MONTAGNE E DIRITTO
Quante norme per la rete sentieristica? Esce La Sentieristica nella normativa e nella giurisprudenza, di Gian Paolo Boscariol, primo volume pubblicato dal Cai nella collana “Montagne e Diritto”. Il libro raccoglie la normativa che riguarda la sentieristica di Luca Calzolari
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ian Paolo Boscariol è un amante della montagna e un escursionista assiduo. Ed è anche un profondo conoscitore di leggi e norme: per trentadue anni ha lavorato al Servizio Studi della Camera dei Deputati. Nella sua lunga carriera ha predisposto decine di dossier di documentazione per l’esame dei provvedimenti legislativi. Per dirla in altre parole, il suo lavoro era realizzare studi approfonditi a supporto della attività parlamentare. Socio del Sodalizio da circa 40 anni, nel 2016 il Cai lo ha nominato componente del ‘Comitato paritetico per l’attuazione del Protocollo MiBACT – Cai per la valorizzazione della rete sentieristica’. Da quel momento ha iniziato a raccogliere e analizzare tutta la normativa regionale sulla sentieristica. Un’enorme quantità di leggi, regolamenti e delibere. Per il Comitato paritetico ha elaborato un dossier di documentazione sui singoli aspetti oggetto del protocollo. Da allora Boscariol ha continuamente aggiornato quel dossier che oggi, fresco di stampa, ma in forma più approfondita, è diventato La Sentieristica nella normativa e nella giurisprudenza; il volume è pubblicato dal Cai nella collana “Montagne e Diritto”. A Boscariol abbiamo chiesto come è nata l’idea e quali sono le ragioni di questo libro. «Poco prima di Natale del 2018 il presidente del Cai, Vincenzo Torti, mi ha 58 / Montagne360 / febbraio 2021
coinvolto perché riteneva molto utile valorizzare quel lavoro di studio e documentazione svolto in questi anni sulla normativa regionale relativa alla sentieristica. Lo scopo era di illustrare e far conoscere la complessità e varietà della materia». Un argomento tecnico difficile da trattare. Il libro è solo per specialisti o pensato anche per un pubblico più ampio? «È sicuramente un testo giuridico, ma impostato secondo una modalità divulgativa perché non è destinato esclusivamente ai giuristi. Il libro è utile per tutta la dirigenza del Cai, specialmente per i presidenti dei Gruppi regionali, che possono quindi avere un quadro completo della materia, anche al fine di interloquire con le strutture politiche e amministrative della propria regione. Sicuramente può essere uno strumento valido anche per i competenti Assessori regionali e i relativi uffici, che possono verificare come le altre regioni hanno disciplinato la materia. Per questa ragione ho cercato di mantenere una forma e un linguaggio comprensibili, cercando di semplificare al massimo la terminologia tecnica». Com’è articolato il volume? «Dopo i capitoli iniziali sulle competenze istituzionali in tema di montagna e turismo e sul ruolo del Cai, il volume è articolato in ventuno capitoli sui singoli temi, per esempio la rete sentieristica,
il catasto, la manutenzione, in ciascuno dei quali illustro come ogni Regione ha trattato a livello normativo ogni singolo aspetto. Quindi su ogni tema evidenzio le positività operative e le eventuali criticità». È la prima opera che raccoglie tutta la normativa di riferimento sulla sentieristica? «Nelle mie ricerche bibliografiche ho trovato solo un interessante convegno organizzato a Belluno nel 2006 dalla Commissione Veneto Sentieri del Cai, ma niente altro di analisi complessiva della materia. Il volume è aggiornato al 31 dicembre 2019, ma la pandemia da Covid-19 ne ha ritardato i tempi di pubblicazione. Rispetto a tale data ho riscontrato solo due modifiche: a marzo la Regione Marche ha modificato la legge del 2010, disciplinando la pratica della mountain bike, e a giugno la Campania ha sostituito la legge del 2017 (bocciata in vari punti dalla Corte costituzionale) con un testo sostanzialmente identico con l’aggiunta di un articolo sul richiamo alla normativa statale sulle aree protette». Hai sviscerato l’intera normativa regionale sulla montagna e sui sentieri. Quale idea di montagna esce? «Parto da un esempio recente: le ordinanze dei governatori sull’attività motoria e sportiva nel periodo successivo al primo lockdown da Covid-19. Ogni Regione definiva in modo differente