CRONACA EXTRAEUROPEA a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - antcico@yahoo.com
Kappa sei x tre Il K6, l’imponente 7000 pakistano di selvaggia bellezza circondato dai ghiacciai Charakusa a nord, Nangmah a sud, Lachit a sud-est, Kondus a est, ha rigettato cordate fortissime. Ma lo scorso ottobre è stato salito per la sua ultima cima inviolata: la Central, 7155 m er parlare dei 7000 metri del gigantesco K6, nella catena del Masherbrum (Karakorum, Pakistan settentrionale), partiamo da qui. “La Spedizione Abruzzi 1969 esplorerà a fondo il massiccio del K6, tenterà la scalata di alcuni 6000 e studierà la composizione geologica di Masherbrum e K6”, si legge nel programma della partenza (Alpinismo italiano nel Mondo, M. Fantin e bollettino della Sezione Cai Aquila del giugno 2004 interamente dedicato ad essa). Gli alpinisti hanno poche informazioni, tra queste una relazione di A. J. Smith su The Himalayan Journal con il tentativo di una spedizione inglese del 1961, foto di Wolfgang Axt (Spedizione austriaca in Karakorum, 1961), un tentativo tedesco del 1964. Da questo materiale, però, s’intuisce «la grandezza del massiccio e il fatto che non parrebbe scalabile dai suoi versanti est, nord e ovest». Luigi Barbuscia è il capo-spedizione. Ci sono Bruno Marsili (Medico), Domenico “Mimì” Alessandri, Guido Machetto (Cai Biella), Carlo Leone, Nicola Mercatante e Antonio Tanzella. Nella relazione di Barbuscia pubblicata nell’opera di Fantin, il primo tentativo italiano al K6 avverrà (con Machetto) per la Cresta SO, raggiungendo 6000 metri e rinunciando per eccesso di difficoltà tecniche su roccia. Il secondo per la rampa della Parete Sud: quando Leone e Alessandri, aiutati da Machetto e Tanzella nella parte iniziale, raggiungeranno quota 6850 metri, ma faranno dietro-front per sopravvenuta tormenta a poco dalla cima. Notte al Campo IV, 6400 m. Una valanga spazzerà via il Campo III, a 5800 metri. Le avverse condizioni meteorologiche e la neve altissima costringeranno alla ritirata definitiva.
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74 / Montagne360 / gennaio 2021
K6 Main, 7281 m L’anno seguente, la spedizione viennese dell’ÖAV guidata da Eduard Koblmüller, addentratasi nella Nangmah Valley, pianterà Campo Base ai margini del Nangmah Glacier (21 giugno). «I primi giorni di ricognizione ci hanno spinto a non seguire la linea italiana sulla Sud-ovest e hanno rivelato un bacino glaciale finora sconosciuto che scende a Est dalla cima, nella Nangmah Valley. Dal bacino, uno stretto ghiacciaio pensile sulla Sud-est saliva fino alla “spalla K6” per terminare sulla cresta sud-est», scriverà il capo-spedizione nella relazione all’American Alpine Journal del 1971. Per scalare il K6 i giovani austriaci sceglieranno questa linea che continuerà lungo la cresta sud-est. In due tentativi (il primo
appena sotto la torre sommitale) Koblmüller, Gerhard Haberl, Dietmar Entlesberger e Gerd Pressl toccheranno i 7281 m del K6 Main (la cima principale). È il 17 luglio 1970: l’unica volta che questa cima verrà scalata. K6 West, 7140 m Il K6 presenta altre due vette lungo la sua immensa cresta di un chilometro e mezzo, quasi del tutto sopra i 7000 metri. Il K6 West, 7140 m, cima Ovest; il K6 Central, 7155 m, cima Centrale. Il K6 West (tentato da diverse forti spedizioni tra cui nel 2007 S. House, V. Anderson e M. Prezelj che in quell’anno salgono in FA il K7 West) sarà raggiunto in prima assoluta nel 2013 dai canadesi Ian Welsted e Raphael Slawinski lungo il versante nord-ovest e la cresta ovest
Sopra, la cresta sommitale del K6 salita dai coniugi Wright, Karakorum, Pakistan (foto archivio Wright). In alto a destra, Priti e Jeff Wright in prima assoluta sulla K6 Central, 7155 m, Karakorum, Pakistan (foto archivio Wright)