OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE
Educare all’altra montagna Importante e atteso, il documento che il Cai ha approvato nell’ultima Assemblea ha la valenza di un cambiamento culturale di Paolo Cognetti*
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inalmente! È un documento importante e atteso, questo del Cai sulla neve e sull’industria dello sci. Soprattutto perché il Cai ha tanti sciatori tra i suoi Soci e parla anche a nome loro. Prende una posizione netta – no all’ampliamento dei comprensori e all’assalto alle alte quote come reazione alla crisi climatica – un no deciso di cui tutti gli amanti della montagna sentivano il bisogno. Ma poi articola dei “sì”, delle proposte per il futuro, che a me sembrano non solo rivolte ad altri, agli impiantisti, agli ammi-
Si tratta di educare, di insegnare ai bambini e ai ragazzi che un altro rapporto con la neve, con la montagna d’inverno, che non sia lo sci su pista è possibile nistratori, ai vari imprenditori e lavoratori della montagna, ma anche all’associazione stessa, che un potere di cambiamento ce l’ha. È un cambiamento culturale. Il Cai ha una lunghissima storia di formazione alla montagna e qui si tratta proprio di educare, di insegnare ai bambini e ai ragazzi che un altro rapporto con la neve, con la montagna d’inverno, che non sia lo sci su pista è possibile: è più giusto, più bello, più autentico rispettare le stagioni, salire con le proprie gambe, passare per un vallone o per un bosco invece che per una pista spianata e innevata, è perfino più emozionante. E sono convinto che un’altra economia di montagna sia possibile, perché tante professionalità, servizi, strutture d’accoglienza sono necessarie alla sua frequentazione invernale, anche così diversificata ed evoluta. Ne convinceremo i suoi lavoratori perché il bisogno di montagna è sempre più diffuso, e la montagna integra sarà in futuro una risorsa sempre più preziosa. Ÿ * Scrittore, Cai Gressoney 24 / Montagne360 / febbraio 2021