APPROFONDIMENTI
Lo smart working mette gli scarponi Grazie alla diffusione del telelavoro e della banda larga ad alta quota, è possibile lavorare da remoto anche in molti rifugi di Nicola Cortesi
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ilioni di italiani quest’anno hanno provato per la prima volta lo smart working dal mare o dalla montagna, cominciando ad apprezzare questo stile di vita. Anche dopo che l’emergenza sanitaria sarà finita, il mondo del lavoro si sarà trasformato per sempre, diventando molto più location-independent di prima. LAVORARE IN MONTAGNA Finora, lo smart working in montagna si è limitato principalmente al lavoro da appartamento, ma con la diffusione del 4G e di Internet satellitare, sta diventando possibile lavorare anche dai rifugi. Le professioni più indicate sono, ovviamente, quelle che non dipendono dalla presenza fisica in un luogo particolare, non solo tra i freelancers o nel settore privato, ma anche tra i dipendenti pubblici. Il tipico impiegato con un solo mese di ferie all’anno potrebbe in questo modo trascorrere l’intera estate in montagna, alternando il lavoro da remoto nei rifugi con il trekking nel tempo libero e nei weekend. Questo nuovo tipo di escursionista, in parte smart worker e in parte trekker (in breve “smartrekker”), è destinato a creare un segmento di mercato che prima non esisteva, apportando nuova linfa vitale ai rifugi. Lavorando da lunedì a venerdì, non si sovrappone agli escursionisti tradizionali, concentrati soprattutto nei weekend e nel mese di agosto, evitando così di sovraffollare i rifugi. Anche se lavorare da remoto in un rifugio non è così piacevole come andarci in vacanza con gli amici, per gli appassionati di montagna è comunque una prospettiva molto migliore di quella di rimanere bloccati in città, lontani dalla natura. LA PRIMA ALTA VIA Sono molti ormai i rifugi alpini italiani che dispongono di free wifi e/o 4G (vedi mappa, 52 / Montagne360 / gennaio 2021
ndr). La maggior parte di loro è concentrata in Lombardia e in Trentino, specialmente intorno al Lago di Como e al gruppo del Pelmo e della Civetta. Questi rifugi potrebbero aprire le porte, passata la crisi sanitaria, a un nuovo stile di vita basato sulla possibilità di trascorrere lunghi periodi dell’anno lavorando e camminando in montagna. Per esempio, la linea rossa al centro della mappa indica la prima Alta Via dello Smart Working, da Lecco a Morbegno in 9-16 giorni, ideata
In apertura, un tablet ultraleggero per lavorare dai rifugi (foto Nicola Cortesi)