Montagne360 | Febbraio 2021

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SEGNALI DAL CLIMA a cura di Mario Vianelli

Quando le Alpi erano più calde Nel corso dell’ultimo periodo interglaciale le temperature alpine aumentarono in misura maggiore che nel resto d’Europa

I

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Foto Martin Trüssel

l moltiplicarsi degli studi paleoclimatici ha portato a un rapido incremento delle conoscenze su una materia che fino a un paio di decenni or sono era appannaggio esclusivo di una ristretta schiera di studiosi. L’esigenza di ricostruire le variazioni climatiche del passato – indispensabili nella creazione di modelli correlati a quelle odierne – ha portato all’affinarsi delle tecniche di datazione attraverso l’utilizzo di dati proxy, che sono proprietà chimico-fisiche dei diversi archivi naturali: organici – come il legno, i pollini, i coralli o i resti fossili – oppure inorganici come il ghiaccio e gli speleotemi, nome generico dei depositi secondari caratteristici (anche se non esclusivi) delle grotte carbonatiche: stalattiti, stalagmiti, pisoliti e altre forme di concrezione. Proprio all’analisi degli speleotemi si devono le più lunghe e accurate serie climatiche relative all’Europa, a cui l’Italia ha dato il proprio contributo con gli studi condotti all’Antro del Corchia, nelle Alpi Apuane, alla grotta Cesare Battisti, in Trentino, a Bossea (Alpi Marittime) e in altre località. Di particolare interesse è uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment, condotto da ricercatori dell’università di Innsbruck in collaborazione con speleologi svizzeri della Foundation Naturerbe Karst und Höhlen Obwalden. Dall’analisi degli isotopi di idrogeno dei fluidi inclusi negli speleotemi provenienti da due grotte situate a circa 1700 metri di quota nello Schrattenkarst della Svizzera centrale, gli studiosi hanno ottenuto una precisa serie di dati climatici relativi all’ultimo periodo interglaciale, la fase di riscal-

damento planetario che ebbe il suo apice fra 129.000 e 116.000 anni fa, prima del nuovo raffreddamento che innescò la glaciazione Würm. Allora, nonostante le temperature medie fossero soltanto di due gradi superiori a quelle odierne, il nostro pianeta era decisamente diverso: il livello marino era di 6-9 metri più alto, la calotta glaciale groenlandese era molto ridotta e sulle Alpi i ghiacciai rimanevano soltanto sui massicci più alti. I dati hanno confermato che in quel periodo le temperature erano superiori a quelle odierne, ma sono risultate nettamente più alte di quanto era prevedibile attendersi. In breve: se in Europa le temperature medie erano di due gradi superiori alle attuali, in alta quota lo erano di quattro gradi. Gli autori ipotizzano che «le aree a elevazione maggiore siano più suscettibili al riscaldamento delle terre basse», tendenza

che pare confermata dall’evoluzione climatica in atto. Il periodo “caldo” fu anche caratterizzato da una forte instabilità; in particolare attorno a 125.500 anni fa vi fu un brusco calo delle temperature e anche la piovosità subì sostanziali fluttuazioni nell’arco di tempo considerato. Difficilmente gli eventi si ripetono con le stesse caratteristiche, soprattutto in un campo mutevole come quello climatico; ma che le Alpi e le altre grandi catene montuose siano più sensibili all’aumento delle temperature è un dato ormai assodato. Come scrivono gli autori nelle conclusioni dello studio: «questi risultati sono allarmanti alla luce dell’accelerazione del riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra di origine antropica e le regioni di montagna dovrebbero essere preparate a un aumento della temperatura ancora maggiore». Ÿ


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Indice 2020

13min
pages 86-88

Lettere

5min
pages 89-92

Fotogrammi d’alta quota

2min
pages 84-85

Nomi comuni di montagna

4min
pages 82-83

Libri

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pages 78-81

Cronaca extraeuropea

6min
pages 74-75

Nuove ascensioni

6min
pages 76-77

Magia d’inverno sull’Appennino Rachele Grassi foto Luciano Cremascoli

3min
pages 64-71

Arrampicata 360°

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pages 72-73

sentieristica? Luca Calzolari Libertà e privilegi Franz Rossi

3min
pages 62-63

Quante norme per la rete

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pages 60-61

La montagna di tutti

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Dal Monviso al Monte Rosa

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Crisi climatica e stabilità dei rifugi

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pages 54-55

Stefano Duglio I confini del ghiaccio

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pages 52-53

I tesori della memoria

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page 51

Nella pancia del ghiacciaio

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Lorenza Giuliani Per essere più sicuri usate la testa Lorenza Giuliani

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La sicurezza dietro casa

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pages 42-43

Francesco Carrer Il ghiaccio in tempi di crisi climatica David Bacci

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Il mondo del Comelico Superiore

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pages 34-37

Ripensare il turismo del futuro

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page 25

Montagna d’inverno: prospettive

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Paolo Cognetti L’antidoto al virus Enrico Camanni

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Intorno alla valle sospesa

7min
pages 28-33

Educare all’altra montagna

1min
page 26

Il coraggio politico

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page 23

Economia fragile

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page 21

Editoriale

11min
pages 3-6

News 360

13min
pages 8-11

La montagna non si consuma

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pages 18-20

Peak&tip

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Un documento per difendere

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pages 16-17

La dottoressa che ama la montagna

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page 13

Segnali dal clima

2min
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