Montagne360 | Febbraio 2021

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OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE

La montagna non si consuma. Si vive Le risposte che il Club alpino ha riassunto nel documento sul futuro dell'industria della neve forniscono un’alternativa al vecchio modello di sviluppo montano di Erminio Quartiani*

Q

uando un amico, non sempre concorde con le mie posizioni sui temi legati allo sviluppo sostenibile in montagna, mi ha scritto apprezzando il documento di posizionamento del Cai su “i cambiamenti climatici, la neve e il futuro dell’industria dello sci”, considerandolo finalmente una condivisibile e concreta proposta per la montagna invernale, auspicando che altrettanto sia possibile progettare per la montagna estiva, ho pensato che non abbiamo sbagliato, ma abbiamo provato a dare risposte praticabili, alternative al vecchio modello di sviluppo montano incentrato sulla monocultura dello sci di discesa. Non ho avuto ripensamenti neanche dopo le copiose nevicate del dicembre scorso. Le tendenze si misurano in decenni. Non in giorni o mesi. Il 2019 è stato l’anno che ha chiuso il decennio più caldo mai registrato in Italia dal periodo 19611990 (+ 1,56°C). 1600 sono stati gli eventi estremi tra il 2008 e il 2019 (cresciuti di 10 volte sul periodo precedente), molti dei quali verificatisi in territori montuosi. Infatti, la tendenza scientificamente dimostrata è alla diminuzione dei fenomeni di precipitazione nevosa alle quote medio basse della montagna europea, particolarmente della montagna alpina e appenninica. Fenomeni estremi, come copiose nevicate, piogge torrentizie, lunghi periodi di siccità e di assenza di precipitazioni, cicloni e tempeste come quella nota di Vaia, sono tutti interni alla più generale tendenza di un percorso climatico di cambiamento di un pianeta sottoposto a stress.

A noi interessa una montagna vissuta e abitata, in cui l’alpinista non sia estraneo al montanaro. In cui l’uomo viva in equilibrio con l’ambiente 16 / Montagne360 / febbraio 2021

RIPENSARE LA VITA A questi fenomeni, quando non ci si può opporre, ci si deve adattare. La vita come l’economia di intere comunità e territori devono essere ripensate, progettando nuove opportunità di sviluppo con solerte e intelligente mano pubblica e adesione di finanza e capitali privati orientati alla sostenibilità. Non dunque per astratta ideologia ambientalistica, ma per necessità oggettiva a difesa di un futuro vivibile, in particolare nelle aree montane. Per noi che amiamo le montagne, il sentiero che porta verso una nuova economia montana rappresenta l’unica strada da percorrere perché le Terre alte non siano preda del rinselvatichimento, dell’abbandono e della speculazione, tutti fattori di degrado del territorio montano e della qualità della vita di chi vi risiede. I fattori di rischio indotti dai cambiamenti climatici e dalle cattive scelte di programmazione del territorio, tuttavia possono generare una reazione positiva, capace di invertire la tendenza al declino, ancora in atto, salvo rare eccezioni, nella gran parte dei borghi e degli insediamenti umani sulle Alpi e in Appennino. Questa potenzialità di reazione va colta e sostenuta con chiare politiche pubbliche che investano sulla montagna grandi risorse umane, economiche e finanziarie, per mettere a valore un patrimonio inestimabile di paesaggio, ambiente, biodiversità e cultura custodito in questi territori. LA MONTAGNA CHE DÀ LAVORO A noi interessa una montagna vissuta e abitata, in cui l’alpinista non sia estraneo al montanaro. In cui l’uomo viva in equilibrio con l’ambiente e la sua diversità biologica, da preservare come valore da consegnare al futuro dell’umanità intatta e in grado di riprodursi. Soprattutto a noi piace che la montagna possa vivere di un turismo responsabile, purché non sia l’unico ambito


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Indice 2020

13min
pages 86-88

Lettere

5min
pages 89-92

Fotogrammi d’alta quota

2min
pages 84-85

Nomi comuni di montagna

4min
pages 82-83

Libri

13min
pages 78-81

Cronaca extraeuropea

6min
pages 74-75

Nuove ascensioni

6min
pages 76-77

Magia d’inverno sull’Appennino Rachele Grassi foto Luciano Cremascoli

3min
pages 64-71

Arrampicata 360°

7min
pages 72-73

sentieristica? Luca Calzolari Libertà e privilegi Franz Rossi

3min
pages 62-63

Quante norme per la rete

7min
pages 60-61

La montagna di tutti

4min
pages 58-59

Dal Monviso al Monte Rosa

5min
pages 56-57

Crisi climatica e stabilità dei rifugi

4min
pages 54-55

Stefano Duglio I confini del ghiaccio

4min
pages 52-53

I tesori della memoria

3min
page 51

Nella pancia del ghiacciaio

6min
pages 48-50

Lorenza Giuliani Per essere più sicuri usate la testa Lorenza Giuliani

9min
pages 44-47

La sicurezza dietro casa

4min
pages 42-43

Francesco Carrer Il ghiaccio in tempi di crisi climatica David Bacci

4min
pages 38-41

Il mondo del Comelico Superiore

6min
pages 34-37

Ripensare il turismo del futuro

2min
page 25

Montagna d’inverno: prospettive

2min
page 24

Paolo Cognetti L’antidoto al virus Enrico Camanni

2min
page 27

Intorno alla valle sospesa

7min
pages 28-33

Educare all’altra montagna

1min
page 26

Il coraggio politico

3min
page 23

Economia fragile

3min
page 21

Editoriale

11min
pages 3-6

News 360

13min
pages 8-11

La montagna non si consuma

6min
pages 18-20

Peak&tip

4min
page 7

Un documento per difendere

4min
pages 16-17

La dottoressa che ama la montagna

2min
page 13

Segnali dal clima

2min
page 12
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