderà nelle principali cit tà italiane, come Milano, Roma, Venezia. In parallelo, le FirstGlass monoporzione conquisteranno
luxury hotel e luoghi dedicati al design e alla moda. Il team lavorerà inoltre sul coinvolgimento di compagnie aeree, ferroviarie e keyplayers del travel. Ma si parla già anche di un flagship store a Londra entro la fine dell’anno prossimo. Una apertura ai mercati stranieri che si riflet terà anche nel progressivo allargamento della proposta enologica: da una base fatta di cantine italiane, con una particolare attenzione alle piccole realtà, la scelta si amplierà includendo produzioni straniere di alta qualità. In fase di lancio sarà possibile acquistare online box da 3 o da 5 FirstGlass: un approccio di conoscenza e di scoperta che si evolverà nel corso del tempo, consentendo a curiosi, appassionati e intenditori di comporre il proprio kit di assaggio scegliendo tra produzioni altamente selezionate. Imbottigliando un solo calice di vino, ben identificabile grazie a etichette personalizzate in co-branding con i produttori, serigrafate su ogni bottiglia, FirstGlass riesce a far vivere l’esperienza gustativa di un buon bicchiere o di un percorso enologico di qualità a chiunque e in qualsiasi momento. Il packaging monoporzione, infatti, permette un approccio semplice, diver tente, “rilassato” e meno oneroso rispetto alla classica bottiglia, che molti giovani consumatori percepiscono come distante e impegnativa, allontanandosi dal mondo
del vino in favore di altro, come ad esempio l’universo dei cocktails. Un approccio dinamico e contemporaneo che si riflette anche nelle scelte estetiche e dei materiali: 100% riciclabili e plastic free, per ridurre gli sprechi e promuovere un’economia circolare anche grazie a un modello di vuoto a rendere a partire dall’apertura del primo flagship store. Oltre alla sostenibilità de facto, FirstGlass destinerà l’1% dei ricavi in progetti per la salvaguardia del Pianeta, investendo in aziende come Treedom e One Percent for the Planet.
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A cura della Redazione
Da Bella Restaurant & Lounge Dubai, all’Hybrid Restaurant di Milano
CHEF ALESSANDRO MICELI
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L’edizione del Salone del Mobile di quest’anno è stata senza dubbio ancor più ricca di sorprese ed eventi a seguito degli anni spenti dovuti alla pandemia. Tra gli eventi di spicco del Fuori Salone, la presentazione di “Dine & Design”, l’innovativo format di Alessandro Miceli il pluripremiato Chef - il primo ad aver introdotto un NFT in un’experience enogastronomica - al timone di Bella Restaurant & Lounge Dubai - l’esplosivo ristorante italiano negli Emirati Arabi - in collaborazione con l’Architetto Clara Voce, Founder di 1747 Studio Concept & Design e del suo menu tutto “Made in Italy”. L’evento ha avuto luogo durante l’affascinante mostra Hybrid Restaurant, presso OfficinaVentura14 - Via Ventura 14 - Ventura Milano Design District, il contenitore di eventi e performance, curato dalla Simone Micheli Architectural Hero con la partnership di PKF hospitality group (società leader di mercato riconosciuto a livello internazionale nel mondo della consulenza nel settore alberghiero). Lo scorso novembre lo Chef Miceli è stato il primo a portare un NFT (Non Fungible Token) nell’ambito della ristorazione, una experience enogastronomica e artistica senza precedenti (e da collezionare) con una cena per sole 30 persone. Gli NFT, Non Fungible Token, sono un
fenomeno in rapida crescita nel mondo dei digital asset e rappresentano la nuova frontiera per collezionisti di arte, ma iniziano a espandersi anche in altri settori. L’NFT di questa experience senza precedenti è stato emesso dall’Italian Wine Crypto Bank®, la prima banca del vino al mondo che mette insieme pregiati vini italiani e criptovalute. Di base a Hong Kong, con il suo cuore tecnologico a Dubai, la IWCB ha anche lanciato la prima criptovaluta interamente legata al vino. Il menu della serata NFT a Bella, il ristorante guidato dal vulcanico Chef Alessandro Miceli, una creazione originale dipinta durante la cena dall’artista olandese DamaIn, è stato firmato dai protagonisti e distrutto alla fine della serata, con un flambé fatto di brandy italiano invecchiato 30 anni. Il valore artistico dell’opera e dell’experience è stato quindi trasferito agli NFT e ne beneficeranno i suoi possessori che potranno poi scambiarlo in futuro sul mercato dei collezionisti. Lo Chef da sempre propenso a iniziative fuori dal comune e particolarmente innovative, in occasione del Salone del Mobile è volato in Italia e più precisamente a Milano direttamente da Dubai, per la presentazione di Dine & Design un processo assolutamente rivoluzionario che mira a unire Architetti e
luglio\ agosto 2022 Chefs per creare spazi F&B, intimamente connessi con ''ingredienti'' e ''materiali''. Le connessioni all'interno di queste due discipline sono la chiave del futuro del settore F&B. Obiettivo primario: dare un'esperienza a 360 gradi al cliente finale. È possibile progettare ristoranti senza avere una profonda conoscenza del cibo che stiamo per servire? Possiamo immaginarne i concept senza il supporto di quegli artisti che quotidianamente chiamiamo... Chefs? È per questo motivo che lo Chef Alessandro Miceli e l'architetto Clara Voce (il cui studio è specializzato nella progettazione di ristoranti pensati intorno alle creazioni degli chefs) propongono un livello diverso di lettura e comprensione delle ricette di cucina passando attraverso il processo architettonico e una nuova modalità di concepire la progettazione del ristorante costruita intorno allo chef che lo guiderà e alle sue creazioni. Una nuova modalità di raffigurazione del cibo nata per caso dal loro incontro e dalla loro istantanea sinergia. Dine & Design realizzerà esattamente questo: sarà possibile avere accesso a tutte le informazioni riguardo i piatti proposti tramite una grafica esplicativa che descriverà a tutto tondo il food gustato. Per ogni evento verrà creato un documento grafico, un primo passo verso l’educazione del cliente al cibo sia prima che dopo, fornendogli un vero e proprio background culturale. Tornando nello stesso luogo i piatti avranno esattamente gli stessi ingredienti, d’ora in poi tracciabili, disponibili e impressi nella memoria.
Una logica che in prospettiva sarà applicata all’intero progetto e design del ristorante, dal piatto al calice o alla posata utilizzata, un format di design comunicativo declinato su tutta l’esperienza culinaria, provvisto anche di bar code che indicheranno la provenienza di ogni dettaglio. Spesso, specialmente in questi due settori, ci si trova di fronte a copie di originali, che riducono e inquinano la qualità dell’intera esperienza. È fondamentale iniziare a proteggere il lavoro di chefs, aziende e designers. Nella cucina come nel design, il futuro risiede nella tracciabilità, trasparenza e originalità: il vero valore consiste nell’unicità.
In anteprima assoluta al Fuori Salone di Milano un innovativo e dirompente modo di comunicare l'esperienza culinaria, dal punto di vista architettonico. Tra i temi di rilievo trattati: la sinergia tra cucina e design. Durante la presentazione del format, è stato dato inoltre spazio a vari professionisti del settore che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. Una vera e propria rivoluzione nel modo di comunicare “classic” del food che conosciamo e a cui siamo da sempre abituati… L’esclusiva giornata targata Chef Miceli prosegue con una cena dedicata e interamente a sua cura, con un Menu creato appositamente per l’occasione: “Una Fresca Estate Siciliana”. Il Menù a cura del vulcanico Chef e del suo team di Bella Restaurant & Lounge Dubai, proclamato nonostante la sua giovane storia da What's On, miglior ristorante italiano 2022 di Dubai nel difficile e competitivo mercato della città emiratina, fa sognare con un’esplosione di sapori e profumi rigorosamente “Made in South Italy” …per godere e immergersi in una straordinaria experience culinaria, che coniuga in modo sublime food e design. Dopo il successo della presentazione di Dine & Design, lo Chef ha messo in pratica a tutti gli effetti per i suoi ospiti, il format. L'esperienza gastronomica è stata inoltre
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inserita nel Wallet NFT di Bella Restaurant & Lounge come Dinner Collection. Dunque ogni ospite avrà la possibilità di scaricare l'NFT da collezione relativo all'indimenticabile experience culinaria. La presenza del menù composto di bar code ha consentito ai presenti di scaricare le ricette spiegate a 360 gradi: dal punto di vista dell'architettura del piatto, mise en place, ingredienti insomma tutto quello che c'è da sapere per poter, qualora volessero cimentarsi, effettivamente replicare, in autonomia e comodamente a casa, i piatti del vulcanico Chef Miceli.
superficie di 4.000 metri quadrati, dedicata a testate giornalistiche internazionali e ad alcuni selezionati maestri della cucina tra cui si distingue lo Chef Alessandro Miceli fortemente voluto dall’Architetto Micheli in persona. La mostra incarna il ruolo di ibrido e contaminante spazio immaginato per essere un fluido Temporary Restaurant estremamente coinvolgente. La location con circa 80 posti a sedere, ha dato ai commensali, la possibilità di riservare e fermarsi per un Break & Lunch e per ogni serata, di cenare tra le installazioni in un palcoscenico incredibile
L’evento ha visto susseguirsi nell’Agorà - Area conference, con una capienza di 200 posti: convegni, prestigiose conferenze, happening contenutistici e culturali, performance di caratura internazionale, immaginati per creare link tra persone, favorire l’incontro, stimolare il dialogo tra professionisti per creare opportunità di business, con momenti di confronto e dibattito, focalizzati su investimenti, turismo, sviluppo immobiliare, hospitality e design. La mostra è stata caratterizzata da installazioni iconiche multiple e da lussuosi spaccati tridimensionali ospitali: aree
A fare da cornice unica alla giornata del 9 giugno firmata dal rinomato Chef oramai dubaiano ad honorem, l’Hybrid Restaurant un’esibizione dinamica ed interattiva che connettendo food e design ha preso forma all’interno di “Hotel Regeneration”, cuore pulsante del distretto di Lambrate, da molti anni abituata ad accogliere i visitatori internazionali della Milano Design Week. 19 spazi: 16 differenti installazioni della dimensione contract, una Conference area, una Networking area, un Out door Garden area, firmate dall’architetto Simone Micheli, hanno definito l’esposizione su una
che li ha resi straordinari attori protagonisti. La “regia” delle serate, ognuna presidiata da un Top Chef diverso, è stata curata da Paco Zanobini ed Elena Minari, fondatori di De Smart Kitchen, hub gastronomico d’eccellenza in collaborazione con gli chefs invitati e accuratamente selezionati tra cui Alessandro Miceli. Gli ospiti e i visitatori hanno potuto dunque, vivere questa esperienza surreale, in una location d’eccezione, trasfigurata dall’Architetto Micheli attraverso il suo iconico stile, solo per pochissimi memorabili giorni.
benessere, spazio per il gaming, aree relax, ambiti tridimensionali outdoor, suggestivo shop, area pharmacy, area spazio per lungo degenti, office point, bar e gelateria, back office e ha rappresentato un vero e proprio "stage" all’interno del quale prendere visione e contatto fisico, per frammenti, con i distintivi progetti dell’Architetto Micheli, realizzati dalle prestigiose aziende partner dell’evento. Un’occasione unica e rara in special modo per deliziare il palato nonché per arricchirsi dal punto di vista professionale, culturale e umano… www.dinendesign.com
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luglio\ agosto 2022
BELLA RESTAURANT & LOUNGE DUBAI Bella, è la destinazione gastronomica italiana per eccellenza di Dubai. Tradizionale e premuroso nel servizio, contemporaneo nell'interpretazione della cucina popolare, audace e dirompente nell'atmosfera. Bella è un luogo di ritrovo sociale e di intrattenimento con una vista impareggiabile sul Canale di Dubai, sullo skyline della città e sull'iconico Burj Khalifa. Al timone, il pluripremiato Chef Alessandro Miceli e un team di cuochi con esperienza Michelin eseguono un menu sensazionale. Secondo le parole di Leonardo da Vinci, "La semplicità è la massima raffinatezza". Qui gli ospiti possono gustare una cucina di classici italiani, con un tocco moderno e leggere influenze asiatiche. I sommelier di Bella hanno curato una selezione che comprende splendidi vini di base e gli eccezionali "Grand Crus" per le celebrazioni. I mixologist hanno scelto di suonare una colonna sonora decisamente italiana, reinterpretando i must preferiti di sempre. Situato sul rooftop del Grand Millennium Hotel Business Bay, il locale, con 130 posti a sedere, è arredato in stile loft nei toni del marrone e dell'oro, con effetti di luce e impianto audio all'avanguardia. Entrando, la sontuosa lounge si estende con un bar retroilluminato color ambra, sopra il quale si trova il tavolo VIP comune, di fronte alla cabina DJ. Che gli ospiti vogliano mescolarsi o flirtare, questo è lo spazio rilassante ma raffinato dedicato alla platea di Bella. Sul lato dello skyline, l'elegante ristorante si affaccia sullo scintillio della città, offrendo agli ospiti un ambiente elegante e senza sforzo per cenare o sorseggiare un drink, mentre sperimentano il cerimoniale del servizio accuratamente orchestrato da Stefano Bassanese. www.belladxb.com
ALESSANDRO MICELI Con 29 anni di esperienza in alcune delle cucine più rinomate del mondo, dall'Italia all'Inghilterra e agli Emirati Arabi Uniti, lo chef Alessandro Miceli è ora al timone della destinazione culinaria italiana più dirompente di Dubai: Bella, presso il Grand Millennium Hotel Business Bay. Tra i vari riconoscimenti, il ristorante sapientemente guidato dallo Chef si è aggiudicato per il 2022 l’award di What's On come miglior ristorante italiano nel difficile e competitivo mercato della ristorazione di Dubai. Lo Chef Miceli ha un occhio rapido, attento ai dettagli, e porta sempre con sé un caldo sorriso, pieno di gioia e gentilezza peculiarità per cui gli italiani sono rinomati. Egli porta il suo cuore e la sua passione per il cibo “sulla manica”. Fin dall'età di 10 anni ha iniziato a cucinare per il fratello minore, mentre i genitori lavoravano duramente nei campi di Siracusa. È da qui che nasce la sua innata generosità, dall'amore per i piatti destinati ad amici e familiari. E ora da Bella vi sentirete esattamente così: uno di famiglia che lo Alessandro (tutti possono chiamarlo così) desidera accontentare con una cucina vivace, basata su ingredienti di prima scelta, saporita e temperamentale. A Londra, dove ha servito l'élite al servizio dell'ambasciata olandese e di Sua Altezza Beatrice, ha sviluppato anche un talento per la formazione al Metropolitan Hotel. Ha poi rilevato i popolari ristoranti italiani San Marco e Piccolino, con calore ed estro. Attratto dalla scena culinaria giovane e innovativa di Dubai, la "principessa delle sabbie", ha iniziato con Ossigeno e La Fornace al Royal Meridien Beach Resort & Spa, poi si è unito alla famiglia Samman come Executive Chef per Byblos Hospitality, prima di lasciare il segno al leggendario Bice e al gioiello italiano Roberto's di DIFC. Alessandro è uno chef dalle mille sfaccettature, che dimentica volentieri l’arroganza tipica di questa professione ad alti livelli, nonostante la lunga lista di riconoscimenti che si è guadagnato lungo la strada, da Pro Chef's Best Italian Chef in the UAE in 2019 a TimeOut e What's On in così tante categorie che diventa difficile tenere il conto. La gentilezza, l'empatia e il vero amore per il cibo fanno di questo chef gentiluomo un leader naturale per i suoi team e un ospite benevolo per i suoi ospiti. www.chefalessandromiceli.com
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/Food Nell’ottica di rendere ancora più piacevole e completa l’esperienza di visita, Triennale Milano rinnova la propria caffetteria e dà vita a uno spazio di sosta e incontro sempre più attrattivo e accogliente, con un servizio di caffetteria e cucina. Il progetto di restyling segue principi di sostenibilità e di efficientamento energetico e dà un ruolo centrale al verde, attraverso la creazione di uno spazio arricchito da numerose piante. Il progetto del nuovo Caffè Triennale è stato realizzato dall’architetto Luca Cipelletti, che sta seguendo la direzione architettonica del Palazzo dell’Arte e il più ampio lavoro di valorizzazione dell’architettura di Giovanni Muzio, che Triennale porta avanti da alcuni anni. L’intervento ha liberato lo spazio centrale della caffetteria, così da valorizzare l’asse prospettico dall’ingresso e rendere più visibili le grandi vetrate che affacciano su Parco Sempione. Questo spazio centrale verrà utilizzato per accogliere una serie di installazioni temporanee dedicate alla natura e alla sostenibilità. Sono state inoltre aperte le due nicchie a lato dei gradini d’ingresso alla sala, attraverso delle partizioni trasparenti, per enfatizzare ulteriormente la connessione visiva degli ambienti e la prospettiva dall’atrio. Lavazza, che ha rinnovato il sostegno a Triennale Milano in qualità di partner istituzionale condividendo l'approccio multidisciplinare della ricerca nelle arti visive e dei temi della sostenibilità, è stata coinvolta attivamente nell’operazione di rinnovamento. I valori della nuova caffetteria, che aderisce alla community dei Coffee Defenders Lavazza, riflettono l’impegno del brand nella promozione
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CAFFÈ TRIENNALE SI RINNOVA Nuovo spazio di incontro A cura della Redazione
luglio\ agosto 2022 della cultura del caffè sostenibile per un futuro migliore e sono raccontati attraverso le immagini dai progetti promossi e gestiti da Fondazione Lavazza. Ogni miscela della linea "La Reserva de Tierra" servita in Triennale contiene caffè provenienti da territori e comunità coinvolte in progetti di responsabilità sociale. Il nuovo Caffè Triennale si caratterizza per la forte presenza di piante, provenienti dai vivai di Vanucci Piante di Pistoia, progettati per ridurre l’impatto ambientale e l’utilizzo di risorse naturali. Le piante sono state posizionate sul perimetro dello spazio e tra i tavoli, enfatizzando la continuità diretta con Parco Sempione che in questo modo sembra quasi entrare all’interno di Triennale. Altro aspetto importante è il progetto di luce di Artemide. Nel Caffè sono presenti le lampade modulari Alphabet of Light di BIG (Bjarke Ingels Group), che sottolineano con un segno grafico di luce la nervatura del proget to strut turale originario dell’ingegnere O. Hoffman (progettista strutturale del Palazzo dell'Arte, 1933), e le lampade Gople, sempre disegnate da BIG per Artemide, in vetro soffiato a mano e sospese a un’altezza di tre metri, scelte in bianco per illuminare i tavoli e con la tecnologia brevettata di luce colorata RWB sul perimetro della sala per favorire la crescita delle piante. Il bancone, spostato sul lato corto dello spazio dove si trova la cucina, è stato riprogettato da Lavazza coinvolgendo l’illustratrice e graphic designer Raikhan Musrepova. I tavoli sono stati disegnati per Triennale da Giulio Iacchetti mentre le sedute sono di Molteni. Elemento chiave del nuovo progetto, lo spazio espositivo centrale accoglierà delle istallazioni di grande impatto visivo che si alterneranno nel corso dell’anno. La prima opera che viene presentata è GL 03 di Andrea Branzi, maestro dell’architetture e del design contemporanei. L’opera – parte della Collezione Grandi Legni, edita da Design Gallery Milano & Galleria Nilufar – è di grandi dimensioni e presenta una struttura con sezione d’albero in travi antiche con inserti, incastri e colorazioni realizzate a
mano. Questo mobile-contenitore dalla valenza scultorea in larice massiccio riporta la riproduzione di un affresco e la realizzazione di un mosaico romano. L’opera riflette i temi centrali della ricerca di Branzi: la natura, il sacro, l’animismo, la magia, il rapporto con l’antico. Le immagini da lui impiegate, echi di una tradizione visiva ancestrale, assumono una valenza apotropaica, salvifica, con l’obiettivo di riavvicinare l’uomo alla natura e ai suoi valori, per introdurre una nuova, possibile, progettualità. La seconda installazione pensata per lo spazio espositivo interno al Caffè Triennale verrà presentata in occasione della 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries. I Partner Istituzionali Eni e Lavazza, e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano anche per questo progetto. Si ringraziano Artemide, Lighting partner di Caffè Triennale, e Vannucci Piante, Green partner di Caffè Triennale.
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• Il Brasile è il 1° produttore di energia eolica in America Latina e 2° produttore al mondo di biodiesel ed ha ancora un grande potenziale di crescita. Grandi sono le opportunità che le società italiane possono cogliere in questo Paese
A cura della Redazione
Transizione energetica e opportunità per le imprese italiane in Brasile
BRAZIL INVESTMENT FORUM EXPERIENCE
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Avv. Giacomo Guarnera
• Nel luogo meno soleggiato del Brasile, è possibile produrre più energia solare che nel posto con le migliori radiazioni solari in Europa • Le imprese italiane potrebbero soddisfare la domanda nel mercato brasiliano in particolare nel settore degli impianti fotovoltaici e del biogas • Secondo l’International Energy Agency, nei prossimi 5 anni il 95% di tutta la nuova capacità elettrica globale arriverà da rinnovabili
luglio\ agosto 2022 1° produt tore di energia eolica in America Latina, 2° produttore al mondo di biodiesel, circa 50% di energia da fonti rinnovabili e oltre 2.200 ore annuali di radiazioni solari: questi alcuni dati che dimostrano come il Brasile possa avere un ruolo chiave nella transizione energetica in atto, e di cui si è parlato recentemente in occasione di “Brazil Investment Forum Experience”, evento organizzato da ApexBrasil, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Promo Brasile Italia, associazione senza scopo di lucro che sviluppa rapporti economici/culturali tra i due Paesi. Energie rinnovabili sull’asse Italia-Brasile e impatto della guerra russa Il Brasile, storicamente, si distingue per l’elevata percentuale di fonti rinnovabili nella sua matrice energetica. Secondo Aneel, Agenzia di regolamentazione d e ll'e let t r icit à b r asiliana , il P a e se br asiliano supera di gran lunga le percentuali di fonti energetiche “green” (circa 50%) rispetto all’Italia (20%). Nel caso dell’energia elettrica, la percentuale di energia rinnovabile è ancora più alta (78% vs 26% di quella mondiale, dati 2021). In dettaglio, nel corso del 2021 è stato registrato un aumento di offerta energia eolica e solare, a fronte di una riduzione dell’offerta idroelettrica dovuta alla crisi idrica. Tale scenario sarà influenzato fortemente dal conflitto in Ucraina: il Brasile e il mondo intero, infatti, tenteranno di ridurre il consumo di petrolio e cercheranno forniture energetiche anche in altri campi, fra cui quello delle rinnovabili.
Italia. “Non a caso in Brasile operano già importanti gruppi energetici italiani. Nonostante la pandemia, il Paese ha retto l’impatto e all’indomani della crisi nasceranno nuove importanti opportunità da cogliere per le imprese italiane che vogliono investire nella filiera energetica brasiliana.” Energia eolica-solare e potenzialità nell’idrogeno verde In dettaglio, l’eolico in Brasile rappresenta la 2° fonte energetica elettrica (11%). Nel 2021, ha registrato un aumento del 26,7%. Il Global Wind Energy Council ha inserito il Brasile tra i primi 5 mercati al mondo nel 2021 per nuove installazioni. Per quanto riguarda il settore solare, s o n o at t i ve n e l P a e s e b e n 4 . 357 centrali fotovoltaiche e nel 2020 è stata inaugurata nello Stato del Piauí la centrale fotovoltaica più grande dell’America Latina. In particolare, il segmento degli impianti fotovoltaici in generazione distribuita si è sviluppato in Italia cinque anni prima rispetto al Brasile ed è uno fra i settori nei quali le imprese italiane potrebbero soddisfare maggiormente la domanda nel Paese brasiliano. Un altro settore dal grandissimo potenziale è quello del biogas. Inoltre, elevate quantit à di risorse idriche e una matrice elettrica composta principalmente da fonti rinnovabili rendono il Brasile un potenziale hub mondiale per la produzione di idrogeno verde. In particolare, nel Paese brasiliano sono stati avviati progetti per consentire la produzione commerciale di idrogeno “green” per un valore di US$ 20 miliardi.
PROMO BRASILE ITALIA Fondata a gennaio 2020, Promo Brasile Italia è un’associazione senza scopo di lucro con lo scopo di creare occasioni di networking tra istituzioni, imprese e startup italiane e brasiliane.
GUARNERA ADVOGADOS Studio legale internazionale italobrasiliano, Guarnera Advogados è specializzato in investimenti internazionali, operazioni di M&A, r appresent anza e consulenza day by day di imprese operanti in It alia e in Brasile e cont a oltre 50 professionisti esperti di diritto societario, contrattuale, contenzioso, immigrazione, giuslavoristico, tributario e rapporti con la banca centrale.
“Il legame fra Brasile e Italia è già molto fo r te , co m e d i m os trato d a l te ssuto demografico brasiliano costituito da circa 30 milioni di discendenti italiani, ed è grande la propensione alla collaborazione fra le imprese brasiliane e quelle italiane”, ha commentato l’Avvocato Giacomo Guarnera, Socio Fondatore di Guarnera Advogados e Presidente di Promo Brasile
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A cura di Carla Cavicchini
Semplicemente Patrizio Oliva
LE ALI DELLA NOBILTÀ
/Sport
Patrizio Oliva è uno dei più grandi campioni nella storia del pugilato. Forte di 160 incontri, vanta la vittoria in ben 155 dispute. Conosciuto come uno dei pochi, pochissimi, boxeur capace di conquistare l’Oro Olimpico nel 1980 a Mosca ed ancora il titolo mondiale nel 1986, attualmente è allenatore della Nazionale Italiana di Boxe. Raggiunto al telefono ci racconta che è appena tornato dall’Ucraina a seguito della missione umanitaria con corrispondenti diplomatici di Malta, dove lui ne è segretario nazionale. “Siamo partiti con vari autobus carichi di cibo, vestiario ed altro per i bisognosi – spiega - arrivati poi sul posto, ci siamo adoperati facendo arrivare cinquanta profughi in Bulgaria.” Non è certamente nuovo nel prodigarsi per gli altri, visto che nel sociale opera
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da moltissimi anni come del resto ha raccontato durante la scorsa edizione del “Premio Fair Play Menarini, categoria “Sport e Vita”, con lo sguardo ai suoi trascorsi, quando da piccoletto abitava nei quartieri spagnoli di Napoli. “Ehh, si, conservo tutto di quel periodo, provengo dalle macerie della vita, tuttavia sviluppando poi un percorso estremamente formativo, che mi forgiò ben bene. Come? Facendomi percorrere giornalmente 15 km. a piedi per raggiungere la palestra, dal momento che non tenevo nemmeno i soldi per prendere l’autobus. E questo senza stancarmi mai, attraverso i sogni di diventare campione olimpico ed ancora campione nel mondo. Un percorso che non rinnego assolutamente, difficile ma combattuta con grande forza di volontà, incentrato sui veri valori della vita.”
luglio\ agosto 2022 In particolare? “Quelli lontani dai beni effimeri, con la consapevolezza di dover aiutare chi è più sfortunato, donando assistenza morale e materiale.” È bello ascoltare tali parole squisitamente e coloritamente napoletane, tramite un linguaggio veloce eppure cadenzato. Cordialissimo, vestito di scuro con bella cravatta bordeaux, notiamo l’estrema scioltezza. Il nostro prosegue sottolineando l’estrema gratificazione nel ricevere tale premio a fine carriera, tanto da: “Non ho esitato un attimo a raccogliere questo invito e... soprattutto a me! che mi occupo attivamente di sociale!” Tanto addirittura da far entrare nella sua palestra, gratuitamente, i bambini provenienti da famiglie meno abbienti. “Esatto, facendo fare a tutti una sana attività sportiva. Dai 5-6 anni, svolgo inoltre un’intensa attività teatrale col mio spettacolo “Sparviero”, tratto dalla biografia di un mio libro, riscuotendo notevole successo, ed ancora mi adopero nella professione di motivatore per le aziende, scrivendo libri in proposito.” Incuriosisce questo ‘Sparviero’. “Parlo del soprannome che mi dette Franco Esposito, giornalista del “Corriere dello Sport”, vincente varie volte del premio ‘Bancarella’. Esposito mi conosceva da bambinetto, seguendo poi la mia carriera di ragazzetto. Il paragone con il rapace, così esile ed elegante, evidentemente gli ricordava il mio modo di combattere sul ring, longilineo e velocissimo come tutti i rapaci. Sappiamo che appena la preda fa un errore, il rapace l’agguanta al volo, di conseguenza, simultaneamente, appena l’avversario sbagliava, lo punivo!” Osserva questo sorridendo, difficile vederlo nelle vesti del castigatore… di lei scrissero che la sua era una “danza di guerra” “Guardi… non si cerca la vittoria per sopraffare, assolutamente, e visto che siamo nell’ambito del “Fair –Play” non esiste gesto più bello di due atleti combattenti
che poi si abbracciano, complimentandosi a vicenda.” Parole molto belle, lontane anni luce da quel film... quello con quel russo di… “io ti spiezzo in due!” “Da persona convinta asserisco che lo sport è una scuola di vita che emana i grandi valori della solidarietà, della tolleranza, dello spirito di gruppo, del senso di appartenenza, nonché rispetto per l’avversario. Tradotto in senso civico, altro non sono che le regole dell’osservanza delle leggi, dell’ambiente, della persona in generale. Dove esiste lo sport esiste un mondo intero.” Imparando pure dalle sconfitte. “Soprattutto! Se la sconfitta viene analizzata con chiarezza ed umiltà, ti porta a fare un passo avanti traendone buoni insegnamenti per il futuro. Se invece ti comporti da perdente…in tal caso la persona non vuole accettare tale condizione, dando addirittura colpe agli altri.” Chi, a suo avviso, è stato il più grande boxeur. “Chi è stato. Muhammad Ali. Indiscutibilmente.” Ultimissima domanda. “Eh… ne ha fatte assai di domande…” Bene, concludo chiedendole cosa ama della Toscana. “Tutto! Conosco molte città di questa regione, ognuna particolare e bellissima, a Piombino addirittura sono venuto per il mio spettacolo teatrale, però quella che mi fa impazzire letteralmente è Firenze. Stasera siamo proprio in questa culla dantesca e, mentre ti affacci verso piazzale Michelangelo in compagnia del David, ecco scorrere sotto i tuoi occhi l’Arno, ed ancora... ammirare Ponte Vecchio, Piazza Signoria… mamma mia, che splendore, qui c’è tutto!” Nel momento dei saluti, reciproci, osservo lo scatto simultaneo nel porgersi agli altri, assieme all’innata fluidità che lo contraddistingue. Per caso… ho intervistato l’uomo più veloce del mondo?
PATRIZIO OLIVA Patrizio Oliva non è solamente un grande pugile ma anche un attore, un cantante e un commentatore televisivo, oltreché scrittore. Campione olimpico di pugilatoa Mosca 1980, campione europeo EBU per i super leggeri e Welter, campione mondiale WBA nei superleggeri. Napoletano doc, nasce nel quartiere di Poggioreale, a undici anni inizia ad allenarsi nella palestra Fulgor di Napoli, nei quartieri spagnoli, per rivalsa contro l'emarginazione. Nel 1977 è già campione d'Italia nei pesi leggeri, entrando nel gruppo sportivo Carabinieri che gli consente di dedicarsi a tempo pieno all'attività sportiva. La sua apoteosi si ha alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, dove incontra il sovietico Konakbayev, che sconfigge dinanzi al pubblico russo, ovviamente a lui avverso, guadagnandosi l’oro. Dopo 13 incontri, tutti i vinti, Patrizio Oliva conquista il titolo italiano dei Superleggeri, nel 1983 è Campione Europeo. A Monaco, e siamo nel 1986, incontra l'argentino Sacco, battendolo conquista la cintura di Campione del Mondo dei Superleggeri. Il nostro lascia la boxe nel 1990. Egli è stato Commissario Tecnico della Nazionale Olimpica, nonché organizzatore di eventi internazionali di pugilato, attualmente istruttore degli allenatori di pugilato per la federazione mondiale AIBA. La sua è una tecnica che si basa sulla velocità e sulla scelta dell'attimo giusto per sferrare i colpi, un attento uso nella testa dunque prima ancora che dei muscoli. Dotato di una buona intonazione vocale ha inciso nel 1988 un LP dal titolo “Resterò qui”; nel 2013 debutta nel film “Il flauto” che lo vede come protagonista, seguono presenze teatrali nelle vesti di Pulcinella e ancora nel 2019 recita nello spettacolo teatrale “Patrizio vs Oliva”, la pièce è la trasposizione teatrale del libro autobiografico ‘Sparviero-la mia storia’, per le edizioni Sperling e Kupfer.
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/Sport
PER VINCERE CI VUOLE TESTA Nicole Orlando ed il sogno di gareggiare a Parigi
A cura di Carla Cavicchini
Ciò che contraddistingue Nicole Orlando è la grinta. Unita alla grande forza interiore che è capace di ostentare sempre, ma proprio sempre, col bel sorriso sulle labbra. E… quando ci vuole, ci vuole! Osserva determinata nella qualità di campionessa paraolimpica, poiché: “ognuno ha le sue capacità, i suoi talenti, le sue passioni. Essere ‘down’ non significa essere stupidi, e quindi mettetevelo bene in testa per favore!” Adesso è di fronte a me, coi suoi lunghi e morbidi capelli biondi, simpaticissima, reduce dal “Premio Semplicemente Donna” ricevuto in quel di Castiglion Fiorentino lo scorso novembre, osserva: “guarda, un’esperienza veramente speciale, tanto che sono stata orgogliosissima di riceverlo nella categoria “Donna e Sport”, ringrazio di cuore l’intero staff, assieme a tutti voi giornalisti, a cui mando un bacio enorme”. Non a caso la ricordiamo felicissima sul palco del teatro, pronta a ricevere targa e premio, rivedendola ancora in quel piacevolissimo siparietto improvvisato. Già, lei modella, anzi fotomodella, con tanto di ‘giravoltole’ del caso e mano sul fianco, facendo arrivare al nutrito pubblico un dolcissimo bacio soffiato. Senti Nicole, possiamo dire che lo sport faccia parte del tuo Dna in quanto i tuoi genitori, sin da piccolissima, ti hanno insegnato le varie discipline, da te recepite magnificamente. Non a caso parliamo di una vera atleta polivalente in quanto specializzata anche sui 100 e 200 metri, nel lancio del giavellotto, nel salto in lungo e nel ‘triathlon’. Attualmente sei detentrice dei record europei nei 100 metri e nel salto in lungo. Insomma, una vera e propria carriera stellare che continua a salire. Ma… come fai a vincere tutto? Ce li dai degli ottimi consigli? “È basilare fare dei buoni allenamenti mirati ascoltando attentamente gli allenatori e, soprattutto, non mollare, non mollare mai: vietato dire non ce la faccio!” Sbaglio o stai citando il titolo del tuo libro? “Esatto, è proprio il titolo del mio primo libro, seguito poi da un secondo, dedicato ai più grandicelli… quelli dai 7 anni in su. ‘La sfida di Nicole’, così si intitola, nato
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luglio\ agosto 2022 per far capire ai ragazzi che ci vuole tanta volontà, impegno e chiaramente talento, nel perseguire i loro obbiettivi.”
Evidentemente chi non ti vuole non ti merita! “Siii, certo, certo, adesso ci saranno tutti i maschi che mi potranno conquistare, quindi…!”
Sappiamo che a Firenze hai partecipato per le “Trisomie games” “Eh guarda, è stata una cosa bellissima, ricordo i nostri incontri insieme alla ‘Federazione Italiana’, ed ancora tutti noi alle gare, ottenendo buoni risultati in un clima di gran divertimento. Scatenati, decisamente!”
Me la racconti la tua esperienza a “Ballando con le stelle”? “Decisamente fantastica. Dopo il provino a Padova con Carolyn Smith, giudice favolosa e stupenda, fu doveroso ringraziare Milly Carlucci e Paolo Belli che mi invitarono a tale programma meraviglioso e divertente, assieme a tutto quel cast, semplicemente eccezionale. Ricordo che col mio ballerino Stefano Oradei, provavamo mattina, pomeriggio e sera, standocene a Roma ben sei mesi. Decisamente una bella esperienza dedicata a mia nonna Fiorella, sempre pronta, prontissima, nel sintonizzarsi sul canale di ‘Ballando’ per vedermi bene. Adesso non c’è più, però, credi, è sempre, ma proprio sempre nel mio cuore!”
Ma… tutta questa energia che sprigioni… diciamolo! nella tua innata dolcezza, da cosa viene fuori? “Ho un carattere molto forte, buona determinazione e coraggio. Inoltre la grinta unita alla carica che metto sempre, mi fa sentire fiera di me stessa.” Parole sante visto che l’ex-premier Matteo Renzi di te ha detto che sei bravissima, un vero e proprio orgoglio per l’Italia intera. Il Presidente della Repubblica Mattarella ti ha paragonata all’astronauta Samanta Cristoforetti, quale atleta paraolimpica che ha vinto un sacco di medaglie. Nicole… come non esserne orgogliosa? “Si… Mattarella lo vidi mentre ero in Piemonte, ricordo che mi emozionai tantissimo… nonché mi preoccupai non poco! Ero con mia mamma ed in compagnia di vari amici ai quali dissi: ‘ma io non ho fatto niente!’. Però, beh… se riesco ad avere una categoria, potrei andare a Parigi insieme ai compagni della Federazione Italiana. Mamma mia, sarebbe proprio il mio sogno! Quanto alle medaglie... francamente in matematica non è che sia molto brava… tuttavia le conservo nel cassetto assieme al mio adorato Topolino. Però… si, aspetta, ho anche molte coppe ed altri riconoscimenti di buon ricordo.” Senti Nicole, ti trovo molto femminile con questo bel capello lungo, lucido e dorato: insomma, un fidanzato ce l’hai? “L’avevo, l’avevo, Carmelo Messina, siciliano che mi ha lasciato, però… 'ufff' credimi, era talmente testone che…! Ci conoscemmo a Firenze, eravamo una bellissima coppia con progetti grandiosi per poi… per poi strappare tutti i ricordi.”
L’Italia è ricca di persone nonché d’esperienze altamente positive. A tutte loro deve andare il nostro grazie. Parlo di figure emblematiche quali Fabiola Giannotti che assumerà la direzione del ‘CERN di Ginevra, Samanta Cristoforetti che abbiamo seguito con tanto affetto nello spazio e Nicole Orlando, l’atleta paraolimpica che ha vinto quattro medaglie d’oro. Firmato Sergio Mattarella Presidente della Repubblica.” Niente da aggiungere a tali parole pesanti come il piombo. Anche se, nel caso di Nicole, osiamo dire... come l’oro!
NICOLE ORLANDO Nicole Orlando nasce a Biella l’8 novembre 1993. Atleta paraolimpica italiana at t ualm e nte è d ete nt r ice d e l record europeo nei 100 metri e nel salto in lungo. Inizia l'attività sportiva a soli 3 anni, quando la mamma Roberta ed il papa Giovanbattista la iscrivono nella società La Marmora Team Ability di Biella, sotto la guida di Anna Miglietta medaglia di bronzo mondiale di ginnastica ritmica di Cuba. Dopo un inizio nel quale la nostra si cimenta in molte discipline, viene scelta definitivamente l'atletica leggera, Nicole entra a far parte del giro della nazionale in occasione dei campionati europei IAADS di Roma del 2013. Ma è in Sudafrica che la Orlando dà sfogo a tutte le sue potenzialità. Ai Mondiali del 2015 Nicole si conferma assoluta dominatrice dei 100 m, nei 200 m e nella staffetta 4 x 100, nel Triathlon e nel salto in lungo, vincendo ben 4 Ori e un argento, oltre che fissare un nuovo record del mondo nel triathlon. Sempre nella stagione sudafricana l'atlet a acquist a anche un profilo social, comparendo, con una foto scat tata da Mauro F ice r ai , sul p rof il o Fa ce b o o k Fisdir Federazione diventando immediatamente un beniamino per il vasto pubblico Anche l'allora premier Matteo Renzi la porterà come esempio per tutti, rivolgendole un ringraziamento a nome di tutto il Paese. La nostra campionessa paraolimpica risulta strepitosa anche negli Euro Trigames 2021 di Ferrara, dove si porta a casa ben sette titoli. Il suo motto: ''mai dire non ce la faccio!"
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/Sport
NICCOLÒ MEONI Musculos y Chiapas
A cura di Carla Cavicchini
È stato proprio in virtù degli “Scambi giovanili” dei Club Lions, avuti precedentemente, che il campione del mondo di Body-building Niccolò Meoni ha colto l’occasione di ritornare - per oltre sei mesi- all’estero, nel Messico, precisamente nello stato del Chiapas, confinante col Guatemala. “Il tempo libero non era molto visto che c’era abbastanza da ‘faticare’. Non è tuttavia mancato per visitare i caratteristici mercati rionali, colmi dei loro tipici tessuti, coloratissimi, fatti rigorosamente a maglia, e altri manufatti nei quali è intrisa la loro cultura. Per non parlare della stupenda vegetazione che abbraccia il Chiapas, grazie soprattutto alla magnifica foresta pluviale, scrigno dei vari siti archeologici Maya, nonché delle città coloniali spagnole. Un modo dunque per ammirare panorami mozzafiato quali il parco della laguna di Montebello assieme alle varie zone archeologiche di cui il Chiapas è ricco. Inevitabile poi visitare Ocosingo - dove risiedevo -, San Cristòbal de Las Casas e Tuxtla Gutièrrez, splendida capitale decisamente affascinante.”
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Beh…lavoro e pure turista nello stesso tempo. “A dirla tutta camminavo sugli specchi per cercare di conciliare entrambe le cose, è pur vero che quando viaggi è doveroso conoscere gli usi, costumi e luoghi che attraversi. Andandomene prevalentemente da solo, raccogliendone l’essenza. Luoghi tra l’altro in precedenza già visitati due annetti prima che, anche in virtù delle buone e belle amicizie raccolte, mi hanno rivoluto! La cosa piacevole, se posso dire entusiasmante, è stato conoscere ed allenare ragazzi e ragazze provenienti anche da fuori, giunte proprio per conoscermi e sapere di me.”
Come si svolgevano le giornate? “Al “Gimnasio Olimpico” ho lavorato incessantemente per cinque mesi buoni buoni, nelle vesti di personal–trainer, nutrizionista e principale istruttore, riscuotendo un più che ottimo incremento di persone, con grande gioia dei titolari nel vedermi soprattutto personalizzare mirati programmi d’allenamento. Decisamente un buon lavoro che m’impegnava dalle tre del pomeriggio sino alle dieci la sera. Viceversa, la mattina, prendevo cura del mio corpo con esercizi ‘cardio’ ed incessanti sedute addominali, gareggiando e vincendo anche nel “Body-buiding”. Inoltre, essendo unico rappresentante della palestra dove
luglio\ agosto 2022 operavo, percepivo una grande affezione unita all’emozione da parte dei proprietari, figli e tifosi compresi. Complimentandosi pure. “Rispondo che non amo vantarmi volgendo sempre lo sguardo al migliore, tuttavia quando arrivavano frasi: “mami…que hermoso cuerpo” ed ancora: “gran atleta” non potevano che farmi piacere visto che per me l’educazione per la persona e il proprio corpo è basilare.” Sei un grande! “Ringrazio dicendo che la parola ‘grande’ onora ma va accettata tuttavia nelle varie sfaccettature: una persona può essere un gran campione eppure dare pessimi esempi non applicando sani valori sportivi. Di conseguenza sono contento di aver lasciato loro buoni messaggi.”
sono andato al “Gimnasio Olimpico”, dove tra l’altro ero già richiesto. Sul posto, di conseguenza, ho insegnato varie discipline, visto che il loro approccio, osserverei modo di allenarsi, è decisamente diverso dal nostro. Pur avendo voglia di applicarsi particolarmente al calcio, palla a volo, ed altre discipline, puntano particolarmente sulla cultura del volume, della massa, con alimentazione poco equilibrata. Prima delle gare come sappiamo, soprattutto il giorno prima, il cibo deve essere carburante, carico d’energia, da qui il mio impegno nel far capire questo, nello spronarli, attuando piatti mirati per un buon stile di vita. E questo lo dico attuando talvolta anche delle "sane trasgressioni” per gratificare corpo e mente, ricordando che via via, qualche sballo è necessario per non far
adagiare troppo il nostro metabolismo.” Conoscevi la loro lingua? “Conoscendo lo spagnolo mi ha aiutato non poco a padroneggiarmi, ‘sentendo’ particolarmente la loro musicalità.” Tut to sommato un’esperienza “coi fiocchi”. “Indubbiamente visitare il mondo ‘apre’ la mente ed io riuscendo a coniugare la professione con la conoscenza di magnifici luoghi, ho cercato di ottimizzare al massimo in un clima estremamente festoso. Ripeto: persone di rara accoglienza.” Dispiaciuto lasciarli? “I ‘lucciconi’ erano talmente tanti – miei compresi – che quasi bagnavano Ocosingo!”
Innegabile che apparire in copertina di Beesness, lo scorso anno, ti ha portato buona notorietà travalicando i confini. “Guarda, rispondo semplicemente che le varie copie di questo magazine milanese, una volta viste, in un battibaleno sono andate letteralmente a ruba, un grande fermento nell’accaparrarsi la rivista. E poi quanti ‘selfie’ con loro, nonostante come si usa dire in Toscana – come sai sono orgogliosamente pratese – abbia dovuto “togliere in tempo le castagne dal fuoco.” Vale a dire? “Che amo la lealtà, l’impegno, la coerenza, nonché il sacrificio visto che la mia professione è fatta anche di sacrificio con ore ed ore di allenamenti, dieta equilibrata, serate tranquille – con le dovute giuste eccezioni! – orari calibrati, nonché sane sveglie mattutine. Non dico al canto del gallo ma…quasi. Devo pertanto a questa mia perseveranza i risultati ottenuti quali coppe e trofei mondiali, non mancando di suscitare gelosie e conflitti in merito. Personalmente amo ricevere solamente critiche costruttive facendo scivolare il resto, fatto sta che, nella palestra precedente – sempre in Chiapas - di cui non faccio il nome per correttezza, una volta avvertita una certa tensione me ne
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/Curltura
“LA PACE” DI KIEV A FIRENZE L’Opera presentata da Vittorio Sgarbi
A cura di Carla Cavicchini
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“Cara, tu dici che ami i fiori e gli tagli il gambo, cara tu dici che ami i pesci e te li mangi, cara quando dici che mi ami ho paura!” Il piacevole intermezzo lirico recitato da Vittorio Sgarbi - tenuto ben impresso in quanto di buon impatto ironico - lo ricorda proprio Sgarbi quando lo lesse nell’abit azione di Tonino Guerra a Sant’Arcangelo di Romagna, legandosi magnificamente al messaggio che vuole dare il noto critico d’arte a Firenze, nella Sala Leone X, mentre presenta “La pace di Kiev”. Racconta il professore che l’iconografia della ‘Pace’ richiama ‘Nemesi’, la dea greca della ‘distribuzione della giustizia’, mentre il serpente sottostante ricorda le medaglie romane quale simbolo della guerra. “Quanto alle scritte commemorative in latino, esse rappresentano il risultato di trattative tra il Canova e l’ambasciatore di Vienna. L’ipotesi iniziale di scrivere in lingua russa fu accantonata a favore dell’allor lingua franca, simbolo dell’unione tra le nazioni europee, rafforzando di conseguenza la comunicazione pacifica”. Prosegue Sgarbi osservando che: “nel Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, è custodito il gesso della ‘Pace’ di cui la versione marmorea custodita a Kiev è attualmente nascosta, per evitare che venga danneggiata dai bombardamenti. Abbiamo voluto tuttavia far arrivare l’eccezionale esposizione in gesso nella città dantesca - sino al 18 settembre
2022 - al fine di permettere ai numerosi pellegrini d’osservare quello che non possono ammirare a Kiev a causa del conflitto bellico. L’opera fu concepita dal Canova nel 1811-1812, e realizzata nel 1815 per un committente russo, ma la malasorte lo fece spirare prima di vederla realizzata. La persona in merito è Nikolaj Petrovic Rumjancev (1754-1826), politico e diplomatico russo, menzionato anche da Lev Tolstoj in “Guerra e Pace.” Nikolaj nonostante la carriera militare alle spalle è pacifista, filofrancese, ammiratore di Napoleone, amante dell’Europa, nella quale viaggia dal 1774 al 1776, Italia compresa, studiando ed incontrando personalità illuminanti del calibro di Voltaire. Nel 1811 commissiona ad Antonio Canova un marmo bianco da collocare nel salone del suo palazzo di San Pietroburgo. Una scultura pensata per rendere omaggio ai trattati di pace che avevano posto fine a tre guerre e che la famiglia Rumjancev aveva contribuito a siglare. Dal 1808 al 1814 Nikolaj è ministro degli affari esteri sostenendo rappor ti amichevoli col celeberrimo generale corso nonostante questi minacci la Russia e, una volta invasa, il politico russo viene colto da un ictus che gli compromette l’udito. Ammirazione di conseguenza pagata a caro prezzo. Venendo all’oggi, come Napoleone attaccò il territorio russo, Putin in questi momenti ha attaccato l’Ucraina, ed ecco pertanto l’attualità di tale opera, capace di racchiudere tutta una serie di intrighi formidabili, volti al passato nonché al presente. Tornando al C anova, egli scrive a “Quatremère de Quincy” nel 1812: “La statua della Pace si farà, vengane la guerra, essa non potrà impedirla. Ma io temo che alla pace generale non si farà statua per ora. Così si potesse farla, come io l’alzerei a mie spese”. Orbene, proprio quando il condottiero d’oltralpe incominciava a subire delle perdite, nel settembre del 1812, Canova lavorava alla scultura della ‘Pace’ concludendo nel 1816, l’opera. Alla morte di Rumjancev, la propria collezione viene donata allo Stato, costituendo nel 1831, il primo Museo pubblico russo, inizialmente a San Pietroburgo per essere poi trasferito
luglio\ agosto 2022 nel 1861 a Mosca. Ed ecco entrare in ballo Krusciov, di origini ucraine, Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica che, nel 1953, decide di trasferire l’opera canoviana a Kiev, precisamente al Museo nazionale Khanenko. Un’opera purtroppo quasi dimenticata, anche se l’Ucraina ne riscopre il grande valore poco meno di vent’anni fa, quando Irina Artemieva, conservatrice dell’arte veneta al Museo dell’Ermitage, ritrova un carteggio tra Antonio Canova e l’ambasciatore di Vienna, che aveva fatto da intermediario per la suddetta commissione. Conseguentemente, tale riscoperta ha consentito di ricostruire la storia nonché vicende varie legate alla realizzazione della scultura.” Quando vediamo opere umiliate e martoriate dai bombardamenti del ’17 tra cui i gessi del Canova - prosegue Sgarbi - restaurate grazie anche a mirati interventi tecnologici decisamente avanzati - scansioni digitali - indubbiamente tale visione suscita una malinconia infinita. Per cui è decisamente triste pensare a quanto sta accadendo, qualcosa contro le opere d’arte, oltre che contro le persone. La ‘Pace’ di Kiev è ora esposta a Firenze e qui temporaneamente attende tempi di pace. Canova, l’ultimo grande artista che ha chiuso l’arte dell’Occidente, ha unito tutto senza dividere. Parliamo di un grande conciliatore di ogni conflitto, di ogni differenza e, in nome della sua ‘Pace’, chiedo a voi d’invocarla tutti insieme affinché il mondo si salvi. Alla frase di Dostoevskij: “la bellezza salverà il mondo” non ho mai creduto fino in fondo. Non possiamo dire che la bellezza salvi il mondo se il mondo non salva la bellezza per amore dell’umanità e civiltà che l’arte testimonia.” Mille ed ancor mille le domande poi poste al noto critico d’arte, durante le consuete interviste corali. “Logico osservare che se vince Putin avrà tutta l’Ucraina distrutta… e che ci fai? Dal momento che devi rimetterla in piedi! E morirai inoltre mentre ricostruiscono! Ecco, diciamo allora che sarà un gran vantaggio per l’industria della ricostruzione! La distruzione è una insensatezza, inoltre
questa diplomazia che è stata poco tentata - soprattutto da Biden - crea, effettivamente, una contrapposizione da cui sarà difficile uscirne. Questo l’ho fatto presente pure a Draghi, ed è significativo che il Papa con le sue posizioni così nette e precise in sintonia tra l’altro col pensiero di Macron, osservino tale orrore, operando oculatamente. Per ipotesi, se un missile ucraino abbate l’opera che vediamo, oppure un missile russo fa altrettanto… qual è il risultato? Che l’abbiamo distrutta, con conseguenze di perdita per l’umanità. Un concetto che vale anche per una persona: colui, colei, che muore, può morire da patriota ma muore! E nella morte non c’è mai vantaggio e nemmeno vittoria, solo sconfitta! In questo caso l’arte vince sulla guerra; è quello che abbiamo inteso per dire che l’arte ha in sé qualcosa che potrebbe allontanarci dal pensiero bellico. Quanto alla faccenda - come dicono - che Putin ama l’Italia… ma allora perché distrugge le opere artistiche? Non è che puoi amare una cosa e distruggerla, c’è qualcosa di feroce in questo! Quest’opera pervenuta da Possagno è qui per vederla, ammirarla, far discutere… viceversa, la guerra impedisce che l’arte si possa muovere. Pertanto occorre vincere la pace! E la ‘Pace di Kiev’ in questa città - è un monito per i grandi del mondo, affinché non si consenta a nessuno di distruggere la bellezza e la vita. Bellezza e vita coincidono. Distruggere l’arte vuol dire distruggere la vita, e distruggere la vita significa togliere ad una nazione la sua identità materiale. Perdere la bellezza per la guerra è un orrore, l’arte deve uscirne vincente e questo è il senso della presenza qui della “Pace di Kiev”.
pensato quindi che la ‘Pace’ di Kiev - giunta da San Pietroburgo a Kiev - sia quel ponte indicante che nelle catastrofi non ci stanno né vincitori né vinti, bensì solo sconfitte.” Vittorio Sgarbi più tardi risponde alle nostre domande per Beesness quale il motivo della scelta fiorentina nel collocare tale gesso. “Indubbiamente nella simbologia russa compare il Patrono di Bari, San Nicola, mentre Roma pur essendo la città del Canova è una capitale in cui spesso e volentieri tutto si annulla. Firenze, rappresenta l’arte a tutto tondo e quindi inevitabile ammirarla in tale contesto.” A proposito di presenze russe, è giusto continuare impedire ai russi di venire nel nostro paese? Parliamo logicamente di artisti, intellettuali, sportivi vari ed altro ancora. “Beh… ma cosa c’entrano loro! L’arte è individuale come le capacità sportive sono individuali! Lo sportivo vince col suo corpo, di conseguenza, la persona non può essere identificata con il governo del paese a cui appartiene. Ripeto, non farli venire in Italia è pura follia! Fine dell’inter vista, La zampata del leone ha colpito ancora. Nonostante a s t r o l o g i c a m e nte a p p a r te n g a a l l a costellazione del toro. Ma questa è un’altra storia.
Parole pronunciate con grande enfasi, rimarcando che l’Unione Sovietica era Federazione di tutte le nazioni, Ucraina compresa; al seguito di Kruscev, Presidente ucraino, l’opera fu poi volontariamente spostata a Kiev significandone la scultura più importante della città, oggi protetta al fine d’evitarne la distruzione. “Distruzione tra l’altro avvenuta anche da noi nel 1917, la stessa sorte subì il Museo di Possagno con molte opere abbattute. Ho
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A cura di Carla Cavicchini
“Solo il disordine creativo può essere rimesso in ordine”
ALBERTO BARTALINI
/Cultura
È in una bellissima ed assolata giornata veneziana che incontro Alberto Bartalini. Nella città della ‘Serenissima’ ci gustiamo due belle tazzine di caffè fumanti, nel mezzo a piccioni indomiti, incapaci di lasciar la presa delle briciole più grosse, nella splendida terrazza dell’Hotel Ca’Sagredo. Bartalini è un bel signore dallo sguardo fiero e deciso, dandomene tra l’altro buona dimostrazione nell’intervista veneziana. Conserva sguardo e portamento di chi ha girato a lungo il mondo, e sulla mia perplessità d’esser toscano... “Lo sono! Lo sono, sono toscanissimo… che dire, forse è l’accento che mi tradisce dal momento che, per lavoro, mi sono ‘mosso’ tantissimo, visitando buona parte delle capitali europee, ed ancora Stati Uniti, soggiornando negli Emirati e oltre, sino a ritornarmene a riveder le mie colline e gli adorati cipressi. Cose che da bambino osservavo distrattamente, a differenza d’oggi invece, ammirando tali preziosità con gran rispetto. E quindi sono ben felice di vivere, a mio completo agio, sulle colline del comune di Palaia.” Vicino a Lajatico se non erro, dove tra l’altro lei è direttore artistico del “Teatro del Silenzio” “Già, una cosa ideata e voluta direttamente
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da me sedici anni fa, seppur in un rapporto estremamente conflittuale con il paese popolato da 900 anime, legato ad un mondo agricolo, non certamente visionario, con i piedi ben per terra. Pertanto un progetto inizialmente poco capito, in cui ho invece creduto ostinatamente, osservando, ‘sentendo’ nell’aria nel corso dei vari anni, quell’alone positivo di buon equilibrio. Di conseguenza Andrea Bocelli, di Lajatico come me - amici da sempre - è subentrato in comune accordo nel ruolo di ‘Testimonial’ divenendone Presidente onorario. Annualmente, organizziamo due spettacoli con sua presenza, accogliendo persone da ogni parte del mondo. Sicuramente facendo sempre en-plain “Rispondo semplicemente che le persone del luogo sono orgogliose d’avere tale ‘oggetto’…non so se capiscono fino in fondo quello che noi facciamo, però è ben comprensibile dal punto di vista economico, visto che Lajatico è il paese più ricco d’Italia, abitato da mille persone ma capace di vivere una realtà - annuale di ottanta/centomila presenze, favorendo conseguentemente una più che eccellente economia. Esempi? Ad oggi sono stati aperti ben otto ristoranti di grande qualità, capaci di raccontare il rapporto cibo-arte,
luglio\ agosto 2022 verso una presenza… decisamente straniera, di alto livello, proveniente dall’Australia, dall’America, da tutta Europa, Giappone ed altri paesi ancora, decretando Lajatico vero e proprio punto di riferimento a livello mondiale. Questo, grazie alla presenza di undicimila spettatori a serata.” Inevitabile domandarle i costi. “Il biglietto medio ha un costo di 200 euro, che arriva sino ai 600, buona parte poi depositati nella cassa di “AB Foundation” (Andrea Bocelli Fondazione), dal momento che la fondazione stessa, si occupa attivamente di volontariato.” Riflettiamo sulla maestosità del “Teatro del Silenzio”, capace di starsene buono buono, zitto zitto, nella lussureggiante campagna pisana, accogliendo una vera e propria moltitudine di persone in estrema tranquillità. Improvvisamente un sibilo si alza e le fronde degli alberi fremono ascoltando il dolcissimo, melodioso suono del ‘sssttt…’, silenzio! Beh… anche il teatro respira, prova ne è stata il piacevole sussurro appena ascoltato. Riprendiamo la conversazione accennando all’invito colto dalla stilista di fama internazionale Eleonora Lastrucci, d’intervistare l’architetto Bartalini. “Eleonora la conosco bene visto che da qualche anno è una delle grandi collaboratrici del fashion-designers, vestendo le star pronte poi per il palcoscenico del “Teatro del Silenzio”. Inevitabile per lei essere divenuta partner di tale staff, decisamente importante. Quanto alla mia professione, preferisco decisamente la denominazione “laureato in architettura” visto che non mi sento molto schierato dalla parte dei miei colleghi.” Libero pensatore? “Diciamo che non sono per l’Ordine degli architetti, bensì per il ‘disordine’ degli architetti. Un concetto che mi interessa maggiormente poiché credo che l’architettura, concepita come ora, non abbia quella relazione estremamente importante nell’avere una buona collocazione di rapporti e sinergia con il luogo: la natura. A parer mio si cerca di distruggere la vitalità, l’unione tra questi due elementi non generando bellezza, bensì disordine. Ed allora sono per il disordine… decisamente, per rimettere in ordine ciò che è stato messo in disordine.” Un disordine esatto. “Giusto. Questo però senza tralasciare il sistema ‘ruotante’ che opera nei confronti degli archi-star: cosa che non approvo assolutamente. Le star sono tutt’altro, non si può giocare con l’architettura ed il territorio.” Una punta polemica decisamente non inosservata. “Dico quello che penso in un clima democratico.” L’espressione limpida e forte fa il resto nel mentre la stretta di mano estremamente decisa… “è stato un piacere!”
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/Tecnologia
AIxGIRLS: PRIMO TECH CAMP FEMMINILE Prepararsi oggi per i mestieri del futuro
A cura di Marcella Ciappi Foto © AIxGIRLS
Sono più di 1.000 le scuole coinvolte in tutta Italia per partecipare al primo Tech Camp gratuito, completamente “al femminile” dedicato alle ragazze delle classi di quarta superiore che vogliono mettersi alla prova su materie legate all’Intelligenza Artificiale e Data Science. Si tratta di un percorso formativo della durata di una settimana (dal 24 al 30 luglio) durante la quale immergersi completamente nel mondo AI e Data Science attraverso corsi di studio, incontri e confronti aperti con i professionisti del settore. L’obiettivo principale è quello di approfondire la conoscenza delle tecnologie della quarta rivoluzione industriale, per indirizzare le giovani verso la scelta di facoltà STEM al termine del loro percorso di studi liceali. Una porta aperta verso il futuro per le giovani donne, in un paese come l’Italia, in cui la percentuale femminile nei mestieri tech è solo del 17%. Il World Economic Forum posiziona inoltre il nostro Paese al 63esimo posto sui 153 indicati nella classifica del gender gap. Ideatrice e fondatrice di AIxGIRLS è Darya Majidi, CEO di Daxo Group e Presidente dell’Associazione Donne 4.0, imprenditrice, scrittrice ed esperta di Intelligenza Artificiale, che dedica grande parte del suo tempo a sostenere la trasformazione digitale promuovendo networking ed empowering femminile. “Dobbiamo far emergere l’eccellenza femminile, coltivando i talenti attraverso un percorso di inclusione sociale che permetta alle
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giovani donne di sentirsi inserite in un sistema integrato e paritario - ha dichiarato Darya Majidi - Così è nata l’idea di coinvolgere, orientare, informare e formare le ragazze che si apprestano a prendere un’importante decisione in merito al proprio percorso accademico in una sei giorni propedeutica allo sviluppo delle professioniste di domani. In modo particolare daremo vita al primo Camp Tech tutto al femminile dedicato all’AI e alla Data Science. Questo sogno è stato realizzato grazie al supporto di Fineco Asset Management, che ringrazio. Con questo progetto vogliamo contribuire a chiudere il digital gender gap e aiutare le ragazze, attraverso strumenti concreti, a creare le basi per il loro futuro.” AIxGIRLS – Summer Tech Camp è un progetto dedicato alla valorizzazione e alla crescita delle nuove generazioni, a cui è necessario fornire gli strumenti adeguati per esprimere al meglio il proprio potenziale, fortemente voluto da Fineco Asset Management, società di gestione del risparmio, interamente partecipata da FinecoBank. “Stimolare la transizione verso una società più equa e accessibile è una priorità di tutti. La finanza può offrire il proprio contributo, supportando iniziative concrete, come questa, in grado di restituire qualcosa di tangibile alla comunità in cui opera e contribuire a favorire il cambiamento. La volontà è quella di rafforzare il nostro impegno nella sostenibilità, in particolare sui temi della diversità e dell’inclusione
luglio\ agosto 2022 anche attraverso un approccio che vada oltre le scelte di investimento. Il progetto rientra nel DNA del nostro Gruppo, dove innovazione e tecnologia da sempre convivono in perfetta armonia.” ha dichiarato Fabio Melisso, CEO di Fineco Asset Management. Il Summer Tech Camp è rivolto alle studentesse che abbiano concluso la 4a classe superiore e che vogliano scoprire le frontiere più avanzate dell’Intelligenza Artificiale e della Data Science, non solo negli aspetti tecnici ma soprattutto in quelli etici. Questi sistemi impattano tutti i settori economici e lavorativi: dalla sanità all’aerospazio, dal fintech all’automotive, dall’entertainment al turismo. La partecipazione è gratuita, tramite autocandidatura sul sito www.aixgirls.it. Tra tutte le richieste che arriveranno, verranno selezionate 20 ragazze che verranno ospitate dal 24 al 30 luglio 2022 a Volterra presso la SIAF – Scuola Internazionale di Alta Formazione. Nel corpo docenti del campus, così come nel comitato di selezione delle partecipanti, sono coinvolte Sara Moccia e Federica Merenda, ricercatrici alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, riconosciuta nel mondo per la formazione d’eccellenza coniugata alla ricerca scientifica di avanguardia ed è prevista la partecipazione di professioniste provenienti dal mondo dell’automotive, dell’healthcare, dell’automazione e della robotica. AIxGIRLS ha inoltre ottenuto l’importante supporto dell’Associazione Donne 4.0, le cui attività sono dedicate a rendere protagoniste le donne nell’affrontare le nuove sfide globali per costruire, con le tecnologie, un futuro inclusivo e sostenibile. Un futuro dove solo l’annullamento della disparità di genere consentirà alle giovani donne di guidare il cambiamento e di dare un importante contributo al Paese. Per info: www.aixgirls.it www.daryamajidi.it www.finecoassetmanagement.com www.donne4.it www.daxogroup.it
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DARYA MAJIDI Tra le prime pioniere e visionarie dell’informatica in Italia, Darya Majidi, imprenditrice, mentore, docente e keynote speaker, partecipa attivamente da oltre 30 anni alla trasformazione digitale nel nostro Paese. Iraniana di nascita e livornese di adozione aggiunge alle sue competenze STEM una visione internazionale capace di unire culture e religioni differenti, che la portano a sensibilità e visioni spesso pioneristiche. Attiva nel difendere i diritti delle donne è impegnata in azioni concrete per diminuire il gender gap, soprattutto nel settore digitale. È autrice dei libri “Donne 4.0” e “Sorellanza Digitale” dedicati proprio a questo tema ed è una riconosciuta opinion leader per i temi di digital gender gap, diversity & inclusion tech, imprenditoria e leadership femminile. N e l 2 0 21 , f o r t e d i u n M a s t e r conseguito alla Yale University ha fondato l’Associazione Donne 4.0 e ha lanciato il Manifesto Women Tech Empowerment, destinato a promuovere il valore delle donne nel mondo delle tecnologie. Nel ruolo di Presidente dell’Associazione Donne 4.0 ha avviato l’Osservatorio sull’impatto di genere digitale del PNRR ideando un sistema inedito e concreto di misurazione dell’impatto economico delle 6 missioni del Piano in un’ottica
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di genere e calcolato attraverso KPIs definiti. Una delle poche figure femminili in Europa esperte in AI, data science ed etica, nel 2020 è stata indicata da La Repubblica come una delle 100 donne che stanno cambiando il mondo. Darya Majidi siede inoltre nell’Advisory Boad dell’Osser vatorio di Sanità Digitale del Politecnico di Milano, è membro del Consiglio Direttivo del Centro di Competenza ARTES 4.0, capitanato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è professoressa a contratto presso la Rome Business School in ambito Data Science & Ethics e membro del Board dell’associazione Movet nel settore automotive. La sua carriera imprenditoriale la porta oggi a ricoprire la carica di CEO di Daxo Group. Spinoff strategico di Daxo Group è Daxolab, l’unico incubatore di aziende in Italia fondato e di proprietà di una donna che negli anni ha contribuito alla nascita di oltre quindici aziende di cui Darya Majidi continua ad essere mentore. Molte aziende ospedaliere e universitarie italiane hanno inoltre attivato progetti di digital transformation in logistica, in tracciabilità IOT e sicurezza grazie alle progettualità delle aziende capitanate da Darya Majidi. Impegnata attivamente anche nella sua città, Livorno, dove è stata Assessore all’ Innovazione (20 0 9-2014), ha supportato progetti importanti per la trasformazione della città in ottica di “smart city” con impatti economici e lavorativi rilevanti. È stata inoltre Presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Livorno (2004-2007) e Vice Presidente di Confindustria Livorno (2008-2009). Ha ricevuto la delega alla ricerca e all’innovazione creando il “Club degli Innovatori” con un focus costante sui giovani e sulle startup. È del 2022 il suo ultimo progetto AIxGIRLS dedicato alle giovani donne.
FINECO ASSET MANAGEMENT Fineco Asset Management è la società di gestione del risparmio interamente partecipata da FinecoBank. Operativa da luglio 2018, ha sede a Dublino e rappresenta un centro di eccellenza nella gestione e costruzione di soluzioni di investimento per la composizione dell’asset allocation dei clienti, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze di pianificazione finanziaria (fondi ad alta diversificazione, fondi diversificati per profili di rischio, fondi in delega alle migliori società di investimento globali, fondi a capitale protetto, fondi a decumulo).
ASSOCIAZIONE DONNE 4.0 Associazione Donne 4.0 è nata nel 2020 con l’obiettivo di rendere protagoniste le donne nell’affrontare nuove sfide globali e costruire un futuro inclusivo e sostenibile attraverso le tecnologie digitali, potenti acceleratori per la chiusura del divario di genere, strumenti d’inclusione sociale e di affermazione personale, professionale e imprenditoriale delle donne.
DAXO GROUP Daxo Group è una società di formazione e consulenza strategica di Digital Transformation. Supporta i suoi clienti nell’affrontare le sfide e le oppor tunità dell’Industria 4.0 con particolare attenzione alle tematiche di Diversit y & Inclusion. Daxo Group è la prima società in Italia ad aver ottenuto la Certificazione ISO 30415:2021 Human Resource Management Diversity and Inclusion.
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8 SEMPLICI MODI PER TRATTENERE I MIGLIORI COLLABORATORI Come far crescere la tua azienda A cura di Giorgio Nadali
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«Una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini normali. Nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario» (Elbert Hubbard). Tempo di crisi e tu cosa fai? Licenzi o dismetti i tuoi collaboratori, magari partendo proprio da quelli che si sono dimostrati più efficienti e devoti alla tua azienda? Sbagliato! Presto te ne accorgerai e sentirai la loro mancanza... Uno dei modi migliori per far crescere la tua azienda è trattenere i talenti più importanti Consentire ai collaboratori di esprimersi e mostrare apprezzamento per le loro opinioni, sono due modi per trattenere i tuoi migliori lavoratori. Le aziende apprezzano molto la fidelizzazione delle persone, perché sostituire i collaboratori,
luglio\ agosto 2022 in particolare quelli produttivi, costa tempo e denaro, senza contare che potresti non ottenere la stessa qualità di prestazioni. Il fatto che persone di talento lascino l'organizzazione, può anche mettere a dura prova i dipendenti rimanenti, che devono assumere lavoro extra fino a quando tali ruoli non ritornino ad essere ricoperti. Detto questo, ecco otto suggerimenti per mantenere i tuoi migliori collaboratori. Paga stipendi sopra la media Uno dei modi più ovvi per trattenere i tuoi migliori collaboratori è offrire stipendi migliori della media e vantaggi eccellenti. Q uesto può bloccare le persone e incoraggiarle a restare solo per la paga e i vantaggi. Puoi anche fornire un bonus di ritenzione specifico per dare un incentivo a rimanere con l'azienda. Consenti ai collaboratori di esprimere la loro opinione Anche se può sembrare piccolo, la creazione di una cultura in cui i collaboratori possono parlare liberamente, entro limiti ragionevoli, può mantenerli coinvolti e desiderosi di restare. Molti di loro potrebbero non voler parlare per paura di ritorsioni, quindi è importante assicurarsi che i lavoratori si sentano a proprio agio nel richiamare le cose che vorrebbero vedere cambiate. "In una serie di studi, abbiamo scoperto che quando i collaboratori possono esprimere liberamente le loro preoccupazioni, le organizzazioni vedono una maggiore fidelizzazione e prestazioni migliori", scrivono James R. Detert ed Ethan Burris nell'Harvard Business Review.
volte può cadere da parte, ma è una parte importante della strategia di fidelizzazione dei collaboratori di qualsiasi azienda", scrive su Forbes Kristen Wessel, Vice President PR & Digital Marketing di ChicExecs. “Dimostra ai tuoi collaboratori che tieni a loro, che sia piccolo come un biglietto scritto a mano o grandioso come un enorme bonus. I collaboratori devono sapere che tieni a loro.” Tieni traccia della produttività delle persone e identifica chi si distingue, quindi investi in loro fornendo nuove opportunità.
Mostra apprezzamento e rispetto Oltre alla retribuzione, assicurati di mostrare regolarmente ai tuoi migliori collaboratori che li apprezzi. Ciò può includere il loro riconoscimento in pubblico in merito ai loro risultati, la celebrazione dei compleanni, l'assegnazione di bonus e il rafforzamento positivo. "L'apprezzamento dei collaboratori a
Non microgestire Potrebbe esserti stato detto in precedenza di non microgestire i collaboratori perché può ostacolarne la produttività, ma questo può anche impedire alle persone ad alte prestazioni di voler restare. La microgestione danneggia il morale e toglie l'opportunità di creare risultati migliori per sé stessi.
Incoraggia input e feedback I collaboratori vogliono sapere che stai ascoltando e valutando davvero il loro feedback. Quindi rispondi in modo tempestivo.
Identifica e investi in aziende ad alte prestazioni Man mano che i tuoi collaboratori sviluppano le loro competenze, tieni traccia della produttività e dei risultati nel tempo per identificare quelli che si distinguono. Quindi lavora per investire e fornire a quelle persone nuove opportunità. Offri la possibilità di crescere Potrebbe essere allettante mantenere i tuoi migliori collaboratori nella stessa posizione con gli stessi compiti. Se stanno andando al di sopra delle aspettative, perché cambiare quello che stanno facendo? Ma anche i collaboratori che svolgono gli stessi compiti, ancora e ancora, possono diventare compiacenti. Se chiedono di più o di cambiare le cose, prendi in considerazione l'idea e valutala seriamente. Fornisci flessibilità Anche prima che il coronavirus e il lavoro a distanza fossero argomenti prioritari per molte aziende, i collaboratori cercavano orari di lavoro flessibili. La flessibilità può fornire un incentivo significativo per i tuoi migliori lavoratori a restare.
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A cura di Giorgio Nadali
Tradurre un sogno in realtà
COS’È IL SUCCESSO PER LEI?
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Per avere successo occorre essere ottimisti. Inoltre bisogna avere sicurezza interiore e fiducia in sé stessi. È essenziale amare sé stessi. Credere di avere valore è essenziale. Ottimismo e speranza non sono illusioni, ma il modo per tradurre un’aspirazione, un sogno in realtà. Chiariamo subito. Il successo non è né la popolarità, né la celebrità. Anche se una persona di successo è spesso anche popolare. Si può avere molto successo nella vita senza essere famosi. Il successo è realizzare i propri sogni, riuscire in quello che si desidera di più. Successo deriva dal latino successus ossia avvenimento, buon esito” derivante da succedére, cioè “avvenire”. Si può essere una madre di successo, uno studente di successo, un artigiano di successo e così via. L’importante è essere il massimo di ciò che possiamo essere, secondo i talenti che abbiamo. Ma è anche sfidarci ad andare oltre i nostri limiti. Limiti che siamo convinti di avere e magari non abbiamo. Lo dobbiamo a noi stessi, ma anche alla società, per creare un mondo migliore grazie a noi! È la chiave della felicità. Infatti l’invidia per gli altri, per ciò che sono o hanno, deriva dal confrontarci con loro.
Senza considerare le condizioni che li hanno portati a essere così o avere ciò che hanno. Senza contare le condizioni di partenza che conducono ad una vita particolare. Difficile essere una star di Hollywood se non si è nati negli Stati Uniti, se non si ha un talento particolare e anche un carattere molto deciso e determinato a raggiungere un risultato. Ma le eccezioni non mancano. Basta puntare sulle proprie qualità e usarle per raggiungere in un altro modo il proprio obiettivo. Si può essere nati in uno sperduto paesino austriaco, non conoscere una parola di inglese, non aver studiato recitazione, non avere talento per il cinema, diventare culturisti, vincere il titolo di Mister Olympia, imparare l’inglese, trasferirsi negli USA, essere scritturato in piccole parti e in seguito diventare un grande divo del cinema e poi governatore della California. È la vita di Arnold Schwarzenneger. Coltivare un sogno con una determinazione incrollabile è qualcosa che molti non osano fare. Il carattere di Arnold lo ha reso possibile. La persona che non si lascia scoraggiare dalle condizioni sfavorevoli apre la porta al proprio successo.
luglio\ agosto 2022 Jan Snyders disse che vincere non ha nulla a che fare con una medaglia. È sapere dentro di te che hai dato tutto ciò che potevi. Successo non vuol dire riflettori, denaro e potere. Non per tutti, almeno. Lao Tsu – il fondatore del Taoismo – disse: «Chi vince gli altri è forte. Chi vince sé stesso è potente». Per trovare il successo bisogna trovare sé stessi. Vuol dire mettere da parte invidia e disprezzo per la grandezza degli altri. Vuol dire sfruttare le proprie qualità con umiltà, mettendo da parte paura e scetticismo. Vuol dire credere in se stessi. «Un vincente è colui che riconosce il suo talento naturale, lavora sui suoi limiti per tramutarli in abilità, e usa queste abilità per realizzare i suoi obiettivi» (Larry Bird). “La crescita personale è il tuo trampolino verso l’eccellenza personale. Permanente e continua, ti assicura che non c’è limite a ciò che puoi ottenere. In altre parole: ciò che diventi alla fine si riflette in ciò che ottieni… Il punto di partenza per la tua nuova vita arriva quando ti rendi conto che puoi imparare qualsiasi cosa utile a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefisso. Ciò significa che non c’è limite a ciò che puoi essere, avere o fare. (Brian Tracy). L’unico modo per smettere di pensare in piccolo e tirare fuori il tuo potenziale nascosto è quello di emulare chi ha avuto un grande successo. Ovviamente un grande successo è sempre onesto e aperto agli altri. Altrimenti è qualcos’altro, ma non certo successo. Il vero successo è sempre empatico e umile (ma non dimesso), specie se è partito da zero. Il successo non è (necessariamente) popolarità o celebrità. Anche se una persona di successo è spesso anche “popolare”. Si può avere molto successo nella vita anche senza essere famosi. Viceversa vi sono persone note al grande pubblico che non vivono affatto un reale successo “etico”. Il successo è realizzare i propri sogni, riuscire in quello che si desidera di più. Possibilmente grandi sogni. Se devi sognare tanto vale farlo in grande, no? E poi… realizzarli! Con grande fede, duro impegno e sacrificio. Sì, è possibile! Anche la Bibbia ne parla. Il salmo 36:4 dice: “Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore”. Successo deriva dal latino successus ossia avvenimento, buon esito" derivante da succedere, cioè "avvenire". Si può essere una madre di successo, uno studente di successo, un artigiano di successo e così via. L’importante è essere il massimo di ciò che possiamo essere, secondo i talenti che Dio ci ha dato. È la chiave della felicità. Infatti l’invidia per gli altri, per ciò che sono o hanno, deriva dal confrontarci con loro. Senza considerare le condizioni che li hanno portati a essere così o avere ciò che hanno. Senza contare le condizioni di partenza che conducono ad una vita particolare Jan Snyders disse che vincere non ha nulla a che fare con una medaglia. È sapere dentro di te che hai dato tutto ciò che potevi. Successo non vuol dire riflettori, denaro e potere. Non per tutti, almeno. Lao Tsu – il fondatore del Taoismo – disse: «Chi vince gli altri è forte. Chi vince se stesso è potente». Per trovare il successo bisogna trovare se stessi. Vuol dire mettere da parte invidia e disprezzo per la grandezza degli altri. Vuol dire sfruttare le proprie qualità con umiltà, mettendo da parte paura e scetticismo. Vuol
dire credere in se stessi. «Un vincente è colui che riconosce il suo talento naturale, lavora sui suoi limiti per tramutarli in abilità, e usa queste abilità per realizzare i suoi obiettivi» (Larry Bird) Il vero successo è sempre quello del “gigante buono” che – arrivato sulla vetta – non si dimentica di chi è rimasto indietro. Non è necessario essere miliardari e nemmeno milionari. Però è meglio, no? Forse non sei chiamato a cambiare il mondo, ma hai il sacro dovere verso te stesso di essere il meglio che puoi essere e di non smettere mai di crescere in tutti i settori della tua vita. “Incoraggia gli altri nei loro punti di forza e non sminuirli mai per le loro debolezze. Nel dare forza agli altri, anche tu diventerai più forte. Al contrario, mortificando gli altri, mortificherai solo te stesso. Il colore con cui dipingi una ringhiera è lo stesso colore che ti resta sulle mani” (Swami Kriyananda) “Il fatto di credere intensamente in un obiettivo è una delle forze più potenti sulla Terra” (Zig Ziglar). Questi imprenditori e top manager ce l’hanno fatta. Tu non sei da meno. Trova la tua area di eccellenza, oppure creala. Poi scala la vetta della tua vita! Dottore, cos’è il successo per Lei? Ecco cosa mi hanno detto a proposito del successo: Mario Moretti Polegato (Geox) “È la cosa che ti permette di raggiungere il livello di credibilità che ti permette di essere ascoltato dagli altri.” Corrado Passera (illimity) “Il successo si misura nel lungo termine. Nelle imprese si misura su quanti utili sostenibili ha prodotto, ma anche su quanto utile l’azienda è stata per la sua comunità. Nel 2019 illimity aveva di fronte a sé i quattro “esami” tipici di tutte le start up: il primo “esame” che riguardava il capitale lo avevamo risolto entro il 2018. Attrarre tutti i talenti necessari, avviare la nuova struttura informatica, raggiungere i volumi molto ambiziosi che ci eravamo proposti e l’economicità di gestione. Ne riparleremo quando presenteremo il bilancio, ma mi sento di dire: so far so good.” Tonino Lamborghini (Tonino Lamborghini) “Il successo per me è l’apprezzamento della clientela e del mondo economico, nel rispetto della creatività che mi caratterizza.” Pietro Innocenti (Porsche) “Alla base di ogni grande successo c’è una grande sfida da affrontare. La nostra è quella di rimanere sempre fedeli alla storia e i valori del marchio Porsche ed essere al tempo stesso all’avanguardia attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative, garantendo al contempo la sostenibilità. È un triplice obiettivo, che traina quella che chiamiamo “Strategia 2025” con al centro elettro mobilità, digitalizzazione e connettività. Abbracciare questi temi ci permetterà di continuare ad offrire prodotti che rispettano e rispecchiano le aspettative dei nostri clienti attuali e futuri e al tempo stesso dettano un modo nuovo di intendere la mobilità.
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In un settore in forte evoluzione come il nostro, una cosa rimarrà costante: lo stemma Porsche sarà sempre sinonimo di eccellente qualità. Questo è senza dubbio l’ingrediente principale del successo del marchio. Da un punto di vista personale, posso dire che concepire e costruire auto sportive è ciò che sappiamo fare e lo facciamo al meglio. Questo però non sarebbe possibile se alle spalle non ci fossero team di persone con competenze straordinarie che con passione contribuiscono a rendere Porsche ciò che è oggi. In Porsche Italia, il mio impegno quotidiano è quello di creare le condizioni migliori affinché le persone diano il meglio e si sentano parte del successo che tutti noi abbiamo contribuito a costruire negli anni. Sapere di riuscire in questo è senza dubbio una grande gratificazione.” Paolo Vitelli (Azimuth Yachts) “Ci sono due modi di interpretare il concetto di successo: il primo ha a che fare con qualcosa che senti dentro, la consapevolezza di essere giunto laddove ti eri prefisso di arrivare; l’altro è decretato dal valore che gli altri ti riconoscono, e ancor di più dal rispetto e dall’affetto che i tuoi dipendenti esprimono per te. Per me il successo è vero e pieno solo quando le due cose si combinano e sono molto felice di avere raggiunto questo traguardo.” Nerio Alessandri (Technogym) “A dire la verità è una domanda che non mi sono mai posto. Preferisco concentrarmi su quanto c’è ancora da fare e sulle sfide del futuro.” Diana Bracco (Farmaceutica Bracco) “Credo che serva sia una formazione continua sia il talento e il carattere personale. Impegno, tenacia, volontà, coraggio sono ingredienti essenziali nel successo. Per quello che mi riguarda, io misuro la portata del mio successo pensando alle migliaia di persone a cui abbiamo dato un lavoro nei 92 anni di storia della nostra azienda.” Giovanni Tamburi (Tamburi Investments) “La frase che mettiamo in copertina di tutti nostri documenti ufficiali è: “Con la reputazione che la finanza si è guadagnata negli ultimi anni, noi dovremmo solo vergognarci, tutti. Ma se riesci a convogliare capitali sani, frutto di imprese di successo e risparmi familiari desiderosi di un impiego intelligente verso società che vogliono veramente crescere, svilupparsi, generare valore aggiunto, fai - realmente - uno dei mestieri più utili al mondo”. Credo che qui ci sia tutto. Se poi lei considera che il modello che ho scelto per TIP è quello della vera public company, senza patti di sindacato, voti maggiorati o altre diavolerie per proteggersi e che da avere il 100% oggi ho solo il 7,5% ma di una società assolutamente unica in Italia, capisce che non sono a caccia di soldi o di successi, ma principalmente di fare delle cose utili al sistema industriale del paese. Anche riuscendo ad unire 150 famiglie di imprenditori in un progetto.”
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Umberto Quintavalle (Quanta S.p.A.) (1946-2019) “Ci sono diverse espressioni con cui si può definire il successo. Dipende dai punti di vista e dalle singole, specifiche aspettative. Personalmente non ho mai inteso la parola successo nell’accezione comune: più che medaglie, danaro, visibilità e consensi mi sento oggi a 72 anni ragionevolmente realizzato ed in equilibrio con me stesso per aver costruito cose serie, durature, di cui molti, non solo io e la mia Famiglia hanno tratto vantaggio e benessere, sempre in forma etica.” Luca Lazzaroni (Paolo Lazzaroni & Figli) “Riuscire ad essere un uomo “giusto” contestualmente in tutti gli aspetti della propria vita: come figlio, come marito, come padre di 4 figli, come imprenditore e come essere umano nei confronti di chiunque abbia a relazionarmi.” Antonio Civita (Panino Giusto) “Progettare e realizzare una crescita sostenibile, creare un valore e lasciare un’eredità di cui si apprezzino i benefici e non i conti da pagare.” Gianmario Verona (Rettore Università Bocconi) “In quanto rettore, per me eccellenza è la ricerca ad altissimo livello, è immaginare una didattica che cerchi sempre di guardare oltre ciò che si è abituati a fare, è creare una comunità internazionale di alumni stimata e apprezzata in tutti gli ambiti professionali in cui si misura. Ma eccellenza è anche innovazione, creatività, impegno senza riserve. Il successo, invece, è la capacità di incidere positivamente sulla società, di lasciare un segno nel presente. Il grande successo al quale deve puntare un’università, oggi, è quello di riportare al centro dell’attenzione il tema delle competenze, che nel nostro paese è più che mai messo in ombra.” Luna Berlusconi (Pittrice) “Il successo è realizzare i propri sogni, diventare ciò che si desidera, ma anche crescere nel modo migliore i propri figli, essere una brava persona e avere una relazione stabile e sana. Tutte cose che possono sembrare scontate e banali, ma che al giorno d’oggi, secondo me, rappresentano delle grandi conquiste. La nostra quotidianità può essere stracolma di piccoli e grandi successi: basta focalizzare dove vogliamo andare.” Andrea Valota (General Manager di Burger King Italia) “Amo molto una citazione della scrittrice Bessie Anderson Stanley che proprio riguardo al successo diceva: «Ha avuto successo colui che ha vissuto bene, ha riso spesso e amato molto; chi si è guadagnato il rispetto di persone intelligenti e l'amore dei bambini piccoli; chi ha trovato il suo posto e ha portato a termine il suo compito; chi ha lasciato il mondo meglio di come l'ha trovato […]» Non ho certo la pretesa di cambiare il mondo, ma nel mio piccolo cerco sempre di portare il meglio di quello che sono e che so, in ogni posto dove ho lavorato. E qui in Burger King, supportato
luglio\ agosto 2022 anche da un bellissimo team, stiamo facendo grandi cose”. Giorgio Merletti (Pres. Confartigianato) “È la soddisfazione di vedere riconosciuto e apprezzato nei miei prodotti il ‘valore artigiano’. È la fiducia dei miei clienti che sanno di poter contare sulla qualità di ciò che realizzo nella mia azienda. Ma, attenzione; il successo non si raggiunge una volta per sempre. E in questo sta la sfida stimolante a fare sempre di più e meglio.” Stefano Versace (Stefano Versace) “È la capacità di saper realizzare i propri sogni e Come risultato a l’equilibrio tra l’indipendenza finanziaria la quantità di tempo libero e il riconoscimento del mercato di appartenenza.” Christian Calusa (Opisas) “Domanda da un milione di dollari. In questo caso però i dollari non c’entrano. Il vero successo è svegliarsi ogni mattina e collaborare con un Team così affiatato e motivato che permette alla società di raggiungere obbiettivi sempre più grandi e sempre più riconoscimenti internazionali. Sono estremamente orgoglioso di dove siamo oggi, specie se ripenso che tutto è nato da uno scantinato. Allo stesso tempo aspiro a raggiungere obiettivi ancora più alti rimanendo coi piedi ben saldi a terra. Il successo è qualcosa che va costantemente inseguito.”
stiamo disegnando noi stessi ai nostri occhi e agli occhi del mondo intero. Quando andavo nella stalla alle due del mattino per dar da mangiare alle mucche, le pulivo doviziosamente perché dessero una buona impressione di sé al mercato, dove le avrebbero portate mio papà e mio zio, mediatori di bestiame. Quando lavori stai descrivendo te stesso non puoi che dare il meglio di te. Questo si concilia con la parabola dei talenti. C’è un’opportunità e io ho il dovere di metterla a frutto.” Alberto Alemagna (T’a Milano) “Per me il successo è fare qualcosa che dia felicità agli altri, e penso che nostro cioccolato ci vada molto vicino!” Ora chiediti, cos’è il successo per te? • Ho fatto veramente tutto per raggiungere il successo nella mia vita? • Cosa non ho fatto che potrei fare? • Di quali risorse ho bisogno? • Chi coinvolgerò come mentore? • Quali risorse ritenevo impossibili per me e invece bastava che ci pensassi meglio? • Che uso farò tra un anno del mio successo? • Come aiuterò gli altri con il mio successo e la mia prosperità?
Sergio Borra (Dale Canegie) “Una leadership di successo è far crescere un’azienda senza dimenticare il lato umano del business. In tutti questi anni ho avuto l’opportunità di collaborare con imprenditori, professionisti, manager, leader, sportivi e venditori straordinari. Una delle cose che ho scoperto, è che la loro capacità di avere un impatto sulle persone è determinata da come interagiscono con se stessi e con gli altri. Un leader di successo è colui che sa stimolare e favorire l’engagement razionale ed emotivo dei suoi collaboratori, attraverso l’ascolto empatico, soprattutto dei segnali deboli e dei non detti, e gli apprezzamenti onesti e sinceri sulle attività svolte. È una persona che sa ammettere i propri errori apertamente e veicola una cultura della responsabilità e della sicurezza psicologica all’interno dell’organizzazione. Il dato più ricorrente nelle nostre ricerche è che un’azienda ha successo se all’interno c’è fiducia nel top management e questo è frutto della coerenza delle parole e delle azioni dei leader a tutti i livelli dell’organizzazione.” Ennio Doris (Fondatore Banca Mediolanum, 1940-2021) “All’inizio il denaro può essere una buona spinta motivazionale, perché tutti aspiriamo a una qualità della vita migliore, ma poi la molla che ci spinge verso il successo parte da dentro. Io potevo fermarmi trent’anni fa. Il mio tenore di vita non è più cambiato da allora. Quello che ti spinge ad andare avanti è la passione, l’auto realizzazione. Se io ho delle opportunità ho il dovere di metterle a frutto. Occorre che ognuno dia il meglio di sé. Quando guardiamo un’opera d’arte giudichiamo l’autore. Quando lavoriamo
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Anno Sociale 2022-2023
Intelligenza emotiva. Comunicare in modo persuasivo e carismatico. A cura di Giorgio Nadali 25 incontri settimanali il lunedì dalle ore 18,00 alle ore 19,00 dal 17/10/22 Quota: Euro 225,00 Soci: Euro 112,50 •
Cos’è l’intelligenza emotiva.
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Intelligenza emotiva e comunicazione.
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La comunicazione errata. Errori di comunicazione e comunicazione persuasiva.
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Le parole tossiche.
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Le pubblicità sbagliate.
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Fare le domande giuste.
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Il potere delle parole.
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Parole e successo.
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Bugie e Verità.
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Elementi per un tentativo di identificazione.
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20 modi per comunicare meglio.
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Marketing e Intelligenza Emotiva.
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Come concludere affari con i 4 tipi di cervelli da business.
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Comprendere, Persuadere e Convincere.
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Comunicazione non verbale e strategie di persuasione etica.
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Cinesica e successo. La scienza che studia il linguaggio del corpo.
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Etica del successo.
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Il successo personale e professionale.
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Il rapporto tra talento e fortuna.
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La mentalità vincente.
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Fortuna o Talento? Strategia, psicologia e spiritualità del talento e della fortuna.
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Intelligenza emotiva, Leadership e Business. Skills 2023.
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Obiettivi sfidanti. Management per obiettivi (MBO) e Teorie motivazionali. INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI IN SEGRETERIA dal lunedì al venerdì ore 10-18 Le iscrizioni vanno effettuate entro il 10/10/22
N.B. L’avvio del corso è subordinato ad un numero di partecipanti sufficiente a coprire i costi. Nel caso di sciopero dei mezzi pubblici di trasporto le lezioni saranno sospese e recuperate. Per i non soci sono previsti sconti nel caso di iscrizione a più corsi: 10% per 2 corsi, 15% per 3 corsi, 20% per 4 o più corsi.
/Turismo Anche in Italia come nel resto d’Europa, cresce l’interesse per tutte quelle mète turistiche che offrono un maggior contatto con la natura. È la cosiddetta "vacanza green", quella che prende le distanze dalla vita frenetica delle città e dei luoghi affollati. Fra le numerose proposte, sicuramente una delle migliori mète è quella dei parchi. Tra le quali, ideale per le famiglie, è il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, una delle riserve naturali protette piu' grandi d' Italia, dove le famiglie possono passeggiare alla ricerca di animali selvaggi come castori, scoiattoli e cerbiatti, facendo lunghe passeggiate tra i percorsi verdi e panorami mozzafiato. Inoltre, per chi preferisce il sud, a Catania tra l’Etna e le Gole d’Alcantara con i suoi crateri e gli affascinanti sentieri escursionistici, l’Etna è il vulcano "buono" dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco, che ancora oggi richiama tanti turisti e unisce molte famiglie. Un’esperienza da fare quindi o in solitario o con la propria famiglia, è quella di camminare sulle Gole d’Alcantara, fra gelide acque e una stupenda natura selvaggia. I più coraggiosi invece potranno provare rafting, canoe e tubing sulle adrenaliniche rapide. Oppure al nord, in Friuli Venezia Giulia, un originale campeggio in fattoria. D’estate amate sia la natura che il mare? Se la risposta è sì, non potrete non scoprire il campeggio con fattoria e azienda agricola. Per fare un esempio la Tenuta Regina, è la mèta più indicata per chi
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FRA MARI E MONTI Vacanze in Italia all’insegna della natura A cura di Clarissa Vatti
luglio\ agosto 2022 vuole divertirsi e fare tante attività a ogni ora del giorno. Il piccolo parco acquatico con piscina e tre bio piscine dedicate ai bambini, perfette anche per fare tuffi, ma chi preferisce il mare, puo' immergere i piedi sotto la sabbia raggiungendo la spiaggia a meno di mezz’ora in auto (Lignano, Bibione o Grado). Inoltre i bambini adoreranno curiosare nella fattoria numerosi animali. E l’ideale per dormire è l’Eco Resort attrezzato con tende in legno e cotone. Per gli appassionati della montagna, esattamentenel cuore delle Dolomiti, San Candido in Val Pusteria, il paese dove d’inverno gli appassionati di alpinismo e sci godono uno splendido panorama bianco grazie al comprensorio sciistico delle Tre Cime di Lavaredo, con oltre 93 chilometri di piste. Le famiglie in estate godono questo panorama anche se verde, passando lungo l'incantevole Lago di Braies. Relax totale in tutti i sensi. E per gli amanti della bicicletta e gli escursionisti, possono soggiornare al Post Alpina Family Mountain Chalets, l’opzione ideale per chi vuole ritrovarsi subito sulla pista ciclabile o per chi vuole imbattersi tra
bellissimi sentieri adatti a ogni livello. Anche il Trentino è un comprensorio naturalistico davvero magnifico soprattutto per staccare dallo stress quotidiano e farsi abbracciare dalle Dolomiti tra boschi, laghi e montagne. Le più belle al mondo. Un’estate da vivere all’aperto per ritrovarsi con la natura e viverla a 360 gradi. Per organizzare al meglio la vacanza, scoprire le proposte e tutto quello che il Trentino può offrire si può visitare la pagina web www.visittrentino.info E per vacanze tutto mare, oltre alla bella costa toscana, l’ideale sono le acque cristalline della Sardegna. Quando nuotate vi piacerebbe sentirvi in un acquario naturale? Per esempio la spiaggia Rena Bianca a Santa Teresa di Gallura è la mèta giusta per gli amanti della sabbia bianca e per chi ha voglia di sentirsi in un autentico "paradiso terrestre". E se si vuol optare per una vacanza totale green, il luogo più incantevole per trascorrere qualche giorno con la famiglia, è sicuramente il Resort Valle dell’Erica, in Costa Smeralda, della catena alberghiera Delphina Hotels: un family
hotel adatto ad ogni esigenza, con una cucina d’alto livello, immerso nella natura e premiato a livello europeo, un parco mediterraneo che si estende per 28 ettari, circondato da 1400 metri di costa, dove lo snorkeling è l’attività più consigliata. Una costa, molte insenature incantevoli, un mare pulitissimo e multicolore. Invece per chi preferisce una vacanza meno stanziale, la mini crociera potrebbe essere la scelta giusta, infatti la compagnia Blu Navy Minicrociere porta il turista nelle isole più belle dell’arcipelago Toscano a bordo di imbarcazioni dotate di ogni comfort. Ogni viaggiatore viene accompagnato da una guida ambientale che arricchirà la sua esperienza per un viaggio indimenticabile. Ci sono sei linee che vanno a Giannutri e il Giglio, Porto Azzurro, solo Giglio, Capraia, Maxi Cruise, Elba con doppia sosta. Per maggiori informazioni è tutto consultabile su www.blunavycrociere.com. Insomma per una vacanza salutare e anche divertente e all’insegna del prezzo contenuto, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
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/Recensione
BEST BRANDS Libro Uno delle Marche A cura della Redazione
L’opera racchiude il pensiero del Best Brands Club, il think tank che raduna le nove migliori Marche 2021 e i partner fondatori.
Si arricchisce di un prestigioso elemento l’ecosistema di Best Brands. È disponibile il Libro Uno dei Best Brands italiani, il volume curato da Giampaolo Colletti che si candida a diventare un autorevole punto di riferimento per tutti coloro che credono e si impegnano nella creazione di Marche forti e conosciute. L’opera racchiude il lavoro di un anno del Best Brands Club, il think tank composto dai partner fondatori Serviceplan, GfK, Rai Pubblicità, 24Ore System, IGP Decaux, ADC Group con il patrocinio di UPA e dalle 9 grandi Marche italiane in cima ai ranking dell’edizione 2021. Amazon, Aperol, BMW, Dash, Mulino Bianco, Nutella, Pril, Rio Mare e Samsung sono risultati i migliori Brands in una rosa di trecento secondo l’esclusiva metodologia della ricerca che dal 2015 misura le performance delle Marche, integrando dati economici con interviste quali-quantitative
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condotte sui consumatori, per restituire un’analisi approfondita che combini dimensione razionale ed emozionale. Il tavolo di lavoro di Best Brands Club si è posto l’obiettivo di studiare e condividere cosa significhi costruire Brands solidi e vincenti. Un’iniziativa che ha messo a disposizione i molti dati della ricerca per confrontarli con l’esperienza reale delle Aziende che si sono posizionate al top delle classifiche. Un vero e proprio viaggio, iniziato a luglio dell’anno scorso e terminato a febbraio, che si è declinato in una serie di incontri per approfondire con esempi concreti i motivi alla base del successo delle Marche. Quali indici determinano l’affermazione di un Brand? Quali sono gli elementi che ogni Marca considera decisiva per fare la differenza? La discussione all’interno del Club è stata animata e ricca di spunti,
definendo le azioni che contribuiscono a trasformare un Brand in un Best Brand: il confronto continuo tra Aziende appartenenti a diversi settori merceologici si propone come un nuovo metodo in grado di “fare scuola”. Il Libro Uno dei Best Brands italiani è il risultato finale di questo lavoro ed è ora a disposizione del mercato. Il lettore avrà la possibilità di conoscere i percorsi che hanno caratterizzato esperienze aziendali anche molto differenti, con le loro strategie vincenti e i fallimenti. Storie diverse tra loro, seppur unite dal minimo comune denominatore del successo finale: non esiste infatti un modo unico, una formula semplice che indica la strada. Diventare un Best Brand è un percorso in perenne mutamento, che si può identificare solo interpretando con coraggio scenari che evolvono e cambiano continuamente.
/Recensione
luglio\ agosto 2022
LA SECONDA LEGGE DEI POP BRAND Per le marche, l’unica storia che conta oggi è quella che la gente racconta. A cura della Redazione
Benvenuti nell’era dei POP Brand, dove l’unica storia che conta davvero per una marca è quella che le persone sono disposte a raccontare spontaneamente. È nelle principali librerie italiane e in tutti gli store online “La seconda legge dei POP Brand”, nuovo manuale di branding edito da Fausto Lupetti Editore e firmato da Samanta Giuliani e Stefano Pagani, rispettivamente Executive Strategy Director e Chief Executive Officer di The Story Lab, la fullcreative advertainment agency di dentsu Italia. Attraverso 10 capitoli e 280 pagine, ricche di contenuti più teorici affiancati da esempi pratici e case study italiani e internazionali, gli autori accompagnano il lettore alla scoperta di come sta cambiando la relazione tra la marca e la sua audience in un mondo dove il contributo del pubblico esterno è il vero motore del successo e della popolarità di un brand. E se fino a ieri c’erano i “Love Brand”, rassicuranti, familiari, sempre uguali a se stessi, il cui obiettivo principale era la “relazione positiva” con i consumatori, il libro presenta una nuova tipologia di marca - i “Pop Brand” - chiamati ad essere attori protagonisti nella società in cui sono immersi, evolvendo la loro modalità di comunicazione, cogliendo e facendo propri quello che socialmente e culturalmente sta succedendo attorno a loro. Capaci di alimentare una “conversazione positiva” con la propria audience, i POP Brand
sono riconoscibili attraverso quattro ingredienti principali - memorable, talkable, open e story-being - le cui principali caratteristiche sono ampiamente descritte nei capitoli centrali del libro. Per completare e ampliare il punto di vista degli autori, insieme all’autorevole prefazione di Alberto De Martini, tra i più noti pubblicitari italiani, il libro contiene una serie di interviste ad altrettanti ospiti provenienti da tutti i principali comparti più direttamente legati al tema dei POP brand: da quello delle aziende, alle agenzie media, all’editoria.
GLI AUTORI STEFANO PAGANI Appassionato del mondo digitale dal 1996, imprenditore dal 2000, papà dal 2012. Dopo 10 anni di esperienze imprenditoriali e managerali alla guida di agenzie di comunicazione, nel 2008 fonda coi suoi soci The Big Now, agenzia creativa caratterizzata da un approccio media neutral grazie alla quale collabora per decine di brand internazionali tra cui Coca-Cola, Burger King, Nespresso, Moleskine, Baci Perugina, Danone, American Express. Nel 2018, quando The Big Now conta oltre 120 dipendenti e 12 milioni di fatturato, cede le quote dell’agenzia al gruppo Dentsu, una delle principali holding di comunicazione al mondo con oltre 45 mila collaboratori e una presenza in 145 mercati. Dal 2021 è membro del Creative Board di dentsu italia ed è alla guida di The Story Lab, l’advertainment agency del gruppo, della quale è Chief Executive Officer. SAMANTA GIULIANI Esperta di comunicazione e marketing, lavora nel campo delle agenzie da più di 13 anni, ricoprendo diversi ruoli di coordinamento strategico all’interno delle principali realtà internazionali, sempre all’incrocio tra strategia, media e contenuto. Nel corso del suo percorso professionale, ha riconosciuto nelle strategie di successo dei Marchi leader un pattern comune, da cui ha potuto distillare le caratteristiche dei Pop Brand attraverso un’attenta disamina dei comportamenti di questi Brand rispetto ai movimenti culturali nei quali si trovano immersi e dei vantaggi competitivi che essi possono ottenere a breve e lungo termine agendo per intercettarli senza snaturare la propria essenza di Marca, ma anzi rafforzandola nel tempo. Dentsu International Dentsu aiuta le aziende a ottenere un progresso che conti davvero per il business, grazie all’acquisizione di nuovi clienti, il mantenimento e la crescita di quelli attuali. Dentsu offre un’innovativa e distintiva serie di prodotti e servizi nel media, nel CXM e nella creatività; opera in 145 Paesi con oltre 45.000 specialisti dedicati. Fanno parte di dentsu italia: Carat, dentsu X, iProspect, Isobar, MKTG, The Big Now/mcgarrybowen e The Story Lab. Il gruppo in Italia è composto da 1.000 professionisti che operano nelle sedi di Milano e Roma.
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/News Franchising
TRIUMPH APRE UN NUOVO STORE E CONTINUA IL PROPRIO PERCORSO DI SVILUPPO RETAIL SUL MERCATO ITALIANO Triumph, storica azienda di lingerie tra le più conosciute a livello mondiale, continua ad accelerare sul proprio piano di sviluppo distributivo iniziato lo scorso anno, aprendo un nuovo negozio monomarca nel cuore di Napoli. Posizionato al numero 200 di Via Chiaia, una delle vie dello shopping più conosciute della città partenopea, il nuovo store Triumph si sviluppa su una superficie di circa 70 mq con un’importante esposizione di vetrine sulla via. Spazi ampi, ariosi e accoglienti fanno da palcoscenico alle collezioni primavera/estate del brand - dalla lingerie ai costumi, fino alle proposte homewear – e valorizzano l’esperienza d’acquisto in store, a due passi dal mare. Un’apertura, quella di Napoli, che si inserisce nel piano di sviluppo del brand per il 2022 e che precede l’opening di Torino previsto per giugno, oltre a ulteriori tre aperture nel secondo semestre dell’anno.
UN ALTRO ANNO STRAORDINARIO PER IL GRUPPO MBE WORLDWIDE MBE Worldwide ("MBE") è una piattaforma leader a livello mondiale nell’offerta di soluzioni in ambito e-commerce, spedizioni, logistica e servizi di stampa e marketing a supporto delle PMI e dei privati. MBE ha chiuso l'anno fiscale 2021 con un fatturato aggregato pari a € 1,01 miliardi (US$ 1,2 miliardi), generato attraverso la sua piattaforma distributiva - composta da oltre 2.900 Centri Servizi in 53 paesi e attiva con diversi marchi (Mail Boxes Etc., PostNet, PACK & SEND, AlphaGraphics e Multicopy) - e € 24 miliardi (US$ 28,5 miliardi) di valore lordo delle vendite attraverso la piattaforma e-commerce PrestaShop. Nel 2021 MBE ha concluso con successo diverse acquisizioni strategiche tra cui PrestaShop, PACK & SEND, Multicopy e l'acquisto del business dei licenziatari MBE UK & Ireland. Inoltre, il Gruppo ha aperto 208 nuovi Centri Servizi a livello globale e ha firmato due nuovi accordi Master Licensee (ML) in Bulgaria e Giordania e un accordo di licenza a Timor Est, espandendo così la sua piattaforma globale in nuovi territori. Inoltre, i primi mesi del 2022 stanno confermando i trend di crescita che abbiamo osservato negli ultimi mesi del 2021. Questa performance è la diretta conseguenza del valore aggiunto che la rete MBE è in grado di offrire con soluzioni di alta qualità e su misura, sia nel mercato e-commerce che B2B.
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CODY, CATENA DI HEALTHY FOOD POKÈ, ACCELERA LO SVILUPPO E APRE IL PRIMO FLAGSHIP STORE A MILANO Cody, catena italiana di healthy food pokè, ha inaugurato il primo flagship store a Milano in viale Bligny 7 e avviato il progetto di sviluppo. L’inaugurazione del nuovo punto vendita, con oltre 250 mq2 di open space, rappresenta un tassello importante nel percorso di crescita ed espansione di Cody al quale contribuisce il finanziamento erogato da Banca Progetto a fine 2021, finalizzato ad accelerarne lo sviluppo sul territorio nazionale ed estero. Cody, fondata nel 2016 da Davide Cappelletti, conta, con la nuova apertura, 14 punti vendita in Italia di cui 5 avviati nello scorso anno. La Società prevede di chiudere il 2021 con un fatturato in elevata crescita rispetto al 2020 che aveva già registrato un fatturato di 1,5 milioni di euro. Cody è attiva attraverso sia la catena di stores che il delivery, canale di vendita destinato a un’ulteriore accelerazione nei prossimi anni come confermato dagli studi di mercato (UBS stima una crescita pari a 306 miliardi di euro nel 2030 con un CAGR del 15%).
IL FRANCHISING BNI: QUANDO ATTITUDINI PERSONALI E RELAZIONI PROFESSIONALI DIVENTANO GLI STRUMENTI PER SCOPRIRSI IMPRENDITORI DI SUCCESSO Nato negli USA nel 1985, su iniziativa del fondatore Ivan Misner, imprenditore locale in cerca di nuovi clienti per sostenere la sua attività, BNI® è una realtà consolidata anche in Italia dal 2003, anno in cui Paolo Mariola ha creato il primo gruppo di imprenditori impegnati a darsi man forte per crescere nelle rispettive attività professionali. Grazie al franchising, BNI® Italia è oggi una rete organizzata e capillare che conta circa 11.000 imprenditori e professionisti italiani, suddivisa in più di 422 capitoli o gruppi e che ha condiviso uno scambio di affari per oltre 470 milioni di euro solo nell’ultimo anno. Il metodo affinato del referral marketing strutturato è dunque una realtà anche in Italia da diversi anni e con la formula dell’affiliazione commerciale consente a molti di costruirsi una vera crescita professionale e personale. Si tratta di un modello di business sostenibile, caratterizzato da un investimento graduale, che ha come scopo primario la costruzione e la conduzione di gruppi di lavoro o capitoli di imprenditori, professionisti e consulenti e, insieme a loro, l’attuazione di un progetto più ampio volto allo sviluppo dell’economia locale. Diventare franchisee non richiede particolari competenze o licenze e nemmeno costi fissi per avviare l’attività. Richiede la consapevolezza del rischio di impresa e un investimento graduale ma consente di mettere a frutto il proprio spirito imprenditoriale e la propria creatività. In un ambiente internazionale, non competitivo ma collaborativo, BNI® offre supporto continuo e la forza di un marchio che si distingue nel panorama delle attività professionali più innovative e tagliate su misura sulle proprie capacità e attitudini.
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/Franchising
DARIO BARONI Eletto nuovo Presidente Assofranchising Rubrica a cura di Assofranchising
Il Consiglio Direttivo di Assofranchising, marchio storico della rappresentanza del franchising italiano aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, ha eletto come Presidente per il prossimo triennio Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia, a cui ha passato il testimone Italo Bussoli, presidente di Assofranchising dal 2016. Il Consiglio ha tributato un sentito ringraziamento ad Italo Bussoli, il quale ha saputo condurre in porto AIF in anni difficili scanditi dall’emergenza sanitaria. Il CD ha inoltre confermato Marco Procacciante (Amministratore Delegato Vision Group Spa), come Vice Presidente Vicario, nominato Paolo Fiorelli (Chairman e CEO di MBE Worldwide) come Vice Presidente e confermato il mandato in qualità di Segretario Generale ad Alberto Cogliati. “In questi anni abbiamo lavorato con grande impegno per rendere Assofranchising una realtà attrattiva e competitiva sul mercato. Ora è arrivato il momento di passare il testimone ad un top manager quale Dario Baroni, con l’augurio che possa mettere a disposizione la sua professionalità e competenza per rendere ancora più forte lo storico marchio del franchising italiano” – ha ricordato durante Il Consiglio Direttivo Italo Bussoli. Dario Baroni è Amministratore Delegato
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di McDonald’s Italia. Dopo una laurea a Pisa in Ingegneria Chimica, ha iniziato la sua esperienza professionale in Procter & Gamble nel Marketing, nella Ricerca e Sviluppo e nelle Vendite, in Italia e all’estero. Successivamente ha lavorato in Vodafone con ruoli di crescente responsabilità, fino alla nomina a Marketing Director della Consumer Business Unit per approdare in McDonald’s nel 2016 come Chief Marketing Officer. Nel 2018 ha assunto la responsabilità dei ristoranti per l’area Sud e nell’autunno del 2020 è stato nominato Vice President con responsabilità su Strategia, Field Service, Marketing, Development e Construction. È alla guida dell’azienda da agosto 2021. “Ringrazio il Consiglio di Assofranchising per la fiducia che mi ha accordato e il mio predecessore Italo Bussoli per il percorso intrapreso, che sono orgoglioso di poter proseguire con entusiasmo e determinazione. Credo che il comparto del franchising in Italia abbia grandi potenzialità di sviluppo e, anche nel post pandemia, si è dimostrato un settore particolarmente resiliente sia per giro d’affari che per nuove opportunità di occupazione. Un segnale importante per ampliare la rete dei player, competere sullo scenario internazionale e continuare nella trasformazione di AIF come erogatrice di servizi più mirati su ogni singola linea di business”, ha commentato Dario Baroni.
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A ss of r a n chising r a p p re s e nt a , promuove e difende gli interessi economici, sociali e professionali delle reti in franchising associate. Dal 1971, anno della sua nascita, Assofranchising si è contraddistinta per la fitta rete di relazioni con le Istituzioni e gli altri Enti o Associazioni che hanno interessi coincidenti o vicini ai suoi. Attiva s e r v izi e co n s u l e n z a m i r at a , organizza eventi promozionali per i soci, di networking e di studio su temi d’interesse, offre accordi quadro e convenzioni sui molteplici aspetti e prodotti che interessano le aziende che operano in franchising e le relative reti di punti vendita.
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/Franchising
DA SMART WORKING A SMART DRESSING Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo
Vi ricordate i primi meme usciti durante il lockdown sulle video call? Gente vestita dalla vita in su, telecamere spente, gatti che propongo le terga ai partecipanti, bambini che corrono alle spalle e cani che abbaiano. Insomma, un bel circo a tre piste. E lo dico come proprietaria di due felini che sono diventati le mascotte dell’azienda. Prima mi chiedono dove sono i gatti, poi mi salutano. E con tanti studi e monitoraggi sul modo in cui si è modificato il nostro comportamento, le nostre aspettative, il nostro modo di gestire il tempo e l’ordine di priorità, ci siamo forse dimenticati di un ambito che prima la faceva da padrone: il dress code. Non sto qui a ripetermi sulla moda, sapete come la penso, ma qualcosa di subdolo e sostanzialmente democratico si è insinuato nel nostro modo di vestire.
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luglio\ agosto 2022 La comodità. In questi due anni abbiamo ribaltato il nostro modo di vestire. Se prima la tuta e il comfort erano le classiche soluzioni domenicali, oggi le occasioni per uscire e sfoggiare l’ultimo acquisto si sono ridotte. Non perché le occasioni siano diminuite. Ormai siamo liberi di andare al bar, al ristorante, muoverci nei centri commerciali… insomma, non ci sono restrizioni esterne. Ci sono però le nostre personalissime visioni. Che sono cambiate. Ieri, appena uscita dal parrucchiere, orario pausa pranzo, mi sono guardata intorno. In realtà ho alzato lo sguardo perché la mia visione periferica mi aveva allertato di una macchia bianca che si muoveva in mezzo a macchie scure. Potrei deliziarvi con la descrizione di quanto i miei coni e bastoncelli hanno registrato (ce l’ho ancora stampata sulla retina). Basti dire che non era esattamente una visione angelica o celestiale. E per dissonanza ho cominciato a vedere le altre persone. Occhio e croce, nel tragitto, erano circa un centinaio. Chi camminava, chi seduto ai tavoli. E non ho visto 1 giacca. Nemmeno mezza, un panciotto, qualcosa di assimilabile. Anche le camice sembravano fiori nel deserto. Ne ho contate una decina. Per le cravatte mi sono rivolta a “chi l’ha visto?”. Il resto magliette, pantaloni comodi… e tutti con scarpe da ginnastica (o assimilabili). Questo per la fauna maschile. Quella femminile non era da meno. I pantaloni erano larghi e comodi, top e camicette dalle linee ariose. Gonne, tante e lunghe. Sandali o scarpe comode. Non ho visto ballerine, magari qualcuna mi è sfuggita. Grandi assenti i gioielli. E non era nemmeno venerdì. Eppure nella stessa zona, pre-covid, si potevano distinguere mandrie di giacche e cravatte, sia maschili che femminili, cura del dettaglio, scarpe aperte ma sempre con il tacco, una specie di uniformità che ti permetteva persino di attribuire ad ognuno di loro l’azienda di appartenenza. E il ruolo ricoperto. Personalmente non ho mai avuto un dress code specifico. Sono sempre stata refrattaria perché, per me, l’abbigliamento non è indice di alcunché. Certo, premio il buongusto. E il sentirsi a proprio agio con ciò che si ha indosso. In questo due anni la mia predilezione, in casa, è andata per il kimono (quello maschile, di cotone, comodissimo), seguito da magliette lunghe, pantaloni o pantaloncini della tuta a seconda della stagione. E lo sanno bene i ragazzi in azienda. Ormai il mio personale dress code per le call di allineamento avviene, d’inverno, con un fantastico maglione rosso, regalato – io non lo avrei mai comprato, odio il rosso - con su scritto merry xmas e con l’immancabile kimono d’estate. Prima del covid, ad ogni cambio di stagione, compravo sempre qualcosa. Sono due anni che non compro più nulla. No, aspetta, una cosa l’ho comprata: una maglietta. Non perché ne avessi bisogno ma perché mi rappresentava in modo esemplare. E, se la sottoscritta, rappresentante medio del genere umano, non ha provato più quell’impulso, irrazionale e godereccio, di acquistare vestiti nuovi, forse anche altri si sono trovati, senza rendersene conto, senza fare una scelta consapevole, nella mia stessa situazione. Io sono in smart working definitivo, mi trovo bene e male allo stesso tempo, ma passo più tempo con i miei affetti (a due e 4 zampe). Di vestiti ne ho. Ho circa due metri lineari di roba appesa e 4 cassetti di roba piegata. Roba… anche il linguaggio è inconsapevolmente cambiato. Tutti noi, di vestiti, ne abbiamo. Li usiamo in modo diverso. Indipendentemente dal genere, sto vedendo una comodità di abbagliamento, che rispecchia una ricerca di stare bene con sé stessi. Non importa la situazione. E non lo chiamerei anticonformismo. Io lo chiamerei smart dressing.
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Rubrica Confimprese
I consumi ad oggi e previsioni sui saldi
CONFIMPRESE-EY
/Franchising/Retail
L’ O s s e r v a t o r i o p e r m a n e n t e sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese-EY conferma il quadro in recupero già registrato nel mese di aprile 2022 e chiude con maggio in netto miglioramento a +6,2% rispetto a maggio 2019, anno pre-pandemia. Il dato migliore arriva da abbigliamento-accessori che chiude il mese a +12,6%. Leggermente positiva anche la ristorazione +1.5% mentre frena il retail non food -5%. Quanto ai saldi in partenza il 2 luglio, il Centro studi retail Confimprese evidenzia che un terzo delle famiglie approfitterà dei saldi, mentre il 50,2% di indecisi si lascerà guidare dalle offerte. L’80% degli italiani orienterà le proprie preferenze d’acquisto in abbigliamento-accessori, in linea con il trend dei consumi registrato nel mese di maggio, mentre la spesa media sarà di 214 euro a famiglia. Centri commerciali primo canale di vendita per il 70% delle famiglie.
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L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi analizza i dati di maggio 2022 sullo stesso mese del 2019, anno pre-pandemia, e, rispetto ad aprile che aveva chiuso a -9% vs aprile 2019, registra un balzo in avanti con il totale mercato a +6,2%. Il quadro dei consumi migliora di mese in mese, complice non solo la stagione estiva, ma anche la ritrovata libertà di circolazione e la graduale diminuzione dell’incidenza dello smart working. Nei settori merceologici, da segnalare l’ottimo recupero di abbigliamentoaccessori, che fa segnare un incremento del +12,6%, in contrasto con le rilevazioni dei mesi precedenti. L’inversione di tendenza è da attribuire al ritorno degli italiani alle abitudini pre-pandemia e, come già evidenziato, al progressivo abbandono del lavoro agile. In decremento sono, invece, gli altri due settori di cui si compone il paniere Confimprese-EY. A cominciare dal retail non food, che perde terreno e chiude maggio a -5% per finire con la ristorazione che recupera e chiude a +1,5%. Quanto ai primi cinque mesi del 2022 vs stesso periodo 2019, le rilevazioni sono ancora negative con il totale mercato in calo del -11,1%. Nel periodo preso in esame emergono ancora le forti difficoltà di abbigliamento-accessori a -19%, mentre la ristorazione ha raggiunto livelli prossimi
luglio\ agosto 2022
al pre-pandemia con -4,9% e il retail non food pare solidamente allineato al 2019 con un -0,2% sul progressivo. «Siamo di fronte a un quadro generale in recupero già in aprile – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail in Confimprese –, che trova conferma nel mese di maggio. Abbiamo un miglioramento sia a livello di settori merceologici con abbigliamento-accessori chiude a +12,6% in maggio, riportando così un po’ di ossigeno e ottimismo in un settore in forte sofferenza da mesi. È, tuttavia, necessario procedere con cautela e attendere le proiezioni dei prossimi mesi, in cui i consumi potrebbero subire un rallentamento a causa non solo del conflitto in atto, ma anche del peggioramento sul fronte inflattivo, sul costo delle materie prime e sui trasporti. Sul settore retail continuano a gravare le incognite degli affitti anche, ma non solo, a causa degli aumenti Istat e delle spese di gestione, quest’ultime, nei centri commerciali, registrano aumenti che superano abbondantemente il 20% nel complesso una vera spina nel fianco per l’intero comparto». Bene, dunque, il quadro emerso dalle rilevazioni di maggio, ma massima cautela nell’affrontare le previsioni dei prossimi mesi. Stefano Vittucci, consumer products
and retail sector leader di EY in Italia, commenta: «I dati osservati sull’andamento dei consumi dello scorso mese, rispetto a maggio del 2019, mostrano un quadro complessivo in miglioramento e con segnali incoraggianti nonostante l’impatto che ha avuto nel tempo la crisi pandemica nel Paese, oltre che le attuali incertezze economiche. A dimostrazione di questo, abbigliamento e accessori chiudono quasi a +13% e conferma la resilienza del comparto che potrebbe ulteriormente consolidarsi con l’arrivo dei saldi: le nostre stime indicano infatti che l’80% degli italiani ne approfitterà facendo acquisti proprio in questo settore, a partire dal 2 luglio. Questo trend positivo sui consumi necessità però ancora di cautela, in quanto la situazione politico-economica mondiale e la spinta inflazionistica potrebbero potenzialmente frenare la possibilità di spesa degli italiani nei prossimi mesi». Con i saldi alle porte, che iniziano in quasi tutta Italia il 2 luglio, tranne Toscana, Sicilia e Trentino, il Centro studi retail Confimprese evidenzia gli orientamenti d’acquisto degli italiani. Il quadro che emerge è in linea con il trend in miglioramento registrato in abbigliamento-accessori. Tra i beni da acquistare, l’80% indirizzerà gli acquisti in questo settore, il 35,2% in prodotti beauty, igiene e cura della persona, mentre al terzo posto, con il 32% di preferenze, in prodotti per la casa e l’arredo. Il 29,8% delle famiglie dichiara che farà sicuramente acquisti durante i saldi, mentre gli indecisi, che si lasceranno guidare dalle offerte, sono il 50,2%. Il restante 20% afferma che non ha intenzione di fare acquisti. Tra chi farà acquisti (compresi gli incerti), il 15,2% afferma che spenderà più dello scorso anno, mentre il 26,6% ridurrà gli acquisti. I restanti confermano un ammontare di spesa simile allo scorso anno. Lo scontrino medio previsto per i saldi estivi è di 268 euro a famiglia (esclusi coloro che dichiarano di non voler fare acquisti). Spalmando la spesa complessiva dei saldi su tutte le famiglie italiane, si calcola una spesa media indicativa di 214 euro a famiglia.
Tra le motivazioni principali di chi afferma di non voler fare acquisti o di ridurre la spesa rispetto allo scorso anno, il 67% dichiara che il periodo attuale non invoglia a fare acquisti; il 49,6% preferisce risparmiare per via della preoccupazione dell’inflazione attuale e futura; e infine il 43,1% preferisce risparmiare per fare altri acquisti che interessano maggiormente. I canali preferiti per lo shopping di quest’anno vedono i centri commerciali al primo posto per il 70% delle famiglie. Al secondo posto il canale online, con il 46,3% di preferenze, mentre gli outlet sono al terzo posto, indicati dal 41%. Approfitterà del Prime day il 22,7% delle famiglie; il 52,7% valuterà all’ultimo momento e il 24,5% è sicuro di non fare acquisti. Abbigliamento-accessori è al primo posto degli acquisti durante il Prime day (indicato dal 58,9% delle famiglie che pensano di fare acquisti), mentre l’elettronica di consumo è seconda con il 37,3% di preferenze. Per il 21,3% delle famiglie, il fatto di fare acquisti durante il Prime day inciderà in modo consistente sulla somma che pensa di spendere per i saldi. Per un altro 60,7% inciderà ma in modo marginale.
CONFIMPRESE è l’associazione del commercio moderno – franchising, Gdo e reti dirette – che opera sul territorio nazionale e riunisce aziende e realtà omogenee per merceologia, dalla ristorazione all’entertainment, dall’abbigliamento ai servizi, con un target dimensionale da medio grande a leader di mercato, spesso quotate in Borsa e, in diversi casi, con una rilevante presenza internazionale. Confimprese conta su oltre 100 soci che rappresentano 300 marchi, 36mila punti vendita e 600mila addetti con un giro d’affari 2018 di 152,3 miliardi di euro. Il presidente dell’associazione è Mario Resca.
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Dal birrificio Doppio Malto di Erba (CO), Foodbrand Spa ha dato vita ad una delle principali esperienze italiane legate al mondo della birra artigianale. Doppio Malto è infatti una realtà che oggi conta 20 locali in Italia e uno all’estero e punta a far crescere la cultura della birra artigianale nello Stivale con un piano che prevede dieci nuove aperture nel 2021. Entro la fine dell’anno entrerà pienamente in funzione il secondo birrificio Doppio Malto a Iglesias, in Sardegna. Lo sbarco all’estero è arrivato nel settembre 2020, con l’apertura di un Doppio Malto nel nuovo centro commerciale Steel di Saint-Étienne (Francia), mentre per il 2021 è previsto un ambizioso piano di sviluppo in Italia e all'estero (Francia e Scozia).
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luglio\ agosto 2022
PROFILO FRANCHISOR:
Mercatino Franchising leader nell' intermediazione dell’usato, nasce a Verona nel 1995 e ad oggi ha sviluppato una rete in franchising di oltre 180 negozi. La formula del conto terzi consente a due soggetti diversi un’azione di guadagno (chi vende espone gratis il proprio usato) e una di risparmio (chi compra lo fa a prezzi inferiori a quelli di mercato). Con il suo sistema virtuoso, Mercatino diffonde la “buona pratica” del riuso come sistema etico - sociale nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio. I fattori di successo del Franchising Mercatino sono: Assistenza & Formazione, Innovazione tecnologica e Visibilità Nazionale.
Ragione sociale: Mercatino Indirizzo sede legale: Via Angelo Messedaglia 8C, Verona Sito Internet: www.mercatinousato.com Attività: Intermediazione di oggetti usati Anno di fondazione dell’Azienda: 1995 Anno di lancio del franchising in Italia: 1995 PV in franchising Italia: 182 aperti e 10 in apertura PV in franchising all’estero: 1 Regioni italiane di interesse per lo sviluppo: tutte Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: non abbiamo preferenze Franchisee singoli: 137 Multi-Unit Franchisee: 15
PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza: 50.000 abitanti Ubicazione ottimale PV: zone commerciali/residenziali Superficie media PV: a partire da 400 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: a partire da 3 Esperienza pregressa nel settore: non richiesta Formazione iniziale: 5 giorni Arredo e investimento medio iniziale: € 50.000 Fatturato medio annuo (stima): € 469.000 Merce in conto vendita: SI Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 5.000 Canoni periodici (royalties): 3% sul venduto mensile Canoni periodici fissi: NO, solo servizi accessori al franchising Pubblicità a livello locale: NO Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: SI Assistenza in loco in fase di apertura: SI Assistenza per la durata del contratto: SI Zona di esclusiva: SI Durata contratto: 5 anni
CONTATTI FRANCHISOR Franchisor: Mercatino Referente franchising: Veronica Spadafora Telefono: 0458203355 E-mail franchising: sviluppo@mercatinousato.com Sito Internet: www.mercatinousato.com N.B. I dati sono puramente indicativi e concordati con l’Azienda
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Boraso è la realtà di riferimento in Italia nel Conversion Marketing Aiutiamo le aziende più ambiziose a superare gli obiettivi di business e ad incrementare la cultura digitale.
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