ANNIVERSARI
I confini del ghiaccio Trent'anni di ricerche glaciologiche in Trentino, da Cesare Battisti alla crisi climatica Cristian Ferrari*
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el 1898 il noto geografo irredentista trentino Cesare Battisti scriveva al geografo trentino Giovanni Battista Trener (primo direttore del Museo di Storia Naturale di Trento ) proponendo di realizzare un “Circolo di studi glaciologici, idrologici e speleologici”, suggerendo che lo stesso “sarebbe dovuto sorgere in seno alla Società degli Alpinisti Tridentini” in collaborazione con Leonardo Ricci (anch’egli geografo e glaciologo di origini trentine, socio della SAT e professore universitario) e altri. La proposta non ebbe subito successo, finché nel 1928 venne fondato il Comitato Scientifico della SAT che, riprendendo l’idea di Battisti, suddivise la propria attività in tre sezioni: speleologia, limnologia e glaciologia. LO STATO DEI GHIACCIAI In realtà le attività di esplorazione di montagne e ghiacciai nel territorio del Trentino erano ben precedenti alla proposta di Battisti e Trener, grazie alle prime imprese alpinistiche a opera per esempio di Julius Payer sull’Adamello, John Ball
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alla Bocca di Brenta, Douglas William Freshfield alla Presanella, Paul Grohmann sulla Marmolada e di molti altri. Attraverso i loro diari di salita e le mappe dei territori, hanno permesso di definire i primi confini delle aree glacializzate e la loro situazione in quella che era circa la fine della Piccola Età Glaciale. Contemporaneamente con lo sviluppo della fotografia, verso la fine dell’Ottocento, inizia una metodica documentazione fotografica del territorio – anche quello di alta quota – da parte di fotografi famosi come Giovanni Battista Simone Unterveger, Vittorio Sella, Vittorio Stenico, Giuseppe e Carlo Garbari, i fratelli Pedrotti e altri ancora. La Prima guerra mondiale, che ha visto combattere aspre battaglie sulle cime più alte di molti massicci montuosi trentini, ha letteralmente contribuito a riempire gli archivi di testimonianze fotografiche e di racconti sullo stato dei ghiacciai che, allo stesso tempo, fungevano da riparo e costituivano un temuto obiettivo da conquistare a tutti i costi.