EDITORIALE orizzonti e orientamenti
Come alpinisti al Campo base del 2021 di Vincenzo Torti*
Socie e Soci carissimi, in questi primi giorni del nuovo anno, quelli in cui tradizionalmente ci si scambiano gli auguri, non possiamo nasconderci le preoccupazioni e il disorientamento che li accompagnano, consapevoli che non basta cambiare calendario perché ogni criticità venga messa alle spalle. Ma, come del resto accade nella quotidianità di ciascuno, c’è modo e modo di affrontare problemi e contrarietà e, proprio per questo, desidero proporvi alcune riflessioni mutuate dalla lettura degli scritti e dei resoconti dei personaggi dell’alpinismo di sempre, che ben potrebbero aiutarci a guardare al futuro, personale e collettivo, con rinnovata e condivisa fiducia. Anche se è il momento dell’arrivo in vetta a connotare, vuoi di successo o di rinunzia, ogni singola narrazione, è altro l’insegnamento che possiamo trarre dalla descrizione della preparazione, del viaggio, dell’acclimatamento e, ancor più, dall’attesa paziente, spesso spasmodica o delusa, del momento in cui l’apertura di una “finestra” nel maltempo apre l’accesso alla via di salita. È quello il momento che apre al confronto con la fatica, gli ostacoli imprevisti, le avverse difficoltà, le proprie effettive capacità; quello in cui sogno e realtà si misurano con la nostra determinazione, la capacità di sacrificio e di adattamento, in vista di un risultato che dica, soprattutto a noi stessi, chi siamo veramente. Se, come scrive Paolo Cognetti, “La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura”, è proprio dalle esperienze incontrate nella letteratura e nella cinematografia di montagna che possiamo trarre indicazione sulla via da seguire in
questo tempo difficile e lasciarci guidare. Penso, in particolare, ai momenti dell’attesa, quelli in cui il tempo sembra non passare mai (e sappiamo, invece, quanto possa scorrere veloce!) e che permettono di riflettere e condividere con altri emozioni, delusioni o rinnovate speranze: è in quei frangenti che veniamo messi alla prova, quando l’incertezza regna sovrana e gli stati d’animo si alternano tanto quanto il movimento incessante delle nuvole. Tutti i protagonisti sono accomunati dai disagi, presi dagli stessi dubbi e incertezze, ma capaci, ciascuno, di rincuorare l’altro e di farsi portavoce di rinnovato entusiasmo, di motivazione e di incoraggiamento. Eccoci, allora, tutti qui al Campo base di questo 2021 che presenta davanti a noi pagine da scrivere insieme, raccolti attorno alla nostra Associazione che costituisce un punto fermo di umanità e progettualità, di rispetto e attenzione: lo sguardo fuori dalla tenda mostra ancora nuvole, c’è vento, ma siamo attrezzati e preparati e, soprattutto, non ci spaventano le difficoltà, anzi ci spronano maggiormente. È Martin Luther King a ricordarci che “Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire. Non c’era nessuno”: così deve essere per noi nell’affrontare un anno che si presenta carico di incertezze, ma che potrà offrire infinite occasioni per mettere alla prova inventiva e carattere, in vista di un ritrovato benessere diffuso, più consapevole e responsabile. Ed il nostro continuare ad essere Soci del Club alpino italiano sarà un primo segno di fiducia e di speranza. Auguri di cuore a tutti. * Presidente generale Cai gennaio 2021 / Montagne360 / 1